Venerdì scorso sono andata a fare shopping in centro con la mia migliore amica Marianna. Con noi è venuta anche Lauretta una sua amica conosciuta da poco al primo anno dell’università. Con questa nuova ragazza abbiamo instaurato subito un ottimo rapporto e con grande gioia abbiamo fatto acquisti in gran quantità in negozi e negozietti di quegli oggetti che solo le giovani ragazze apprezzano.
Arrivata la sera decidiamo di passare una tranquilla serata fra ragazze a casa di Marianna, anche per sfruttare le grandi doti culinarie della madre di lei che aveva preparato la cena. I genitori di Marianna ci hanno lasciate sole e sono andati a loro volta ad una cena con amici.
Dopo la nostra cena a base di pesce siamo andate in camera di Marianna per poter chiacchierare indisturbate; la conversazione procedeva tranquilla su gli argomenti più vari, fino a quando Lauretta decise di raccontarci un’esperienza che si è rivelata abbastanza intensa. Lei è una bella ragazza con i capelli castani, abbastanza alta e con un fisico atletico, eredità dello sport praticato fino a poco tempo prima.
E questo è il suo racconto:
Avevo appena finito il liceo e finalmente avrei fatto il viaggio premio per il superamento dell’esame di maturità che aspettavo ormai da tempo. Mi ero organizzata con le due mie più care compagne di classe e, senza badare a spese, avevamo scelto un bell’albergo a 4 stelle.
Il programma era semplice: mattina a mare, pranzo in spiaggia, tardo pomeriggio in giro per la città e shopping, un po’ di riposo, nottata in discoteca e finalmente verso le 5 in albergo a dormire.
Una notte tornando dalla discoteca e dirigendoci verso gli ascensori vedemmo la porta della piscina coperta ancora aperta nonostante l’orario; ovviamente guardammo incuriosite. La piscina era completamente al buio tranne per le luci sui bordi della vasca; questo creava una strana atmosfera nella sala debolmente illuminata e bastò sfiorare l’acqua con un dito per far si che decine di linee di luce si rincorressero sulle pareti.
La tentazione di fare un bagno in quell’acqua circondate da quella magica ed intrigante atmosfera, completamente sole, in quel momento così particolare della loro vita era veramente forte.
Io ero sicuramente la più estroversa delle amiche e proposi subito di toglierci i vestiti e lanciarci nude in acqua.
Chiara invece, la più timida, diceva che se proprio dovevano farlo bisognava almeno andarsi a mettere i costumi per rendere meno imbarazzante un eventuale visita.
Questa idea fu sposata anche da Giulia ed allora, quasi correndo tornammo in camera a cambiarci.
Una volta indossati i costumi siamo ritornate silenziosamente in piscina temendo che qualcuno del personale avesse notato la porta aperta della sala e avesse chiuso la porta a chiave.
Raggiunto la piscina abbiamo visto con gioia che nulla era cambiato e liberateci degli accappatoi abbiamo iniziato una lenta discesa in acqua.
Per scendere in acqua si usava una scalinata in pietra che occupava un intero lato della vasca; gli scalini portavano gradualmente prima a raggiungere l’acqua poi ad immergersi totalmente. Io sono scesa per prima.
Non vi ho parlato delle mie amiche.
Giulia era forse la più bella delle tre, alta quasi 1.80 capelli nerissimi fino alle spalle, occhi verdi accesi e un fisico invidiabile.
Chiara non possedeva l’altezza delle due amiche anzi rimpiangeva spesso qualche centimetro, ma la natura l’aveva ricompensata con delle tette smisurate rispetto al suo corpo minuto che insieme ai lunghi capelli biondi e gli occhi azzurri, rappresentavano la sua migliore arma di conquista.
Iniziammo felicemente a sguazzare nell’acqua facendo attenzione a non fare troppo rumore ma bene presto la prudenza svanì e iniziammo a giocare ad inseguirci con l’obbiettivo di taglierci reciprocamente il reggiseno tra le risate generali.
