Ma ora quando mi ha aperto la porta avevo un’espressione impassibile ma nel vederla non è stato facile esserlo perché, lo ammetto, sono rimasto sorpreso da com’era vestita o, se vogliamo vedere il rovescio della medaglia, svestita.
Mi è apparsa la figura di una ragazza tutt’altro che comune che indossa un pantaloncino nero corto aderente che lasciava poco all’immaginazione e una maglietta cortissima elasticizzata che modella perfettamente il suo fisico. Il pantalone è talmente stretto che sembra essere di una taglia di meno e mi è venuto il dubbio che lo fosse, aderisce alla sua figa così bene che riesco a vedere lo fessura tra le grandi labbra. La maglietta avvolge le sue tette, decisamente piccole per la l’età che ha, ho supposto non fosse di una misura superiore alla seconda, era talmente stretta che si possono intravedere i capezzoli e delle piccole curve corrispondenti alle areole gonfie così come quelle di una teenager a cui si stanno sviluppando. Ai piedi ho notato che portava delle ciabatte infradito di buona fattura molto colorate.
La sua latezza è simile alla mia.
Non potendo dire che fosse una bella figa, l’ho pensato e quel giudizio me lo sono tenuto per me.
È stato il viso ad avermi incantato e faceva la sua parte non come accessorio del corpo ma come una componente del suo splendido corpo. Il trucco che lo valorizza dà l’idea di un viso pulito e per niente pesante. I capelli abbastanza sono corti, solo colei che sa di essere bella o comunque particolare, può permettersi un taglio simile di ottimo gusto ed eleganza.
Mi sono chiesto se fosse davvero la figlia del mio amico Franco e la domanda che mi è rimasta senza risposta è stata da dove fosse venuta fuori una figa del genere.
In pratica i miei occhi hanno visto una ragazzina capace di farlo diventare duro solo a guardarla.
La somiglianza alla madre ha fugato ogni dubbio: era figlia di Franco e sua moglie Veronica.
Niente di erotico pruriginoso su Veronica che con Franco hanno sempre dimostrato di essere una coppia stupenda, delle bravissime persone, gentili e cortesi con tutti, però fisicamente bisognava essere onesti, io non li vedevo belli.
Quindi a parte i tratti somatici della ragazza che la rendevano molto simile alla madre, il resto del corpo a chi poteva somigliare per essere un gioiellino simile?
In ogni caso appena superato lo stupore iniziale ha fatto finta di nulla, ho cercato di mantenere le distanze e mi sono presentato “Buongiorno, sono Daniele, un collega di Franco. Lui è in casa? Dovrei fare alcuni lavori insieme”
“Buongiorno a Lei. Sono Arianna. Mio padre mi aveva avvisato che sarebbe passato stamane. Vuole essere così gentile da aspettare qualche minuto? Arriva subito. É sotto la doccia. Prego entri, non resti sulla porta!” ha risposto lei.
Ha chiuso e con un gesto mi ha invitato a seguirla nel salone dandomi l’occasione per poterla vedere anche da dietro.
Ho visto che ha dei fianchi stretti e un sedere che farebbe drizzare il cazzo anche agli eunuchi, le sue gambe sembravano ancora più lunghe viste da dietro con quei pantaloncini.
Mi è venuto da pensare che facesse la modella ma pensando a Franco ho dedotto che quella ragazza fosse una studentessa delle scuole superiori e se la memoria non mi inganna, è proprio nell’anno della maturità. Forse potrebbe fare la modella dopo l’esame, quindi dopo l’estate, ho pensato.
“Si sieda. Mio padre sarà qui tra pochi minuti. Posso offrile qualcosa da bere intanto?” Mi ha chiesto.
“No la ringrazio, ho fatto colazione da poco e non vorrei disturbare più di tanto” ho replicato cercando di non osservarla più del dovuto.
“Ok, però mi faccia un favore: non mi dia del Lei. Ho solo 19 anni!” ha detto Arianna regalandomi il primo sorriso da quando sono entrato in casa sua.
“OK, a patto che tu faccia lo stesso. Se mi dai del Lei mi fai sentire vecchio” ho risposto ricambiando il suo sorriso.
“Che parolone, vecchio! Quanti anni hai Daniele? 30? 35? Piuttosto chiamami come fanno qui in casa: Abella”
“Ok, Abella, però ora smettiamola. Non vorrei fare la parte di tuo padre!” ho continuato sorridendo e lei ha ribattuto “Sì, ma mio padre non è atletico come te che forse vai anche in palestra a differenza di lui che …..”.
Non sapevo cosa aggiungere perché dalle sue mosse e dal tono della sua voce avevo capito che le sue parole possono essere un complimento ed anche un modo sottile per dire “Guarda che se ci provi, io ci sto”
Mi ha tolto dall’impaccio Franco che è sceso dalle scale del primo piano interrompendo il nostro mezzo flirtare salutandomi “Oh, ciao Daniele, vedo che hai conosciuto mia figlia!”
“Sì, ci siamo già presentati. Perché non mi hai mai detto di avere una figlia così bella?” ho chiesto rispondendo in tono ironico guardando Abella che è diventata rossa.
Il nostro dialogo si è poi indirizzato su altri argomenti tra cui qualche pettegolezzo aziendale ed infine ho iniziato a lavorare con Franco che assiste senza far niente poiché si è trattato di un lavoro lungo ma deve essere fatto da una sola persona: cambio della rubinetteria del bagno.
Il tempo è passato velocemente, ho fatto constatare che i rubinetti della cucina sono ormai obsoleti e rovinati.
