Mi chiamo Alberto.

Come già saprete mia moglie da un po’ di tempo si diletta a raccontare le nostre esperienze sessuali vissute con leggerezza e nel pieno rispetto reciproco.

Qualche giorno fa, nel mentre commentavo con Lei il primo racconto che ha pubblicato, mi ha lanciato una sfida, se così si può definire, ossia di raccontare dal mio punto di vista la medesima esperienza vissuta.
Non è stato per me facile accettare in quanto, pur essendo abituato a scrivere faccio ciò in altro contesto, quello lavorativo, che non necessità di chissà quali doti narrative.
Ho comunque capitolato, stuzzicato da questo nuovo gioco, con la speranza che chi leggerà vorrà porre l’accento più sul contenuto che sulla forma: in caso contrario mia moglie giocherebbe facile con sicura vittoria (letteraria intendo).

E veniamo a noi.

In effetti siamo una coppia molto affiatata anche dal punto di vista sessuale. Questa situazione però non si è verificata per l’intercessione di chissà chi, ma per l’impegno che ci mettiamo ogni giorno, e ci abbiamo messo, per rafforzare la nostra unione.

Ho sempre avuto molta attrazione nei confronti di Barbara, attrazione che comunque con il tempo si è addirittura amplificata. E’ una bellissima donna, così i miei occhi la vedono, alta e magra che con il trascorrere degli anni, come il buon vino, è addirittura migliorata acquistando più fascino e sensualità. I fianchi e il culo hanno trovato giovamento dalle gravidanze, gravidanze che hanno donato anche una luce più accesa ed interessante ai sui begli occhi verdi.
Anche se a lei non lo dico mai, devo ammettere che è, veramente, il faro della mia vita.

Da maschio, poi, non posso non affermare che, sia le sue tette, piccoline e con i capezzoli perfetti, sia il suo culo, bello sodo e un pochino alla brasiliana, aiutano molto a farmela ritenere una donna ancor più desiderabile.

Per Lei quindi non solo provo un immenso sentimento, ma anche un irrefrenabile desiderio che cerco di stimolare ulteriormente regalandole qualche completino intimo particolarmente hot. Mi piace molto girovagare nella rete alla ricerca di lingerie particolare che immagino su di lei e che poi acquisto, intimo che per la verità, considerati i miei gusti, trovo quasi esclusivamente nei sexyshop più che nei negozi di merceria.
Nell’ultimo periodo la cosa si è accentuata, anche perché i miei primi regalini sono stati, inaspettatamente considerata la tipologia, da lei molto graditi e la cosa non ha fatto che incrementare la mia libido e la mia ricerca di novità.

Trovo molto, ma molto eccitante leccare la figa di mia moglie, insinuare la mia lingua, indugiare in ogni suo angolo ricercando il massimo suo piacere. Non c’è nulla di più gratificante di quando mi viene nella bocca; sentire i suoi liquidi che inondano le mie labbra mi provoca delle scariche ormonali indescrivibili, quasi fossero dei veri e propri orgasmi.
Non solo, adoro infilare le dita della mano mentre la lecco, e masturbarla con passione.
Come saprete, e lei lo ha racconto bene, mi piace che la sua vagina sia bella larga, esplorarla non solo con mio cazzo ma anche con le mani. Le sono grato per avermi dato la libertà di profittare della sua figa, allargandola secondo i miei desiderata.
Per farvi capire quanto mi sia entrata nella testa, considerate che nonostante più di dodici anni di frequentazione, ancora mi capita di masturbarmi in bagno pensando a lei, che magari si trova a qualche metro di distanza, in casa. Si sa, tutti i maschi, anche se non tutti lo ammettono, si sparano le seghe pensando o guardando video porno in rete: nel mio caso l’oggetto del desiderio è sempre e comunque Lei, Barbara.

Pur avendo molta confidenza non sono mai stato diretto nel prospettarle tutte queste mie passioni e fantasie (per la verità ne ho molte).

