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Eccomi a raccontare le mie esperienze di sesso gay.
Il 90% di quanto scrivo è verità. Ho cambiato solo qualcosa per evitare di fare riconoscere luoghi e persone.
Non ho mai rivelato la mia vera natura e da quando sono andato via dal mio paese nel sud non ho più fatto sesso e temo che ormai non lo farò più.
Le mie esperienze sono tutte nel periodo fino a 18 anni, quando assieme a tutta la famiglia mi sono trasferito al nord. Premesso questo ecco la prima parte del mio racconto. Se vedrò che interessa continuerò con altre parti. Ciao e un bacio.
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Fin da piccolino, quando ho cominciato a distinguere i sessi, avevo capito che mi attiravano più i maschietti che non le femminucce. E io stesso mi sentivo più femminuccia.
Il mio corpo esile dai lineamenti delicati e i miei capelli a frangetta completavano l'opera dandomi un po quella fisionomia più tipica di una bambina.
Ma al di la dell'aspetto fisico quello che sentivo era una attrazione terribile verso i maschi e più crescevo e più guardavo in mezzo alle loro gambe immaginando cose avessero in quel posto e desiderando di averlo tra le mani e non solo.
La primissima esperienza di sesso fu una cosa strana devo dire ma contribuì a rafforzare la mia sensazione di essere gay.
Avevo appena dieci anni e avevo un amico coetaneo con un fratello di 18-19 anni che collezionava fumetti e ogni tanto mi prestava qualcosa che leggevo nel tempo libero. Aveva una stanzina dove li teneva tutti ordinati e ne aveva un numero spropositato. UN giorno, quando gli chiesi se poteva prestarmi i fumetti, mi portò in questo stanzino e mi disse chiaramente che se volevo prestati i giornalini dovevo fare quello che diceva lui. Io gli dissi che andava bene così lui si abbasso i pantaloni e le mutante e tirò fuori un manganello di dimensioni mostruose. Era la prima volta che vedevo un cazzo vero ed ero senza fiato col cuore che mi batteva a mille. Non riuscivo a muovermi, così fu lui che si avvicinò, e mi abbasso i pantaloncini e le mutande poi mi sdraiò a pancia in giù e mi venne addosso. Non fece nulla di particolare, solo mi allargò le natiche e mise il suo cazzone in mezzo strusciandolo delicatamente in mezzo alle chiappe.
IO ero immobilizzato ma la cosa mi piaceva da morire. Sentire questo cazzo enorme muoversi in mezzo alle mie chiappe mi dava una sensazione nuova e bellissima. Restammo così circa una decina di minuti, poi sentiti che qualcosa di caldo scivolava sulla mia schiena e tra le chiappe. Aveva sborrato in abbondanza su di me. MI diete una salvietta per pulirmi, ci rivestimmo e mi consegnò un po di giornalini.
Ovviamente un giorno si e uno no ero da lui per consegnare quelli che avevo e prendere i nuovi. E sempre la stessa storia, tanto che poi ero io stesso appena entrato nello stanzino a tirarmi giù pantaloncini e mutante e sdraiarmi per terra aspettando il suo cazzo fra le chiappe e la sua sborra su di me. Ora lui mentre mi strusciava il cazzo sul culo, mi sussurrava all'orecchio che ero la sua troietta e che presto me lo avrebbe messo dentro ed io tremavo dal piacere.
Intanto era venuta l'estate e avevo finito la 5 elementare. Promosso.
Così i miei mi mandarono in vacanza da una zia che abitava al mare. Lì c'era un mio cugino che chiamerò Andrea, che mi era sempre piaciuto da matti. Aveva qualche anno più di me 12-13 ma era davvero un bel fighetto. Aveva la carnagione scura gli occhi neri e vispi e un corpo da favola.
Quando arrivai lui mi presentò i suoi amici: un gruppetto di tre ragazzi con cui andava al mare e giocava nel tempo libero. Altri tre ragazzi davvero belli, uno in particolare (Giulio) era una cosa che solo a vederlo mi tremavano le ginocchia.
