Mia cognata ha adottato una ragazzina già da molti anni. Ora questa fanciulla, di nome Gianna, sta sbocciando ed ha 16 anni. Ha molti ragazzi che la guardano e la vorrebbero con loro.

La sua figura è bella ed attraente. Capelli biondi, occhi grigi, gambe lunghe, pelle chiara. Sono i tratti somatici delle ragazzine del nord Europa.

Il seno è molto sviluppato ed è la gioia di tutti quelli che l’avvicinano. La madre l’ha ben instradata e le fa indossare dei reggiseni di pizzo molto belli di diversi colori, ora che vanno di moda le branette o le balconette, Gianna li indossa mostrandosi così senza niente sopra.

Le labbra di Gianna sono strane. Non sono grosse e neanche fini ma sporgenti verso l’esterno. Quando apre la bocca sembrano le piccole labbra della figa.

I piedi molto sfilati e il ventre incavato, come deve avere una ragazzina di quell’età, completa la sua figura che suscita sensazioni erotiche difficili da esprimere e contenere.

Lei ha già da qualche anno le mestruazioni e la preoccupazione della madre è che qualche ragazzo le faccia provare la penetrazione vaginale e la ingravidi.

Gianna ha molto di malizioso e sembra comportarsi di conseguenza ammaliando tutti, facendo venire in testa tante idee.

La zia Agata, che non ha lo stesso outfit della nipote, ha le mammelle grosse e pendenti, il sedere con i glutei grossi così come si usano ora. L’altezza è normale, intorno a 1.63. le gambe non sono paragonabili a quelle della nipote anche perché sono quelle di una ultra quarantenne.

Nel complesso la donna si tiene bene.

Sessualmente Agata è una donna matura che ha fatto e fa sesso. Ha fatto molte esperienze ma ancora altrettante non le ha fatte e guardando i vari siti porno ha visto posizioni ed accoppiamenti a cui non aveva pensato nonostante sia una donna di molta fantasia.

Tra ciò che avrebbe voluto fare c’era la seduzione di una ragazzina.

Le sue idee si sono concentrate su Gianna, sua nipote, essendo state stimolate dal fatto che la ragazzina quell’estate porta sempre ampie gonne oppure minigonne inguinali. La madre le ha proibito gli hot pants perché troppo stretti con possibilità di stringere troppo la fighetta e creare degli arrossamenti sia all’inguine che alla vulva.

In primavera Gianna indossa o leggings oppure minigonne a mezza coscia di tessuto elastico le fasciano il sedere e che sedendosi salgono lasciando intravvedere la sua biancheria intima che da qualche mese si è ridotta di parecchio. Infatti la madre le ha concesso di comprarsi i primi perizomi.

Gianna nella sua ingenuità ne ha acquistato, su consiglio dell’amica del cuore, uno striminzito dove il triangolino anteriore si insinua tra le grandi labbra. Ciò crea in lei nuovi stimoli e quando non resiste si chiude in bagno e si sgrilletta. Ciò avviene più volte al giorno.

La zia Agata però è rimasta incantata dalle labbra di ninfetta perversa che la eccitano e si è ritrovata a pensarci su. All’inizio era un pensiero che svaniva dopo poco, poi è diventato un desiderio ed a Gianna dedica parecchi ditalini invocandola al momento dell’orgasmo. In quegli attimi lei si strizza i capezzoli fino a farsi male e le mammelle da vera vacca, le penzolano come se avesse dei carichi attaccati; il robusto reggiseno è ripiegato per poterlo immediatamente rimetter a posto.

La ragazzina con il passare dei giorni diventava sempre più bella e la sua pelle emanava ormoni che oltre che sollecitare i maschi arrapava anche le amiche che la guardavano invidiose e la invitavano a stare con loro a turno con la speranza che si mostrasse anche nuda.

In famiglia notavano che Gianna cresceva e che aveva una sua intimità ed a volte non chiedeva consigli. Da adolescente aveva una voglia matta di vedere una donna nuda dal vivo ma purtroppo non ne ha visto e né tantomeno ha avuto rapporti sessuali, neanche con una sua amica. E così, un po’ come tutte le ragazzine, si accontentava di sfogliare qualche rivista per adolescenti dove il sesso è velato ma ben incisivo nella mente. Il settimanale lo sfogliava di solito di nascosto nel bagno o la sera a letto nella sua stanzetta, in solitudine.

Gianna era candida ed anche fondamentalmente ingenua. Poiché la curiosità è femmina, si concedeva un peccatuccio: spiava sua madre, l’unica donna di casa, dal buco della serratura. Lo sapeva che non era molto bello, ma tutto sommato….

La madre lo sospettava e non le ha mai detto niente essendo molto comprensiva nei suoi confronti. Lei per sapere alcune cose della vita andava dalla zia Agata che la invitava sempre più spesso facendo sì che ad ogni visita ci fosse sempre qualcosa per cui Gianna dovesse tornare.

Al termine delle visite Agata si sditalinava senza ritegno.

Agata viveva da sola e non aveva figli. Ciò le consentiva di avere una vita sessuale in totale libertà. La confidenza tra le due femmine si consolidava sempre più e Gianna nell’ultima visita aveva chiesto alla zia di spiegarle quali tipi di contraccettivi potesse usare.

Agata da persona navigata avendo avuto parecchi amanti ed anche dei rapporti lesbici tenuti segreti, le ha spiegato a Gianna che non avendo mai scopato con nessun ragazzo aveva ancora l’imene e che prima era necessario romperlo. La ragazzina ha chiesto se la cosa fosse dolorosa e la zia affettuosamente, passandole una mano con tocco malizioso sul petto, le ha garantito che dipendeva da come lei si sarebbe trovata in quel momento, cioè se le piaceva essere aperta che tutto dipendeva dal comportamento del maschio. Ha aggiunto con nonchalance che se fosse andata l’indomani le avrebbe fatto vedere qualcosa a proposito dal vivo.

Gianna era ingenua e non ha dato peso a quelle parole: in fin dei conti era la zia.

E’ così accaduto che Gianna sia andata da Agata molto incuriosita per chiederle di mostrale ciò che le aveva promesso.

La zia per l’indomani aveva preparato un buon pranzo e Gianna c’è andata appena uscita da scuola con i genitori che sapevano ed erano felici che ci andasse.

Dopo pranzo Agata ha preso per mano Gianna e l’ha condotta sul lettone a due piazze.

Agata si è distesa nella stessa posizione in cui ama riposare, distesa su un fianco, nuda, con il solo lenzuolo a nasconderne le forme. Restavano fuori solo i piedi e le caviglie fini che contrastavano con le gambe grosse.

