Sebbene un po’ indecisa sbloccai la porta e lei si sedete nel sedile a fianco a me.
Aveva un tono di voce strano che mi affascinava; era femminile ed allo stesso tempo maschile. L’aspetto era di una bella donna giovane di non più di trenta anni, alta, pelle abbronzata, con le tette almeno 4 misura, bigiotteria di buona fattura, capelli lunghi e vestito elegante con le gambe coperte da a rete. Mi ha convinto ad aprire la porta dell’auto il suo portamento deciso, il suo trucco molto ben fatto ma non troppo appariscente. Quella sera indossava una minigonna mozzafiato e delle calze a rete nere, con sopra una magliettina grigia molto scollata che mostrava le sue tette. Mani lunghe affusolate, ben curate e smalto di colore bianco translucido. Parlava bene e capiva benissimo l’italiano vivendo nel nostro paese da tanto tempo. Mi ha detto che aveva fatto qui tutto il percorso di transizione da maschio a femmina.
Si è presentata come Janine e mi disse che era brasiliana di Fortaleza. Mi ha sorpreso quando mi ha detto di essere una trans; non avevo mai avuto occasione di vederne una da così vicino e parlarci. L’impressione è stata ottima. Aveva un modo di dialogare spigliato e non era certo una che nascondeva il suo cambio di sesso e dopo una chiacchierata non breve precisò che non era si era operata ai genitali mantenendo quindi il suo sesso come un bel ‘ciondolino’, così lei lo chiamava.
Una volta affrontato senza remore il sesso, con ovvia mia curiosità, che cresceva sempre più sentendo le sue parole, la discussione è andata sulle preferenze sessuali e sulle metodologie per soddisfare sé stessi e gli altri. Tra altre cose mi ha detto che lei frequentava anche coppie e giocava sia con le donne che con gli uomini e spesso, a volte, passava con loro tutta la notte guadagnando bene dei soldini.
Le parole di Janine fecero scattare in me l’idea che questo poteva essere il giusto regalo per Fabiola, una mia amica che cercava delle avventure ‘diverse’.
Portai la conversazione su quanto mi sarebbe costata una serata e cosa sarebbe stata in grado di fare e di farsi fare.
Lei ha replicato e confermato che non aveva difficoltà ad affrontare coppie etero sessuali essendo abituata ad usare il suo ‘ciondolino’ sia con maschi che con femmine e ricevere cazzi dagli uomini e dildo dalle donne.
La mia curiosità era salita di molto avendo scoperto qualcosa di nuovo e di affascinante di cui volevo saperne di più, pertanto le ho chiesto di scendere nei particolari per capire se ciò che stavo pensando fosse il regalo più appropriato per Fabiola.
Il traffico era intenso a causa della pioggia e si viaggiava a bassissima velocità. Per arrivare a casa sua ho impiegato tanto tempo ed io non me ne sono resa conto se non guardando l’orologio. Arrivate alla porta di casa di Janine mi ha chiesto di spegnere il motore per continuare a parlare e potermi così raccontare nei particolari anche alcuni accoppiamenti che aveva avuto ed anche particolari, sia di uomini che di donne, con cui si era accoppiata.
“Vuoi lasciare l’auto qui e salire da me? Ti offro un liquore tipico brasiliano che ci scalderà da questo freddo. Dai, così ti dirò altri dettagli!”
“Perché no!” risposi non immaginandomi l’invito. Mi ero intestardita, ho parcheggiato la macchina, ho telefonato a casa avvertendo che sarei rientrata tardi ed ho seguito Janine lungo il vialetto verso la sua abitazione.
Era un appartamento indipendente, piccolino, ma ben messo. Janine ha acceso la luce che all’ingresso era di colore azzurro, mi ha mostrato quel mini appartamento composto da un bagno, una sala con al centro un letto poco più ampio di due piazze, alle pareti poster di paesaggi marini e foto di ragazze in costumi tipici del suo paese.