La casa di mia zia era su due piani e al piano superiore c'era la cameretta di mio cugino con un divano letto dove dormivamo insieme.
Ma per qualche giorno non successe nulla salvo i soliti giochi di ragazzi tipo lotta in cui, a dire il vero io cercavo sempre di mettergli una mano fra le gambe per sentire il suo uccello.
Poi ebbi un problema di tipo influenzale e un paio di giorni di febbre. Mio cugino mi teneva sempre compagnia ed io ero contento di averlo vicino. Quando mi passo la febbre mi dissero di stare ancora un giorno in casa prima di uscire, ma stavo davvero bene per cui i giochi con Andrea erano ricominciati.
Anzi adesso durante le "lotte" la mia mano si soffermava sempre di più sul suo cazzo ed io mi accorgevo che gli veniva duro.
Anche lui capi e mi disse: "Sei ancora convalescente, non devi stancarti, dai accendiamo la TV e sdraiati sul divano con la testa sulle mie gambe".
Mi balzò il cuore in gola e immediatamente mi sdraiai appoggiando la mia testa sulle sue gambe. Aveva i pantaloncini corti e le sue gambe abbronzate erano bellissime. Passarono pochi minuti e capii che dietro la mia nuca succedeva qualcosa. Qualcosa di molto bello. Andrea si era tirato fuori il cazzo e me lo appoggiava sul collo e sulla nuca accarezzandomi i capelli. Alzai un poco la testa e lui capì e si abbasso i pantaloncini fino alle ginocchia. Io mi voltati verso di lui e mi trovai davanti il suo cazzo durissimo e pulsante. Ancora una volta il cuore mi andava a mille, ma non potei fare a meno di prenderglielo in mano e piano piano cominciai a fargli una sega. Lui mugolava di piacere mentre io ero al settimo cielo. Poi prese lui il suo cazzo e me lo strusciò sulle guance e sulle labbra. Ed io istintivamente, senza saper neppure il perché aprii le labbra e sentii il cazzo entrarmi in bocca. Non sapevo bene cosa fare ma l'istinto mi guidava sì glielo leccavo e me lo ritrovavo tutto in bocca alternativamente. Aveva un sapore magnifico e anche il mio cazzo, seppure più piccolo era diventato un pezzo di ferro tanto che mi faceva male dentro le mutande. Ma quello che sentivo di più piacevole era il contrarsi ritmico del mio buchino che forse desiderava di essere penetrato. Ad un tratto sentimmo salire le scale e di corsa ci ricomponemmo. Era mia zia che veniva a vedere come stavo. Gli dissi che stavo bene, ma ero deluso e insoddisfatto. Andrea mi disse piano all'orecchio che avremmo continuato la sera quando ci saremmo messi a letto. E un po mi tornò il buonumore.
Quella sera non vedevo l'ora che tutti si mettessero a dormire e chi restassi solo con Andrea. Alla fine accadde e appena entrammo nel letto sia io che lui eravamo già in mutande ed io non aspettai neanche un minuto ad abbassare le sue e prendergli il cazzo in mano. era duro e caldo come nel pomeriggio ed io lo volevo tutto per me.
MI buttai addosso a lui con la testa in mezzo alle sue gambe e gli presi di nuovo il cazzo in bocca. Sentivo che gli piaceva e mi dava anche qualche consiglio: dai leccami le palle.... adesso metti la lingua sulla cappella... mettitelo tutto in bocca. Ed io eseguivo senza fiatare ma godendo da matti.