Gianna l’aveva già vista altre volte così distesa.

Stavolta anche lei si è stesa al fianco della zia in modo che si vedessero in volto.

Così è stato facile per la donna osservarla meglio nei minimi particolari ed accarezzarne il profilo con lo sguardo.

Altrettanto ha fatto Gianna che l’ha accarezzata con lo sguardo malizioso e sensuale di giovane femmina che è alle prime esperienze sessuali azzardandosi ad accarezzarle le gambe da sopra il lenzuolo per poi scivolare sui fianchi e giù, tutto d’un fiato, come la più entusiasmante delle discese, fino al suo ventre rosa che, Agata, a bella posta, ha denudato sollevando il lenzuolo.

E’ stata per la ragazzina una rivelazione che le ha mozzato il respiro. Per lei è stato come accendere una luce in un locale buio: ha capito che nonostante Agata non avesse un bel corpo come il suo, era comunque una donna che le piaceva e le è nato un desiderio.

Gianna si era presentata più bella di ogni fantasia che Agata potesse fare. Aveva un lieve filo di trucco ad esaltarne il viso e con quello sguardo complice, capace, da solo, di risvegliare ogni più segreto istinto. Indossava un leggero vestitino giallo che le scendeva dalle spalle esaltando le tette, non più tanto piccole, turgide, perfette per il palmo della mano ed era lasciato libero da ogni costrizione a sfidare ogni legge fisica. Inoltre appena entrata in casa aveva levato le ballerine e girava scalza per la casa.

Agata più la guardava più si arrapava e la figa colava spandendo profumi ormonali. La voleva prendere, stringerla, farla sua, subito. Poteva vedere perfettamente quel giovane corpo di cui non poteva più fare a meno. La voleva sedurre e trasformare lentamente sviluppando in lei la lussuria e la libidine di una lesbica in perenne calore.

Gianna era troppo bella ed affascinante per lasciarla andare via senza sedurla.

Ormai la decisone era presa. Agata avrebbe continuato in quella spiarle di quel malizioso gioco.

I discorsi di Agata erano concentrati su pettegolezzi che sfornava a ripetizione così da permetterle di concentrare ogni suo senso sul suo corpo della giovane, finché di colpo Gianna si è piegata in avanti per prendere qualcosa cosa lasciando inevitabilmente scoprire al lo sguardo famelico della zia le cosce lisce, fresche, luminose. La poca stoffa rimasta nascondeva solamente la perfetta rotondità del suo sedere e ciò, manco a dirlo, era tremendamente sexy.

Qualche istante dopo la ragazzina ha girato il suo sguardo verso la zia e l’ha guardata con estrema malizia. Forse già intuiva che la zia la stesse seducendo. Infatti pensava che piegandosi così, Agata l’avrebbe vista meglio e la desiderasse di più.

La ragazzina si chiedeva come fosse possibile che la zia la desiderasse e dandosi risposta negativa non le è rimasto il pensiero in mente.

“Ma allora non hai mai visto una donna nuda? E non hai mai baciato in bocca una ragazzo? Ma sai com’è fatta veramente una ragazza?”

Tutto quello che la zia non aveva mai osato chiederle, di colpo lo chiedeva con naturalezza sembrando quasi sorpresa dalle sue risposte negative.

“Ma non sei curiosa?”

“Si zia, certo che sono curiosa, ma io non ho un’insegnante” Era quel che volevano sentire le orecchie di Agata.

“Ma sì che l’hai vista una donna nuda! Me!”

A quell’affermazione, a Gianna le si è raggelato il cuore e si è ricordata della madre quando l’aveva scoperta a guardarla di nascosto in bagno. Gianna in quell’occasione pensava che la madre si fosse accorta di quando la spiavo. La ragazzina ricordava anche il dialogo.

“Quando ti allattavo non ero mica vestita! Il mio seno, è stato sempre abbastanza grosso, però adesso è solo un po’ più cadente”

Agata invece era sicura di godere di tutta la sua attenzione e quindi senza mai smettere di guardarla dritta negli occhi, lentamente ha fatto sì che quel poco di stoffa della gonna, che restava a coprirla, pian piano risalisse, fino a lasciare libero davanti agli occhi quel meraviglioso culo, sodo, stretto, coperto solo da un leggero perizoma succinto.

Inoltre la donna ha iniziato a dimenarsi per il caldo sia dell’aria sia per quello interno. Per ‘rinfrescarsi’ ha abbassato il lenzuolo scoprendo le mammelle. Era una scusa per mostrare la sua femminilità alla giovane che si è sorpresa nel vedere la grande dimensione delle tette stesse sia dei capezzoli, bruni e sporgenti dall’areola grande.

Gianna non aveva che occhi per la zia che se ne è accorta e l’ha accarezzata.

Negli occhi non aveva che le tette della mamma, e l’idea che un tempo avesse avuto la fortuna di succhiarle le faceva aumentare l’eccitazione.

Ora Gianna capiva che doveva osare, dato che il tono della conversazione era intimo, le voleva chiedere qualcosa e sperare in un tenero comportamento della zia che le ha detto “Come insegnante sono un po’ scarsina. Le tue tette sono metà di una delle mie”

Assumendo uno sguardo ed un tono confidenziale infantile, Gianna ha azzardato queste parole “Zia perché non me le fai vedere bene. Fammele toccare. Nessun’altra può soddisfare la mia curiosità, se non tu!?” dando enfasi alla richiesta.

Agata ha fissato la camicetta della nipote all’altezza della scollatura, si è poi sollevata e si è seduta accanto alla nipote sul letto cingendole le spalle con il braccio.

Gianna le ha appoggiato la testa sulla spalla destra.

Agata si è mostrata completamente nuda con un solo minuscolo triangolino tra le gambe. Ha dato un bacio apparentemente ingenuo alla nipote sul collo ed ha aperto i tre bottoni della camicetta ed apparso il seno di Gianna, già formato, coperto parzialmente da un reggiseno nero.

La donna si sarebbe gettata sulle sue tette giovani e tenere a leccarle come aveva sempre sognato di fare, ma la ragione le consigliò di essere paziente perché comunque qualcosa stava per accadere. Fece dei complimenti per il corpo così giovanile e procace e poi attese ancora.

Poi ha portato la mano sul reggiseno della ragazza, prima su una mammella, poi sull’altra.

Gianna ha messo le sue mani su quelle della zia ma poi le ha tolte quando ha cominciato a muoverle.

Ora spettava ad Agata offrirsi.

