treviso ... le 14 di un pomeriggio di maggio, avevo 12 anni, tutti i miei compagni avevano già terminato i compiti per casa, e io come al solito sempre l'ultimo... rimetto in ordine la cartella per la mattina successiva, vado nei bagni a lavarmi le mani per poi scendere a giocare nel grande cortile del collegio, ma mentre sono chinato nel lungo lavandino, sento dietro di me una voce che mi dice.. ciao, ancora qui? non vai giù con i tuoi compagni? era Oscar, un omone sui 65 anni, un uomo buono, che aveva le mansioni di giardiniere, piccole riparazioni e piccoli lavoretti, mentre mi asciugavo le mani, lui mi fa una carezza, dicendomi, sei davvero un bel ragazzino, lo guardai senza dire nulla, ancora non avevo capito le sue intenzioni, allora lui, vedendo il mio imbarazzo, disse.. hai paura di me?, io risposi no, perchè? mi prese per mano, e mi portò in uno stanzino semibuio, la luce entrava fioca da una finestra semicoperta da materassi e brandine, mi guarda dall'alto della sua altezza, con una mano mi accarezzava la testa, e con l'altra si slacciò la cintura dei pantaloni, abbassò la zip e si calò i pantaloni e le mutande, si prese in mano il cazzo, ancora un pò moscio, e mi disse, ti piace? aveva una cosa per me mostruosa, mi invita a toccarlo, ma io ero come paralizzato, lui mi prese la mano e se la portò sul membro, dicendomi di andare su e giù,era la mia prima masturbazione, mentre iniziavo a masturbarlo, vedevo che la pelle del membro lasciava scoprire la cappella grossa e rosa,() io non sapevo che il pene fosse fatto così, dato che io sono circonciso da piccolo, non per il fatto de essere ebreo, ma per in difetto sul prepuzio...) continuavo a masturbare quella trave, che ad ogni colpo della mia mano, si ingrossava e induriva, la cappella era uscita totalmente dalla pelle, era rosa e lucida, lui mi prese l'altra mano e le la portò sullo scroto, dicendomi di stringere dolcemente e rilasciare quelle due palle grosse e dure come sassi, il gioco andò avanti per alcuni minuti, fino a quando il suo respiro si fece affannoso, e mi sussurrò di aumentare la velocità, e di stringere più forte le sue palle, e poco dopo mi prese la mano che accarezzava le palle, me la fece aprire e la portò alla cappella, due pompate ancora, e la mia mano si riempi di un caldo liquido biancastro e appiccicoso, tre respiri profondi, si chinò su di me, baciandomi sulla bocca, prese la mia mano piena di sperma e iniziò a leccarla, fino all'ultima goccia... soddisfatto socchiuse la porta per vedere che non ci fosse nessuno, mi fece uscire salutandomi, non prima di avermi fatto giurare di non parlare con nessuno dell'accaduto.......
Visualizzazioni: 5 510
Aggiunto: 3 anni fa
Utente:
«Bello! Stessa esperienza con un compagno di scuola più grande. La conclusione però è che stata la mia prima inculata che ricordo ancora, e mi sego al ricordo.»
«In questo racconto rivivo le mie esperienze in collegio. 14 anni. Seghe quotidiane con i compagni. Tante punizioni se eravamo scoperti o se qualcuno faceva la spia. Una volta sono stato scoperto con un mio compagno in una soffitta, completamenti nudi, ci segavamo e leccavamo a vicenda. Il prefetto che ci aveva scoperti non ci ha puniti ma ha preteso da me e dal mio compagno una sega, obbligandoci a bere il suo sperma. Siamo stati contenti, perché di norma usava la cinghia sul culo nudo e ci faceva piangere. Poi sono successe altre cose, troppo lunghe da raccontare. Un'altra volta le racconterò.»