Questa battaglia terminò quando tutte e tre rimasero a petto nudo e i reggiseni galleggiavano sul pelo dell’acqua.
Dopo un po’ io e Chiara, stanche di nuotare, ci sedemmo sugli scalini e guardando i nostri corpi discutemmo sulle differenze tra i le nostre mammelle e a confrontarle.
A qualche metro di distanza Giulia si accorse di quello che si stava parlando e disse ridendo: “volete smetterla di fare le lesbiche e venite a nuotare!”
A malincuore lasciai la presa sull’abbondante seno di Chiara e dissi: “Vuoi vedere qualcosa veramente da lesbica?” e così dicendo mi sono avvicinata a Chiara baciandola sulle labbra. La mia amica anziché schivarmi ricambiò il bacio mettendo anche un po’ lingua.
Dopo qualche istante Lauretta scostai la testa ma Chiara, ancora con gli occhi chiusi mi sussurrò: “baciami ancora” e così non mi restò che accontentarla lasciando che le lingue si intrecciassero di nuovo.
Quando ci staccammo trovammo in ginocchio davanti a noi Giulia che disse: “siete due porche”.
Questa affermazione ci fece sorridere e tirai a me Giulia baciandola come aveva fatto fino a quel momento con Chiara.
Concluso anche questo bacio era la volta di Chiara che volle baciare l’altra amica. Mentre accadeva ciò mi sono spostata alle spalle di Giulia e, stringendola a me con un braccio attorno la vita, le ho sussurrato all’orecchio “anche tu sei un po’ porca; rendiamo questa serata speciale”
Così dicendo ho fatto scivolare la mano sul ventre piatto della mia amica e mi sono insinuata sotto gli slip del costume, dopo aver superato un brevissimo tratto di peluria soffice e corta, ho raggiunto il clitoride per massaggiarlo.
Il corpo di Giulia ha vibrato immediatamente con forza e ha staccato le sue labbra da quelle di Chiara per respirare profondamente ansimando e mugolando. Subito dopo si è voltata per affondare nuovamente la lingua nella mia bocca.
Intanto Chiara si era ripresa dal suo stato di incantesimo nel quale era caduta dopo il primo bacio con me e rendendosi conto di quello che stava succedendo si è alzata in piedi e con voce tremante e sussurrata ha detto “io torno in camera, ci vediamo più tardi”.
A sentire queste parole io e Chiara ci siamo fermate, ci siamo guardate per un attimo negli occhi e quasi all’unisono ci siamo alzate per raggiungere Giulia.
Afferrando con dolcezza la mano di Giulia dissi “perché non resti qui?. Non c’è niente di male. Stiamo solo giocando”
Giulia si era fermata un attimo prima di allontanarsi per tornare in camera in attesa delle nostre decisioni.
La risposta fu: “io non credo di esserne capace e poi sono fidanzata”
La mia replica è stata immediata e convincente “tutte e tre siamo fidanzate, ma è anche vero che tutte e tre siamo in vacanza, quindi per un po’ dimenticati di chi ti aspetta al ritorno e goditi questo momento speciale”
Forse Giulia non era ancora completamente convinta, ma le abbiamo dato subito motivo di restare; infatti mentre io stavo ancora finendo di parlare, Chiara si era preoccupata di sfilare gli slip del costume a Giulia che era stata nuovamente fatta stendere sui gradini della scalinata.
Mentre io vincevo le sue resistenze ad un nuovo bacio, Giulia aveva percorso tutto il suo corpo con la lingua e si era arrestata sul clitoride, iniziando a stuzzicarlo prima con la punta e poi con potenti leccate ricche di passione.
Poco dopo Chiara aveva quasi raggiunto il limite e accorgendomene le sibilai “Andrea ti fa mai queste cose? Sono contenta che tu sia qui con noi”
Lei non mi poteva sentire perché era già rapidamente scivolata nel torpore del piacere sessuale.
