Rise .
Non so perche' tutte le donne lussuriose che ho conosciuto nella mia vita sono attirate dalla psicologia, ma e una constatazione che mi e' capitato fare diverse volte.
Forse perche' la psicologia e' cinica, non ammette romanticismi e moralismi, qualcosa che attrae chi ama indulgere in se stesso.
Si chiamava Marta Paladain e di fatto faceva la professoressa di psicologia.
Marta era una bella donna dalla femminilita' prepotente. Sia nel carattere che nelle curve del suo bel corpo, specialmente quella mattina, sembravano esplodere sotto il dolcevita a sbocco,sottile e aderentissimo quasi incapace di tenere quei seni enormi a bada.
Il fisico, che il tempo non aveva fatto altro che ulteriormente appesantire li' dove contava, riusciva nonostante tutto a mantenersi tonico e relativamente stretto in vita.
Marta era appunto una di quelle belle donne che potrebbero fare da modelle per le taglie forti e che col passare del tempo sembrano diventare ancor piu' belle.
Ormai vicina alla quarantina, con il viso tuttaltro che smaliziato, ricordava quello della tipica bellezza mediterranea: gli zigomi intriganti, pieni, gli occhi scuri e rapaci, e le labbra carnose e sensuali.
In quel viso pieno e regolare, unica stonatura era il naso arcuato, lungo e sottile che contribuiva a darle il fascino avido di quella che avrebbe potuto essere una regina malvagia o una subdola matrigna di qualche vecchio cartone degli anni 90.
Nonostante il lavoro di professoressa,i dolcevita e le ballerine comprate nelle boutique... Marta era una "Black-Owned Slut".
Usciva con tutti, sia chiaro, ma se non eri un uomo di colore o un arabo grasso e grosso il massimo che potevi arrivare a farle dopo averle pagato una cena, averla ascoltata parlare del femminismo e del multiculturalismo come la soluzione a tutti problemi del mondo per ore e ore e averla infine riaccompagnata a casa, era farle un massaggio ai piedi. Massimo.
Marta te lo faceva sapere chiaro e tondo, che era posseduta solo da neri. Non faceva mistero di essere una donna fiera, che esigeva il rispetto di una Dea e che si sarebbe prostrata solo davanti a un pitone lungo svariate decine di centimetri. E nero.Appena sopra il bel piede abbronzato, sul polpaccio, un grosso tatuaggio scuro ammoniva gli eventuali spasimanti bianchi di girare a largo.
Una grossa picca nera con una Q bianca stava a significare "Queen of Spades" che nell'ambiente si traduce in donna che prende solo cazzi neri.
Un altro tatuaggio scuro lo si poteva vedere nella scollatura appena sotto al collo, fra le scapole, quando in estate la divina girava in top senza spalle.
Per essere un messaggio a prova di profano, si era fatta tatuare anni fa, da un ex di colore che ora la scopava solo occasionalmente, la seguente frase " Solo per Neri" appena sopra i glutei con tanto di freccia a puntare in basso.
Viveva in uno squallido condominio di periferia, a San S***, dove la popolazione, tolti africani e arabi musulmani, sarebbe stata assai ridotta.
Quella mattina, La Paladain, stava parlando con la portinaia Samanta, indicando, senza neanche troppa discrezione, una coppietta di giovani sposati da poco e appena trasloccati.
Stavano dall'altra parte dell'atrio, l'entrata era opposta alla buia tana della portinaia, lui portando su gli scatoloni e lei, stanca, ad aspettarlo seduta su una delle valige, guardandolo con aria sognante.
Una scena che avrebbe intenerito chiunque meno che le due arpie poco lontano.
Marta non poteva che provare disgusto all'idea di una ragazza bianca che nel 2020, in una societa' giustamente costretta al multiculturalismo, potesse uscire ancora con un ragazzo bianco, fra l'altro ben vestito e dall'aria educata! No! Al massimo avrebbero potuto stare a telefono, sul finire del giorno, lui a sentire dei problemi di lei mentre lei si faceva bella per un Mohamed.
C'era da gridare al Razzismo!... Ma se voleva cambiare la troietta, avrebbe dovuto farlo in maniera sottile, giocando d'astuzia!
