Davanti alla scuola c’è sempre il raduno dei genitori, soprattutto donne, che come me accompagnano i figli e poi si fermano a chiacchierare e qualche volta si va al bar per un cappuccino ed una pasta.
Vedevo un compagno di scuola di mio figlio che quasi tutte le mattine mi guardava insistentemente per poi entrare a scuola. Sul momento non ho fatto caso ma poi quello sguardo mi ha inizialmente incuriosito e mi è sembrato strano che mi guardasse. Nei giorni successivi ho notato l’insistenza e mi sono chiesta che cosa di me lo attraesse.
Da quel momento lui è diventata per me un’idea fissa come se fossi tornata ragazzina. Mi volevo mettere in mostra per lui e senza volerlo la mattina indossavo sempre qualche abito che mi mettesse in mostra.
Una mattina con una delle altre mamme con cui mi incontravo andammo a fare shopping e verso le 11 ci fermammo per fare colazione in un bar del centro sedute ad un tavolino. Sorseggiando un ottimo cappuccino ed anche una deliziosa fetta di torta chiesi alla mia amica “Sai, ho visto quel ragazzo della 5B, è così carino!”
Lei mi rispose “Si. E’ proprio carino ma non è in 5A ma solo in 3B. E’ ripetente anche se ha un’età maggiore a quella dei nostri figli. Lui è venuto da una scuola Sud Africana e lì è tutto diverso per cui ha dovuto frequentare le scuole superiori in Italia. Certo che è un bonazzo! Se non avessi questa età avrei fatto un pensierino!”
E’ così che iniziai a sapere della sua esistenza dialogando con la mia migliore amica.
L’amicizia per me è sempre stata un valore assoluto, che prevale su ogni tipo di sentimento. Non credevo nell’amore più nell’amore che in me era latente ma in mio marito era spento. Pensavo che fosse un valore così forte che fosse al di sopra di qualsiasi altro sentimento o legame, anche oltre l’amicizia; erano reminiscenze dei tempi giovanili quando ero teenager.
Era inverno e come accade in questa stagione andavo a letto presto ma non dormivo, preferivo leggere oppure navigare su internet e chattare. Di uscire mi andava poco; l’umidità ed il freddo non mi piacevano e cercavo sempre di trovare un locale chiuso dove ripararmi.
Una delle tante sere invernali mi ero messa a letto ed il pensiero di quel ragazzo che mi guardava ostentatamente mi era ritornato. Mi resi conto che mi piaceva e che mi intrigava. I miei capezzoli si erano induriti e con la mano sono andata a controllare nelle ‘parti basse’ che trovai umide.
Mi chiesi “Che mi piaccia quel ragazzo?”. La risposta fu positiva.
Non ero abituata a sgrillettarmi e sapevo resistere bene al richiamo del sesso che avveniva non spesso. Mio marito era dal punto di vista sessuale era assente da qualche anno. Lui diceva di non essere più in grado di avere erezioni ma forse ero io che non l’attiravo più; lo pensavo perché non mi cercava neanche per farmi un ditalino, ero così lontano dai suoi desideri sessuali che non si accorgeva di me nuda e disponibile.
Così decisi di connettermi su Facebook per passare il tempo.
Vidi una nuova notifica: era Alessandro, il ragazzo che piaceva alla mia amica.
Decisi di accettarlo tra gli amici. In quell’istante mi sono incantata a pensare che avrei potuto metterci una buona parola ed essendo lui on line iniziai a chattare così per conoscerlo con poco interesse. Ovviamente la mia amica non lo sapeva. La chat proseguì fin tardi. Mio marito vene a letto ma la luce spettrale del tablet non gli dava fastidio e si addormentò.
Ci scambiammo altri modi di tenerci in contatto tra cui Facebook.
Proseguimmo la chat fin a tarda notte quando Alessandro, questo era il suo nome, mi disse che gli piacevo e che la mia amica non era il suo tipo.
La sua dichiarazione mi sconcertò e gli dissi che tra noi non ci poteva essere storia perché ero sposata e poi perché non avrei mai potuto tradire la mia amica.
In quel momento feci un errore che riconobbi nei giorni seguenti.
Infatti nei giorni successivi ignorai Alessandro sia su MSN che sugli altri network, dove eravamo soliti incontrarci per chattare e tantomeno davanti alla scuola dove lui oltre guardarmi come al solito ora mi sorrideva.