Alla sera, a casa mia, non ho avuto altro che pensieri su Abella.
Qualche ventenne me l’ero scopata ma questa ragazza, che aveva l’aria di essere una ragazzina con almeno tre anni di meno, mi ha davvero colpito e sul momento non ne ho afferrato il motivo. È entrata tanto nella mia testa che più cecavo di non pensarci più era nei miei pensieri e mi sono reso conto che quella ragazza di 19 anni ha avuto molto potere su di me.
Nella mia mente mi sono chiesto se anche fossi andato a fondo, se anche fossi riuscito ad arrivare nel posto suo più intimo?
La risposta è stata unica e inequivocabile “É la figlia di un amico ed abbiamo tanti amici in comune … no, no… troppe complicazioni! L’idea iniziale molto semplice di scoparla, l’ho abbandonata.
Poiché il diavolo fa sempre le pentole senza i coperchi, a rendere arduo l’abbandono dell’idea di scopare Abella, ci si è messo proprio Franco.
Lui è un uomo bravissimo nel suo lavoro e con le scartoffie, ma decisamente negato nei lavori manuali pur applicandosi con molta volontà.
Lui mi ha chiesto se potevo fare delle piccole ristrutturazioni qui e lì, a casa sua e delle tinteggiature. Mi ha chiesto se potessi montare delle mensole, dei flessibili dell’acqua nuovi in un bagno poiché erano troppo vecchi, sostituire degli interruttori elettrici e controllare i tubi del gas e piccole cose simili. Ovviamente ha sottolineato “Ti pagherò e non dovrai fare questioni”
Per lui non l’avrei mai fatto per i soldi, ho accettato perché speravo che accadesse qualcosa con sua figlia, di preciso non sapevo cosa, ma sarebbe stato possibile vedere la figlia e mi sarei accontentato di goder e con gli occhi. Ma nonostante i mei buoni propositi non riuscivo a togliermela dalla tasta.
Ho pensato che quei lavori in casa di Franco e Veronica mi avrebbero dato un po’ di tempo per pensare.
Per fare quei lavoretti ho iniziato a frequentare sempre più spesso la casa del mio collega ed ovviamente ho incontrato spesso Abella, qualche volta da sola, qualche volta con i genitori.
Vederla è sempre stata una gran fatica, nel senso che avrei voluto scoparmela in tutti i modi, ma psicologicamente ero frenato, ma nascondere o soffocare un istinto sessuale non è facile e me ne sono accorto sia io che Abella.
Lei ha notato che la guardo spogliandola con gli occhi ogni volta ad ogni occasione e lei ha trovato sempre un modo per starmi intorno.
Nelle prime settimane lei non si è dimostrata interessata più di tanto e non ha fatto niente che interpretassi come atto d seduzione ma poi più passava il tempo, più Abella ha alzato la posta provocandomi con atteggiamenti che ai più sarebbero potuti sembrare normali per una ragazza così giovane; un po’ come quando vedi una bella figa camminare in un centro commerciale atteggiandosi come se debba sfilare.
A me è parso che Abella si atteggiasse e che ogni sua mossa fosse calcolata come se sapesse che qualcuno la guarda e quindi si muove di conseguenza.
Quel qualcuno che la osserva sono proprio io e lei lo ha capito! Pare che lo sappia da tanto tempo fin dalle prime settimane, forse dal primo giorno in cui mi ha aperto la porta di casa meravigliandosi della mia presenza.
Ogni volta che andavo in quella casa lei mi accoglieva con indumenti che si possono mettere in una località marina per andare in spiaggia; il suo abbigliamento è sempre ridotto ai minimi termini.
Per di più ha sostituito il padre nell’aiutarmi nei lavori e nel chiederle un utensile si piega sempre per prenderlo e così dalla sua scollatura appaiono le sue piccole tette.
Sembra che voglia provocarmi o almeno sfidare la mia resistenza ma poiché non le basta le poche volte che sono stato invitato a cena, ha messo in evidenza sempre di più le sue parti migliori del corpo senza che i genitori le abbiano detto qualcosa. Che lo facesse apposta ad eccitarmi l’ho capito perché porgendomi i piatti stando alle mie spalle, io seduto e lei in piedi, mi sfregava sulla testa le sue giovani e turgide tette e si appoggiava per provocarmi con la sua pelle liscia e vellutata senza la presenza del minimo pelo.
Il clou lo ha fatto quando mi ha proposto di accompagnarla in un centro commerciale poco distante da casa sua. È stato qualcosa di studiato, una seduzione programmata.
Invece di accomodarsi sul sedile anteriore della mia auto, è andata a sedersi dietro giustificandosi con il voler stare comoda ed avere più spazio ed ha fatto bene perché ha avuto più spazio per aprire le gambe.
Durante il breve viaggio, si è sistemata al centro dell’auto a cavallo del ponte con una gamba a destra e l’altra a sinistra.
Ho abbassato o specchietto retrovisore ed è stata quella la prima volta che ho visto la sua figa; non era una visione completa ed anche se vedevo del pelo in fondo alle sue gambe, il mio cazzo l’ho sentito indurirsi ed avrei voluto fermarmi e scoparla rischiando di violentarla.
Questa è stata la prima provocazione a cui ne ha fatto seguire altre più o meno pesanti e, dopo un periodo di allenamento alle sue provocazioni, ha fatto davvero sul serio.
Me ne sono accorto quando una mattina in cui avrei dovuto smontare un rubinetto del bidet del bagno padronale, mi sono sdraiato per terra per cercare di allentare un dado ed ho visto entrare Abella che mi ha subito chiesto “Ti serve una mano, Daniele?”
