Ho iniziato a conoscere le chat quando mi sono iscritta a Facebook. L’idea inizialmente mi parve strana e poco interessante ma poi con il passare del tempo, sempre più coinvolgente. Però a causa delle insistenze di vari amici e soprattutto amiche che scrivevano in continuazione ho pensato di cercare sui vari motori di ricerca altre chat e non ricordo come e quando mi venne idea di cercarne qualcuna in cui si parlasse di sesso. Non è stato facile trovarne qualcuna ma la fortuna mi aiutò e prima occasionalmente, poi a mano a mano più frequentemente, ne ho trovate un paio dedicate a ragazze e donne in cerca di partner dello stesso sesso.
In famiglia sono rimasta solo io, l’altra mia sorella vive all’estero nei paesi nordici e sia mio padre che mia madre lavorano in settori diversi ma alla sera tornano a casa. Ciò mi consente di avere tutti gli ambienti a disposizione e poter invitare a casa chi mi pare.
Così potevo anche, soprattutto nei mesi caldi, girare per casa totalmente nuda oppure indossando solo reggiseno e perizoma. Ho anche fatto delle sfilate solitarie davanti allo specchio con diverse lingerie, ho provato calze di ogni tipo, collant aperti e chiusi davanti e dietro, tute in rete molto erotiche ed anche qualche giocattolino sessuale.
In casa il pc era nel mio studio, lo usavo principalmente per gli studi universitari ed era l’ultimo anno di università in economia e come tutte le ragazze della mia età, a 22 anni, navigavo spesso e mi divertivo anche a scoprire siti un po’ particolari e pruriginosi. Non era la prima volta; lo facevo fin da quando entrai alle scuole superiori perché le mie amiche, forse un po’ più smaliziate ed informate di me, mi avevano mostrato come fare e quali erano i siti con il maggior numero di filmati. Erano film con tante attrici porno ma erano pur sempre donne e così ho notato che le nuove mode, sia nell’estetica sia nell’abbigliamento e nelle calzature, sono anticipate e forse provate in quell’ambiente per poi passare sui corpi di milioni di ragazze.
Quei siti tante volte hanno permesso di sfogare le mie voglie di teenager e di ragazza e devo a quei siti perché hanno fatto scoprire la mia natura fortemente bisex che poi madre natura mi ha permesso di accrescere con varie conoscenze.
Devo proprio alla pornografia on line se ora ho un bel ragazzo che mi ama e mi scopa lasciandomi lo spazio personale in cui non si avventura dove mi dedico anche ad avere relazioni clandestine.
Con il passare del tempo non ho smesso di frequentare le chat dove ho trovato diverse donne con cui abbiamo dialogato a lungo, anche per delle ore, dandoci appuntamenti online e scambiandoci particolari privati più e le esperienze più intime che normalmente non si raccontano neanche alle amiche di maggior fiducia, quelle amiche fidatissime molto intime.
È così accaduto che con una di queste donne c’è stato un dialogo speciale e mi ha colpito particolarmente. È vero che molte donne mi hanno chiesto appuntamenti ed incontri ma molte non erano donne ma maschi mascherati dietro il fatto che non potevo vedere la persona. Però con una donna c’è stato subito qualcosa che mi ha attratto, nelle sue parole e nelle brevi frasi che scriveva ormai da tempo c’era sempre un qualcosa che me la faceva sembrare molto più intima delle altre. Le ho chiesto anche dirmi se fosse lesbica e lei lo ha chiesto a me. La risposta è stata che l’omosessualità mi incuriosiva anche se avevo un ragazzo che amavo ed era bello e che non avevo mai avuto un’avventura lesbica.
Ricordo che tutto è iniziato una sera dopo cena, stanca dallo studio di una giornata per preparare uno degli ultimi esami, entrata in chat, gli occhi sono stati attratti da un nick che di per sé non aveva niente di particolare. Mi incuriosiscono le cifre che di solito hanno un riferimento all’anno di nascita, se veritiero, che sanno di una persona giovane. Mentalmente faccio dei rapidi calcoli di combinazioni e qualcosa non torna ma mi rassegno; forse è il giorno di nascita o chissà quale altra cosa, forse una ricorrenza.
In ogni caso sembra troppo recente per essere l’anno di nascita.
Inizio a chattare con questa persona che dice di essere una donna. Ci credo poco perché spesso gli uomini si mascherano ma prima o poi si svelano.
Io sono coerente ed utilizzo il mio solito nick floreale Petalo15 il cui numero indica l’età in cui ho iniziato a chattare.
Con lei tento ed inizio mandandole il classico saluto “ciao Pallina25” e subito dopo “ciao. Immagino che tu, Petalo15, non abbia 15 anni”
“No. Ne ho di più e tu?”
“Magari ne avessi quanto te! Se questa è la tua età ne quasi tre volte tanto”
Nei giorni seguenti ci si scambiava messaggi senza niente di particolare però c’era uno stile nelle risposte che non erano mai vane e stupide.