Decisi che era arrivato il momento di aiutare Giulia e così la raggiunsi nello stesso punto dove l’altra amica stava leccando con gusto la passerina di Chiara.
Giulia fece spostare quest’ultima sul fianco destro e con una mano le sollevò la gamba sinistra divaricando completamente le gambe mostrando ed offrendo le sue intimità.
Dal canto suo Giulia si era adeguata alla nuova posizione e non sembrava affatto stanca della sua posizione
Non rimasi a guardare e mi sono abbassata verso il buchino posteriore della mia.
Appena lo toccai con la punta della lingua lo sentii stringersi e Chiara emise un piccolo gemito. Intanto Giulia aveva capito le mie intenzioni e allungando una mano ha iniziato a premere sull’ano di Chiara per penetrarlo aiutandosi con la saliva che vi era già stata già depositata da dolci e teneri colpi di lingua.
Improvvisamente Chiara sussultò e disse: “No!! ma che fate? Non voglio li dietro! Vi prego! Adesso basta!” ma era ormai troppo tardi, Giulia con un colpo deciso infilò metà dell’indice nel suo ano e iniziò subito a muoverlo cercando ad ogni colpo di andare più in fondo.
Intanto io continuavo a leccare il bordo di quell’ano che Giulia allargava con le dita davanti ai miei occhi.
Chiara continuò a lamentarsi per un po’, non so se per dolore dell’apertura o per il piacere che ne aveva, ma alla fine dovette arrendersi ad un potente orgasmo che la fece tremare così forte da preoccuparci.

Quando si riprese eravamo sedute accanto a lei.
Giulia le disse con un sorriso: “tutto bene?”
Chiara rispose di si con un segno della testa.
Allora Giulia si alzo rapidamente in piedi, si sfilò il costume e si mise a cavalcioni sulla faccia dell’amica dicendo “è ora di ricambiare”.
Chiara non perse tempo e approfittò della vicinanza per iniziare a leccare dolcemente la passerina che le era stata messa davanti facilitata in questo compito dal movimento deciso del bacino di Giulia.
Io mi sono messa davanti a loro sporgendo il sedere verso Giulia che mi leccò un po’ la fighetta ed un po’ il buchino di dietro e quando non leccava lo penetrava con due dita.
Vedendo
quello che succedeva sopra la sua testa, Chiara capì che doveva ancora imparare qualcosa e così infilò per bene l’indice nell’ano di Giulia senza incontrare eccessiva resistenza.
In quel momento ricordò che era pratica frequente per le due amiche praticare sesso anale con i rispettivi fidanzati.
Si fece di coraggio e aggiunse all’indice anche il medio; questa volta sentì Giulia dimenarsi un po’, ma si convinse che si trattasse di piacere. Infatti non sbagliava: Giulia, leccata adesso davanti e penetrata da due dita di dietro, non poté fare a meno di lasciarsi andare in un appassionato orgasmo che l’ha fatta rantolare.
Noi due la guardavamo estasiate.
Davanti a lei, io subivo la stessa identica sorte e venni ansimando così da farmi mancare il respiro. Dopo qualche minuto eravamo ancora sulla scalinata della piscina una sdraiata accanto all’altra e , tutte e tre soddisfatte della nottata trascorsa e tutte e tre con l’ano dolente.
Dopo un po’ ci alzammo, ci coprimmo con lo stretto indispensabile e ci avviammo verso la camera.
In ascensore, mentre ci guardavamo sorridenti, Chiara disse: “penso che potremmo anche rifarlo”
Io le risposi “….e meno male che te ne volevi andare!”
A queste parole ridemmo tutte e tre insieme molto felici.
Sapete com’è continuata la notte?
Beh! È stato il seguito di ciò che è accaduto tra di noi in piscina ma stavolta i nostri culi li abbiamo trascurati ma le fighe assolutamente no!
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Categorie: Lesbo