“No grazie” le ho risposto senza darle troppa importanza ed ho notato che lei non si è mossa restando lì in piedi vicino a me. Mi sono subito chiesto “Scommetto che ora ne farà una delle sue per farmi arrappare e poi non si concluderà niente”
Mentre provavo a svitare quel maledetto dado, ho dato delle occhiate per capire cosa lei stesse facendo e da quella posizione supina a terra ho visto le sue lunghe gambe ma non solo, ho fatto salire lo sguardo più su e mi sono accorto che la ragazza non portava le mutandine.
Ho pensato che stessi vedendo male ma ho ricordato anche a quando andando in auto al supermercato insieme ha aperto le gambe facendomi vedere che anche allora non le aveva. Sul momento ho pensato fosse la mia immaginazione oppure forse una illusione ottica dovuta all’esiguità dei recenti capi di intimo, ma quando i miei occhi hanno messo bene a fuoco ne ho avuto la certezza: Abella era senza slip.
“Allora la sua è un’abitudine!” mi sono detto “Questa qui mi vuole inguaiare!”
Ho visto dei peli, ma non molti e mi son trovato eccitato da quello che ritenevo un boschetto nero tra le gambe e dalla sorpresa di vedere una ragazza così giovane poco depilata nell’intimo dato che sapevo bene che era una bella moda depilarsi.
Per guardarla mi sono fermato per qualche secondo e, non come la volta in auto, l’ho vista chiaramente. La quantità di peli non è esagerata ma solo un boschetto gestito bene, quasi estirpato, che ha reso la fighetta liscia e ben visibili le grandi labbra già formate e ciò mi ha fatto impazzire perché ho sempre ritenuto che in una donna è proprio la patata depilata che mi fa quell’effetto.
“Sicuro di non volere aiuto?” ha insistito lei e contemporaneamente a quelle parole ha fatto un passo in avanti poggiando le mani sul lavabo e divaricando un po’ di più le gambe per farmi vedere di più.
“No, no, non mi serve aiuto, non ti preoccupare. Se mi serve qualcosa ti chiamo” ho risposto senza distogliere lo sguardo dalla sua figa facendo finta di continuare a lavorare.
Intanto senza farle notare che lo stavo facendo appositamente, ho puntato la lampada d lavoro tra quelle gambe divaricate ed ho notato un particolare: nel vertice sulla figa del suo triangolo di peli neri corti c’è un filo bianco.
Mi è venuto da pensare immediatamente che avesse le mestruazioni e non ho pensato ad altro ma poi un altro pensiero mi è venuto in mente “Vuoi vedere che questa troietta è veramente eccitata ed ha aspettato talmente tanto tempo per provocarmi in modo così chiaro che anche con le mestruazioni non ha esitato a mostrarmi la sua figa con un assorbente interno!”
Però mestruazioni o no, mi sono eccitato ed ho sentito il cazzo gonfiarsi negli slip.
Voleva giocare? Ed allora giochiamo, cara Abella! Vuoi fare la troietta stronza? Allora mi comporto di conseguenza!
Mi sono alzato ed ho fatto finta di andare a prendere un utensile nel garage del padre e nel passargli accanto, ho sfregato appositamente sul suo fianco il cazzo duro nascosto nel pantalone da lavoro.
Lei non si aspettava una reazione da parte mia perché di norma lei mi stuzzicava ed io rimanevo a guardare.
Quando le sono passato di lato rimanendo per qualche secondo di più sul suo fianco con la mia evidente erezione, è arrossita per la seconda volta da quando l’ho conosciuta ed è rapidamente diventata rubizza.
Al mio ritorno Abella era in camera sua con la porta socchiusa e stesa sul suo letto.
La giornata è finita così, con il breve spettacolo erotico che ha eccitato entrambi ma niente di più.
Nelle settimane seguenti ci siamo spinti oltre.
Era di martedì quando sempre intento in dei lavori nel bagno, lei è alzato il tiro.
Sua madre è in casa e Abella h fatto tutto sfidando la grande probabilità che la donna salisse per chiedermi qualcosa o per qualche altro motivo.
Ero intento a cambiare un componente del gruppo vasca, Abella è arrivata all’improvviso sostenendo che aveva urgenza di utilizzare il bagno.
“Daniele scusami, non la trattengo più. Me la sto facendo sotto!” ha detto entrando avvicinandosi al water.
“Ma non puoi andare di sopra? In questa casa avete due bagni e quello di su funziona beni…” ho tentato di replicare ma non me ne ha dato il tempo. Nel cercare di terminare la frase, si è avvicinata alla tazza del bagno, si ha abbassato le mutandine, sollevato la gonna ed iniziato a farla davanti ai miei occhi.
Ho pensato ad un attacco di pazzia. Veronica, la madre, sarebbe potuta comparire da un momento all’altro ma a lei sembrava non interessare. Il suo obiettivo era farmelo diventare duro e ci stava riuscendo.
Vederla sedersi sul water, allargare le gambe ed osservare quel filo di pipì uscire dalla sua figa, mi ha fatto venire un’erezione grandiosa ed io mi sono toccato il cazzo da sopra il pantalone mettendomi davanti a lei affinché mi vedesse farlo.
Abella ha proseguito nella sua funzione senza problemi, come se non ci fossi.
Sentivo il rumore della sua pipì cadere sul fondo della tazza del WC, poi svuotata la sua vescica, si è missa in piedi, ha preso dei foglietti di carta igienica, ha pulito ed asciugato delicatamente la sua fighetta bagnata, ha risollevato le mutandine ed è uscita come se niente fosse la sciandomi come un pinguino con il cazo grosso pronto ad esplodere.