Sono così venuta a conoscenza che aveva difficoltà con il marito, che aveva due figlie ed una era all’estero, che le piaceva vestire elegante e sempre truccata quando usciva di casa, che era un architetto, che le piaceva essere vistosa, di avere i capelli biondi lunghi a boccoli con una riga di lato e che li portava appoggiandoli sulla spalla opposta.
Erano passati forse un mese da quando abbiamo iniziato a chattare e mi sono permessa di chiederle di scriverci in privato e le è stata d’accordo, a quel punto le ho dato la mia email ed abbiamo scambiato vari messaggi raccontandoci di noi sempre senza fare nomi e/o riferimenti. Abbiamo scoperto anche di abitare nella stessa città. Mi conferma di essere donna e non un maschio.
Nei due mesi di chat ho la conferma che è donna dalla periodicità delle mestruazioni; ho controllato la email del giorno in cui me lo ha detto per la prima volta ed anche l’ultima volta. L’intervallo dei giorni non era certo casuale indicava la sua regolarità del ciclo.
Quando abbiamo parlato di noi e delle difficoltà con i nostri uomini, tra le tante cose, Pallina25 confessa che ha difficoltà con il marito, per altro molto amato perché il fare sesso con lui non ha più lo stesso gusto avendo avuto un rapporto omosessuale con una ragazza pochi mesi prima che la incontrassi in chat.
Per giorni, la sera ci siamo date appuntamento e ci siamo collegate restando a volte per tante ore e la confidenza diventa tale che cominciamo a parlare esplicitamente di sesso.
Infine le ho chiesto il suo vero nome dopo tre settimane e mi ha risposto scrivendo: Teresa. Anche mia madre ha lo stesso nome.
Da ciò che leggevo, ho capito che quel rapporto le ha sconvolto la vita ed aveva difficoltà anche a parlare con le figlie.
Per chiarire quanto fossimo diventate intime, Teresa ha anche scritto che era indecisa se avere un amante maschio oppure intrattenere un rapporto lesbico.
Io mi sono fermata al momento in cui lei ha detto di essere stata sedotta dalla ragazza e per la prima volta aveva lesbicato.
Non so perché il sapere che aveva avuto una amante mi ha scatenato una curiosità in me sconosciuta. Ero fortemente attratta dal sapere che cosa avesse provato e del perché la ragazza più giovane di lei l’avesse sedotta.
“Mi dici, Teresa quanti anni hai?”
“Ne ho 46. Perché me lo chiedi?”
“No, niente! Era una mia curiosità e poi ormai siamo mesi qui a scriverci e volevo rendermi un’idea di chi fosse la mia corrispondente. Ti immagino come una donna che indossa sempre abiti sgargianti, belle e innovative pettinature, scarpe a tacco alto (anche a letto!) e dei bei gioielli. Uno dei miei accessori preferiti sono orecchini e collana di perle. Per ora ho solo un bracciale ad un giro di perle ma spero sempre che mi vengano regalati gli altri”
“Beh! Fatteli regalare dal tuo ragazzo! Lo hai mai detto a lui che ti piacciono?”
Mi ero incantata a quell’idea e già sognavo di indossare orecchini con una corona di perle ed una la centro. Nella mia testa c’era la mia immagine nuda con il bracciale al polso, quegli orecchini ed una collana per ragazze non lunga al collo. Non mi restava che scegliere le calze e la lingerie.
Ma era un sogno momentaneo.
Lei mi riporta alla realtà con un nuovo messaggio in cui mi dice che il marito le aveva regalato gli orecchini con una sola perla dopo tre mesi che erano insieme.
Chissà perché tanti fatti da lei raccontati erano simili a quelli di mia madre.
Nelle email successive mi dice che Pallina25 sta a dire che Palina era il nomignolo che lei ha dato alla sua amante lesbica e 25 gli anni che la ragazza aveva. Aggiunge anche che è stata sedotta per la prima volta da quella ragazza, dieci anni or sono, facendole scoprire il piacere il sesso tutto al femminile ed un piacere che il matrimonio non era riuscito a darle.
Da parte mia le ho confidato che anche io, nonostante abbia un fidanzato, sono molto attratta dalle donne, ma non ho avuto esperienze di questo tipo anche se avance del genere c’erano state da parte di amiche delle superiori e dell’università, l’ultima l’anno scorso, tutte studentesse della mia età.
Continuiamo a parlarci per giorni, sempre di sera dopo cena e ci diamo degli appuntamenti on line restando collegate a volte per una o due ore. La confidenza diviene tale che cominciamo a parlare esplicitamente di sesso ed a dire che ci stavamo toccando e che se avessimo avuto un maschio saremmo andate anche oltre.
Lei dice che vorrebbe baciarmi ed altrettanto io.
Da quelle email e dalla chat, passo dopo passo, giorno dopo giorno, si crea un legame sensuale e una indiscutibile eccitazione ogni volta che vediamo l’altro nick sullo schermo.