La donna matura ha preso delicatamente le mani della fanciulla e se le ha portate sulle mammelle per farle provare cosa significa toccarle. Le ha fatto accarezzare la zona dei capezzoli, che erano duri e prominenti. Le ha insegnato in pochi attimi come titillarli e come manipolare le mammelle abbondanti. Poi Agata ha accennato ad infilare la mano all’interno della mutandina ma non aveva ancora il coraggio di farlo perché Gianna ha abbassato lo sguardo facendo un fremito che la zia ha capito essere un segno di diniego.

Ma la dona per non far perdere l’atmosfera el ha accarezzato la testa a mano piena dicendo “Toccami ancora se vuoi, tesoro”

La donna non sia aspettava un comportamento così docile da parte di Gianna. Era eccitatissima e sentivo il la figona bagnarsi sempre di più.

La mano di Gianna ha avvolto una mammella e ne ha sentito il calore contro la quale strinsi la mano aperta; la sentiva era enorme e non riusciva a contenerla nel palmo della mano. L’ha palpata in lungo e in largo, le ha titillato il capezzolo con le unghie, ha passato e ripassato il polpastrello del dito medio intorno all’areola e poi è passata all’altra per toccarla l’altra con la stessa eccitazione ed in maniera inesperta e goffa.

Adesso le due donne erano insieme, nude, davanti una all’ltra con Agata che si lasciava guardare e toccare.

“Zia, sono bellissime!” ha sussurrato incantata.

“Mi fa piacere che ti piacciano, tesoro”

Gianna ha provato timidamente ad avvicinarsi con la testa e posare le labbra su un capezzolo aspirandolo timidamente.

“E’ così che si succhiano, zia?” “Si amore!” ha detto sorridendo.

Ma stavolta Gianna si è accorta che la curiosità che aveva non era più la sola sensazione che aveva; c’era anche una nuova forte sensazione che si chiama arrapamento.

“Però questo non reagiva così quando eri piccola” le ha detto Agata all’improvviso mettendole una mano sul sesso da sopra il triangolino del perizoma.

A quella carezza Gianna ha esclamato “Zia!” con un tono che voleva mascherare l’imbarazzo dell’arrapamento provocato da quel gesto insperato che le aveva fatto gonfiare il piccolo tenero clito ancora di più.

Agata presa dalla libidine del giovane corpo a sua disposizione offertole dalla nipote “Anche io voglio vedere come è cresciuto il tuo corpo, come stai facendo tu con me” ha risposto mantenendo la mano sul clito cercando di indovinarne i contorni ed aprendo sia le grandi che le piccole labbra che a loro volta erano poco formate.

A quel punto la ragazzina ha lasciato la presa della mammella ed ha messo la mano sopra quella della zia per accompagnarla nei movimenti che sempre più la sditalinavano.

Al colmo del piacere le ha preso per masturbarsi ancora, di tanto in tanto baciandola sulla guancia mentre cercava ancora il calore delle sue tette con la lingua vogliosa.

“Zia, mi fai venire!!” ha gridato.

“Si tesoro, godi pure, non vergognarti! Voglio darti ancora un po’ di piacere”

Ben al di là delle sue aspettative la ragazzina l’ha vista chinare la testa sulla sua fighettina e titillare dolcemente con la lingua il clito che non aveva ancora ricevuto molti stimoli da parte di altre persone, soprattutto non ne aveva mai avuto da parte di una femmina e per di più di casa.

“Puoi prenderlo in bocca e massaggiarlo con le labbra” le ha detto ancora e la lingua della zia lo ha fatto immergendosi tra le grandi labbra a suggere il giovane nettare che usciva da quella sorgente. Quando la donna si è accorta che la nipote era al massimo del piacere sessuale, è tornata a sditalinare facendola venire senza preoccuparsi di scansare il potente getto di sbroda che le ha riversato sulle tette ed in parte sulle labbra e sul viso.

Era la prima volta che la ragazzina sbrodava, in precedenza aveva avuto molti orgasmi durante le masturbazioni, aveva anche visto che la fighetta si bagnava più o meno molto a seconda del prolungamento del ditalino, ma mai prima le era uscito un getto liquido.

La zia che era molto esperta di queste cose, l’ha baciata teneramente in bocca senza dire nulla e l’ha abbracciata.

In quella casa su due piani la camera dove le due femmine si trastullavano ed in cui la preda sessuale era Gianna, c’era un’entrata dal giardinetto anteriore e la porta non era stata chiusa.

I genitori della ragazzina non abitavano lontani.

Quel giorno la madre di Gianna ha pensato di andare a prendere il caffè pomeridiano dalla sorella Agata. La madre aveva 45 anni e Gianna era innamorata della figura perché ai suoi occhi appariva bellissima e soprattutto molto arrapante. Infatti portava i capelli lunghi e mossi, nerissimi, fisico abbastanza in carne, gambe ben tornite, cosce pesanti e una buona quarta misura di seno. Aveva due tette veramente grosse con dei capezzoli molto larghi e scuri ben sporgenti, come la sorella.

Zia Agata si era fatta raccontare dalla nipote come avesse scoperto che la madre avesse le tette grandi e un cespuglietto tra le gambe ed aveva scoperto che la curiosità della ragazzina era morbosa. Infatti ogni occasione era buona ma soprattutto aspettava che la madre andasse in bagno per osservarla dalla topa della serratura nel togliersi il reggiseno, entrare nella vasca oppure farsi la doccia lasciando scorrere l’acqua e la schiuma su quelle tette così grosse e pesanti. La donna aveva anche una bella figa pelosa e

nera. In realtà era solo la peluria quella che riusciva a scorgere, il resto Gianna lo immaginava soltanto ma lo desiderava ardentemente perché tra le gambe sentiva qualcosa di bello e nuovo, sensazioni che non sapeva interpretare se non andando a toccarsi.

Gianna ha raccontato alla zia che una sera la madre faceva un po’ di zapping e si era soffermata su di una scena di un film, una commedia sexy anni ’70 su un’insegnante che dava lezioni private ad un intraprendente e voglioso giovane. Alla prima scena di sesso, anche se abbastanza castigato, Gianna è rimasta un tantino imbarazzata ma la madre non ha cambiato canale ed appena terminata la scena le ha chiesto se avesse avuto già la prima esperienza. Lei rispose negativamente a confermare cioè che non aveva il ragazzo.

Con la zia Agata la conversazione si era fatta più erotica e la fighetta stava di nuovo gocciolando. La conversazione tra nipote e zia si è fatta sempre più imbarazzante e ad ogni domanda della zia la giovane fighetta pulsava ricordando la situazione del film nonché alla vista delle cosce e degli ammiccamenti della zia seduta al fianco.