Bisogna sapere che, oltre a far da bidone di sperma per uomini di colore, Marta era impegnata in altri aspetti dell'attivismo sociale/antirazziale, ugualmente determinanti e altrettanto importanti anche se il lettore stentera' a crederlo!
Quando non era il primo o gridare come una pazza alle manifestazioni la Paladain rovinava le coppie. Anzi le come diceva lei le "liberava"!
- Dammi due settimane cara, solo due e vedrai che saranno perduti! -
- Maddai questi mi sembrano innamorati persi, non ce la fai STAVOLTA...
- Con te mi sembra di aver avuto successo. - Rispose Marta sorridendole in maniera gelida
- Be'... non in due settimane... -
- Tu vedrai! -
La Paladain lascio' la portinaia sola.
- E salutami Amir, CARA. -
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Oltre il vetro della portineria la coppietta continuava a darsi da fare col traslocco.
La portinaia noto' che quando erano stanchi gli bastava fermarsi un attimo e guardarsi negli occchi per tornare a sorridere e riprendere le energie.
Nonostante l'invidia per un attimo quasi le dispiaque per quello che lei e la Paladain avrebbero fatto.
Samanta conosceva le tecniche di Marta fin troppo bene.
Aveva avuto anche lei un fidanzato di cui era stata innamorata, una volta, anni e taglie fa, prima di conoscere Marta e rimanere affascinata dai suoi discorsi sul femminismo e la sua voce ipnotica.
Poi le aveva presentato il suo Marco...
"Bianco? Euhhh "
"Be' e' dolce... "
*Ridendo* "Un debole vorrai dire... non smetteva di fissarmi le ballerine, sembrava uno zombi, quasi mi sentivo in imbarazzo per te povera cara!" *Ridendo piu' forte* "... e dopo non riusciva a smettere di darmi del lei facendo il timido... Dio che sfigato!"
"..."
"Scommetto che ha il cazzo piccolo quanto il gommino di una matita, che altro puoi aspettarti da uno che ti guarda i piedi con gli occhi da triglia?"
"N-Non e' piccolo... non cosi' piccolo"
"Cara ti prendero' sul serio solo quando avrai provato Amir"
"Non so... tradire..."
"Vedila cosi', se hai ragione tu, vuol dire che avrete solo rafforzato il vostro rapporto, saprai qual'e' l'alternativa e avrai scelto TU, come una Vera Donna dovrebbe fare sempre."
"Ci pensero' su Marta... "
Nei giorni seguenti la Paladain aveva continuato a parlare del sesso caldo e fantastico che si provava quando si andava a letto con un amante di colore, meglio ancora se musulmano...
"Non capisci piu' niente e non conti piu' nulla, non sei che plastilina nell abbraccio caldo di qualcuno che di te puo' e fara di tutto..."
Samanta alla fine aveva ceduto.
Marta aveva ragione.
Amir non era come il suo Marco, a lui non importava nulla di metterla a suo agio, ne' l'aveva portata fuori in qualche bel posticino dicendole cose carine. Invece l'aveva fatta accompagnare da Marta nel suo squallido frabbricato, dove entrate l'avevano trovato svestito, ad aspettarle su una poltrona sfondata col il pene enorme in mano. Da geniluomo qual'era era ovvio che si fosse riscaldato!
Non le aveva salutate neanche, anche se Marta vedendo il suo enorme patacchio si era subito messa sull'attenti, come una scolaretta strafottente che, al suono della campanella, aspettandosi un supplente si vede arrivare il preside.
Senza complimenti Amir aveva afferrato Samanta per la coda di cavallo e, mentre la Paladain frapponeva le sue curve massicce fra l' "amica" e la porta, l'aveva fatta prostrarre per terra lacrimante, sempre reggendola per lo scalpo, mettendola sull'attenti a quattro zampe infilandole il cazzo in culo.
Lei non era mai stata sodomizzata.
Non aveva mai avuto rapporti violenti.
Ad Amir non interessava.
Con il cranio bloccato dalla mano sudicia del enorme arabo e seni avvolti dalla morsa ferrea di un possente avambraccio la ragazza aveva prima gridato di protesta, poi di dolore, poi per piacere.