Dopo quella notte passata con il tablet in mano mi sentivo presa da quel ragazzo e credevo di essermene innamorata. Mi piaceva e ogni mio pensiero era sempre rivolto a lui. Ogni mattina ero puntuale lì davanti alla scuola cercando le posizioni più adatte per vederlo. Indossavo ogni giorno abiti sempre diversi e colorati ed anche più sexy. Pensavo a lui ed alle sue mani, alla sua bocca, alle emozioni che mi avrebbe dato al contatto con la pelle e poi sognavo il suo sesso immaginandolo grosso, profumato e potente nella penetrazione. Me lo immaginavo dentro di me ed io che sbrodavo abbondantemente gridando per il piacere che mi dava godendo come una troia, una vera troia ed ero felice di essere così per lui solo per lui.
La mia amica, di cui non dico il nome, non era al corrente delle lunghe chat con Ale ed io non sapevo proprio come dirlo, non riuscivo a portare dentro di me a lungo questo segreto ed allora le parlai delle nostre conversazioni. Con lei non potevo parlare dell’intimità che si era creata fra di noi e quindi era evidente che nelle conversazioni con la mia amica ero piuttosto riservata ed esprimevo concetti che lasciavano intendere un atteggiamento diverso da quello che lui aveva nei miei confronti.
La mia amica mi suggerì fortemente di togliermelo dalla testa e di stargli più lontano possibile con vari argomenti che in altre situazioni mi avrebbero convinto. Stavolta non ci riuscì; ero presa dall’amore per Alessandro e non c’era motivazione che tenesse per convincermi a lasciarlo.
Mi dicevo che sarebbe stato facile lasciarlo e che potevo certamente riuscirci ma niente fu più falso.
Pochi giorni dopo notai che Alessandro non andava più a scuola, in rete non c’era modo di contattarlo e così dalla mia amica, che evidentemente era in contatto con lui nonostante tutto, venni a sapere che il padre di Ale era morto improvvisamente per infarto. Mi resi conto che ciò che provavo per lui non era solo dispiacere, avevo tanta voglia di abbracciarlo, di stargli vicino, di aiutarlo in qualche modo.
Dopo circa 5 giorni Alessandro tornò a scuola e ripresero così gli sguardi mentre sui social niente, non lo trovavo on line.
Un giorno andando a casa della mia amica, mi fermai al distributore di benzina per rifornire. E nel chiudere il tappo del serbatoio vidi che dietro di me c’era qualcun altro: era lui.
Aveva un volto tristissimo, bianchissimo e i suoi occhi erano gonfi e rossi dal pianto. Si vedeva chiaramente che qualcosa era morto in lui.
Ero emozionatissima perché era la prima volta che mi trovavo a tu per tu con colui di cui mi ero infatuata. Riuscì solo a dire un banalissimo “Ciao Ale!”. Lui mi guardò e poi abbassò la testa, accese il suo motorino e scappò via subito.
I pensieri si accavallavano e lui era per me un sogno di ragazzo. La mia amica chiedeva ma io non davo risposte. Rodevo dentro ma non lasciavo trasparire niente tantomeno in famiglia.
Il sesso si era risvegliato ma solo per farmi ditalini e grandi godute che mi lasciavano esausta a letto con le lenzuola pericolosamente bagnate. I ditalini e le sgrillettate erano per Alessandro e solo per lui. Le macchie sulle lenzuola erano chiare ma mio marito non le vedeva proprio anche perché veniva a letto quasi al buio.
Avevo ripreso a depilarmi anche d’inverno ed a curare la figa nelle ore di solitudine casalinga che concludevo con dei ditalini sontuosi che lasciavano squassata e distrutta. Nonostante la masturbazione la voglia di stare con lui non passava ed ero sempre in tiro immaginando di essere sempre pronta a fare sesso con Alessandro.
Mi stavo svegliando da un torpore sessuale di molti anni.
Le giornate senza vederlo stavano diventando un tormento e da Alessandro non avevo nessun riscontro se non i soliti sguardi e frasi sporadiche su FB.
Mi mancava Alessandro, mi mancava maledettamente anche se sapevo di andare contro qualsiasi morale a cui ero stata abituata e che avevo in me.
Per una sera ed una notte ho pensato di fargli un’imboscata.
Il giorno dopo lo vidi davanti alla scuola e lui aveva sempre lo stesso atteggiamento, allora mi avvicinai io.
Mi sembrava di meritare di più da lui, mi aspettavo maggiori attenzioni e ritenevo ingrato il suo comportamento, così gli dissi “Allora non devi dirmi nulla?”
“Grazie sei un’amica ma non ti aspettare niente”
Rimasi di stucco.
