Non era da molto che per lavoro mi ero trasferito in un’altra città non molto grande ed ancora non mi ero ambientato bene.
Abitavo in un piccolo complesso residenziale poco fuori città, molto carino, immerso nel verde. Non ci abitava ancora molta gente ma vicino a me abitavano Gianna e Mario, trentenni con due bambini piccoli, molto simpatici e disponibili.
Mario era via tutto il giorno per lavoro, mentre Gianna era di solito a casa. Fu con lei che entrai subito in confidenza, infatti, facendo i turni ero spesso a casa. Eravamo quasi coetanei, lei ventinove io ventisei.
Il tempo passava e fu grazie Gianna e Mario che ambientai bene nella mia nuova casa e nella città.
Spesso Gianna era sola e mi chiamava per farsi dare una mano nei lavori più pesanti.
Anche loro dovevano ancora sistemarsi casa essendosi trasferiti di casa da pochi giorni.
Fu proprio in una delle mie visite che mi accorsi quanto fosse provocante e maliziosa la mia vicina.
I bambini erano all’asilo e Gianna mi chiamo per farsi dare una mano a spostare delle pesanti mensole.
Faceva un caldo terribile, e il sole primaverile entrava dalle finestre riscaldando l’appartamento.
Gianna mi stava spiegando cosa intendesse fare ma io ero più intento a guardare le forme del suo corpo che a starla a sentire.
Indossava pantaloncini corti abbastanza stretti, e la sua figura alta e formosa era valorizzata dalla luce del mattino. I lunghi capelli castani erano legati a formare un’elegante coda che le arrivava sotto le scapole; lei la portava spesso sul davanti per darsi un’aria da ragazzina e più accattivante verso i maschietti.
Di lei mi piaceva soprattutto il seno abbondante forse una quarta, ben fatto, evidenziato dalla sottile e attillata maglietta bianca ne delimitava bene la forma; sembrava anche abbastanza sodo, infatti senza reggiseno stava lì, alto e immobile con i capezzoli appena visibili grossi e scuri, forse anche con l’aureola larga.
Per un attimo la mia immaginazione naviga e mi sono visto intento a strofinare l’uccello tra quelle tette, mentre Gianna stringendole con le mani mi faceva una magnifica spagnola culminata in un’abbondante sborrata in pieno volto di lei.
Sono stato riportato alla realtà da un ”secondo te ci riusciamo?”
“Come?…….a? …..sì, sì!“ ho risposto un po’ frastornato ed abbiamo iniziato a spostare queste maledette mensole.
Sarà stato per il caldo e per Gianna che mi girava attorno ma sembravano veramente pesanti.
Il culmine è stato quando lei, stando in piedi su una piccola scala, mi ha chiesto di tenere sia la scala sia lei in equilibrio nel liberare uno scaffale.
Per farlo l’ho tenuta con le braccia vicino alle natiche ed il suo seno era poco sopra la mia testa.
Io approfittandone ho spostato lentamente le braccia verso l’alto per toccare i suoi glutei. Lei non ha il classico culo a mandolino ma è formoso ed eccitante, proprio quello che sognavo di visitare in una femmina in calore desiderando di lasciarmelo visitare con il mio sesso che si aspettava di essere ricevuto nel suo caldo piacere.
Lei comunque non ha detto nulla, forse non se n’è accorta neppure.
Finito il lavoro, Gianna senza aspettare che mi scostassi, è scesa dalla scala, il suo seno mi ha sfiorato il volto, mentre le mie mani le hanno accarezzato le natiche.
Siamo rimasti immobili l’uno vicino all’altra fissandoci con complicità e, mentre le mie mani continuavano a palparla ormai in modo sempre più esplicito, ho sentito le sue mammelle premere contro il mio petto accarezzandolo con i capezzoli sempre più turgidi per l’eccitazione.
Il mio cazzo era già in piena erezione e non passo certo inosservato,
Gianna spinse in avanti con il bacino per sentirlo meglio e darmi il messaggio che anche lei era eccitata e predisposta.
Mi è sembrato di rimanere in quella posizione da un’eternità ma poi, sciolto l’incantesimo di quel momento e ritornati in noi, ci siamo scostati e senza dire una parola abbiamo ripreso i lavori mantenendo per i giorni a seguire un atteggiamento misto tra complicità e voglia di stare ancora vicini, forse più vicini del solito.
L’occasione di essere intimi si è presentata la settimana seguente.
In giardino a innaffiando Gianna si ha schizzato la maglietta. Nel rientrare in casa per cambiarsi ci siamo incontrati.
L’acqua faceva fatto aderire la maglietta al seno rendendo ben visibili le tette ed i capezzoli grossi e scuri che sono spuntati in modo eccitante. Mi sono avvicinata a lei e, senza dire parola ci siamo baciati appassionatamente.