Ammetto a me stessa e non lo confido a nessuno che penso a lei spesso nella giornata, studiando, cenando con i miei, e diventa una frenesia, un qualcosa di indispensabile, l’essere sola al pc in attesa di ricevere il primo messaggio e passare un po’ di tempo a parlarle. Arriviamo anche al giorno in cui ammettiamo entrambe di masturbarci a vicenda quando parliamo di sesso.
Ormai lo facciamo con estrema sincerità raccontando le sensazioni ed i desideri fino ad una sera in cui non ci accontentiamo più di fare sesso virtuale ed immaginario e una delle due propone un incontro vero, reale.
Petalo15 “Immagina se ci vedessimo come ci salteremmo addosso. Pensi che passerebbero due minuti?”
Pallina25 “Facciamo un minuto?”
Petalo25 “Non scherzo sai. Ho davvero voglia di baciarti e di toccarsi sul serio, non solo virtualmente qui in chat. Non sarebbe difficile, sai, poi stiamo tutte e due non lontane!”
Petalo15 “non ripeterlo se no mi vesto e ti raggiungo adesso anche se ho i miei a casa”
Pallina25 “Mi sa che stasera non sia possibile. Io ora sono nello studio e mio marito mi aspetta a letto. Mi sa che stanotte mi scopa. Però magari nei prossimi giorni si può fare”
Petalo15 “Dici davvero? Ad una proposta del genere non mi tiro indietro”
Pallina25 “Pensi che stia scherzando?”
Petalo15 “Allora dimmi a che ora. Giovedì pomeriggio va bene?”
Pallina25 “Facciamo per il pomeriggio verso le 16. A casa dico a casa che ho un impegno di lavoro. Ti va un albergo molto bello ed elegante in centro dove spessissimo vado per congressi e conferenze? Posso prenotare lì una stanza e ti aspetto. Sappi che se tu fossi un uomo …… non so….. ma difficilmente mi farei scopare”
A dire la verità non avevo mai chiesto il numero di cellulare ma ora l’ora fatidica stava arrivando e non potevo fare a meno di chiederlo. Avevo anche dubbi sul suo sesso.
Petalo15 “facciamo così: dammi prima il tuo cellulare e così hai anche il mio”
Pallina25 “no, ora no! Il numero in chat non me la sento di metterlo”
Petalo15 “ma allora come faccio a trovarti? Dimmi almeno in che camera”
Pallina25 “domani sera ti dico il numero di camera appena la prenoto così siamo tranquille. Piuttosto sei sicura che ti va di vedermi? Non è che mi dai buca?”
Petalo15 “guarda che se fosse per me ti vedrei già stasera, parola”
Chiusa la chat l’indomani non ci siamo sentite e mi sembrava di impazzire. Ero presa da lei, la sconosciuta di cui sapevo solo i suoi piaceri sessuali ed il nome: Teresa.
L’ora dell’appuntamento sembrava non arrivare mai. Non faccio altro che pensare all’incontro, mi tocco e mi sgrilletto in continuazione, fino a quando esco per l’università portandomi dietro dei vestiti leggeri per cambiarmi mettendoli in un borsone sperando che mia madre non li veda o si accorga della grossezza della borsa, nell’ uscire la saluto allegra e felice ‘Mamma, vado all’università. Nel pomeriggio ho un seminario e spero di tornare prima di cena, anzi è sicuro, trono per cena”
Lei risponde “Ok. Figlia mia! Ci vediamo a cena tanto anche io starò fuori fino a quell’ora”
Finiti gli impegni universitari mi cambio in uno dei bagni del dipartimento, mi tolgo la maglia, i jeans e gli stivaletti, sotto ho il perizoma di pizzo nero che non tolgo, mi tolgo il reggiseno ed infilo il vestito ben riposto nel borsone. Per fare bella figura ho pensato di presentarmi indossando un vestito blu scuro, corto poco sopra metà coscia, che segna la vita e con la parte inferiore a ruota, quindi scampanato e pieghettato. È uno dei mei preferiti, che lascia mezza schiena nuda e si allaccia intorno al collo, lasciando le braccia nude e una profonda scollatura in mezzo al seno. L’ho utilizzato per andare in discoteca ed ho notato che sia maschi che femmine mi guardano attratti dalla ampia parte di pelle esposta, inoltre si porta senza reggiseno. Mi sciolgo i lunghi capelli ed usando lo smartphone come specchio mi guardo un po’ preoccupata di apparire troppo provocante a quell’ora del pomeriggio ma mi facevo coraggio ripetendo a me stessa che avevo promesso alla mia futura amante che sarei stata sexy e per completare tale il mio aspetto levo le calze e calzo sandali aperti in tono con il vestito, tacchi da dieci. Esco dal bagno e mi avvio all’albergo indossando un cappotto per nascondere almeno lì e parzialmente il mio aspetto.
Lei a quell’ora è già arrivata in camera. Colei che poi scoprirò essere mia madre Teresa, ha 46 anni meravigliosamente portati anche grazie alle sue due ore di attività fisica che ogni giorno dedica a sé stessa che gli consentono di avere un fisico da donna giovanissima, elegante e molto femminile.