Il racconto aveva creato un’atmosfera carica di erotismo e Gianna sembrava aver smesso di respirare. Intanto Irene, madre di Gianna, non trovando nessuno al piano terra, vista la confidenza con la sorella, aveva pensato che stesse dormendo e si era messa anche a cercare la figlia nella speranza di trovare anche lei addormentata.

La madre indossava delle ballerine con la suola di gomma che le permettevano di non essere sentita nel fare i passi così, arrivata al secondo piano, ha sentito prima la voce della sorella e poi quella della figlia che raccontava cosa facesse quando lei andava in bagno.

Ciò l’ha incuriosita parecchio ed il racconto l’ha eccitata. Non si aspettava assolutamente che la figlia, apparentemente così ingenua, si stesse smaliziando e sapesse già alcune cose sul sesso.

Avvicinandosi alla porta della camera tutta l’attenzione era rivolta ad ascoltare ed anche a nascondere l’eccitazione che stava nascendo tra le gambe. Le era venuta voglia di sgrillettarsi ma i leggings in quel momento lo impedivano.

Gianna non poteva vedere la madre perché dava le spalle alla porta ma Agata, sorella di Irene, la vedeva bene e per invitarla le ha fatto un leggero cenno che la ragazza non ha capito.

Gianna che intanto continuava a palpare, toccare e odorare, non aveva alcun sospetto su quanto stava succedendo alle sue spalle ma è rimasta sbalordita ed è letteralmente sbiancata quando Irene, sua madre, ha preso le mutandine della figlia da terra e le ha portate al naso per odorarle. Per Gianna si trattava di quell’indumento che nascondeva la sua intimità agli occhi e non pensava assolutamente che potesse interessare a qualcuno l’odore di cui erano impregnate.

Ora Irene era lì, a meno di due metri dalla figlia ed alle sue spalle. Nel frattempo si era parzialmente denudata e con il busto in avanti offriva alla sorella le mammelle avendo aperto la camicetta.

Nel vedere la madre la ragazzina avrebbe voluto alzarsi e scappare ma era dibattuta perché la zia l’aveva talmente eccitata che non aveva la forza di farlo ed allora si trovava ad essere tra le due sorelle completamente nuda sotto gli sguardi attenti e libidinosi della madre e della zia.

Quella eccitazione era così forte ed unica che la stava facendo impazzire così come lei stava facendo impazzire la madre e la zia che si stavano rivelando a lei come lesbiche incestuose che si compiacevano e si eccitavano a farsi vedere tali da Gianna che impacciata non sapeva che fare essendo anche in balia di una fiume in piena di sensazioni, eccitazioni sempre diverse e sempre belle.

Avrebbe desiderato levarsi da quel letto per fuggire e respirare ma la morbosità di capire che cosa avrebbe fatto la madre con la sorella era tale che restava incollata lì dov’era. La sua fighetta colava ed il lenzuolo, in corrispondenza della fighetta, era chiaramente macchiato.

Intanto Agata veniva toccata dalle mani della sorella Irene ed ha sospeso per un attimo la conversazione per guardare con di libidine e voglia la nipote mentre la sorella le allargava le gambe per predisporsi alla leccata.

“Che fai, mamma?” ha chiesto Gianna a voce bassa alla quale non era sfuggito niente di quel particolare comportamento.

“Niente, figlia mia. Guarda che cosa faccio e quanto piace a tua zia. Poi lo potrai farai anche tu!” E stato quello il momento in cui la giovane ha capito quale fosse la sorpresa che le aveva promesso e parlato la zia.

Agata non solo era rimasta nuda davanti ai suoi occhi ma per godere maggiormente ha preso da un cassetto un vibratore per farselo infilare dalla sorella ed ora chiedeva a Gianna di attivarlo e guidare il suo piacere.

Gianna ha premuto il pulsante più volte producendo piccole scariche di piacere nell’intimo della donna mentre la guardava contorcersi sotto i suoi occhi aprendo e stringendo le cosce l’una contro l’altra, accavallando nervosamente i piedi per cercare di sfogare le sue emozioni cercando di lasciar trasparire il piacere e le sensazioni che quell’oggetto le causava.

Irene voleva far godere la sorella davanti a sua figlia e sperava di riuscire a farle urlare tutto il piacere. Gianna, inesperta, lasciava che ogni scarica durasse qualche secondo e osservava incantata ma felice di farlo, gli atteggiamenti della zia e cosa faceva la madre sulla sorella.

Tutto ciò finché, finalmente, Agata si è lasciata andare ad uno dei suoi splendidi orgasmi rompendo ogni freno che aveva trattenuto il suo istinto fino a quel momento, prima ansimando lentamente, poi sempre più forte è crollata in avanti con le braccia sui lati del corpo, con i capelli scompigliati che le ricadevano sul viso imperlato di sudore per poi lasciarsi andare in movimenti inequivocabili anche per colei che non ne aveva mai visto.

Gianna aveva già imparato la lezione; le è stato tutto così naturale perché ha capito immediatamente cosa stesse succedendo. Ciò che la sorprendeva e la preoccupava era l’eccitazione e lo stato di assenza della zia che si è protratto a lungo e la ragazza si è spaventata perciò ha chiesto alla madre se fosse il caso di chiamare aiuto.

Irene ha risposto con uno strano sorriso in volto “Vedrai che tra poco le passa tutto. Lei fa sempre così. Guarda che anche tu farai così. Non credere di essere diversa e se qualcuno ti verrà ‘in aiuto’ ne sarai dispiaciuta”

Agata per alcuni minuti non rispondeva più, il suo cervello era completamente perso nel piacere e continuava a contorcersi ed a sospirare profondamente.

È stato allora che con il respiro affannoso Agata si è girata sul letto e, guardando attentamente Gianna negli occhi con sguardo eccitato, ha cercato di tranquillizzarla “Non preoccuparti, tesoro, questa è stata solo una fitta allo stomaco!” ma il vibratore era ancora dentro di lei e continuava a funzionare.

Agata ha allargato le gambe e guardando verso il basso, impedita in parte dalle sue grandi mammelle, se lo ho levato da dentro, ha attirato a sé la nipote per dirle “È stato magnifico” e le ha dato un bacio mettendole la lingua in bocca.

Gianna presa alla sprovvista non si è tirata indietro ed ha risposto al bacio della zia. Subito dopo anche la madre l’ha baciata nello stesso modo e la ragazza non ha protestato o trovato ciò immorale. Le piaceva ed anche tanto.