Lei continuando a baciarmi, mi ha spinto in casa sua fino alla camera da letto dove con frenesia mi ha sbottonato i jeans.
“Potrà arrivare qualcuno qui a casa e sorprenderci?” ho chiesto con voce eccitata
“No, non ti preoccupare. Mario arriva alle otto e i bambini sono da mia madre” mi ha risposto lei tra un bacio e l’altro.
Con una voglia irrefrenabile le ho levato la maglietta e, finalmente le ho palpato le tette facendola gemere per l’eccitazione. É come lo immaginavo, bello, turgido nonostante le dimensioni di tutto rispetto, non desideravo altro che baciarlo ed abbassandomi ho iniziato a succhiarle i capezzoli.
Gianna ha iniziato a godere sempre di più ansimando ad ogni mia carezza.
L’eccitazione ha continuato a salire per entrambe.
Lei si è fatta levare i pantaloncini e gli slip rimanendo completamente nuda di fronte a me, mentre io avevo ancora i pantaloni sotto cui sento il mio sesso ormai al limite.
“Dai! Fammi vedere quanta voglia hai di me!” e così dicendo Gianna mi ha levato i jeans e gli slip facendo apparire il mio cazzo grosso e duro come non mai.
“Uhh! Ti piaccio così tanto?” fa lei.
“Da morire Gianna. Non ti immagini che voglia ho di essere tutt’uno con te”
“Lo vedo! Abbiamo tutto il giorno e ti farò godere fino a che non ne avrai più”
Così dicendo mi ha preso il cazzo con una mano ed ha avviato una sega scappellando il cazzo ad ogni movimento.
Io mi davo da fare accarezzandole il pube, il monte di Venere e la figa che ho trovato bagnata e pronta a ricevermi; infatti le ho infilato un dito nella figa aumentando il suo piacere.
Poco dopo ho capito che stava venendo perché ha bagnato completamente la mia mano accompagnando la fuori uscita di umori con “Siiihhh!….. uhmmmm. Ti amo! Ancora dai! Voglio che mi scopi tanto!”
“Lo voglio anche io, ma sto per venire” ed ho emesso un rantolo iniziando a sborrare mentre Gianna ha proseguito a scappellarmi.
Caldi getti di sborra hanno bagnato i nostri corpi.
L’abbondante sborrata non mi ha tolto la voglia di scoparla, il cazzo non si è rilassato ma è rimasto duro e pronto.
Lei si è abbassata e, come se mi avesse letto nella mente, lo ha preso tra le mammelle per indurirlo ulteriormente.
“É di nuovo bello, duro e grosso, siediti dai! Voglio farmi chiavare impalandomi” e mi ha fatto sedere su una poltrona con lei che mi è salita sopra a cavalcioni.
Gianna mi ha baciato con sensualità sfregando la figa al mio cazzo, le mammelle schiacciate contro il mio petto hanno reso tutto più eccitante.
Era incredibile, sto scopando Gianna all’insaputa di Mario godendo il suo corpo in ogni posizione.
Con una mano ho indirizzato il cazzo verso la sua bagnatissima figa, lei sentendolo tra le sue grandi labbra si è avvicinata a me facilitando l’apertura anche delle piccole labbra della vagina facendosi penetrare .
“Ahhhhhh!!….. siiihh!!… è bellissimo, fammelo sentire tutto!!”
Queste parole mi hanno eccitato ancora di più.
Ho appoggiato le mani sul sedere di Gianna e l’ho tirata a me aumentando il ritmo della penetrazione facendola gemere ad ogni colpo.
L’ho sentita venire una, due volte e i suoi umori sono scesi lungo il cazzo bagnando le miei natiche e l’inguine.
Tenendomi dentro ha detto “Aspetta un attimo!” e mi ha fatto alzare per inginocchiarsi su una poltrona. Io standole alle spalle ho visto la figa aperta.
“Dai! Continua! Mettilo dentro! Ecco, cosi sono ancora più brava!”
L’ho impalata facendole sentire il mio cazzo fino all’utero.
Abbiamo goduto insieme.
Durante la scopata le ho accarezzato le tette rendendo ancora più piacevole la monta.
Ormai stavo per venire.
“Gianna, sto per godere, non resisto!”
“Sììhhh! Vienimi dentro! Riempimi! Voglio sentire il succo del nostro amore! Ingravidami!”
Poiché le sue braccia mi tenevano fermo, sono stato costretto a lasciare tutto il mio sperma dentro di lei, infilato fino radice ed allora ho iniziato a venire. Ad ogni schizzata di sperma Gianna ha goduto con me.
Mi ha lasciato solo quando non ho avuto più nulla da darle.
Non avevo mai goduto cosi in tutta lamia vita.
Da quella chiavata abbiamo avuto un figlio.
Oggi che Gianna è diventata mia moglie riesce a stupirmi e a farmi godere come la prima volta.
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