Già prima che uscissi di casa l’avevo vista prepararsi ma la giustificazione di una conferenza dove lei sarebbe stata relatrice non ha fatto venire nessun sospetto. Era dalla mattina appena sveglia che aveva fatto la ceretta, smalto sulle unghie di mani e piedi, lunghi capelli vaporosi sulla schiena. L’ho vista provare vari abiti ed alla fine ha scelto di essere anche lei di essere sexy indossando un tailleur gessato nero con gonna molto corta, giacca sbottonata sopra una camicetta bianca, reggiseno e mutandine di pizzo, anche lei senza calze e con dei tacchi alti da undici con laccetto intorno alla caviglia molto provocanti.
Anche lei è nervosissima, ma io non me ne rendo conto.
Arrivo puntale all’hotel e prima di scendere dall’auto ricevo un suo messaggio: stanza 468. Il fatto che sia una stanza al quarto piano mi rincuora, lì ci saranno meno persone e non dovrò mostrarmi più di tanto, anzi forse3per niente, ma devo passare prima davanti alla reception e potrei essere scambiata per una escort che va a trovare un cliente.
Dal garage con l’ascensore salgo di un piano e da quel momento tutto diventa imbarazzante e mi chiedo in quale guaio mi sia impelagata, il cuore è in gola. alla reception sono impegnati ma lo sguardo di uno dei camerieri dice molto. Tiro dritta agli ascensori seppur imbarazzata a camminare con un vestito così corto ed esposta dentro i corridoi di un albergo.
Ho detto a me stesa che ero pazza, mi chiedevo come comportami se invece di una donna avessi trovato un uomo, mi sono post la domanda se l’abito indossato era adatto all’incontro ed infine se ero veramente pronta ad un incontro di sesso con una donna. Non avrei mai immaginato che quell’incontro sul web avrebbe cambiato per sempre la mia vita, anzi sarebbe stato il più forte cambiamento di tutta la mia esistenza.
Quando vedo la stanza 468 inizia la sudorazione abbondante e tutte le paure si accavallano. Sento solo silenzio, mi faccio coraggio e ce n’è voluto tanto, busso tre volte come d’accordo. Mi apre.
Non avrei certo mai immaginato che la persona con cui chattavo era mia madre e tanto meno che mi avesse dato un appuntamento per un incontro clandestino in un albergo.
Entrambe restiamo di sasso, ci guardiamo con la bocca aperta finché lei non balbetta il mio nome: “Titty, cosa ….. ma ….. cosa fai qui?!” (Titty è il vezzeggiativo di Letizia)
Non so come ma riesco a rispondere “Mamma, la stessa cosa che fai tu! Ma cosa abbiamo combinato? Fammi entrare, per favore!”
Entro e chiudiamo la porta dietro di noi. Tra me e lei un imbarazzo simile non c’è mai stato.
A bassa voce, come se fossimo in casa, per non farci sentire da nessuno, cominciamo a ricordare tutto quello che abbiamo fatto e detto chattando.
Ci sediamo vicine in un divanetto e notiamo come ci siamo vestite, ciò non fa altro che aumentare la vergogna reciproca.
Noto quanto è corta la sua gonna, le sue scarpe, la camicetta sbottonata che lascia chiaramente vedere il reggiseno di pizzo.
Provo a rompere il ghiaccio “Scusa, come potevo immaginare chi eri? É tutto così imbarazzante! Scusami tanto mamma!”
Anche lei si rende conto di non poter giustificarsi ‘Scusa tu. Alla mia età fare queste cose! Sentivo che poteva succedere qualcosa. Che vergogna Letizia mia, che vergogna!!”
Continuiamo a parlare nonostante l’atmosfera sia pesantissima.
Entrambe siamo imbarazzatissime.
Fino a pochi istanti prima di aprire la porta avevamo un’eccitazione che ci aveva fatto godere all’idea di saltarci addosso appena ci saremmo viste.
Però nonostante la vergogna reciproca, l’eccitazione erotica resta e l’imbarazzo pure.
Sento il profumo intenso che emana mia madre e che c’è nella stanza, è molto piacevole, sa di fresco.
In lei noto i particolari: la sua collana di perle, la pelle delle gambe delle braccia liscia e luminosa come la lascia la ceretta e le unghie, e lei nota lo stesso su di me.
Per l’imbarazzo si volta e guarda una bottiglia di spumante di eccellente qualità nel secchiello col ghiaccio preparata per dare il benvenuto alla sua amante ed è in quel momento che inizia a superare l’impasse sorridendo “Se penso che non pensavo di avere il tempo di aprirla! Che ne dici, la lasciamo intatta?”
“Beh! Dato che ci siamo mi sa che l’apriamo. Hai scelto un eccellente spumante” e sorrido anch’io per la prima volta ed allungo il braccio prendendo bottiglia a cui tolgo la capsula, gabbietta e trattengo il tappo che avrebbe fatto il classico botto sparandolo per aria ed esclamo “Tanto è già pagato!”