Già! Un’amica! Un’amica sarebbe rimasta a chattare con te tutta la notte? Un’amica sarebbe andata per te contro ogni suo valore morale? Un’amica avrebbe messo a repentaglio il suo matrimonio? Sarebbe andata contro una sua amica?
Mentre nella mia mente si accumulavano tutti questi pensieri, la mia amica si avvicinò e mi chiese che fine avessi fatto “Che ti è successo? Sei da giorni che arrivi qui e poi subito sparisci. Ti è successo qualcosa? Ti ho offeso e non mi sono accorta dello sgarbo fatto?”
Stupida come ero, le risposi che non mi ero sentita bene ed ogni giorno tornavo subito a casa. Le chiesi anche di scusarmi se non l’avevo potuta chiamare.
Lei capì subito dal mio viso lo stato d’animo e anche i miei sentimenti “Vabbè, se ti sei presa una bella cotta per Roberto potresti anche dirmelo! Saremmo uscite in quattro: io Alessandro, te e Roberto, no?”
Nella mia mente in un lampo detti una risposta che preferii non pronunciare “Ma sei fuori di testa? Chi è Roberto? Ale è mio! Non hai capito che sto lottando per averlo e la battaglia con te per portartelo via, tesoro, la vincerò”
A lei invece delle parole feci un sorriso.
Passarono settimane e Alessandro continuava con il suo atteggiamento e la mia amica capiva sempre meno del mio comportamento, dei miei sguardi e di ciò che avevo nel cuore.
Così una mattina come tutti i giorni ci ritrovammo ad osservare i ragazzi andare a scuola ed ebbi un tuffo al cuore: quel giorno c’era anche Alessandro che non andò a lezione. Non mi posi il problema del perché Alessandro non fosse andato a scuola e rivolta alla mia amica dissi “Ma che vuole? Perché non se ne va? Però com’è carino con quella tuta!”
Lui restò, ovviamente. Quel giorno il ragazzo era un po’ particolare, tra di noi c’era un intenso gioco di sguardi. Non so come Roberto convinse la mia amica ad andare al bar con lui. Mi sentii rincuorata. Alessandro mi prese sotto braccio e mi disse “Io e te abbiamo una questione in sospeso”
Ero incantata e mi lasciavo condurre da lui. Ci incamminammo verso un altro bar distante dalla scuola dicendoci solo cazzate senza alcun fine. Sapevo che fine avrei fatto e che mi avrebbe fatto fare ma per me era lo scopo che volevo raggiungere. Mi sentivo emozionata come una ragazzina al primo incontro.
Entrammo nel bar e andammo direttamente nella saletta che lui conosceva bene. Ordinammo una colazione per ognuno e poi mi chiese di sollevarmi dalla poltroncina. Si sollevò anche lui e mi attirò a sé con le sue braccia muscolose e lentamente mi baciò. Il mio corpo era tutto un fuoco, mi sentivo persa nelle sue braccia e allo stesso tempo protetta. So che era solo un semplice bacio ma per me era il bacio che aspettavo da tempo. Quando ci staccammo lo guardai negli occhi; non mi ero mai accorta che i suoi occhi erano verdi ed io che adoravo gli occhi verdi. Stavo per sciogliermi ma trovai la forza di dire “Ale non è giusto nei confronti Lei la mia amica”
Lui mi rispose “Cos’è giusto in questo mondo? Io voglio te non Lei!” e di nuovo mi dette un bacio ed io ebbi anche una raffica di emozioni lungo la schiena.
Ci staccammo appena in tempo, perché arrivarono Roberto e Lei, la mia amica
Il mio viso non so come fosse ma di sicuro la mia amica si era accorta che qualcosa era accaduto tra di noi.
Da quel bacio, io e Alessandro iniziammo a frequentarci di nascosto.
Non ha mai provato a scendere nel “privato”, mi ribadiva sempre che per lui bastava abbracciarmi, mi disse che mi odiava, perché non poteva avermi, perché sapeva che tra tante ragazze che lo corteggiavano solo io lo facevo stare bene.
Passavamo il tempo insieme nascosti nelle salette dei bar, nella pineta non lontano dalla città, in un altro bosco ancora più vicino al centro abitato che offriva alle coppiette riservatezza e tranquillità.
E’ stato proprio lì che ci siamo amati e che si è risvegliato il gusto di fare sesso con una sana scopata ed anche di più.
La mia auto era diventata la nostra alcova d’amore reclinando completamente le spalliere dei sedili diventava una piccola camera da letto.
Ci siamo sfregati corpi tante volte senza mai farmi scoprire se non le tette.