Mi sono pienamente reso conto che Abella mi stava facendo davvero impazzire.
In quel momento le palle mi si sono gonfiate ed il cazzo è diventato duro e non mi sono posto il problema del fatto che Abella fosse molto più giovane di me e per di più figlia di amici.
In quei momenti mi sono eccitato al solo vedere una ragazzina pisciare!
Mi sono detto che dovevo prendere una decisione e che dovevo trovare il modo di scoparla. È evidente che ha voglia di cazzo, ma non vuole fare il primo passo oppure, come tutte le ragazze giovani, le piace provocare e niente più.
Poi ci ho pensato su bene ed ho concluso che non erano solo provocazioni, ogni occasione è buona per aprire le gambe ed allora la conclusione è stata: sì, decisamente aveva voglia di cazzo! Il mio!
I lavori in casa sua stanno per finire ed ho affrettato le cose affinché sfruttassi una delle tante occasioni che lei mi offre soprattutto nei giorni in cui è in calore.
L’occasione l’ho presa al balzo un pomeriggio nel fare dei lavoretti di piastrellatura e nel sotto lavello.
Durante tutto il giorno non Abella non si è fatta vedere a parte il momento in cui la mattina appena arrivato mi ha aperto la porta d’ingresso, poi si è letteralmente ecclissata e a mezza mattina mi sono chiesto che cosa stesse facendo in camera sua tutta sola dato che la sorella è a scuola.
Il pensiero è andato alla scopata con lei ma di scopare non se ne parlava, che si fosse stancata di sedurmi e che di conseguenza avesse scelto altri passatempi?
Quanto mi sbagliavo.
A fine serata verso le 16, prima di andar via, sono andato a cercarla per salutarla. Sono andato al primo piano ed ho sentito dei deboli lamenti accompagnati da dei sospiri ma la sua porta è chiusa, mi sono avvicinato per origliare e quei suoni provenivano proprio da lì dentro. Ho bussato alla porta ed ho detto “Abella, io ho finito, sto andando via, volevo salutarti. Posso entrare?”
“Certo che puoi entrare!” Mi ha risposto.
Apro la porta ed entro nella sua stanza, la vedo completamente nuda.
Non so cosa fare ma non sono imbarazzato però ho paura che uno dei suoi familiari rientri in casa prima del tempo.
Per la prima volta la vedo senza vestiti ed è uno spettacolo da infarto. Abella è davanti a me in tutto il suo splendore, in tutto il suo metro e settanta con un fisico che chiede solo di essere scopato.
Faccio finta di essere in imbarazzo e lascio intendere che la sua sia una immagine sconveniente. Non è affatto vero ma devo fare la scena.
“Ma ….. mi avevi detto che potevo entrare…” ho detto cercando di prendere tempo per pensare come scoparla in quell’istante ma il terrore che i suoi arrivassero è tanto.
“Mi hai chiesto se potevi entrare. Ed io ti ho risposto di sì. Non mi hai chiesto se fossi vestita o no!” mi ha risposto senza fare una piega, non vergognandosi della sua splendida nudità.
Mi ha spiazzato ed tocca a me proporre qualcosa. Ho pensato che dopo una risposta secca come quella e con Abella a portata di mano, se non ne avessi approfittato di quell’occasione, sarei stato uno stupido.
Mi sono avvicinato lentamente a lei osservando ogni singolo centimetro del suo corpo vedendo quel triangolino di pelo rasato sul monte di venere ma più sotto tutto libero dai peli e ne ho dedotto che non da quel giorno si depilava ed estirpava i peli in quella zona, poi ho sollevato lo sguardo e mi sono goduto le sue piccole tette ben esposte; erano due piccole curve sormontate da areole e capezzoli ben pronunciati. La sua non era più una fighetta ma una bella figa già ben formata da ragazza che forse ha avuto molteplici esperienze. A pochi centimetri da lei, ho dato ultimo sguardo complessivo al suo fisico, ho appoggiato una mano su una delle sue piccole mammelle e l’altra sul suo collo per poter sollevare la sua testa ed avvicinarla alla mia e finalmente baciarla.
Ci simo dati un lungo intenso bacio con cui ho cercato di mettere la lingua in ogni angolo della sua bocca e, mentre la bacio con passione, ho spostato la mia mano sinistra dalla sua mammella alla sua fighetta. Sentivo il cazzo mi si è gonfiato durante quell’esplorazione di quel triangolo che ha tra alle gambe.
Dopo diversi minuti di baci e palpate varie, Abella reclama la sua parte di sesso. Timidamente mi ha slacciato i pantaloni, si è inginocchiata e li ha calati fino ai polpacci e così ha fatto per i boxer.
Il mio cazzo spuntato fuori subito sull’attenti ben eretto davanti al suo viso.
Per un secondo ho pensato che lo prendesse in bocca, invece lo ha afferrato con una mano, si è risollevata ed ha ripreso a baciarmi tenendo il cazzo duro e dritto in mano.
Da come lo maneggia capisco che non è un’esperienza nuova ma chissà quante altre volte lo ha già fatto.
La mia voglia di godere è tanta perché è da troppo tempo che aspetto il momento che sto vivendo.
Così mentre ci baciamo, ho levato la mia mano dalla sua figa ed ho afferrato il suo polso cercando di muovere la sua mano con la quale stringeva il cazzo turgido accennando ad andare su e giù lungo tutta l’asta. Ho guidato Abella una volta, due, tre, poi ho lasciato la presa lasciando che fosse lei a continuare a farmi quella sega. Lei ha proseguito divinamente.