Nel bere ci rilassiamo tutte e due e tra una risata ed una battuta andiamo a finire a scherzare sarcasticamente sul sesso e ricordiamo le chat e le email scambiate.
Dopo aver bevuto più di mezza bottiglia e con lo stomaco vuoto, siamo piuttosto brille e le chiedo “Non mi dire che sei venuta qui già con l’idea di fare sesso con me?”
Lei arrossisce e risponde “No! Beh! Sì, voglio dire, non con l’idea di fare sesso con te, Letizia, ma con la ragazza che ci sarebbe stata. Non è che tu abbia avessi un’idea diversa, vero?”
Era la verità.
Non ho risposto e mia madre insiste ripetendo la domanda.
Mi chiedo dove vuole andare a parare e mi viene da chiederle “Mamma, dimmi com’è che hai avuto un’esperienza lesbica!”
“Figlia mia, mai avrei pensato di trovarmi a 36 anni ad avere rapporti lesbici. Tutto è iniziato l’anno scorso al mare quando sono stata invitata al compleanno di Marta, la tua amica, che come tu sai è dichiaratamente lesbica. Tu non eri lì perché dovevi fare qualcosa o qualcos’altro che ora non ricordo ed allora sono andata io pensando di sostituirti. Lei non mi aveva mai fatto delle avances anche perché avrei in quel momento rifiutato.
Appena arrivata Marta mi ha presentato le altre e poi ci siamo sedute vicine su un lettino a fare delle chiacchiere. Mentre parlavo con lei ho notato che altre due ragazze sul lettino vicino si stavano baciando e toccando. Non riuscivo a staccare gli occhi da quella scena che mi stava mettendo una strana euforia ed eccitazione. Marta se n’è accorta e ma ha fatto finta di niente. Ad un certo punto della festa siamo andate nell’anglo cottura a cenare e finalmente è arrivata anche la torta. A quel punto pensavo che la festa fosse finita invece qualcuno ha messo della musica e due ragazze si sono messe a ballare. Camilla, un’altra sua amica, mi ha invitato a ballare cominciando a stringermi senza aspettare una mia risposta. Il contatto con il suo corpo mi ha riportato alla mente una scena di un film porno visto nel pomeriggio ed ha innescato un’eccitazione immediata che a lei non è passata inosservata. Vedendo che ero eccitata ha cominciato a baciarmi sul collo per poi arrivare a mettermi tutta la sua lingua in bocca. Lì non ho capito più nulla. L’eccitazione mi arrivava al cervello e mi sono lasciata andare tra le sue braccia. Mi ha stesa sul divano e continuando a baciarmi mi toccava dappertutto fino ad arrivare alla mia fighetta bagnata come non mai. Mi ha spogliata completamente e ci siamo avvinghiate in un fantastico 69 che mi ha portato il mio primo orgasmo lesbico in neanche due minuti. Tutto questo avveniva sotto gli occhi di tutte le altre ragazze presenti, in tutto una dozzina circa, che non aspettavano altro per lanciarsi a lesbicare fra loro ma siccome l’ospite ero io, aspettavano l’occasione per saltarmi addosso e lesbicare con me.
Mi hanno baciata, leccata. Mi sono entrate sia davanti che dietro con le mani e vibratori di tutte le misure che erano apparsi come per magia ed io corrispondevo in tutti i modi e le maniere avendo non so quanti orgasmi.
A fine serata mi sentivo soddisfatta ed avevo scoperto un nuovo modo di fare sesso. Sono tornata a casa con il terrore che non mi piacesse più tuo padre e cosi presa dal panico ho mi sono fatta scopare da lui.
Quando lui si muoveva dentro di me non lo sentivo come un uomo e come il mio amore di sempre ma avevo in mente Marta e le sue amiche. Non ho certo raccontato a lui niente di ciò che era accaduto alla festa ed ero talmente eccitata ricordando e rivedendo nella mia testa le ore passate on Marta che mi sono eccitata tantissimo. Pensa che ero talmente eccitata che abbiamo fatto l’amore con una foga e una passione che mancava da tanto tempo. Così è da allora che ho esperienze lesbiche cosi quando tuo madre mi scopa, godo molto sia che mi prenda da una parte che dall’altra”
Mia madre non aveva mai assolutamente parlato della sua vita intima e sessuale né a me né a mia sorella.
Io continuo a zittire più confusa che mai e lei senza tregua continua “Ma come potevo sapere che eri tu? Comunque anche io dicevo la verità quando promettevo che ti sarei saltata addosso dopo due minuti, cioè alla donna che avrei ricevuto in questa stanza”
Lo spumante ci ha fatto perdere i freni inibitori e si capisce lontano un miglio che la nostra confusione mentale non è solo dovuta alla bottiglia che appena scolato da digiune e l’imbarazzo sembra essersi dileguato lasciando posto all’eccitazione ed al risveglio sessuale di entrambe e tra noi c’è intesa, un grandissimo legame amoroso che non è quello materno ma tra donne che si piacciono e che sono eccitate ed hanno voglia di trasgredire.
