“Non fa nulla, siamo solo io, te, due coppie dentro il lago. È notte, chi ti vede. Hai l’intimo, lascia quello se proprio vuoi.”
Ci spogliamo entriamo dentro, la temperatura è perfetta, ne, troppo calda ne, fredda. Si rilassa, mi viene vicino e misussurra.
“Lobelto è stupendo, ma piace tanto, mi licolda un posto vicino a casa mia a Osaka. Glazie, mi ci voleva ploplio “.
Ci rido. Mi fa morire, poi le sto molto vicino i nostri corpi si toccano. Quando credo che sia il momento di provare un piccolo avviamento del gioco sono disturbato dal passaggio delle due coppie che salutano e se ne vanno. Allora gioco la carta cascata. La porto più avanti fino al costone roccioso. Passando dietro l’acqua c’è un punto dove la roccia è più in dentro e forma una specie di piccola grotta proprio dietro il flusso dell’acqua, che vista da dietro con la luna piena in controluce produce un effetto magico. Lei si tiene vicino a me, la magia del posto, la voglia reciproca di toccarsi, il desiderio. Me la ritrovo fra le braccia. Le nostre bocche si uniscono in un bacio dolcissimo, ma appassionato che non lascia dubbi. Le mie mani iniziano a esplorare il suo corpo. I suoi seni sono piccoli, ma molto sodi, duri, microscopici capezzoli attirano la mia attenzione. Le tolgo l’intimo, è nuda mi appoggio a una roccia piatta dietro di me. Attiro il suo corpo su di me, sono in proporzione il doppio di lei. Mi fa morire. Le sue mani mi esplorano dappertutto. La sua bocca è inarrestabile mi bacia e succhia, le mie mani arrivano al suo sesso. La sua fica è ricoperta di un pelo liscio stupendo, le insinuo un dito dentro, è strettissima, lei intanto ha scoperto il mio cazzo.
“Ma è … ma è enolme!
Esclama stupita.
Veramente non che io sia un super dotato, ho quasi una ventina di centimetri, è una discreta circonferenza, ma a lei è sembrato grande.
“Non ho mai fatto l’amole con un uomo europeo. I giapponesi sono più piccoli.”
Parla con voce rotta dall’emozione.
Io intanto ho cominciato a toccarla e la voglia le prende il sopravvento. Lei si comincia a scaldare.
Si……si…uhumummmmmm...
La sento eccitarsi. Mi accarezza il cazzo che nel frattempo è diventato veramente grosso e duro. Mi sollevo dall’acqua e le permetto di prenderlo in bocca. Lo guarda estasiata. Si mette a leccarlo, non riesce a metterlo in bocca, è troppo per lei. La faccio alzare, le sollevo le cosce, mi abbasso, inizio a passare la lingua su quel pelo liscio e morbido, insinuo la lingua dentro, e sento che comincia a gemere di piacere.
Si … Lobelto …SI…huummmm…
Vado a vanti fino a quando di colpo si irrigidisce e mi regala un primo stupendo orgasmo, viene scuotendosi tutta.
Godo!... Lobelto… Mi fai molile…あなたは私を死なせます
Poi pronuncia alcune parole nella sua incomprensibile lingua, ma credo fossero dovute al piacere che provava. Mi sollevo, mi giro mi metto con la roccia alle spalle, la faccio salire sopra me. Lei si posiziona sopra il mio cazzo, inizio strusciarlo lungo il taglio della fica, lei esita, ma è eccitatissima.
“Ti plego, fai piano”.
Delicatamente inizio e far entrare il mio cazzo, lei si apre. Non è vergine, ma comunque entro lentamente. Sento le pareti della fica aderire perfettamente al mio cazzo. È stretta sembra un guanto. Apre la bocca, la vedo quasi urlare, mi muovo molto lentamente, mi rendo conto che per lei non deve essere facile. Anche per me era la prima volta che mi scopavo una giapponese e cercavo di essere più dolce possibile. Lei mi guarda, sento il mio cazzo arrivare in fondo. Ne rimane fuori circa meno della metà. Resto fermo voglio che si abitui alla mia presenza, mi guarda, mi fa cenno d’assenso con la testa, allora esco e rientro in lei.
Si…. Piano … si…. mi piace si… dai…
Incomincio a pomparla di gusto, è strettissima. Il mio cazzo resta mezzo fuori, se spingo oltre sento il fondo della sua fica. Quando lo faccio lei una smorfia di dolore. Mi metto più basso, lascio a lei la possibilità di mettere i piedi a terra, così potrà impalarsi a suo piacimento. Lei intuisce, incomincia un meraviglioso su e giù bellissimo. Viene a ripetizione, dopo l’ennesimo orgasmo si distende sfinita sul mio corpo, mi avvicina la bocca alla mia. Mi parla con un filo di voce.
“Lobelto mi fai molile!”
La guardo, le rispondo sorridendo.
“Veramente io non ho ancora cominciato!”
Mi guarda stupita. La giro, la metto di nuovo sulla roccia e comincio a pomparla con un ritmo continuo. Gode urlando. Il rumore dell’acqua copre i suoni, poi le scarico dentro una sborrata interminabile. Lei dal piacere mi conficca tutte le unghie dentro la pelle, mi bacia con passione. La sua lingua cerca la mia e restiamo abbracciati dentro l’acqua per un tempo interminabile. Siamo usciti tornati in albergo che era tardissimo, il giorno dopo, lei, mi ha parlato in disparte.
“Glazie, ho plovato con te quello che vuole dile fale l’amole. Spelo che nei giolni a venile vollai ancola il mio colpo.”
Non potevo desiderare amante più calda, appassionata e vogliosa di lei. La scopai tutte le sere, e prima di partire lo volle anche nel culo. L’ho rivista due anni dopo, mi buttò le braccia al collo, mi stampò un bacio in bocca davanti a tutto il gruppo.
Lobelto mi falai molile ancola?
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Aggiunto: 3 anni fa
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Prime Esperienze
«molto bello.. e molto.coinvolgente!»