Ora spettava a lei provare il vibratore. Per farlo è stata aiutata dalla zia e dalla madre stendendosi sul letto aprendo le gambe. La madre l’ha sgrillettata un po’ mentre la zia la baciava limonando con la lingua. Le braccia le aveva messe all’indietro per sostenere il corpo con i gomiti in modo che potesse guardare ed imparare ciò che le due donne le avrebbero fatto.

Appena Irene le ha appoggiato il vibratore alle grandi labbra Gianna si sentita stimolare ogni suo più intimo angolo interno ed ha avuto rapidamente un primo orgasmo che era già da parecchi minuti che lo desiderava ma non si toccava e lui non arrivava.

Perché la situazione fosse migliore e più confortevole per la nipote, Agata con le sue grandi mammelle si è messa dietro di lei per sostenerla e le ha fatto vedere come doveva fare per prendere il cazzo di un uomo simulandolo con il vibratore.

Gianna durante questa fase è stata scossa da un altro orgasmo, sospirando si è appoggiata al petto della zia ed ha lasciato che la mano della donna scivolasse tra le sue gambe ad incontrare la fonte di quel piacere che continuava a vibrare dentro di lei anche se non completamente dentro accompagnandone il ritmo dei suoi movimenti e, quando possibile, con le dita.

Gianna era fradicia e Irene, la mamma, aveva voglia di bere il succo di quel godimento; non poteva più trattenere la voglia che aveva della figlia.

Irene si è accorta che il vibratore non era indicato per la figlia ed ha chiesto alla sorella dove poteva trovare un vibratore anale.

Agata ha indicato l’armadio lì in camera ed Irene aprendo l’armadio ha visto che la sorella aveva parecchi giochi sessuali ed anche lingerie molto erotica fatta apposta per incontri particolari. Tra i giochi c’erano vibratori, dildo, palline varie che sarebbero state utili, c’erano anche delle scarpe a tacco altissimo tipo sandalo con cui forse era difficile camminare regolarmente ma se erano lì a qualcosa servivano, anche Irene ne è rimasta sorpresa poi si è avvicinata alla figlia per dirle “Figlia mia, è da tanti giorni che ho voglia di te”

“Spero, allora, di non deluderti, mamma!” è stata la risposta lasciandosi andare e preparandosi ad all’iniziazione lesbica incestuosa.

Irene si è avvicinata a lei per baciarla e da come lo ha fatto, ha capito che la figlia non aspettava altro. Infatti l’ha abbracciata ed ha avvicinato le sue labbra a quelle della madre scambiandosi il primo bacio della serata. La ragazzina ha portato le sue mani sulle mammelle ed Irene l’ha guardata estasiata lasciandola fare. La madre aveva le mammelle nude, bianche e pendenti molto simili a quelle di Agata e diceva “Mi piace. Continua a toccarmi. Oh! Che bello!”

“Ora ti leccherò i capezzoli. Li sento già duri. Te li hai toccati prima, mamma?” ha chiesto Gianna. “Sì mi sono toccata tutta. Fino a pochi minuti fa ero nuda” ha risposto e si è allontanata un po’ da lei per guardarla ancora ed ha chiesto alla figliai “Mi hai pensato molto?” “Sì”

“Che cosa hai fatto?”

“Te lo devo proprio dire? Ho vergogna. Non sono abituata a dire e fare le mie confidenze”

“Ma io sono ormai la tua confidente, anzi sono tua madre. Non hai fiducia in me? E poi c’è anche tua zia!” “Allora, beh, sì! Mi sono sgrillettata tanto. Ho avuto molti orgasmi pensandoti. Devo aver consumato le dita. Aspettavo che ci vedessimo con lei per confessarle tutto” e rivolta alla zia “A dire il vero volevo venire a trovarti subito ma, come ti ho già detto, non è stato possibile. Ora sono così emozionata!” “Non ti preoccupare. Abbiamo tanto tempo davanti a noi!” l’ha rassicurata Agata aprendo le gambe.

Gianna si stava lanciando a fare ciò che volevano le donne mature.

Subito dopo Irene ha ripreso a baciarla continuando ad entrare nell’intimità e Gianna non si è di certo negata, anzi!

Ma la sorpresa è stata in queste parole “Sai zia che anche io ti ho pensato e che una sera avrei voluto averti tra le gambe?”

Le mani di Irene intanto esploravano il giovane corpo della figlia arrivando a toccarle la figa. La ragazza teneva le gambe in modo tale che non si potesse arrivare a toccarle il grilletto e la madre si è accorta che i peli non erano stati tagliati completamente.

“Che bella pelle liscia che hai oggi!” ha esclamato in tono sarcastico “Come mai non hai depilato l’inguine?

“Non mi sono depilata perché non ho avuto tempo e poi volevo farlo con te a casa. Mi farebbe piacere che mi depilassi tu. Me lo faresti?”

Irene non aspettava altro. Era l’invito a sedurla ulteriormente.

“Vieni andiamo in bagno!” ha detto sollevandosi e prendendola per mano per farla scendere dal letto.

A Gianna non sembrava vero che la zia fosse ormai sua amante.

La zia era tutta eccitata e voleva vedere la nipote godere molto ed abituarla al sesso lesbico e magari sverginarla con un dildo nelle sue mani.

Anche Irene era eccitata e colava dalla figa. Si rendeva ben conto che era stata la sorella a molti anni prima ad averla iniziata a quel tipo di incontri sessuali. A quel tempo Irene era ragazza ed era stata già iniziata all’erotismo ed in seguito al sesso extra coniugale. Ad Agata era piaciuto sedurla ed ora era lei che la invitava a fare sesso in presenza della nipote che l’ultima volta aveva lasciata in stato di eccitazione. Agata deve aver avuto un bel tarlo in testa se era arrivata ad invitarla a fare sesso con la figlia.

Mentre preparava gli attrezzi per la depilazione parlava di altre cose ma niente di personale.

Gianna uscendo dalla camera da letto aveva indossato, chissà perché, il perizoma e le ballerine che per eseguire la depilazione ha poi levato.

“Ti ho portato dei regali personali, anzi direi intimi” ha detto in modo malizioso zia Agata “ma sono una sorpresa!”

“Dai, dimmi di che si tratta?” ha replicato Gianna sorridente e felice.

“Te li darò al momento opportuno!” è stata la risposta sorridente.

Intanto Gianna si era sistemata in modo che le gambe fossero larghe e che la figa fosse ben in vista con il pube da radere di quei peli che non erano lunghi ed era facile depilarla e anche non doloroso.