Dopo averle scopato fuori ogni barlume di consapevolezza, da entrambi i buchi, Amir l'aveva fatta voltare concedendole di tenersi sulle ginocchia.
Rudemente le aveva afferrato la gola con una mano costringendola a fissarlo negli occhi.
Erano rimasti li' cosi' quasi per minuti, lei ansimante e rapita a fissarlo in quegli occhi carichi di disprezzo. Occhi negli occhi.
Marta si era avvicinata, carezzandole il viso con la mano.
L' odore dei genitali e dei piedi di Amir le entrava sempre piu' forte nelle narici. A Samanta era sembrato andasse il cervello in pappa.
"E Marco cara ?" Le aveva domandato Marta ridendo.
"Dio... si fotta quel microdotato! " E cosi' detto la poveretta aveva ingoiato il pene enorme che le dondolava davanti, lasciando che la sua bocca divenisse nient'altro che una vagina.
Amir le spingeva avanti e indietro la nuca tenendo il suo membro ben fermo, divertito al pensiero che la fatica sarebbe stata solo di lei e il piacere tutto suo.
Scambio' con Marta un ghigno complice.
"Un'altra ragazza bianca che tornera' mai piu' indietro."
Lei e Amir si baciarono avidamente mentre la povera Samanta stava sotto a venerare oralmente l'enorme pene arabo, respirando gli umori dei piedi sia di lui che della Paladain che li aveva inarcati per baciarlo.
Dopo Marta e Amir avevano preso ad addestrarla regolarmente, e Samanta veniva scopata dappertutto, in casa sua, nella sua macchina, nel cesso dei Fast Food a cui andava regolarmente... dovunque fosse possibile e facesse parte dell'ambito suo quoditidiano. Non doveva rimanerle nessun luogo da considerare intimo.
Marta si assicurava di impartirle ordini specialmente mentre Amir la penetrava, cosi' che l'io della poveretta non potesse opporsi in alcun modo.
"OH CAZZO NOOOOOOOO NO NON LI... OSSIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII'"
"Cara devi renderti conto che non possiamo continuare a tenere questa cosa segreta, Marco deve sapere e accettare il fatto che non e' piu' parte della tua vita."
"OHHHHHHHHHHHHHHHHHHH"
"Mandero' io una foto a Marco, di te mentre succhi il cazzo di Amir, cosi' non ci sara' bisogno di scrivere nient'altro. E tutto chiaro?"
*GLOBGLLLLLLLLLLLEARBH*
"Brava cara, guarda nell'obbiettivo e sorridi!"
Marta li fece anche sposare. Samanta ebbe i bambini e lui il visto e la cittadinanza. Poi per la futura portinaia era arrivato anche il velo.
La Paladain e Amir non avevano avuto neanche bisogno di tatuarla, erano riusciti a convincerla ad abbracciare l'hijab, il foular che le donne musulmane mettono intorno alla testa per coprire i capelli. ( Non il velo che copre il viso )
All'inizio lei si era opposta, quella sera aveva litigato furiosamente con Amir, una delle poche in volte in cui lui non era riuscito a scoparle via la consapevolezza di se.
Era strano: dopo la gravidanza, Amir non le aveva fatto mistero di quanto odiasse i bambini e del fatto che non avesse la minima intenzione di partecipare al loro mantenimento, per lui era stato solo un capriccio, l'idea di una donna bianca che se ne va a spasso fra i suoi simili con due bambini arabi lo riempieva di gratificazione e la Portinaia lo aveva accettato, sottomessa, manipolata dalla Paladain che le diceva costantemente quanto fosse rivoluzionario quel concepimento e di quanto fosse una martire dei diritti umani, Samanta lo aveva accettato. Ma non il velo. Non quello. Tutto ma non quello. Non poteva sopportare di vedersi allo specchio con quel coso.
Aveva accettato tutto, ma non quello.
La lite era stata violenta.
Amir non si faceva tanti problemi di galateo quando trattava con le donne.
Al termine, Samanta era rimasta semisdraiata sul pavimento con un occhio nero, un labbro gonfio e un dolore lancinante alle costole.