L’effetto dello champagne è totale; è da molti minuti che siamo qui, sedute vicine sul divano e nessuna delle due capisce più nulla. Come sia possibile essere sessualmente eccitate essendo io la figlia e lei, mia madre, la persona con cui vivo da 22 anni?
Lei riprende sorridendo “Certo che tornare a casa ora, dopo tutto quello che abbiamo fatto per prepararci”. Le sue parole sono scherzose, forse neanche tanto, forse perché annebbiata dall’alcol, forse senza pensarci sopra.
Ero più confusa di lei le rispondo “Beh! Lo champagne lo abbiamo finito. Se vuoi posso darti un bacio così facciamo finta che non abbiamo sprecato un pomeriggio. Non sto parlando di un bacio innocente tra madre e figlia. Se ricordi, chattando abbiamo parlato molto di baci e ci siamo confessate che per entrambe il bacio è una delle cose più eccitanti tanto da prometterci che ci saremmo subito date un bacio non appena viste”
Dopo le mie parole arrossiamo entrambe.
Teresa prova a giustificarsi “Un bacio solo! Così non abbiamo perso tutto il tempo per niente, sempre che ti vada giusto così come dicevi tu”
Lei si rende conto di parlare quasi balbettando.
Non riesco a credere a me stessa, cosa mi succede?
Mi sta venendo voglia di sedurre mia madre, ho voglia di fare l’amore con lei, di baciarla, di accarezzarla, di sentire il suo corpo diventare tutt’uno con il mio.
Non ho mai avuto tanta confusione in testa, il mio cuore batte a mille ma voglio andare fino in fondo. So che questo potrebbe cambiare tutta la mia vita, il mio rapporto con mia madre, la nostra vita familiare. Sono consapevole di cosa voglia dire per una figlia sedurre la propria madre, farci l’amore..
“Mamma! A me, se proprio devo dirlo, un bacio farebbe piacere, poi possiamo tornare a casa” e lei replica “Non è che complichiamo le cose? Mi sento così ubriaca. Che facciamo? C diamo un bacio veloce e andiamo, e da stasera in poi si dimentica tutto?”
Non posso credere che sia vero: io e mia madre stiamo parlando di baciarci, qui, in albergo, entrambe vestite e truccate una più sexy dell’altra, entrambe eccitate e ubriache. Ma in fondo cosa può essere, anche lei ha detto che dopo dimentichiamo tutto. Cerco di trovare forza e giustificazione nelle sue parole. Entrambe stiamo lottando contro noi stesse anche con l’effetto dell’alcol. Non è semplice accettare questa nuova intimità e di inculcare in noi l’idea di andare oltre una soglia di un tabù nel baciare mia madre come avrei baciato la donna della chat così come per lei baciare sua figlia ventiduenne.
Mi avvicino, la guardo, la prendo per le mani, tremiamo entrambe, sorridiamo appena e sento che la tensione è indescrivibile, bisbiglio avvicinando la mia faccia alla sua prendendola per la vita con le mani per avvicinarla “Dai, un bacio veloce così andiamo!” e lei subito a giustificare noi stesse “Sì, poi andiamo subito”
Le labbra si sfiorano, un primo bacio, un altro, fino a baciarci mordicchiando le labbra dell’altra. Sento le sue mani cingere la mia vita come io faccio con lei. Il gioco è pericoloso, siamo su un crinale molto scabroso, le labbra continuano a baciarsi ma quando le lingue si toccano apriamo entrambe la bocca ed iniziamo un lunghissimo bacio duellando con le lingue, ci avviciniamo, le tette si toccano, cominciamo a respirare velocemente e ci baciamo con molta passione così come fanno due amanti.
Ormai è incesto, non è più solo un bacio, ma nessuna delle due riesce a fermarsi, nessuna delle due vuole fermarsi.
Respiriamo quasi ansimando. Cominciamo a spogliarci a vicenda, la sua giacca, la sua camicetta, restiamo lei in reggiseno e mutandine, io solo in perizoma, senza smettere mai di baciarci. Le sue mani accarezzano le mie tette mentre ci baciamo ed io le slaccio il suo reggiseno toccando i suoi capezzoli turgidi per la prima volta da quando ero una bambina, li bacio, li succhio come non facevo da 22 anni e lei sente la mia mia lingua battere sul capezzolo.
Non ci rendiamo conto di nulla. È come in un sogno.
Ci togliamo anche il perizoma ed il tanga, le scarpe e siamo nude sull’enorme letto, ci sdraiamo baciandoci esplorando i nostri corpi con le mani. Ci guardiamo negli occhi, vorremmo dire quello che sentiamo ma abbiamo vergogna, pensiamo all’incesto guardandoci ma non troviamo il coraggio di dirlo apertamente.
É lei a succhiare i miei capezzoli e a leccarli, mentre la guardo come ipnotizzata afferrandole i capelli tendendole la testa con la mia mano.
Ci baciamo ancora, a lungo.