“Che bello! Mi piace, sei molto delicata nel farlo, mamma!” ha sussurrato.

“Io lo faccio spesso perché tua zia mi vuole sempre liscia e profumata. A tuo padre poi piaccio molto così”

Gianna ha continuato azzardando “Quando scopi lo fai al buio?”

“Io non l’ho mai fatto ma quando un amico si appoggiato a me lo abbiamo fatto alla luce. Dimmi invece di come lo vorresti fare tu?” è stata la risposta di Gianna.

“Ah beh! Lui vuole farlo solo al buio o quasi. Non mi guarda mai quando siamo accoppiati. A me piacerebbe essere vista quando mi stanno scopando. Conosco il suo corpo dalle sensazioni che mi danno le mani mentre lo accarezzo e lo tocco. So quanto ha grosso il cazzo perché oltre a chiavarmi lo prendo anche in bocca”

“A te piace averlo in bocca?” ha chiesto Agata curiosa di sapere se aveva già fatto un pompino a qualche amico.

“Si, i pompini li ho fatti a degli amici e mi piace. Mi dà delle belle sensazioni sentirlo crescere e gonfiarsi e poi mi danno delle belle sensazioni quando sento i gemiti che fanno. Si vede che piaccio e godono per tutto ciò che faccio”

“…. e di quello che io ti ho fatto e ti sto facendo ora?” ha aggiunto Irene.

“Uhhhh… meraviglioso!” ha detto sospirando.

“Vedrai che dopo godremo tanto. Chissà quante volte verrai e quante volte potrò bere dalla tua fighetta?” ha aggiunto ancora la zia.

“Lo spero. Lo sai zia che con te è tutto un’altra cosa? Tu mi rendi tutto più bello e più facile. Mi piace come mi guardi e come mi tocchi. Ecco perché sognavo fare sesso con te” ha detto Gianna rivolta alla zia tettona.

Mentre la madre la depilava passando il pollice ed il medio sulla fighetta aprendo le labbra esterne con due dita e sfiorando sempre più frequentemente il clitoride in modo che alla fine fosse ben eretto e gonfio.

L’eccitazione di Gianna andava crescendo e ogni tanto aveva uno spasmo indicato ora da uno scatto delle gambe ora da un rovesciare la testa all’indietro, ora dall’arcuare il corpo per resistere agli stimoli mentre il respiro andava aumentando.

“Se continui così mi fai venire” ha sussurrato Gianna ansimando.

“Ma non me lo dire! Per così poco?” le ha risposto la madre mentre Agata osservava già sgrillettandosi in piedi che se ne è uscita così “Sappiate che ero già eccitata da prima ed ora mi state facendo diventare matta dalla voglia che ho”

“Aspetta che finisca poi ci scateneremo!” ha replicato Irene.

Finito di depilarla, Irene ha sciacquato e controllato che la pelle della giovane fighetta fosse liscia. In effetti a vedere quella tenera e giovanissima figa si poteva dire che era veramente bella. Le grandi labbra non erano ampie ed il colore era di un bel rosa.

Gianna si è sollevata in piedi, ha baciato la mamma incrociando a lungo la sua lingua con l’altra mentre con un braccio stringeva sé la donna tenendo l’altra mano tra le gambe a stimolarla. Irene spingeva in avanti il bacino affinché le piccole ed affusolate dita entrassero in lei.

Era bagnata e non dall’acqua utilizzata. Erano i suoi umori che uscivano e che la teenager accoglieva e portava alla sua bocca con le dita ed insieme le leccavano. La sbroda di Irene era buona e profumata ma anche quella di Agata doveva esserlo.

Poiché il bagno era ampio ed aveva un bel top largo di marmo, Gianna è andata a sedersi sopra. Le sue gambe erano sollevate da terra ed Agata l’ha aiutata a poggiare i piedi sul piano in modo che le gambe fossero piegate e le sue parti intime fossero molto ben esposte.

La ragazzina ha capito che in quel modo si stava offrendo e i suoi gesti erano lenti e belli come quelli di una donna in calore che aspetta di essere presa. Le due sorelle vedevano la fighetta aperta e lucida ed anche il suo buchetto posteriore con le grinze di colore leggermente scuro ancora mai aperto da nessun sesso.

A turno le due donne mature dalle mammelle grandi e pendenti, l’hanno baciata in bocca e le hanno succhiato i capezzoli non grandi che sono diventati subito turgidi.

Gianna ha portato la sua mano destra sulla figa ed ha iniziato a toccarsi, ansima e chiede di poter proseguire in solitario.

Le tre femmine si sono baciate a lungo ed infine si sono inchinate a leccare la giovane figa ancora vergine che ormai era bagnata ed è stato solo piacere da gustare con le labbra e lingua.

La ragazza ancora in parte fanciulla si agitava, ansimava ed incitava a continuare chiedendo se a chi la leccava ciò piacesse.

Gianna allungava le mani per stringere le mammelle ed i capezzoli delle altre due. A lei piaceva il trattamento che le stavano eseguendo. Si contraeva e rilassava allungando e ritraendo le gambe, poggiandole sulle spalle di chi a turno era inginocchiata per succhiare e spingeva con i piedi la testa contro la sua fighetta.

La ragazzina sentiva che il suo orgasmo stava per arrivare. Il suo clito era ben eretto e fuori dalla custodia, la madre e la zia lo leccavano ritmicamente con la punta della lingua.

Un urlo, un ansimare profondo, una mancanza di respiro ed un agitare le gambe stringendole ed aprendole in modo scomposto ed infine un piccolo spruzzo uscito dal profondo dell’intimo di Gianna dimostrava che era venuta.

“Oh Dio! Che cosa mi hai fatto! È stato bellissimo! Oh mamma, che bello. Non avevo mai goduto così. È diverso di godere con te zia! È bellissimo farlo insieme, mamma!”

Gianna si è rilassata lentamente prendendo di nuovo coscienza di chi le stava intorno. La zia Agata la baciava e carezzava e lei riprendendo i sensi l’ha abbracciata e baciata profondamente prima in bocca e poi le ha succhiato i capezzoli per ringraziarla del profondo piacere ricevuto.

Fatta scendere Gianna dal piano su cui era seduta, tenendola per mano incrociando le dita delle mani, sono andate nuovamente in camera da letto.

“Agata tu non vuoi venire?” ha chiesto Gianna.

“Sì ne ho voglia, ma vorrei stare con te a coccolarci un po’ prima di continuare”

Così si sono stese sul lettone abbracciate accarezzandosi e toccandosi vicendevolmente dicendosi parole d’amore.

Nel frattempo le mani non sono rimaste ferme ed hanno esplorato i loro corpi.