Ero impacciata e Janine se ne è accorta. Per togliermi da quello stato mi ha invitato ad accomodarmi sul bordo del letto e di togliermi il soprabito “Non ti mangio mica! Non aver paura. Aspetta un momento, devo andare in bagno. Gradisci qualcosa da bere?”
Mi sono guardata intorno come smarrita osservando le pareti e quel letto che sicuramente fino a non molte ore prima deve essere stato campo di battaglie amorose.
Janine mi ha riportato alla realtà con due bicchieri contenenti qualcosa che assomigliava molto alla Tequila.
Ho continuato ad osservare che la casa, se pur piccolina, era molto ordinata e pulita.
Janine si avvicinò e mi ha detto “Allora, gioia, cosa altro vuoi sapere nei dettagli?”
A quel punto con un po’ di imbarazzo le ho detto che volevo fare un regalo di compleanno alla mia amica Fabiola, una bella donna bisex, e mi sembrava un modo carino per regalarle una serata speciale e diversa.
Janine allora mi ha chiesto se all’incontro sarebbero state da sole, io e la mia amica, oppure se ci sarebbero state altre persone “Dovrei esserci anche io e Corrado un nostro amico comune”. Ho rimarcato che Janine sarebbe stata il regalo per Fabiola; io e Corrado saremmo stati solo spettatori o aiutanti ma non avremmo partecipato ai loro giochi.
Janine mi ha guardato a lungo negli occhi e mi ha chiesto se avessi mai partecipato ad incontri di questo tipo, dicendomi che inevitabilmente sarebbe andata a finire in una ammucchiata generale e che quindi i presenti avrebbero dovuto partecipare senza alcun pudore.
Molto spesso i fine settimana li passavo con Fabiola e Corrado ed essendo lei bisex si accoppiava sia con me che con lui quindi sapevo come andavano le cose in questi incontri. Ma volli mentire facendo la finta ingenua “Forse hai ragione Janine, scusami. Io non ho molta esperienza”
Janine mi ha descritto come si sarebbe presentata a casa di Fabiola. Avrei dovuto presentare Janine come una mia amica, poi ballando avrebbe stretto bene Fabiola a sé, baciandola in bocca e portandola su un divano o su un letto, l’avrebbe leccata su tutto il corpo facendole credere di essere una femmina, l’avrebbe eccitata per poi far comparire il ciondolo dagli slip. Sicuramente a quel punto Fabiola non si sarebbe tirata indietro facendosi infilare sia nella figa che nel culo.
Janine mi ha chiarito che sarebbe stato difficile che lei avesse goduto durante il lavoro.
“Bene!” le ho detto ”Cosi riesci a durare più a lungo e a dare tanto godimento. Sai bene quanto non ci piace che il nostro maschio quando ci monta, dopo la sborrata, abbia il cazzo floscio e finisca lì di scoparci”
“Dipende!” ha detto Janine “È tutta una questione di testa; tutto dipende dalla mente. Io mi impongo di non godere. Però devo confessarti che rientrata casa dopo una notte a scopare con maschi e femmine mi masturbo a lungo godendo da sola e, per togliermi i desideri che mi vengono, uso qualche oggettino appropriato per godere come mi piace di più. Spero che questi tu li conosca!” mi ha detto ammiccando con gli occhi e sollevandosi da un cassetto ha tirato fuori un vibratore scuro nero, grosso e lungo con una forma curva.
“Questo è il mio personale e chiaramente lo uso solo su di me quando mi viene voglia. Vedi Flavia preferirei qualcosa come il mio” e così dicendo mi mostrò, estraendolo dai suoi slip neri, un ciondolino. Lei lo chiamava così ed era un cazzo di dimensioni doppie di quelli che avevo visto fino a quel momento. Era floscio ma era già lungo almeno venticinque centimetri e per di più grosso. Lo osservai a bocca aperta come imbambolata esclamando non avevo mai visto nulla di simile.