Ho sentito la sborra che dalle palle è salita per l’uretra mentre la mia bocca è incollata alla sua.
Mentre Abella mi masturba, ho di nuovo messo una mano tra le sue gambe per cercare l’umidità della sua figa e metterle poi almeno due dita dentro ma, non appena ho cercato di farmi strada tra le sue grandi labbra, è accaduto ciò che avevo previsto: abbiamo sentito una chiave girare nella serratura della porta di casa, poi aprirsi ed una voce di donna chiamarci “Abella? Daniele? Siete in casa?”
É Veronica, la madre di Abella.
Di fretta ho sollevato i pantaloni ma non posso coprirmi del tutto perché ho ancora il cazzo dritto con un principio di sborrata e non riesco a rimetterlo nei boxer, così l’ho lasciato spuntare fuori dalla zip e sono corso in bagno chiudendomi dentro.
Anche Abella si è rivestita ma in camera sua.
Quel pomeriggio siamo stati fortunati.
Quando sono uscito dal bagno, con il cazzo finalmente tornato in stato di riposo, ho raccontato che avevo appena terminato l’ultimo lavoro e che stavo andando via.
Veronica fece una battuta sostenendo che avevo lavorato tanto visto come ero sudato.
Se solo avesse saputo!
Quel giorno ho maledetto Veronica pensando che mi avrebbe fatto un grande favore se fosse rientrata anche cinque minuti dopo.
A casa il dolore alle palle è scomparso dopo una sega colossale ma la voglia di scopare Abella è rimasto ed ho cercato nella mia mente di trovare una soluzione.
Durante la cena ho escogitato di incontrare più volte possibile Franco con le scuse più varie per sapere, in un modo o nell’altro, quando la figlia fosse stata sola in casa.
Avrei anche potuto invitare Abella fuori per un fine settimana da qualche parte ma non volevo correre il rischio che qualcuno ci vedesse insieme.
Ho pensato che ci sarebbero stati altri lavori da fare in casa di Franco e quindi avrei trovato il momento di concludere con Abella.
Finalmente una sera, proprio mi trovavo sull’uscio di ingresso, Franco mi dice che lui e Veronica sarebbero andati il weekend successivo in montagna per sciare.
Miglior notizia non potevo sentire!
Franco e Veronica sono partiti di sabato mattina presto e per finire i lavori mi sono presentato a casa loro portando con me un regalo per Abella la quale mi ha accolto mezza nuda come sempre.
Pur avendola già vista nuda, il rivederla seminuda mi ha fatto effetto. Il vecchio gioco “vedo non vedo” mi eccita sempre.
“Che cosa hai in mano?” mi ha chiesto incuriosita.
“È un regalo per te. Spero sia di tuo gradimento” Ma prima di darlo l’ho presa per mano e siamo andati nella taverna dove c’è il camino, l’ho fatta sedere su un divanetto davanti al fuoco acceso ed ho aggiunto dell’altra legna al fuoco.
Sapevamo entrambi cosa stava per accadere.
Aumentata la fiamma, mi sono messo dietro di lei e le ho massaggiato le spalle, ho delicatamente infilato una mano sotto la sua maglietta sfruttando l’ampia scollatura per toccarle le tette senza strizzarle; è stato molto piacevole toccarle perché davvero turgide e riempiono la mia mano, con il pollice ho stuzzicato il capezzolo.
Il cazzo l’ho sentito spingere contro la spalliera indurendosi. Dopo un paio di minuti lei mi ha chiesto del regalo e, tornato di fronte a lei, le ho dato il regalo il pacco.
“Questo è per te!”
Abella lo ha preso e lo ha scartato subito: è un completo intimo molto sexy.
“Speriamo mi vada bene. Ora lo provo!” mi ha risposto Abella sorridente per la felicità di averlo ricevuto.
Così sono seduto sul divano al suo posto e lei si è messa in piedi per levarsi gli scarsi vestiti che indossava, o meglio, più che denudarsi stava facendo un vero e proprio spogliarello che è durato poco vista gli scarsi capi che indossava. Si è levata la maglietta ed ho visto subito le sue tette, visto che non portava il reggiseno di cui faceva spesso a meno, poi ha fatto scivolare a terra la gonna e, dato che come sempre non portava gli slip, anche la sua figa con il bel triangolo di peli radi è apparso ai miei occhi.
A quel punto il cazzo sta per esplodere nei pantaloni.
Abella ha fatto un passo indietro ed ha tolto i piedi dalle pantofole, è tornata vicino a me, mi ha fatto alzare e mi ha spogliato levandomi prima la camicia, poi i pantaloni, ed infine i boxer. Sono visibilmente eccitato per tutto ciò che è avvenuto compreso il breve spogliarello di Abella e già sono con il cazzo dritto davanti agli occhi di una ragazzina di quasi venti anni.
Completamente nudo davanti a lei ho cercato di avvicinarmi ma lei con una mano mi ha tenuto a distanza e mi ha dato una leggera spinta per farmi sedere nuovamente sul divano, per bloccarmi ha poggiato un piede tra le mie gambe ed un altro sulle mie palle, ha indossato il reggiseno che le avevo appena regalato, ha poi preso il perizoma ed ha indossato anche quello.
“Che dici Daniele? Mi sta bene?” mi ha chiesto ruotando su sé stessa.
Stava benissimo, io sarei stato il primo a toglierle quel completo intimo e ho immaginato a quante palle avrebbe svuotato con quella lingerie addosso.