Capitò un giorno che, durante una delle nostre scopate, dopo averla lungamente leccata e masturbata inserendole anche le quattro dita della mano, e nel mentre il mio cazzo stava liberamente scorrazzando su e giù, a destra e a sinistra, nella sua larga figa, non riuscii a trattenermi oltre e le chiesi senza mezzi termini: “ti piacerebbe prendere due cazzi contemporaneamente, non è forse vero?”
Già solo aver detto quella frase, che più che una domanda per me era una affermazione, mi eccitai ulteriormente immaginandomi la sua bocca intenta a spompinare uno sconosciuto mentre io la inforcavo. Questa mia fantasia, come altre del resto, è legata al fatto che amo e mi eccita immensamente l’idea che lei provi piacere, in qualsiasi modo sia esso procurato. Conoscendola mi attendevo una reazione contrariata anche se benevola, della serie: ma casa dici?
Barbara non proferì parola ma il suo corpo parlò, anzi urlò la risposta. Iniziò a baciarmi con la lingua in modo vorticoso e molto più passionale del solito. Nel mentre proferivo la domanda ebbi modo di sentire, con la mia verga, che la sua figa, calda ed umida, si allargava e dilatava ulteriormente con l’inconscio desiderio di accogliere un altro grosso membro. In quel frangente non fui geloso, anzi mi immaginavo la scena ed il mio orgoglio di avere una tale femmina accanto.
Mi arrapai di più e continuai a pompare quella che stava diventando ai miei occhi un’adorabile troietta, spingevo, e con movimenti circolari del cazzo e con l’aiuto delle dita, cercavo di allargare ulteriormente quella figa burrosa: la sensazione era fantastica ma volevo di più!
Continuai a chiedere a Barbara, ad ogni affondo, che mi desse una risposta, anzi la risposta.
E capitolò … con un filo di voce mi disse “two is meglio che one”.
Non capii più nulla, riuscii solo ad estrarre il cazzo dalla grondante figa giusto in tempo per scaricarle addosso una quantità inconsueta di sborra.
Non dicemmo nulla. La mia mente però ripercorse la scena più e più volte per assaporare quella risposta agognata.

Devo dire che eravamo un po’ imbarazzati, nel senso positivo del termine, e, dopo qualche coccola, ci coricammo.
Barbara non sa che quella notte non riuscii a chiudere occhio per l’eccitazione provata e la mia mente, come un loop circolatorio, pensava e ripensava alla domanda e a quell’epilogo: fui costretto ad andare in bagno per masturbarmi e calmare quei bollenti spiriti.
Mi presi il cazzo in mano, era più grosso e pulsante del solito. Iniziai a scappelarlo e a menarlo, prima lentamente e poi sempre con più intensità mentre la mia mente pensava a quanto era successo e a cosa avrei provato nel vedere dal vivo mia moglie prendere in bocca un cazzo di un altro uomo. La gelosia si mischiava alla curiosità e al desiderio, finchè non sborrai in solitudine.

Dopo qualche giorno invitai mia moglie a scopare.
Siamo soliti usare un messaggio in codice in modo che i bimbi non capiscano e mia moglie li porti a letto prima, per avere poi più tempo da dedicarmi.