Janine si è avvicinata ancora di più e il suo cazzo me lo sono trovato all’altezza della bocca “Che ne dici? Ti piace o pensi che non sia sufficiente per la tua amichetta Fabiola? Il regalo va visto prima di essere donato!”
Ero paralizzata ma sono riuscita a sollevare gli occhi per guardarla in volto e lei mi accolto con un sorriso a 32 denti mentre si massaggiava quel gran cazzo che aveva tra le mani e che prendeva forma eretta.
Era magnifico, ero affascinata e stordita, non ero più io ma quella che diventava una troietta durante gli incontri con Corrado e Fabiola.
Le mie mani come richiamate da un senso misterioso sono andate ad accarezzarlo esplorando con delicatezza la superficie per memorizzare le sue asperità e la sua curva. Anche le mie labbra sono state richiamate da qualcosa che non saprei definire e mi sono ritrovata a ciucciare quel cazzo come una forsennata anche se in bocca ne entrava solo la punta di un colore rosso scuro. Era turgido, non era un cazzo normale, era un qualcosa fuori da ogni immaginabile dimensione.
Quel cazzo era liscio, la pelle delicatissima e vellutata, era depilato e non c’era traccia di peli.
Mi sentivo una gran troia e mi piaceva dimostrare a me stessa quanto in fondo lo fossi cercando in tutti i modi di prenderne più possibile fino quasi a soffocarmi. Era veramente enorme, mi incantava e mi sentivo drogata dalle dimensioni e turgidezza.
Ho spostato il suo slip ed ho iniziato a leccare la sacca delle palle anch’essa completamente depilata.
L’ho guardata dal basso verso l’alto e lei mi è apparsa ancora più grande di quanto non fosse già di suo.
Janine non faceva una piega seguendo in sincronia i miei movimenti che facevo con la bocca e la lingua, intanto in un attimo si è levata completamente di quei pochi indumenti superiori che indossava mettendo in mostra un seno da capogiro ben turgido con due capezzoli duri da far invidia a molti e rotondità unica desiderata da me e da tante donne.
Da bisex quale ero, mi sono tuffata sopra quelle tette mentre Janine mi ha spogliato denudandomi, mi ha infilato due dita nella figa più bagnata del mio solito, mi ha fatto voltare e mi ha preso da dietro mettendomi nella figa quel bel cazzo che, a causa delle dimensioni, aveva difficoltà ad entrare tant’era grosso duro e lungo. Non ero abituata a cazzi di quelle dimensioni e non ero ancora aperta così tanto nella figa da potermi permettere calibri di quel genere.
Janine mi ha aperto fino all’inverosimile.
Mentre mi entrava via via sempre più a fondo, l’ho sentita fermarsi soltanto quando le sue palle hanno battuto sulle natiche; solo allora Janine ha iniziato a chiavarmi come dovrebbe fare un maschio con la M maiuscola dandomi dei colpi che a stento riuscivo a gestire. Mi sono sentita piena di cazzo come non mai e come ho sempre sognato durante le sgrillettate o negli incontri con Corrado e Fabiola. Janine mi è scivolata dentro riempiendomi fino all’utero allargandomi la figa inverosimilmente.
Dopo aver ansimato e dopo aver goduto come una forsennata, l’ho supplicata di godere dentro di me ma lei si è sfilata dalla mia vagina che è rimasta felicemente completamente spalancata e mi ha detto “Amore sei tu che devi godere non certo io!”
Mi sono allora sollevai e le ho dato un bacio. È stato il mio primo bacio ad un trans, è stato dolcissimo e delicatissimo, le nostre lingue si sono incrociate come in un bacio lesbico. Fabiola mi aveva baciata tante volte e mi aveva incitato a baciare delle donne ed io presa da curiosità lo avevo fatto più di una volta durante i miei rapporti lesbici occasionali, ma con Janine è stato tutt’altra cosa.
Mi sono messa di impegno e mi sono chinata su quel magnifico cazzo che mi stava dando un piacere unico e raro spalancando la bocca fino a slogarmi le mascelle per succhiare nella speranza che Janine mi riempisse la bocca di sborra calda, invece niente da fare!