Lui voleva stare sempre su di me. Mi diceva che ero la sua femmina preferita e che ero l’alternativa alle ragazzine compagne di scuola che erano sempre pronte a dargli la fighetta anche in aula durante le lezioni.
Una sera gli ho fatto da maestra e mi sono mostrata in quella che ritenevo fosse l’intimità. In auto all’imbrunire mi sono sollevata la gonna e gli ho fatto vedere la mia figa ben depilata e liscia. L’avevo profumata per lui e volevo che mi vedesse. Mi venne istintivo passare le dita nella fessura le grandi labbra andando anche più in fondo sulle piccole. Alessandro era incantato ea aveva estratto dai pantaloni il suo sesso agitandolo e segandosi lentamente davanti a me. Io per ricambiare mi sono sgrillettata ed infine ho messo dentro di me due dita facendomi un magnifico ditalino. Le secrezioni vaginali profumate dagli ormoni avevano invaso l’abitacolo e lui li aveva respirati con piacere.
Ci siamo masturbati uno di fronte all’altro ed io per la prima volta ho assaggiato il suo sperma e lui la mia sbroda.
E’ stato magnifico e molto erotico.
L’indomani la voglia di quel ragazzo non mi era passata ed allora di pomeriggio l’ho portato a casa. Sapevo che sarei rimasta sola fin tardi ed ho azzardato. A fatti accaduti debbo dire che ho fatto bene e ne sono rimasta soddisfatta.
Appena entrato ci siamo baciati e l’ho condotto in camera da letto dove per anni avrei voluto essere scopata da mio marito.
Ma ora c’era lui, così mi sono lasciata andare e mi sono distesa sotto di lui.
“Eccoci qua, finalmente, mi sembra un sogno. Lo sai che questa sera sei particolarmente bello?”
“Anzi direi più piacevole del solito?” ribadisce Alessandro dando a quelle parole un senso erotico ed allo stesso tempo sorridendole molto gratificato.
Sorridemmo a fior di labbra nel momento in cui lo ringraziai garbatamente.
Ci siamo poi guardati in volto in silenzio e senz’interruzione aspettando che uno dei due facesse la prima mossa. Alla fine sono stata io da persona più esperta a cedere.
Avevo preparato due calici su un tavolino e dopo averli riempiti di spumante ne bevemmo il contenuto. Appoggiammo i due calici sul tavolino e mi avvicino per baciarlo. In quel momento mi fermo vicino alle sue labbra per studiarne l’espressione del volto.
Ne è seguito l’errore più dolce, più amabile e seducente della mia esistenza perché Alessandro a quel punto mi bacia ed incrociamo le lingue come fossimo affamati una dell’altro.
E’ il mio primo bacio da adultera eppure è così disinvolto, naturale e profondo nonostante ci siamo già baciati da diverso tempo.
L’eccitazione e l’impulso non hanno più briglie ed irrompono nei nostri corpi.
Mi siedo su di lui togliendogli di dosso la maglietta frettolosamente e proseguiamo senza che le nostre labbra si stacchino neanche per un istante.
Ci svestiamo a vicenda e ognuno guarda con ammirazione il corpo dell’altro cercandosi ed esplorandosi con le labbra e con le mani.
Sono io a gemere di piacere mentre lui mi accarezza abilmente come fosse esperto e pratico di sesso.
Mi guarda per osservare il mio bel viso percorso per cogliere ogni singola espressione di piacere che si manifesta quando appoggia il glande sulle mie grandi labbra. Il clito è sensibilissimo e sto per venire ma riesco a controllarmi.
Mi inginocchio per contraccambiare con le mie labbra il piacere che lui le ha appena dato.
Lo prendo in bocca passando la lingua lungo tutta la lunghezza e poi succhio il glande così come fosse un gelato
Ora lo voglio vedere godere e per farlo mi accingo ad un pompino perfetto come mai mi era capitato di fare. Non so da dove io abbia tirato fuori l’esperienza per realizzarlo.
Poi smetto di torturarlo con la bocca e Alessandro si rialza.
Mi guarda le curve generose ed ineguagliabili nelle ragazzine. Mi afferra per la vita facendomi sedere su di sé per penetrarmi con un colpo deciso ed allo stesso tempo delicato che mi fa emettere un interminabile gemito.
Io sono in calore e mi sento un fuoco.
L’unione dei nostri corpi come sempre ci lascia meravigliati. Sembriamo dei pezzi di mosaico che hanno trovato la loro posizione ed incastrano perfettamente uno nell’altro.