”Ho voglia di farmi vedere da te mentre mi sgrilletto” ha detto Irene “Ti piacerebbe?

“Cioè?” ha chiesto con aria ingenua Gianna.

“Mi piacerebbe che mi vedessi mentre mi faccio un ditalino. Il sapere che mi stai guardando mi eccita e potrò godere di più”

“Dai! Si, fallo! Ti voglio vedere, mamma”

Nello stesso tempo le mani di Irene la toccavano e si è accorta che era di nuovo eccitata, aveva la figa di nuovo colante.

Agata era lì vicino a loro ed aveva in mano un but plug di metallo con un bel diamante finto nell’impugnatura e rivolgendosi a Gianna le ha chiesto “Lo vuoi provare? Ora lo puoi sentire molto bene. Se indossi le scarpe a tacco alto, che ti tirano un po’ e ti fanno sentire un po’ più sexy, lo sentirai molto meglio e vedrai che delizia, Dai! Lasciatelo mettere. Aspetta un attimo che vedo se ho scarpe della tua misura”

Gianna pensava che la zia lo volesse infilare davanti, invece si è posizionata dietro. La ragazza era incuriosita di provare ad avere il but plug nel suo culettino e le due sorelle l’hanno accontentata.

Dalle amiche di scuola aveva sentito dire che si godeva molto.

“Ah, ecco! Sì, eccole qui, sembrano fatte per apposta! Il tacco è da dodici”

Agata ha assistito la nipote nell’indossare le scarpe a tacco alto e poi si è messa dietro di lei e l’ha fatta mettere in ginocchio con le natiche sollevate dando il bellissimo panorama del buchetto che era a sua disposizione. Ha appoggiato la punta del butt plug, ma dopo un po’ Agata a causa della difficoltà di inserzione, ha preso da uno dei comodini un lubrificante che usava e lo ha spalmato sul but plug ed anche sulla rosetta posteriore, ha poi appoggiato la punta del plug ed ha spinto; la zia voleva che lo sentisse entrare e che avvenisse l’allargamento.

“Lo sento entrare. Mi piace! Continua!”

La manovra è stata ovviamente lenta e l’oggetto è andato con facilità a rinfrescare la parte del culetto già calda.

Per non creare eventuali dolori alla piccola, Agata la ho mosso un po’ affinché si sistemasse nel retto e poi detti due colpetti per avvertirla che ormai era piena, le ha poi toccato il grilletto accarezzando le grandi labbra con una mano che è partiva da dietro passando per il perineo mentre la madre la baciava sulla schiena.

Poi Agata l’ha fatta camminare e Gianna scodinzolava agitando da destra a sinistra le natiche come una troietta in calore mentre la madre e zia la osservavano godendosi lo spettacolo.

Gianna ansimava a bocca aperta “È troppo bello!” ha esclamato “Mi sento piena. Uuhh! ahhh! Questo coso mi tiene larga e più stringo e più mi piace!”

Irene ha chiesto quali sensazioni nuove stesse provando e dopo la risposta, l’ha fatta mettere in piedi, cosa che la ragazzina ha fatto con lentezza pensando di avere dei dolori. Invece niente, anzi era tutto una goduria e le scarpe così alte favorivano la crescita del piacere.

Gianna era una fantastica ragazza che sembrava avere dei trampoli al posto delle gambe. La mamma la vedeva da dietro e la zia da davanti le torturava il grillettino. Il vederla con il culo pieno eccitava le donne che pensavano a qualcos’altro che le facesse venire.

Le chiesero camminare e Gianna la ha fatto immediatamente. Erano visibilissime le tettine ancora non completamente formate che sporgevano dal profilo del torace, le natiche erano ben esposte e formate, tutte le gambe erano ben tese a causa dei tacchi da 12 cm. Era diventata in poche ore una gran bella figa.

“Come ti senti?” le chiese la zia.

“Mi sento bene. Mi sento strana. Mi sembra di essere diventata una troia!” ha risposto sorridendo.

“Ricordati che non sei una puttana, ma sentirti troia è nella nostra natura di donne!”

La mamma si è avvicinata alla sorella “Chi avrebbe mai pensato che Gianna fosse così in calore ed avesse in te la sua amante lesbica!?” e felice sorridendo ha baciato la sorella scambiando le salive.

Guardando quella meraviglia di ragazza con i capelli lunghi raccolti a coda le hanno chiesto di rimanere in piedi e di guardarle.

Le due sorelle si sono stese sul letto e si sono sgrillettate davanti a lei che estasiata guardava come se fosse una novità.

Mentre si sgrillettavano, le due si chiedevano quanto si piacessero, quanto fossero belle e si scambiavano descrizioni di piacere e di quanto una facesse godere l’altra. Inoltre ansimavano e mugolavano.

Infine hanno sollevato le gambe per aria e con un urlo soffocato sono venute davanti agli occhi di Gianna. Qualche minuto dopo hanno aperto gli occhi e si sono baciate senza ritegno ed hanno anche visto che Gianna si guardava allo specchio.

La ragazza si aveva sciolto i capelli ed ora facevano da cornice ad un bel viso ovale con due begli occhi chiari, le tettine era meno voluminose di quello delle due sorelle mature e poi c’era il culetto che era non male per la sua giovane età.

Agata si è risvegliata dal torpore dell’orgasmo ed ha approfittato per toccare la nipote dappertutto; poi l’ha fatta stendere sul letto mantenendo le scarpe ai piedi.

Alle carezze Gianna ha ricambiato con i baci saffici, le loro lingue nuovamente si sono lascivamente incrociate e si sono messe a giocare come fossero due lesbichette alle prime armi. Irene le osservava compiaciuta e felice.

In breve tutte e tre si sono trovate sul letto abbracciate con le mani e le bocche fameliche ansiose di dare e ricevere piacere.

Irene ha messo ancora una volta una mano sulla figa della figlia e l’ha trovata nuovamente bagnata ed in quel momento ha pensato bene di infilare un dito, poi un altro ed un altro ancora nella fighetta della figlia Gianna sentendo il plug ben conficcato dietro.

Ora Gianna era un po’ diversa, era ….. più ….come dire … larga.

Ha accolto anche un quarto dito gemendo e muovendo il bacino verso la mano. La madre sentiva il but plug attraverso la membrana. Era eccitantissimo l’avere in mano una ragazzina con qualcosa dietro che la riempiva e che a lei piaceva.

Dopo averci giocato un po’ sentendo gridolini di piacere della giovanissima, lentamente Irene lo ha estratto tra gemiti di goduria di lei che lo aveva dentro.