Mentre tentava di rialzarsi in piedi, con la vista annebbiata dalle lacrime, le erano finite sotto al naso le sfavillanti ballerine di Marta.
" Povera cara "
Ma la Paladain aveva un' espressione gelida.
L'aveva portata davanti allo specchio e spazzolato i capelli.
Marta parlava e la portinaia si era subito sentita meglio, stanca... esausta. " L'Hijab andava messo. Era una questione di rispetto. Per Amir, la sua religione. Lei era sua. Solo a lui andava il diritto di poterla vedere coi capelli sciolti. "
Con le ultime energie rimaste Samanta aveva chiesto:
" Sua? Ma non era contrario al nostro credo femminist... "
La bella Marta le aveva vigorosamente passato una mano fra i capelli, provocando a Samanta un brivido di piacere.
" No Cara... anzi cosi' facendo dimostrerai a tutti quei bianchi microdotati che noi scegliamo eccome !"
E Samanta aveva accettato pure quello.
Guardando la coppietta di nuovi venuti quasi rimpiangeva la liberta' e la dolcezza di Marco...
Il sesso con Amir pero', quando capitava, era fantastico.
Fantastico.
Posseduta e obbediente.
Fantastico.
Si morse il labbro. Non sarebbe tornata in dietro per nulla al mondo.
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Marta era salita nel suo appartamento.
Samanta l'aveva sfidata e lei era impaziente di rompere quella nauseante coppietta appena arrivata.
La Dea frugava ansiosa nella sua scarpiera.
Sul letto c'era un portatile grigio aperto, un video faceva scorrere a velocita' vorticosa clips di giovani donne bianche che venivano scopate con vigore da muscolosi uomini di colore.
In maniera aggressiva lampeggiavano ordini rivolti verso lo spettatore: E' IL TUO DESTINO, SII FELICE TROIA, IN GINOCCHIO... si trattava di un genere di video pornografici che su internet finivano sotto la denominazione di " Slut Training " .
Nel 2020, questo genere aveva raggiunto in maniera sempre piu' allarmante un crescendo di seguito tale che vi erano sorti attorno siti porno solo per la sua specifica riproduzione.
Dico purtroppo perche' questi video non erano altro che lavaggio del cervello servito sotto forma di immagini pornografiche e messaggi aggressivi.
Sotto la scusa di abbattere eventuali inibizioni sessuali causate da una societa' colpevole di essere fin troppo giudicante, questi video portavano a sviluppi con effetti permanenti.
I temi variavano solo parzialmente, la connotazione razziale era importante, si trattava di un bombardamento di ordini volti a entrare nel subconscio dello spettatore e annulare tutto il resto, lasciando l'eventuale vittima una " Bimbo Slut ", puttana senza piu' cervello e volonta'. Se la vittima era un lui allora si trattava di una " SissyBitch ". Se la vittima convertita era un lui, bianco allora... ancora meglio.
Per esempio una delle sfide piu ambiziose che si proponeva chi creava questi video era trasformare addirittura uno spettatore etero in una " puttana ossessionata da cazzi " ( meglio se neri ), quindi le immagini di enormi peni saettavano interrompendo seppur brevissimamente ma a intermittenza, clip video di belle donne, accompagnati da ordini perentori.
RIGUARDA IL VIDEO, VAI A CAZZI, TU SEI LEI, RIGUARDA IL VIDEO, RIGUARDA IL VIDEO PUTTANA.
Si giocava molto sul fatto che l'immagini di peni e gli ordini fossero sempre accompagnati da belle donne dall' espressione vogliosa, quindi che una persona etero potesse tranquillamente visionare il montato rimanendo eccitata. Paradossalmente questi ordini che negavano categoricamente di andare a donne erano sempre gridati da una voce femminile.
Il pubblico, chiaramente, e' composto da uomini/donne a cui piace sentirsi dare ordini e farsi succubi in una certa maniera e che poi finisce col perdere davvero l' identita' sessuale finendo dipendente dall'unica cosa che puo' ancora eccitarlo, il video stesso.