Adagiai sul letto l’ennesimo regalino comprato da poco: era un mini tanga che non avrebbe di certo coperto per intero la vulva di Barbara data la sua dilatazione, e delle calze autoreggenti molto sexy.
Me ne andai in salotto in attesa che mia moglie, messo a letto i bimbi ed indossati i regalini, non mi chiamasse, cosa che fece con voce suadente.
Devo dire che ero eccitato come un animale, non fosse altro perché nella mia testa riecheggiavano le parole della volta precedente (“two is meglio che one”) e tutto il contesto che ne conseguiva.
Mi diressi in camere da letto e trovai Barbara che mi attendeva appoggiata con la schiena nell’armadio: sembrava una dea, con quel piccolo perizoma che lasciava scoperte una parte delle labbra della sua vulva, e quelle calze autoreggenti che arrivavano al limite della coscia rendendola ancora più sexy. Indossava un reggiseno aperto con in evidenza i duri capezzoli, dritti come chiodi.
Mi denudai al volo, la presi tra le mie braccia e la baciai in bocca con tutta la passione che avevo: le lingue sinuose duellavano tra di loro alla ricerca del reciproco piacere.
La presi in braccio, la distesi con vigore sul letto e mi diressi senza esito verso la sua figa. Iniziai a leccarla con piacere ed avidità con l’intento di ricevere a breve il suo dolce nettare.
Sentivo pulsare nel collo il ritmo del mio cuore che pompava sangue, con furore, anche nel mio uccello oramai divenuto di marmo.
Intuii che i miei pensieri erano anche i suoi di pensieri, tutti e due protesi a ricercare le stesse sensazioni provate la volta precedente.
Non dissi nulla ed iniziai, continuando a leccarla, ad inserire le dita della mano nella sua fradicia vagina: capii che era eccitata più del solito e presi la palla al balzo per inserire il terzo ed il quarto dito. Masturbavo la mia femmina con piacere e sentivo che non vi era opposizione a quell’incursione tanto che, con ripetute pressioni, infilai l’intero palmo.
Barbara cominciò a contorcersi dal piacere mentre io la leccavo e, contemporaneamente, la masturbavo con la mano. Non ebbi consapevolezza di quanti orgasmi avesse provato, ma furono molti.
Mi tolsi ed iniziai su sua richiesta (mi disse: Alberto prendimi) a scoparla alla missionaria. Infilai il mio randello nella vogliosa vulva. Era fantastico, la sua figa era larga e burrosa più del solito e il mio cazzo pompava avanti e indietro senza quasi sfregamento, tanto era dilatata. Non resistetti ed infilai, unitamente al cazzo, anche tre dita della mano: ero in estasi. Vi pensate? stavo scopando la mia troietta che si stava prendendo in contemporanea il mio pene e tre dita della mano. La sentivo gemere, come le attrici dei films porno. I nostri corpi erano in sintonia.
Continuai a montarla con vigore e mi avvicinai, con la bocca, alla sua orecchia destra: volevo dirle quello che pensavo in quel frangente. Senza alcun freno inibitorio le sussurai: “Barbara, ho voglia di vederti fare un pompino ad un altro cazzo, magari mentre ti lecco o di scopo la figa”.
Avevo ripreso il filo del discorso.
Intuii qualcosa di strano nel comportamento di mia moglie, un fremito di piacere strozzato non so da cosa. Ricevetti infatti una risposta inadeguata “Alberto lascia stare, io voglio solo te”.
Non credetti a quella affermazione perché il corpo di Barbara mandava messaggi diversi: sicuramente stava pensando a qualche altro cazzo conosciuto in altre circostanze, pensai, ma aveva timore di dirlo.
Non mi persi d’animo, anche se la cosa un po’ mi disturbò, tanto che le risposi: “questa è la mia di fantasia, quindi puoi dire quello che vuoi che tanto non me la cambi”.
Mentre proferivo queste parole sentii la vulva di Barbara, già bagnatissima e larga, dilatarsi ulteriormente regalandomi quella sensazione che tanto ricercavo: il cazzo che balla in figa.
Le dissi senza mezzi termini: “zoccoletta, so benissimo che ti piace avere la figa slabrata e larga, un giorno mi dirai il perché, vero?”
Ripeto sempre a mia moglie che mi piace questa sensazione, forse perché legata a quelle donne libere che si offrono al piacere senza farsi troppe domande.
Non resistetti oltre, mi sfilai e sborrai abbondantemente colpendo il viso della mia donna.
Capii che Barbara in quel momento si sentiva appagata: il suo sguardo era più da troia che da mamma.