Intanto Agata si era messa a cavallo del viso della nipote che istintivamente si era messa a leccare clito e figa raccogliendo i succhi abbondanti prodotti che con le mani le palpava le mammelle abbondanti. Mentre Irene giocava con il but plug tra le mani, zia Agata è esplosa con movimenti violenti strisciando sulle labbra delicate della fanciulla “Vengo Gianna, tesoro mio, vengo…sìììì…sììì!!” e lei che era sotto ha raccolto tutto ciò che di buono veniva da quel sesso ampio e molto usato. Sono rimaste sfinite sul letto ad ascoltare i loro respiri ed entrambe hanno avvertito un po’ di appetito.

Stavano per levarsi dal letto per andare in cucina quando Irene ha protestato “A me chi ci pensa? Anche io voglio venire come ha fatto Agata!”

La ragazzina, non sazia di tutto quello che aveva fatto e visto in quel pomeriggio, si è stesa nuovamente e

la madre le si è messa sopra aprendo le gambe cavalcandola sulla bocca.

Con la lingua Gianna è andata a succhiare il suo clitoride profumato dai succhi che già uscivano abbondanti dalla vagina.

Anche Agata da femmina sempre in calore stava facendo qualcosa: si era messa dentro il culetto il plug perché voleva che la sorella e la nipote la vedessero camminare e farle capire che avrebbe potuto provare le sensazioni che dà un but plug, inoltre ha detto anche che l’averlo avuto dentro non le avrebbe causato disagio.

Irene non ha impiegato molto a scaricarsi nella bocca della figlia. L’orgasmo è stato accompagnato dall’applauso di Agata.

“Zia ne hai un altro? Mi piacerebbe averlo dentro quando cammino”

“Certamente, tesoro!” ed aperto l’armadio ne ha preso un altro poco più grosso che la giovane ha subito infilato nel suo culetto arcuandosi per favorire l’introduzione.

Nell’andare in cucina al piano inferiore della casa, dove volevano mangiare qualcosa per recuperare energie, Gianna scodinzolava agitando da destra a sinistra le natiche come una troietta in calore.

Madre e zia la osservavano e si godevano lo spettacolo.

“Ora mi dovrei sedere. Come faccio con il but infilato?” ha chiesto.

“Siediti lentamente e vedrai che sarà bello” le ha risposto la madre in tono affettuoso accarezzandola in viso.

Agata dal frigo ha preso i cibi che aveva già preparato e dopo pochi minuti si sono sedute una a fianco all’altra. Durante la merenda si sono scambiate impressioni sul loro incontro d’amore e, per confermare il loro amore e piacere di essere lesbiche, si sono scambiate i bocconi con le labbra infilando la lingua nella bocca dell’altra per poter essere una sempre nell’altra.

Sulla tavola c’è anche dell’acqua e una bottiglia di spumante. Le donne erano euforiche ed acqua ne hanno bevuto poca mentre con lo spumante hanno accompagnato le pietanze come fosse una festa grande.

Tra un boccone e l’altro Agata si è rivolta alla nipote “Lo sai che quando mi porti al piacere più alto, io mi sento parte di te? Mi sento di amarti come se fossi la mia fidanzata. Ora non so esattamente se sia amore, ma fatto sta che non potrò più fare a meno di te”

“E da quand’è che non puoi farne a meno?” ha chiesto Gianna.

“Tua madre lo sa ma a te non ho mai detto niente. È dal giorno che per caso ti ho vista nuda all’uscita dal bagno di casa tua mentre io e tua madre lesbicavamo di nascosto. Qual giorno tu non eri ancora pronta per questa esperienza. Da allora per me sei un pensiero fisso. Non faccio altro che pensarti e ricordare come mi sarebbe piaciuto fare sesso a casa tua in quel momento. Queste parole non dovrei dirtele ma ormai mi sono arresa perché finalmente ti vedo pronta a fare sesso con noi e poi sto conoscendo una parte di me che mi dice che senza di te non ha nessuna soddisfazione”

Erano parole d’amore e Gianna ed Irene ammutolite l’hanno ascoltata con attenzione.

Agata era una donna più grande di Gianna tanto da poter essere sua figlia ed era lei che l’aveva sedotta ed iniziato la madre al sesso extra coniugale oltre che averle dato coscienza che il sesso non è una scopata al buio con il marito.

Ora Agata insieme alla sorella stavano facendo conoscere a Gianna il suo corpo e scoprire che si hanno sensazioni fantastiche se lo si stimola nei punti opportuni.

“Vedrai che ti farò godere ancora” ha detto sorridendo e già pregustando nuovi incontri.

“Non mi cercate! Io sono già distrutta e non mi so spiegare da dove viene fuori questa voglia di fare sesso alla mia età! Se stanotte devo scopare bisogna che oggi smetta se no faccio brutta figura e lui si accorge di qualcosa” ha esclamato Irene.

Gianna al termine del pasto ha voluto dare una riordinata alla cucina muovendosi con i tacchi altissimi ed il plug nel culetto. Era molto eccitante vederla riordinare con il corpo sempre nudo e con quelle scarpe a tacco alto che la slanciavano tantissimo dando l’idea che le sue gambe ancora non formate completamente fossero chilometriche che facevano sporgere il culetto più del solito e per di più ornato dal diamante del but plug sempre alloggiato dietro che non le dava fastidio.

“Che mi dici del but plug che hai dietro? Ti piace vero?”

“Sì! È veramente piacevole averlo dentro. Mi dà delle sensazioni così eccitanti! Chi lo ha inventato sapeva che stava realizzando un oggetto meraviglioso”

“Più tardi te lo toglierai e poi, se così si può dire, ti inculerò con qualcos’altro” ha aggiunto la zia che disponeva di un bel arsenale di giochi sessuali.

“Ci sto, zia! Mi piacerebbe avere dentro le palline vibranti. Una delle mie amiche compagna di scuola le ha provate e mi ha detto che le mette tutti i giorni e poi fa sesso a volte solitario e qualche volta anche con il suo boy che le viene nella figa”

“Sei sicura che lui sborri nella figa?” le ha chiesto la madre.

“Sì. Mi ha fatto vedere due foto sul cellulare con un qualcosa di bianco che colava dalla sua fighetta e lungo le cosce. Lei prende la pillola. Era la ragazza di Matteo, il mio compagno di scuola. Lui l’ha sverginata lo scorso anno quando eravamo in quarta. Ora lui sta con un’altra e lei ha due ragazzi. Non sa decidersi quale tenersi. Forse fa bene a farseli tutti e due”
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