Mi sono levato dal divano, le ho sganciato il reggiseno e l’ho baciata ovunque cercando di lasciare il più possibile il cazzo tra le sue gambe sfregandolo sulle grandi labbra della figa. Quel passare e ripassare sulle sue grandi labbra ha scoperto il glande diventato grosso e ben gonfio.
Mi sarei aspettato qualcosa in più da lei in quel momento ma oltre allo spogliarello Abella non ha preso che poche iniziative forse avendo avuto pochissime esperienze sessuali oppure forse non ne aveva avute ancora per niente, probabilmente fino a quel momento si era limitata a masturbare e provocare i ragazzi che aveva frequentato.
È allora spettato a me prendere l’iniziativa.
L’ho fatta inginocchiare davanti al fuoco ed io mi sono posizionato dietro di lei pronto a metterle il cazzo in quel suo bel culetto. Per non darle dolori e per accertarmi quanto fosse stretta ed esperta, ho infilato un dito dentro, poi due e le ho ispezionato due o tre volte lo sfintere per aprirmi la strada.
Lei si è lasciata fare quel lavoretto restando poggiata con le braccia puntate a terra e le gambe piegate.
Nel momento in cui mi è parsa rilassata e lo sfintere fosse pronto per ricevermi ho appoggiato il cazzo ma appena ho provato ad aprirlo Abella ha fatto un piccolo urlo forse più vicino al dolore che al godimento. Ho capito subito che non è pronta per il mio cazzo ed ho supposto che ancora nessuno le aveva aperto il culo.
Ma non mi sono arreso. Le ho messo la mia mano destra davanti alla bocca con il pollice dentro spostandolo in tutte le direzioni per simulare la succhiata di un cazzo, in realtà lo volevo pieno di saliva. Abella mi ha aiutato leccandolo ed insalivandolo bene, poi l’ho sfilato dalla bocca ricco di saliva e l’ho messo dietro sul suo sfintere lubrificandolo ed aprendolo senza alcun lamento da parte di lei.
Con le restanti quattro dita ed anche l’altra mano ho allargato i suoi piccoli glutei mentre con il pollice sono andato dentro e fuori dal suo buchetto. Dopo cinque o sei ditalini nel suo culetto ho intuito fosse pronto ad accogliere corpi ben più grandi ed allora con la mano destra ho iniziato una sega sul mio cazzo che è durata tre colpi perché uno schizzo di sborra è uscito finendo proprio su quella rosetta scura posteriore.
Ho spalmato la sborra su quel muscolo con Abella che spingeva verso l’esterno cercando di aprirlo ed ho provato per la seconda volta ad infilare il mio cazzo dentro di lei.
Stavolta è scivolato senza difficoltà ed una volta nelle profondità di Abella ha emesso un gemito di piacere dalla sua bocca.
Ho capito che le piaceva ed ho dato il via alla scopata in culo.
Nonostante avessi già sborrato, altra sborra era rimasta nei miei testicoli ed il cazzo non si era afflosciato, ciò mi ha permesso di scoparla profondamente da dietro nel suo buchetto.
Mi ha ricevuto bene anche se era tesa ma la sua tensione è sparita quando ha sentito chiaramente le mie palle sbattere contro di lei.
Ero talmente arrapato che non ho tardato a sentire la sborra salire, stavo per venire.
Era mia intenzione venirle nella figa, volevo vedere gli schizzi di sborra sui suoi peli cortissimi oppure direttamente nella figa ma ero incerto sulla sua verginità.
Per realizzare il mio desiderio ho sfilato il mio cazzo ormai al limite e l’h fatta mettere spalle a terra su un tappeto ampio, l’ho guardata in viso per qualche secondo e mi è parsa bellissima, l’ho baciata ancora e poi mi sono avvicinato a lei con il cazzo dritto a pochi centimetri dalla sua fighetta ad appoggiatolo sulle grandi labbra le ho toccato ancora le piccole tette così tenere e sode che sembravo dire “schizzami sopra Daniele”
Infatti il momento di svuotarmi della sborra è arrivato.
Ho allungato una mano sul divano per prendere un profilattico e, nel tentativo di aprire la confezione, Abella me lo ha strappato via gettandolo nel camino “Questo non serve. É già da qualche mese che prendo le mie precauzioni! Credi che sia stupida?” e nel dire quelle parole ha afferrato il cazzo guidandolo verso la sua fighetta.
La mia cappella gonfia si è fatta strada nella sua figa aprendo le labbra scivolando successivamente nella sua intimità senza difficoltà ma con grande piacere di tutti e due; è talmente bagnata e umida che ha accolto il cazzo con scioltezza dimostrando di essere tutt’altro che nuova alle scopate.
Per me è arrivato il momento di scoparla alla grande. Ho dato colpi di bacino a ripetizione, uno, due, tre, quattro andando sempre più a fondo, sempre più giù. Ho sentito la sborra salire lungo l’asta ed ho dato ancora delle spinte dentro la sua fighetta.
Abella ha ansimato, mugolato e gridato come una femmina matura, facendomi capire che stava godendo ed io molto vicino a riempirla di sborra.
Ho spinto sempre di più e sto per venire, sento la sborra arrivare e do ancora una spinta.