La Paladain evava capito che con le giuste immagini e parole poteva annullare chiunque! D'altronde in psicologia si dice che il Pene o le curve femminili, sono simboli erotici forti a prescindere dall'orientamento sessuale. Le sarebbero serviti per "aprire" la mente del soggetto e tenerlo concentrato mentre avrebbe sciacquato e riempito a piacimento. Rise. L'aveva fatto tante volte'. Adorava farlo.
Per il "Maritino" ne aveva preparato una variante coi piedi.
I SUOI.
Tempo fa si era fatta fare delle foto da un suo "amichetto" bianco che faceva il fotografo. Un suo spasimante.
" Poveretto " Voleva sempre andare oltre i massaggi ai piedi e non si accontentava dei i baci sulla guancia.
Marta, allora, a lavoro concluso, aveva avuto la brillante idea di sottoporlo come cavia ai montaggi che avevano creato con le sue stesse foto: immagini in primo piano del suo bel viso avido, dei suoi seni enormi e delle sue piante callose e carnose.
Alternate ovviamente da una massiccia carrellata di immagini di grossi cazzi neri e ordini subliminali.
Erano gli inizi, le prime sperimentazioni. Troppi lampi intermittenti e aveva lasciato lo sfigato troppo a lungo davanti al video in loop.
Una volta spento il video, lo sguardo del microdotato continuava a rimanere vitreo e perso nel vuoto, l'unica cosa che riusciva a dire era " Voglio succhiare cazzi neri "
Marta, indispettita, aveva scoperto che mettergli le ballerine sotto al naso non lo faceva crollare piu' in ginocchio sbavante. L'ex fotografo continuava a stare con lo sguardo perso nel vuoto. E poi quando aveva tirato fuori dalla borsetta un enorme dildo nero e venato sbattendoglielo in faccia, lo sfigato aveva si ripreso dire " Voglio succhiare cazzi neri " a intermittenza, ma non aveva fatto nessun tentativo di prenderlo in bocca o ancor meno di notarlo.
" Cazzo, non posso costringerlo nemmeno a succhiarlo! Non potro' nemmeno farci un soldo con sto sgorbio. "
Se ne era poi liberata facendolo internare da qualche parte.
Col tempo aveva perfezionato i montaggi. Sia per ragazzi che ragazze. A volte usava una voce robotica famminile severa. A volte la sua. L'inizio doveva essere gentile, sensuale. Sottile. E poi man mano si intromettevano i messaggi subliminali audio visivi con maggior prepotenza.
Aveva raccattato un sacco di ragazze scheletriche coi capelli tinti da vari circoli anarchico-antirazziali dalla periferie della citta'.
" Cara ho un video che ti fara' aprire gli occhi sullo stato! "
Alcune delle ragazze sottoposte al lavaggio del cervello erano finite come il suo amichetto fotografo.
Poco male.
Erano piccole sbandate con rapporti difficili con familiari e amici sempre, se ne avevano, nessuno ne avrebbe sentito la mancanza, al massimo avrebbero imputato tutto alla droga.
Molte altre invece non potevano pensare ad altro che scopare e compiacere cazzi neri, avevano tagliato rapporti con tutti, lasciato i fidanzati e battevano per la lei 24 su 24.
Ma c'era stata anche la perfezione !
Ragazze che facevano tutto quello che Marta o i suoi Boys chiedevano, eccitate innamorate e sottomesse pur riuscendo a rimanere inserite nella societa' e senza destare sospetti fra i conoscenti.
Di recente aveva saputo che una di queste, che era persino diventata avvocatessa, era stata usata da uno dei suoi boys per ammazzare un giudice che l'avrebbe messo dentro per spaccio. Era entrata in tribunale, aveva sorriso alle guardie all'ingresso, era entrata nella sala udienze aveva pugnalato alla gola il giudice con la sua penna prima di fare lo stesso su se stessa.
La Paladain che diventava sempre piu' brava nei suoi montaggi, ne era rimasta quasi schockkata per un po', ma in fondo in un mondo ingiusto che si accaniva volutamente contro i bei cazzoni di colore non c'era nulla di piu' giusto di una puttanella bianca che si immolava per raddrizzarne i torti.