Il giorno seguente chiesi a mia moglie di scopare nuovamente, tanto era il desiderio di possederla completamente, desiderio esponenzialmente aumentato da quando aveva ammesso, anche se indirettamente, di condividere quella mia fantasia.
Barbara si presentò davanti a me, che già mi trovavo disteso sul letto, con un sensuale completo intimo color nero, di rete con disegni geometrici. Si trattava di collant a vita bassa con una evidente apertura che partiva dal davanti e arrivava sul retro, tanto da sembrare un completo di calze e reggicalze, il tutto però unito da un’unica manifattura. I più eruditi li definiscono crotchless.
La figa di mia moglie era depilata, ma non completamente in quanto nella parte del pube, da sopra il clitoride, vi era la presenza di una striscia larga 3, massimo 4, centimetri di pelo, comunque ben tenuto.
Indossava delle scarpe rosse con un tacco vertiginoso (non meno di 12 cm) di metallo cromato, tacco molto sottile ed affusolato. Non sono un feticista ma assicuro che quella volta non resistetti ad iniziare proprio dalle scarpe leccandole lentamente per poi proseguire sul collo del piede e, su su, fino alle gambe. Giunsi in prossimità della coscia dove finiva la calza ed iniziava il varco con la pelle ben in vista. Barbara era in piedi davanti a me, che inginocchiato stavo rialzando la testa, proprio all’altezza della succosa vagina.
Mi prese la testa dalla parte della nuca e me la spinse con un certo piglio verso il suo sesso. Non mi feci certo pregare ed iniziai a leccare la dolce fragolina partendo dall’esterno delle labbra arrivando, con ripetute leccate, al cuore di quel frutto gustoso.
Mi alzai, ora mi trovavo in piedi davanti a mia moglie che, considerato il tacco che portava, mi sovrastava di non meno di dieci centimetri: era una dea, era statuaria.
La presi e la distesi con vigore nel letto aprendole le gambe, comunque già ben disposte di loro.
Ripresi a leccare con gusto quella figa burrosa ed inserii, una ad una, le dita della mano destra compreso, da ultimo, il palmo. Ravanai e leccai tanto da farla godere a più riprese.
La girai mettendola supina. Il mio cazzo, duro come il marmo, non resisteva più, tanto che con un colpo preciso la impalai. Il mio membro si trovò accolto in quella vulva molto dilatata allo scopo di darmi il massimo piacere. Ero troppo eccitato per parlare. A un certo punto, inaspettatamente Barbara iniziò a baciare e leccare il mio avambraccio sinistro che si trovava all’altezza della sua testa, in quanto intento a tenermi sollevato, unitamente all’altro, nell’atto della monta. Aveva gli occhi chiusi e l’espressione di chi sta provando piacere. Sempre inaspettatamente aprì gli occhi e rivolgendo lo sguardo verso di me, ma continuando a leccare e mimando un succhiotto, mi disse: “vedi, questo potrebbe essere il cazzo di Stefano”. Quella dichiarazione mi provocò un terremoto ormonale, godetti come poche volte, tanto che le sborrai direttamente in figa, cosa che di solito cercavo di evitare: l’eccitazione però fu incontenibile.
Quella fu la conferma che la mia brava mogliettina sotto sotto nascondeva una carica erotica e trasgressiva inaspettata, la cosa mi eccitava all’inverosimile anche se un pochino mi spiazzava.

Questo fu l’inizio della nostra nuova fase sessuale dove abbiamo iniziato a raccontarci le nostre reciproche fantasie durante i nostri amplessi.

Mi moglie lavora in un ufficio amministrativo di una ditta metalmeccanica e al contempo, non da molto per la verità, è attiva sindacalmente.
Da quando aveva iniziato a frequentare anche quel secondo ambiente, notai un leggero cambiamento nel vestirsi. Indossava con più assiduità pantaloni a vita bassa e molto aderenti o gonne corte sopra al ginocchio se non anche minigonne.
Anche la cura dei capelli e degli accessori era più attenta.
La cosa non mi dispiaceva perché credo che le nostre compagne abbiano il diritto di sentirsi valorizzate anche dal punto di vista fisico.

Anche nei racconti delle nostre fantasie era emerso che Barbara richiamava quell’ambiente (il sindacato) tanto che un pochino mi faceva ingelosire.