Avevo la bocca dolente ma non riuscivo assolutamente a farla venire quando Janine ha sfilato il suo cazzo dalle mie labbra e per me è stato un vero sollievo.
Lei mi ha accarezzato a lungo le tette baciandomi con le labbra calde e morbide di vera femmina, mi ha rigirato ancora una volta dedicando le sue attenzioni al mio culetto che mi ha leccato stupendamente e delicatamente, mi ha aperto le natiche spalmando del gel e poi ha infilato due dita dentro. Lo sapeva fare benissimo ed ho superato così i primi istanti di paura per paura delle fitte di dolore.
Lei è riuscita a trasformare quella penetrazione in un qualcosa che mi ha portato a mugolare a voce alta ed aumentare il livello della mia libidine arrivando a farmi venire e godere moltissimo. Quando si è messa dietro di me mettendomi carponi sul letto, mi ha infilato delicatamente con il suo cazzo gigantesco senza mai forzare quel ben di dio nel mio culetto che lo ha ricevuto con molto piacere avendomi ben preparata alla inculata come potrebbe fare solo chi lo fa per mestiere.
Ho sentito lo sfintere aprirsi come mai era stato fatto e lei ha atteso i miei movimenti. È stato tutto così piacevole e bello che l’ho sentito entrare dentro e muoversi piano piano; lo sfintere si era aperto come mai avrei immaginato e forse sarebbe entrata anche una mano.
Lei ha aspettato che mi muovessi per far scivolare il suo cazzo fino in fondo nel mio intestino. Non so quanto tempo è stato necessario perché mi sono mossa lentamente per non crearmi dolori ma me lo sono goduto fin quando ho sentito le sue palle toccare le mie natiche. Il solo pensiero di essere piena e chiavata in culo da quel bellissimo e grosso cazzo mi faceva impazzire di godimento.
L’ho sentita sfilarsi dal mio culo che è rimasto aperto per un attimo e poi infilarsi di nuovo aprendo e chiudendo lo sfintere; ciò mi ha provocato sensazioni mai avvertite sempre nuove e splendide. Dalla figa sono colati umori in quantità incredibili che scendevano sulle mie cosce e che mai avrei immaginato. Avevo sentito parlare di cose simili e non pensavo che potessi essere io ad avere colate così abbondanti.
Ero nel pieno della goduria ed ho perso la cognizione di tutto tanto era il piacere provato. Ho sentito quel cazzo sfilarsi di nuovo e definitivamente per andare a riempire la figa fino in fondo in un colpo solo e non mi sono preoccupata che fosse sporco perché molta è stata la voglia di volerlo dentro di me; per me era importante averlo dentro. Mi sono sentita piena ed allargata ed ho sentito che premeva sulla bocca dell’utero come volesse sfondarmi. Mi ha dato due o tre colpi, si sé filata di nuovo e mi ha rimesso la sua meraviglia nel culo andando avanti cosi non so per quanto tempo.
Non avevo mai goduto così bene e così a fondo chiavata in tutti e due i canali.
Riprendendo un po’ di coscienza ho ripensato a Janine ed il mio cruccio a non essere riuscita farla godere.
Non ho tenuto il conto di quante volta abbia goduto ma so che mi sono trovata veramente stanca.
Mi sono seduta sul letto mentre Janine, tenendosi quel incantevole membro tra le mani ancora più duro e grosso di prima che affascinava ancora, mi ha preso la testa tra le mani sussurrandomi in un orecchio ”Ti è piaciuto? Vuoi che continui?”
Ho risposto che era stata meravigliosa, strepitosa, che mi aveva fatto godere infinite volte e che di godere così non sempre mi riusciva. Le ho detto anche che ero dispiaciuta perché avrei voluto che anche lei avesse goduto e l’ho pregata di venire e sborrarmi dove lei desiderasse, anche nella figa, almeno una volta.