Vengo, sborro, sento la prima lunga schizzata inondarla e non riesco a trattenere un gemito, poi una seconda schizzata, spingo ed arriva anche la terza, la quarta e perdo il conto, penso solo a venire, a svuotarmi le palle dopo averle torturate pensando a lei per mesi. Vengo più volte, ma quando sento che sto per terminare l’eruzione, sfilo il cazzo, lo prendo in mano e, afferrandolo con forza, lo spremo tirando in avanti la pelle del prepuzio cercando di far uscire le ultime gocce. Sollevo lo sguardo per guardare e godermi l sua soddisfazione e vedo le sue tette coperte del mio sperma, uno dei miei schizzi, senza che me ne sia accorto, e finito proprio lì ed è stato sufficiente per darmi anche quello spettacolo.
Sono rimasto qualche secondo a cavallo su di lei ad ammirare quello splendido fisico che mi sono appena scopato con il cazzo che esalava gli ultimi battiti facendo cadere ancora qualche goccia di sborra sulla sua fighetta, poi mi sono sdraiato al suo fianco ed entrambi siamo rimasti pensierosi a guardare il fuoco.
Poiché siamo soli quel giorno siamo rimasti insieme fino all’ora di cena, ci siamo comportati come fossimo una coppia ed abbiamo scopato una seconda volta.
Sia io che lei avevamo parecchi arretrati.
Nelle settimane successive ho continuato a frequentare la casa di Abella ed anche a lavori ultimati il padre ogni tanto mi ha invitato a cena.
La sorella di Abella non ha mai sospettato niente e non era ancora in età di farlo, però tra noi due è successo che ci siamo scambiati delle occhiate di complicità e desiderio anche davanti ai suoi genitori.
È accaduto anche che Franco ha fatto una battuta “Se avessi qualche anno di meno, saresti il ragazzo perfetto per mia figlia!” ma io non avevo qualche anno di meno e non ero un ragazzo, ma un giovane uomo.
Con Abella ho passato dei bei momenti insieme e per me sono rimaste solo delle belle giornate a base di sesso che ricordo volentieri.
Ho pensato che fosse difficile ripeterle ma la fortuna per entrambi ci ha favorito e le scopate con lei non sono finite
Una sera mi è venuta in mente colei che è stata la mia migliore amante, un po’ troietta, ma sempre bella figa da scopare.
Mi sono sempre piaciuti i grandi centri commerciali e non solo per lo shopping. Con Abella ci siamo andati la prima volta quando mi ha fatto vedere il modo sfacciato la figa sotto la gonna aprendo le cosce stando seduta sul sedile posteriore dell’auto.
Mi chiama Veronica per dirmi se potevo andare a comprare un piano da stiro perché le si è rotto e per di più non poteva muoversi da casa.
“Sai Daniele, quando vado al supermercato compro tante altre cose e mi fermo a guardare le vetrine dei negozi e vedere tra gli scaffali ciò che mi potrebbe occorrere e non ti dico Franco! Diventa insopportabile. Lui non sopporta andare a fare spese e così cerco di rendergli la cosa più piacevole ma stavolta lui non c’è e, credimi, non posso proprio uscire, non sono in condizioni di farlo. Per sapere cosa acquistare potresti andare con Abella? Lei sa cosa mi occorre esattamente”
“Va bene, anzi benissimo! Sai, stavo per andarci anche io e ne approfitto per farti la commissione. Fai preparare Abella che tra cinque minuti sono sotto casa”
“Ok. Grazie Daniele, sei un tesoro. Non saprò mai come ricompensarti”
“Non ti preoccupare Veronica. Mi hai già dato abbastanza”
Il fato che dovessi andare al supermercato era una bigia mentre il fatto che mi avesse dato abbastanza è vero: mi ha concesso due giorni di scopate con la figlia e non è cosa da poco.
Abella già dopo due minuti si è fatta trovare sul marciapiede bella e seducente come non mai. Si è vestita da troietta in calore indossando uno dei vestiti del tipo che stimola l'immaginazione realizzato con tessuto leggero ed attillato che aderendo molto al corpo evidenzia le curve e rende sinuosi i movimenti, inoltre ha una generosa scollatura ed è di lunghezza sopra la mezza coscia e poco più giù dei glutei. A vederla per come si muove sui tacchi alti da 10 si sarebbe potuta scambiare per una giovane pornostar.
L’abito è di quelli che l’hanno fatta sentire nuda e che si deve per forza indossare senza intimo per evitare segni antiestetici come il segno del perizoma o del reggiseno. È un vestito che si può togliere in mezzo minuto, é senza cerniere, bottoni e impicci vari e che consentono di offrire la figa ed il culo in una manciata di secondi se, invece del collant, si indossano le calze autoreggenti o le calze con il reggicalze. Lei indossa le calze velate con la riga che termina proprio dietro il ginocchio, non sono molto lunghe e si fermano poco prima di mezza coscia e sono sorrette dal reggicalze con dei tiranti lunghi.
Arrivati al supermercato con Abella agganciata al collo intenta a baciarmi e sedurmi, con le mie mani tra le sue cosce, è stato faticoso lasciare l’auto nel parcheggio sotterraneo e smettere di toccarla.
Durante il tragitto mi ha chiesto se avessi potuto farle un altro regalo, quello che gli avevo fatto le era piaciuto moltissimo ed era diventata la lingerie preferita.
All’interno della struttura lei è passata da un negozio all'altro scegliendo qualcosa da provare e per farlo si è infilata in un camerino.
Con l'aria più innocente del mondo mi chiama "Tesoro, puoi venire un attimo dentro per vedere come mi sta?"
“Sì, un attimo” le rispondo imbarazzato davanti ad altre donne e ragazze che aspettano il turno.
Cerco di darmi un contegno ma il tono del doppio senso non è casuale, è un chiaro richiamo seduttivo.