Le bacio il collo, poi scendo sul suo corpo, le bacio l’ombelico, la pancia ed infine arrivo al frutto più gustoso.
Teresa non è più mia madre.
La trovo bagnata fradicia quando le lecco la figa e le succhio il clitoride nella mia bocca.
Lei chiude gli occhi, ansima, geme di piacere, ma non voglio farla venire così.
Risalgo baciando il suo corpo e ci guardiamo ancora una volta.
Mi giro sul divano e lei immediatamente scende ancora sul mio seno con la sua bocca e via via giù fino alle mie cosce.
Mi bacia l’interno delle gambe.
Sento la sua lingua toccare la mia figa che sembra esplodere e la fermo gemendo “Basta, non voglio venire così, voglio venire guardandoti negli occhi”
Ci stendiamo una vicino all’altra.
Le nostre mani accarezzano a vicenda il clitoride, lei massaggia il mio e io il suo, dolcemente e appassionatamente mentre ci guardiamo fisse negli occhi.
La depravazione è nei nostri sguardi.
Sento il suo corpo fremere, tremare, le nostre fighe bagnatissime fino a venire insieme.
abbiamo un orgasmo fortissimo e che ci scuote per intero.
Collassiamo sul divano e abbiamo bisogno di qualche minuto per riprenderci, non solo perché siamo senza fiato, ma perché siamo fisicamente ma soprattutto mentalmente esauste.
Ma a Teresa non basta.
Improvvisamente come presa da un raptus mi spinge sul letto matrimoniale e mi infila la sua lingua nella figa fino in fondo leccandola in maniera arrogante.
Non ho protestato e non ho sorriso, ma sono rimasta col fiato sospeso ad aspettare le sue mosse. Lei si è avvicinata con calma al mio viso e mi ha baciata.
Poi ha iniziato a ricoprirmi di bacetti le labbra, si è fermata un istante per guardarmi e dirmi “Ti farei una foto” ed immediatamente dopo ha iniziato a leccarmi le labbra. Ero così eccitata che non mi sono trattenuta più e ho iniziato a baciarla e lo abbiamo fatto a lungo.
Non avevo mai baciato una donna, nemmeno per scherzo ed ora in un attimo, proprio con mia madre scopro che mi piaceva un sacco. Mi piaceva la consistenza vellutata delle sue labbra, mi piaceva il suo abbraccio leggero, mi piaceva sentire il suo corpo morbido contro il mio. Lei mi ha abbracciata stretta, premendo le sue tette sulle mie mentre le nostre lingue si mescolavano ai nostri respiri.
La situazione era tanto bella che i miei pensieri non esistevano più e mi sentivo felice. Quando i baci si sono protratti dentro di me mi ripetevo “sto baciando una donna!” e non credevo a ciò che stavo vivendo perché ero in una piena situazione trasgressiva che mi dava la spinta per eccitarmi maggiormente.
Mia madre mi ha aperto la camicia liberato le tette mi aveva slacciato ed io ho fatto la stessa cosa con lei liberando le tette dal reggiseno.
Ero tesa, non sapevo fino a che punto sarei e sarebbe arrivata mia madre che era diventata nel giro di meno di trenta minuti la mia amante lesbica. Ora lei non era più la mia genitrice ma solo Teresa.
Sino a quando non l’ho vista sulla soglia della porta della camera, non sapevo che lei fosse omosessuale ma ora sapevo che per lei non era la prima volta e ne ho avuto evidente conferma da come si muoveva.
Avrei voluto interrompere quel rapporto incestuoso per dirle che io non ero come lei ma sembrava quasi un tradimento nei suoi confronti. Il piacere che la sua bocca e tutta la situazione mi dava, compresa la mia stessa tensione, occupavano tutti i miei pensieri.
Mia madre era espertissima avendo avuto, e forse l’aveva ancora, Marta come amante e istruttrice. Ciò che riuscivo a fare era seguire il percorso delle sue labbra sul mio corpo ed ho visto che lei non tralasciava niente.
Ha succhiato i lobi delle mie orecchie, mordicchiato il mio collo e le spalle, mi ha massaggiato e baciato a lungo i le tette ed i capezzoli ed è scesa inesorabile lungo il mio torace arrivando all’ombelico. Ho cercato di fermarla con qualche protesta ma lei ha capito che erano poco convinte.
Lei è tornata su fermandosi a fissarmi negli occhi, mi ha messo un dito sulle labbra per dirmi di non parlare ed ha detto “Lasciati andare, non pensare a niente”
Mi ha aiutato a levarmi la camicia e lei la sua ed anche la gonna lasciandomi nuda con il perizoma e lei con il reggiseno, il reggicalze e le calze e il tanga. Era molto bella.
Quando ha scoperto il piccolo tatuaggio che ho sul fianco destro e si è messa a tracciarne i contorni con un dito girandoci intorno passando e ripassando sullo stesso punto come incantata da quel segno scuro. A me sembrava che quel fianco stesse prendendo fuoco, poi mi ha girata e ha iniziato a baciarmi la schiena.