Io mi muovo abilmente sfruttando la mia esperienza di femmina ammogliata e lo faccio impazzire di piacere, lui lascia che sia io a tenere il ritmo. Poi Alessandro si sdraia su di me ed abbraccio la sua schiena con le mie gambe stringendola. I colpi del ragazzo sono appassionati, calorosi e profondi e sempre più decisi. Arriviamo velocemente entrambe ad un orgasmo esplosivo e squassante. Alla fine ci baciamo e iniziamo a sorridere come due spensierati ragazzini.
“Hai visto? Non è stato poi così terribile! Tu sei bello e forte” dico dandogli corda e sollecitandolo con le unghie passate delicatamente sul suo petto titillandogli i capezzoli ed i fianchi.
Lui mi resiste e tenta di ironizzare. Sorride sentendosi definire in questa maniera, poi ribatte “Già! mia cara. E’ stato davvero meraviglioso, mi hai fatto veramente impazzire . Sei un vero portento ed anche un vero spettacolo”
Ci baciamo ancora sedendoci sul letto nudi per abbracciarci mentre non sazi ci guardiamo ancora una volta a vicenda sorridendo in silenzio.
Io sono così felice che ancora non credo sia potuto succedere. Pure Alessandro è stordito, strabiliato e stupito do sé stesso.
Lui ha cercato di mantenersi e di resistermi, però forse la mia bellezza e la mia dolcezza l’hanno conquistato ed infine ha ceduto montandomi da maschio giovane.
Poiché è la sera della trasgressione non perdo tempo e lo accarezzo soprattutto indugiando su quel meraviglioso sesso.
Non tardiamo ad essere assaliti da un’altra energica e selvaggia ondata di desiderio e consumiamo le ultime energie stando l’uno dentro l’altra, come se i momenti bollenti e infuocati precedenti non ci fossero stati.
Il sesso fra noi è semplicemente incredibile, sbalorditivo e sorprendente.
Passiamo tutta la sera a farlo, carichi all’inverosimile da tanta energia immagazzinata nel corpo in tutti gli anni di astinenza e scatenata nella mente dal desiderio di essere uno nell’altra, concedendoci pienamente senza badare né rimuginare né scervellarsi delle conseguenze annullando l’idea di che cosa potrà accadere il giorno dopo quando i nostri sguardi s’incroceranno.
Ma di sicuro una cosa è certa: al cuore non si comanda.
Passarono mesi e io e Alessandro stavamo insieme ma sempre di nascosto, sempre mai farci scoprire.
Tradivo la mia migliore amica, ma ero maledettamente felice, adultera e maledettamente innamorata!
Poi Alessandro dovette stare lontano per circa un mese; ma cos’era per noi un mese se ci eravamo aspettati per tanto tempo?
Prima di partire decidemmo di stare insieme tutta la giornata e al termine quando ormai era scuro ci salutammo con un bacio che ne valeva cento sapendo pensando che quello sarebbe stato l’ultimo.
Tornai a casa, passò un giorno, due giorni, tre. Ale non mi chiamava. Non sapevo che fare con chi parlare perché la mia amica mi avrebbe ucciso se le avessi detto del nostro rapporto.
Così andai a far lavare l’auto. Nello svuotare anche i cassetti notai un foglio piegato, lo aprii e lessi delle sue parole con la curiosità di una bambina.
Mi guardai intorno per paura di essere scoperta. Avrei preferito tenerla chiusa ma la curiosità e la morbosità vinsero.
La lettera iniziava così “Stellina mia, tesoro mio”.
A lui piaceva chiamarmi così, perché quando guardavamo insieme le stelle, lui diceva che io, tra tutte quelle che vedevamo, ero la più bella. So che è esagerato ma lui era fatto così; era così, dolce e bastardo allo stesso tempo. Comunque in quella lettera erano elencati i nostri momenti più belli ed anche i più brutti che avevano solo rafforzato il nostro rapporto. Si era ricordato anche di tutte le volte che stavamo per essere scoperti.
Ma ciò che temevo era scritto alla fine.
Mi scrisse che non avrebbe mai potuto darmi una storia normale e che tra noi non poteva andare avanti così con la paura di essere scoperti. Scrisse che lui non era all’altezza per me, che non potevo salvarlo sempre, che sapeva che la storia di stare insieme di nascosto mi faceva star male, che tradire la mia amica per me era imperdonabile e che non voleva vedere neanche una lacrima sul mio viso
Beh! Ho pianto su quella lettera e ci piango ancora.
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Aggiunto: 3 anni fa
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Etero
«Bella storia. Lacrime»
«Bellissimo racconto e mi spiace tantissimo per la fine, fatti coraggio, noi siamo qui quando vuoi scrivere qualcosa»