In quei camerini c'è lo specchio ed anche uno sgabellino e talvolta sono stretti ma questi sono ampi, generalmente sono chiusi in maniera un po' approssimativa ma tanto nessuno fa caso a quello che succede all’interno.
Entro e mi fa vedere come le sta il vestito, si gira più volte per farmi osservare tutti i particolari e poi lo leva per provarne un altro.
Il fatto di averla vista nuda mi fa sempre effetto e visto che lo spazio a disposizione non è moltissimo è quasi costretta a sfregarsi su di me per prendere un abito, appenderne un altro. Essendo io seduto sullo sgabellino e lei maliziosamente fa cadere una gruccia e si inchina immediatamente per raccoglierla piazzandomi il culetto sulla faccia.
Dentro quel cubicolo non si può però stare un’eternità ma a lei non interessa e mi apre i pantaloni estraendo il cazzo per dargli qualche leccatina, è l’inizio di un pompino e quello e giusto un assaggino che stando in un negozio fa salire la tensione erotica.
Usciti da quel negozio con lei che sorride maliziosamente e mi guarda felice negli occhi, cui capisco che il gioco seduttivo non è finito. Infatti all'ennesimo negozio quando me l'ha leccata di nuovo ho creduto di svenire, la volevo lì e subito e quando l’ho scopata le ho dovuto tappare la bocca con la mano per non farla mugolare. Tutto ciò ha avuto un unico risultato: lei si è eccitata ancora di più e mentre stava appoggiata ad uno specchio in uno spogliatoio ho infilato il cazzo nella figa senza tanti complimenti.
Purtroppo non son potuto stare dentro di lei se non che pochi minuti. Eravamo dentro da un po' troppo tempo e la commessa da fuori ha detto "Allora come ti sta?"
Ricomporsi è stato davvero arduo, comunque io mi sono rimesso il cazzo nei pantaloni senza lasciare tracce di ciò che abbiamo fatto. Abella si è rimessa il vestito e siamo usciti dallo spogliatoio e le ho sussurrato “Da questa rompi balle non comprerò mai più niente!”.
Abella aveva la faccia rossa per l’eccitazione e non per la vergogna, aveva lo sguardo assatanato e i capelli disordinati per quel metti e togli vestiti ed anche per l’altro.
Lei si riteneva buffa perché le ho detto ridendo di fare un break affinché sistemasse un po’ il suo look.
Dopo quel negozio siamo andati veramente al bar situato sul tetto del centro commerciale. dalle vetrate ci siamo accorti che l'aria era elettrica e stava per scoppiare un temporale, uno di quei bellissimi e violenti temporali e noi eravamo ancora più elettrizzati carichi di voglia di fare sesso senza sosta. Per tutto il tempo che siamo stati seduti in quel bar, ci siamo guardati negli occhi.
Sul viso di Abella si leggeva nel suo sguardo la voglia incredibile di scopare, di avermi dentro e me lo ha sussurrato in un orecchio aggiungendo che aveva delle vampate calde e umide tra le gambe le quali ormai erano così molli da dubitare che l’avrebbero tenuta in piedi.
Rapidamente ho pagato il conto e siamo usciti all’aperto per andare nell’automobile ma è arrivata la pioggia con tanto di lampi e tuoni e noi, restando in piedi, ci siamo riparati sotto ad un cornicione per ripararci abbracciandoci e baciandoci mentre altri clienti si rifugiavano all'interno.
Stava diventando buio ed abbiamo visto un angolo sotto la scala antincendio. Ci siamo diretti lì bagnandoci con qualche goccia di pioggia ed abbiamo sceso qualche gradino verso il basso finché non siamo scomparsi alla vista di chi poteva affacciarsi per vedere il temporale. Abella mi ha detto “Da qui sotto con questo tempo e il buio che sta arrivando chi ci può vedere?” e si è appoggiata al corrimano.
Le ho sollevato la gonna e con una rapidità e pochi colpi violenti abbiamo finalmente sfogato la nostra tensione che era ormai diventata insostenibile.
Infine, un po' bagnati ma felici, tenendoci per mano, siamo andati all’auto.
A me ed anche a lei sembrava di galleggiare nella nostra beatitudine.
Ho accompagnato Abella a casa e sono entrato con lei facendomi vedere dai genitori.
Veronica ha chiesto alla figlia “Beh, com’è andata al centro commerciale? Avete preso ciò che vi avevo detto?”
“ah, no! Mi dispiace mamma ma quel mi hai chiesto di prendere proprio non c’era. Però Daniele è stato tanto gentile con me e mi ha fatto un regalo. Mi ha regalato questo vestitino che è costato veramente poco. Ti piace vero?” ed Abella lo ha mostrato alla madre la quale mi ha rimproverato bonariamente e lo ha fatto subito indossare alla figlia.
Io non sono rimasto a cena quella sera e sono andato via. Ero già sufficientemente soddisfatto di tutto ciò che Abella mi aveva dato.
La storia si è conclusa dopo tre mesi. Mi ha detto che già quando l’avevo scopata la prima volta stava con lui ma era indecisa se proseguire o no.
Qualche altro mese dopo Franco mi ha invitato al matrimonio di Abella con quel ragazzo.
Abella era incinta e lui l’ha voluta sposare. Quel ragazzo è stato proprio uno sprovveduto, non ha fatto bene i conti oppure lei è stata scaltra e comunque lo ha ingannato: chi l’aveva ingravidata ero io la sera al supermercato. Da tre settimane lei non prendeva più niente come anticoncezionale.
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Aggiunto: 3 anni fa
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Prime Esperienze
Etero
«Bello ed intrigante. Complimenti»
«Bella storia»