Ad un certo punto sentii che ansimava e mi disse che stava venendo e se volevo la sua sborra in bocca. Non dissi niente ma mi infilai tutto il suo cazzo in bocca aspettando che sborrasse. Dopo poco sentii che veniva, non in modo pazzesco ma comunque abbondante. MI ritrovai la bocca pieno del suo sperma. era una sensazione strana e un po lo sputai ma il sapore dello sperma mi piacque e mandai giù quello era rimasto. Ovviamente non ero affatto soddisfatto, volevo di più. E così gli ripresi in bocca il cazzo che intanto si era un po ammosciato. Io però continuavo a slinguarlo per bene e a gustare il sapore del suo sperma che ancora gli era rimasto. Piano piano sentii che il suo cazzo cresceva nella mia bocca e che diventava di nuovo duro come il ferro e così accelerai il mio pompino leccandoglielo tutto e infilandomelo in bocca. Ora lo volevo dentro. Mi tolsi le mutande e gli mostrai il culo. Lui capì e mi disse: Vuoi che ti scopo vero troietta?" Guarda un po anche lui mi chiamava troietta come il fratello del mio amico di prima. Ma non mi dispiaceva. Gli dissi di si che lo volevo dentro.
Andrea mi accarezzo il culo dicendomi che lo avevo davvero bello e che anche lui voleva infilarmelo dentro. Io quasi non riuscivo a parlare dall'emozione, ma sentivo che ero pronto per prenderlo così mi misi a pecorella con il culo alzato verso di lui. Lo sentii avvicinarsi e sentii che mi puntavo la cappella del suo cazzo proprio sul mio buchino. E io sentivo che mi si dilatava automaticamente mentre lui spingeva dentro il suo cazzo.
Sentii tutte le fasi della penetrazione. Prima aveva messo dentro la sola cappella e la muoveva un poco, poi piano piano entrava sempre di più. Era una sensazione strana e all'inizio sentii come una specie di fastidio ma man mano che entrava mi sentivo al settimo cielo. Fu una cosa dolce, non sentii alcun dolore anche perché non è che avesse un cazzo enorme, era proprio la misura giusta per sverginarmi. Gli dissi: "Dai infilalo tutto dentro". Lui mi rispose sorridendo: "Guarda che ce l'hai tutto dentro da un po." Allora cominciai io a muovere il culo per sentirmelo meglio dentro, ma Andrea mi perse per i fianchi e cominciò a scoparmi in modo meraviglioso. Entrava ed usciva dal mio culo a ritmo costante ed io emettevo dei gridolini di piacere quando me lo ritrovavo tutto dentro.
Intanto anche il mio cazzo era duro e lo sentivo palpitare. Capii così che stavo venendo senza bisogno di segarmi. Sensazione sublime. Continuò ad incularmi per un bel po. Ovviamente il pompino di prima adesso contribuiva a farlo durare di più. Poi dopo un pezzo sentii che accelerava i colpi entrando ed uscendo dal mio culo più frequentemente. Sembrava che il suo cazzo si stesse ingrossando di più. ed io ero felice perché capivo che lo facevo godere. Infine con una serie di mugolii sentii che stava venendo. Non so quanto sperma mi rovesciò dentro, ma non era molto e comunque mi piaceva il solo pensiero.
Si accasciò su di me e lo pregai di non tirarlo fuori subito. Restammo così abbracciati mentre avevo ancora il suo cazzo dentro per diversi minuti.
MI disse:" Lo sai che sei davvero un finocchietto delizioso?" Lo ringraziai ma gli dissi per favore di non dire nulla in giro perché come lui sapeva, dalle nostre parti i froci non sono visti bene e io non volevo che si sapesse che lo ero. MI rassicurò dicendomi di stare tranquillo che non avrebbe svelato il nostro segreto.. E sempre col suo cazzo ancora dentro di me mi baciava il collo le guance e infine la bocca, infilandomi dentro la sua lingua. Cosa che mi piacque moltissimo e che ricambiai. Avrei voluto continuare all'infinito e magari ricominciare a farmi scopare, ma capivo che era ora di dormire cosicché mi sfilai piano piano il cazzo dal culo e insieme andammo in bagno a lavarci un po, dopo di che, dopo esserci scambiati ancora qualche bacetto Andrea mi augurò la buona notte: "Sogni d'oro finocchietto mio." Dormimmo abbracciati.
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