Anzi grazie a Marta ce ne sarebbero state tante altre!
Certo ci volevano ore e ore di video dilatate in "sedute e sedute" per raggiungere anche solo il rozzo risultato di trasformare una di quelle brave ragazzie in escort per neri.
Ma una volta ottenuta una Schiava abbastanza senziente avrebbe portato le amichette nelle grinfie della Paladain.
O addirittura lei stessa le avrebbe esposte direttamente ai video.
La Dea non era mai stata cosi' compiaciuta. Com'era cambiato il mondo dal 2009 al 2020!
Se un nero o un estremista islamico avessero commesso un crimine, un 'orda, un armata di ragazze bianche sarebbe insorta gridando al razzismo e al complotto, nei social, su internet, nella vita reale e in strada, e alla Paladain piaceva pensare che molte fossero state convertite proprio da lei.
Ritorno' con la mente a quella disgustosa coppietta.
Aveva capito che se avesse voluto rendere Sarah ( cosi' l'aveva sentita chiamare dal maritino ) una Black Owned, avrebbe dovuto prima, indebolirla psicologicamente.
" Parliamoci chiaro " Si era detta, Sarah aveva l'aspetto di una santarellina che sarebbe stata tale fino al trovarsi un cazzo nero enorme sbattuto sotto al naso, ma si sa, quei fastidiosi concetti come 'devozione", "lealta'" e altre schifezze, potevano rendere il tutto piu difficile del dovuto, Niente sesso per entrambi. Nulla. NIENTE. E poi sarebbero stati malleabili come pongo.Avrebbe prima fatto visita alla coppia.
Tiro' fuori un paio di sfavillanti ballerine color carne con una punta esagerata.
Lotto' per calzarle, visto che le babbucce erano estremamente aderenti e appiccicose.
Poi si rimiro' nello specchio a parete.
Perfetto! Da lontano le ballerine color carne facevano sembrare che la bella matrona andasse in giro a piedi nudi.
Se il "Maritino" fosse stato un feticista o avesse avuto un debole per le donne belle e mature, forse non ci sarebbe stato nemmeno bisogno di sottoporlo a un aggressivo montaggio subliminale. Ma lei lo avrebbe fatto lo stesso. Hahaha!
Ma Marta lo voleva. Anche lui sarebbe stato convertito a servire i cazzi neri.
La Paladain si aggiusto' i capelli ricci dietro la bandana.
Era bellissima. E lo sapeva.
E anche se prima aveva fatto finta di non notarla, era sicura che lo sapesse anche il "maritino" ...
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Aggiunto: 5 anni fa
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Racconti Cuckold
«Fatevi curare da uno bravo. Qui si trascende dal porno, si parla di violenza, di schiavismo, siete veramente malati. Fatevi vedere da un bravo psichiatra.»
«Trovo che sia una storia stupenda. La leggo almeno due volte alla settimana. La trovo sexy e nel mio profondo ho confessato a me stesso che desidero che una società sempre più multietnica come la nostra permetta davvero una lenta conquista di donne bianche con la forza, la potenza, il fascino e l'odore dei grandi cazzi neri. Se posso essere utile sono pronto a dare il mio contributo al popolo africano.»
«Ragazzi sono l'autore, a distanza di anni ho perso l'account e il manoscritto di prosequio, ma se ci tenete continuero', scrivetemi abbastanza qui! agostinogiannelli199@virgilio.ithttps://www.amaporn.com/racconto/402/mia-moglie-rubata-sottomessa-e-convertita-pt1/#add_comment»
«evidentemente la Paladain non ce l'ha fatta»
«CHE FANTASIA MINIMA *NOIOSAMENTE RIPETITIVA* scriva se riesce CSE MENO IMPORTANTI TIPO GUADAGNARE ONESTAMENTE DA VIVERE E FARE LIMOSINA AI BISOGNOSI.»
«Il seguito?»
«Aperta a richieste, concedo tutto ad un nero»
«Molto bello...si attende il proseguimento.»
«Inizio stupendo! Un sacco di elementi che trovo eccitantissimi, spero di poter leggere presto il secondo capitolo! »
«bella storia»