Sarà stato l’effetto dello spumante ma, credo che fosse l’eccitazione, mi sentivo irresistibile.
Mi eccitava sentire la delicatezza delle calze passare sulla mia pelle ed anche del reggiseno che ho abbassato liberando le tette per renderle alte e sode.
Mia madre agiva senza tregua e non era più ali ma sempre più un’altra donna molto femmina.
Lei è tornata a baciarmi la pancia intorno all’ombelico ed anche più giù fino al monte di Venere molto ben depilato.
È rimasta un istante a fissarmi con le labbra a sfiorare la pelle del mio corpo facendomi sentire il calore del suo respiro, mi ha abbassato il perizoma ed ho mandato le gambe per aria, come facevo con il mio fidanzato, affinché lei lo potesse levare e potesse così leccarmi.
Appena lo ha fatto, mi sono sollevata sui gomiti e l’ho guardata; ho guardato mentre una donna mi baciava proprio lì perché ero curiosa di vedere che cosa stava entrando nella mia intimità ed anche perché a stento credevo che stava succedendo davvero.
Mi piaceva un sacco e mentre lei mi leccava sentivo le sue tette ballare sulle mie gambe.
Non me la sarai mai aspettata così attratta da me.
Per quell’incontro mi ero preparata a puntino, depilandomi la figa completamente, ho spalmato della vaselina e degli oli in tutto il corpo. Mi volvo rendere pronta per vivere a tutti i costi una esperienza lesbo ed ora ero nel piano di ciò che ho desiderato fortemnte.
Ho così provato che cosa si prova quando ti bacia una donna: è proprio tutto diverso. Io ammiravo Teresa per le sue labbra e per il seno molto molto abbondante e sodo.
Mi accorgo che quando lei bacia lo fa in modo diverso, i suoi baci sono più delicati di quelli di un uomo e poi c’è il proprio il modo in cui lo fa. Forse è anche dovuto al fatto che lei è particolarmente seducente. Non so e non mi chiedo più di tanto. So solo che mi ha baciata per un tempo molto lungo e quando sono venuta ha continuato a baciarmi facendomi venire ancora e ancora tanto che alla fine non ero più in grado di capire chi fossi.
Di sicuro non mi chiedevo se fossi lesbica o eterosessuale.
“Titty, questo è stato, era ….. Dio mio! Sai cosa abbiamo fatto io e te questo pomeriggio?”
La guardo. Siamo molto serie ma al tempo stesso decise.
Le rispondo annuendo “Lo so, non pensavo che sarebbe mai successo, cioè per era un tabù impensabile, invece è stata la volta più intensa tra tutte quelle in cui ho fatto l’amore”
Teresa aggiunge “Pensi che l’abbiamo sentito così forte perché era un tabù?”
Nessuna delle due ha il coraggio di usare la parola incesto, nessuna delle due ha il coraggio di farlo per prima. Non oggi, non questa volta.
Le rispondo balbettando “Io, io non so, penso di sì, però l’idea che tu sia mia madre, beh non so come dirlo, mi ha fatto scattare un qualcosa in testa dal momento in cui ci siamo trovate qui in questa stanza”
Siamo ancora abbracciate, sudate, lei mi sposta i capelli dal viso, si avvicina alla mia bocca e le sue labbra sfiorano le mie ‘Non dirlo, non ora! Sappiamo cos’è e dove siamo finite, ma è stata la cosa più bella della mia vita”
“Teresa ….” le rispondo lasciando la frase in sospeso e la bacio.
Chiudiamo gli occhi e ci baciamo ancora, più dolcemente, come meno lingua in bocca ma con un brivido che ci scuote ancora consapevoli che abbiamo aperto la porta del piacere del incesto tra madre e figlia da quel momento in cui si è aperta quella dell’hotel non potremo e non vorremmo più chiudere.
Mentre le due donne si amano incestuosamente si mette a piovere. per fortuna le auto sono nel garage dell’albergo ma all’arrivo a casa Teresa indossa un impermeabile che la copre dalla testa ai piedi. Lei è tutta bagnata fradicia. Le apro la porta. A casa ancora non c’è nessuno e sono tutta nuda che l’aspettavo con ansia. Appena lei mi ha visto si è levata l’impermeabile e sotto non aveva nulla.
Pensavo di farle una sorpresa invece è stata lei a farla a me.
Siamo andate di corsa sul suo letto matrimoniale a fare l’amore in ogni modo.
Mio padre è tornato tardi a casa e perciò ho avuto molto tempo per amarla per bene.
In questo modo siamo riuscite a soddisfare i nostri desideri e ancora ad oggi lesbichiamo tra di noi una meravigliosamente.
Il marito di Teresa la scopa ancora oggi, di notte, e lei gode tantissimo sognando me mentre lui le viene dentro.
Il mio fidanzato non sospetta niente anzi ha detto che mi trova più ‘calda’. Devo solo fare attenzione che non mi metta incinta.
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Categorie: Lesbo Incesti