Una sera la situazione tra Tommaso e Giulia crollò definitivamente. Era il loro anniversario, e per quell’occasione speciale Tommaso aveva deciso di dedicarsi finalmente una sera tutta per loro, ed all’oscuro di Giulia aveva prenotato un tavolo per due per una cena a lume di candele in un lussuoso ristorante della città. Il pomeriggio però Giulia lo chiamò, e disse che dovevano restare a casa perché erano arrivati dei parenti da fuori e non potevano uscire. Tommaso andò su tutte le furie, le rivelò la sorpresa che aveva organizzato, e lei rispose che le dispiaceva ma non poteva farci nulla. Lui decise che Giulia non meritava il suo rispetto e forse neanche il suo amore. Quella sera scese con un solo desiderio, avere finalmente Abena, senza nessun rimorso, senza più nessuno scrupolo di coscienza.
Si mise in macchina e andò dritto da Abena, ma quando non la vide il cuore iniziò a battergli in gola. Pensò che forse era con qualche cliente, e fu addirittura assalito da una strana forma di gelosia, perché la considerava sua. Ritornò poco dopo e finalmente la vide, così si accostò e disse: “Ciao, ora ti ricordi di me?”. Lei sorrise e rispose: “Sì mi ricordo”, e senza neanche che Tommaso rispose salì in macchina e gli indicò la strada da seguire. Si fermarono in una stradina isolata, e Tommaso stava per prendere il portafoglio per pagarla, ma lei lo fermò: “No amore, ho detto che mi ricordo. Sei stato buono con me, ora è arrivato il mio turno per ripagarti”. Così gli sbottonò il pantalone, tirò giù la mutanda e mise il preservativo al suo cazzo che era già in totale erezione, così lei escalmò: “Com’è grande”. Lo prese prima in mano e poi subito in bocca, facendo fremere di piacere Tommaso, che sentiva le tette di Abena strusciarsi sulle sue gambe. Le mise una mano sulla testa, accarezzando i suoi lunghi capelli lisci di un nero corvino intenso, accompagnando il suo movimento che diventava sempre più continuo. Tommaso spingeva con forza ma allo stesso tempo con gesti estremamente delicati, non voleva trattarla come una puttana, voleva trattarla come una ragazza di cui era innamorato.

Dopo un pompino di circa cinque minuti, Abena abbassò il sediolino e si distese a gambe aperte alzando la minigonna, Tommaso subito si avventò su di lei, prendendo il cazzo in mano per infilarlo subito nella sua figa. Abbassò il top, e poté finalmente ammirare quelle belle tette che aveva sempre e solo immaginato. Baciò i capezzoli, che erano grossi come aveva immaginato, li mordicchiò dolcemente, mentre il suo cazzo affondava sempre di più nella sua figa. Mentre la penetrava si lasciò andare: “Sì Abena, sì così, ti amo, è fantastico scoparti”, sentendo il rumore delle sue palle che sbattevano contro di lei. Voleva tutto, così le disse che voleva metterglielo in culo. Abena si mise a pecora, e Tommaso affondò subito il suo cazzo nel bel culo della prostituta, dopo aver perso ormai ogni freno inibitorio e penetrandola sempre con maggior forza. Dopo qualche botta sentì che stava arrivando al culmine del piacere, e sborrò copiosamente nel culo di Abena, protetta dal preservativo, aggrappandosi e stringendo con passione le sue bellissime tette appoggiandosi con la testa alla sua schiena. Finalmente aveva realizzato il suo sogno erotico, scopare la puttana di cui da tempo era segretamente innamorato.
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Categorie: Incesti