Una mattina, mentre ero al lavoro, ricevetti un messaggio da parte di mia moglie: “vorresti vedere qualcosa di eccitante che mi riguarda? All’ora appartati in privato ed attendi la mia videochiamata: se hai qualcosa in contrario dillo subito che dopo non potrò risponderti e sarebbe troppo tardi”
Quella strana proposta arrivò inaspettata e la curiosità mi fece rispondere affermativamente.
Mi recai in bagno e mi chiusi dentro in attesa della video chiamata.
Non tardò a venire: vidi Barbara che mi accolse con un sorriso biricchino e poi mi disse perentoriamente: “guarda e taci”.
Ritenni che il cellulare venisse appoggiato da qualche parte, forse in una scrivania, perchè vidi che mia moglie si allontanava di qualche passo e, girandosi, si sollevò la gonna mostrandomi la lingerie: si trattava di mutande aperte nel cavallo con la sua figa bene in evidenza e chiaramente bagnata. Pensai: vedi tu che bella sorpresa!
Ma mi sbagliavo la sorpresa sarebbe stata un’altra.
Non appena Barbara si sposto ancora di qualche decina di centimetri, notai che nella parte sinistra dell’inquadratura era presente la parte di una sagoma di un uomo, più precisamente l’altezza del cavallo dei pantaloni.
Vidi mia moglie avvicinarsi con la faccia all’altezza della patta dei pantaloni nei quali emergeva un rigonfiamento ben evidente.
Barbara guardò ancora verso la camera del cellulare, quasi a sincerarsi di essere correttamente ripresa e poi iniziò a slacciare la cintura di quei pantaloni che poi fece cadere ai piedi del proprietario. Continuò abbassando anche i box del fortunato maschio che propose davanti alla faccia di mia moglie il suo cazzo, al momento barzotto ma già di dimensioni imponenti.
Sentii immediatamente come un peso, anzi no, un pugno nell’attaccamento dello stomaco, sensazione che si propagava lungo lo sterno fino ad arrivare alla gola, anch’essa strozzata da quella sensazione asfittica. La gelosia, inesistente nelle mie fantasie, stava emergendo prepotentemente unitamente ad una altrettanto prepotente eccitazione. Sentii il cazzo gonfiarsi all’inverosimile quando vidi Barbara prendere in mano quel cazzo molto più grosso del mio, segarlo per poi scappellarlo davanti ai suoi occhi. Una scarica adrenalinica ulteriore arrivò immediatamente dopo quando la lingua della mia donna iniziò a leccare quella lucida cappella poi inghiottita in quella bocca fino ad allora riservata solo a me. Barbara in quel frangente si voltò verso la ripresa con uno sguardo alquanto eccitato, per poi continuare quel sontuoso pompino. Leccava quel palo di carne con maestria, succhiava e leccava finchè mi parve di cogliere una pre eiaculazione direttamente in bocca, evento che Barbara non celò ai miei occhi gustando, anche con la mimica, quel gustoso iniziale liquido.
Potei notare con chiarezza che quel cazzo si contraeva dal piacere ad ogni movimento di lingua e di bocca della mia troietta che, per parte sua non nascondeva minimamente la sua grande voglia di gustarselo. Ad un certo punto notai una contrazione più evidente e Barbara che, nel medesimo istante, introdusse quel palo fino alla sua base. Seguì una sborrata copiosa direttamente nella bocca di mia moglie. C’è da dire che a me non riservava tale epilogo asserendo di non gradire il gusto dello sperma.
In quell’occasione conobbi un’altra Barbara che, rivolgendosi verso il cellulare, mi mostrava come ingoiava ogni goccia di quella bianca ed aliena crema, e se la gustava con piacere.
Ero un automa, posso solo dire che nei medesimi tempi mi segai il cazzo arrivando, a mia volta, a sborrare quasi in concomitanza con l’ingoio di mia moglie.
Rimasi rimbambito da quelle sensazioni discordanti (eccitazione e gelosia) per qualche istante dopo di che dissi a mia moglie, che nel frattempo aveva preso in mano il cellulare: “non so chi sia il fortunato, ma considerata la tua espressione ed il suo cazzo sarà sempre il benvenuto nel nostro letto: chissà cosa proverai quando scoperà la tua bella e larga figa. Sappi che ti amo”.
Devo dire che queste parole al momento erano più di circostanza che realmente sentite, non avevo ancora metabolizzato quella sorpresa assolutamente inaspettata.



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