Senza dire una parola allora mi ha messo il cazzo nuovamente in bocca e mentre si segava, io l’ho succhiato.
La sega che si ha fatto ha portato nuovamente alle massime dimensioni il suo cazzo fino a che l’ho vista inarcarsi e un minuto dopo un getto di sborra calda mi ha riempito la bocca; era un fiume di ottima sborra.
Mi ha chiesto di rigirarmi affinché riprendesse possesso del mio culetto per incularmi a dovere senza riguardo né delicatezza.
La penetrazione non mi è doluta e sono stata felice di essere riempita una seconda volta di sborra anche lì.
Estratto il cazzo ancora gocciolante le ho detto girandomi e baciandola sul cazzo “Chi la dura la vince!”
Siamo rimaste stese sul letto a guardarci ed a parlare scambiandoci pareri sul piacere avuto e su altre cose da femmine.
Dando uno sguardo all’orologio mi sono accorta che era tardi e l‘indomani mi aspettava una giornata di lavoro intensa. Mi sono rivestita senza neanche lavarmi perché volevo tenermi il suo profumo sulla pelle; ho indossato le mutandine, il reggiseno la gonna, il maglione e sono scappata via di corsa, dandoci un ultimo bacio, poiché era quasi notte fonda.
È passato qualche giorno e da quella notte ho avvertito sempre più il desiderio di Janine, del suo enorme cazzo che mi aveva riempita dappertutto. La voglia è arrivata al punto che una mattina, al lavoro, mi sono rifugiata in bagno e mi sono sgrillettata per la prima volta in ufficio.
La sera ho fatto la stessa strada nella speranza di incontrare Janine dove ci eravamo incontrate la prima volta ma non sono stata fortunata. Ho anche cercato di ritrovare l’abitazione ma non ricordavo bene la strada e quindi non ci sono riuscita. Ho provato a chiamarla al telefono ma l’ho trovato spento ed ho pensato che fosse al lavoro da qualche ‘cliente’. Così nel ripercorrere un’ultima volta quella strada l’ho vista scendere da un’auto avviandosi a casa, l’ho seguita, ho atteso che rientrasse, ho aspettato un paio di minuti ed ho suonato il campanello.
Janine mi ha aperto la porta con un gran sorriso ricardandosi di me “Come stai ?” mi ha chiesto con il suo inconfondibile accento “Vieni accomodati!”
Il nostro colloquio è stato breve perché quella sera Janine aveva un impegno a casa di amiche trans tutte brasiliane come lei per una festa di compleanno. Mi ha baciato e sono andata tristemente via; avevo voglia di essere scopata.
Mi aspettavo di passare una serata come quella dei giorni addietro ed invece tristemente avvolta nel mio cappottino rosso mi sono incamminata verso la mia automobile.
Non avevo voglia di fare qualcosa con Fabiola e Corrado e, dopo aver conosciuto Janine e il suo ciondolino, non riuscivo ad avere voglia di altro.
La notte ho rivisto nella mia mente la scena iniziale dell’incontro quando per la prima volta ho visto quel cazzo già grande ma ancora floscio tra mani di Janine e mentre prendeva corpo, il solo ricordo mi ha fatto bagnare le mutandine senza nemmeno sfiorarmi.
Il ciclo mestruale è arrivato a proposito per tranquillizzarmi ed a sbollentare le mie voglie.
Mancavano pochi giorni alla festa di compleanno di Fabiola ed ancora non avevo preso accordi con Janine.
Sognavo già di essere aperta e godermi qual ciondolino tutto speciale davanti ai miei due amici. In realtà volevo ricambiare e non volevo fare brutta figura; infatti Fabiola per il mio compleanno mi aveva regalato un braccialino in oro bianco bellissimo ed un bigliettino romanticissimo, io mi era ripromessa di ricambiare in modo degno anche se le mie possibilità erano limitate rispetto alle sue.
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Aggiunto: 3 anni fa
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