Il giorno seguente alla festa in costume dormimmo fino a tardi, una doccia ristoratrice e una colazione abbondante che valeva anche da pranzo ci fece tornare alla realtà. La giornata fu romantica, passammo il pomeriggio in barca a vedere delle isolette meravigliose e per qualche ora il sesso passò in secondo piano. Tornammo verso le 17 e prima di tornare in camera ci concedemmo un'oretta di spiaggia, ovviamente in quella naturista. Ormai avevo perso ogni pudore e non mi fregava nulla di essere nudo pur in presenza di quei marcantoni iperdotati. Elisa al vedere un po' di ragazzi nudi abbandonò il romanticismo delle ore prima e riprese a esibire il suo bellissimo corpo, soprattutto un culo perfetto, felice di essere guardata da quasi tutti. "amore... Ricordi vero il nostro accordo? Stasera vorrei togliermi quella voglia...". Sorrisi, mi alzai e senza esitazione mi avvicinai al trespolo dove troneggiava Leon, il nostro amico, bagnino della spiaggia nudista. "Ciao Leon, posso chiederti una cosa?" "Certo amico mio, dimmi". "Stasera so che c'è un'altra festa in hotel, Elisabetta si è divertita ieri e mi ha chiesto se stasera hai un amico perché vuole due ballerini tutti per lei...". Mi guarda con gli occhi sgranati quasi incredulo, guarda Elisabetta da lontano che gli sorride "Certo... Chiedo a Javier, è un grande ballerino di merengue, a dopo pisellino". Fortunatamente di italiani non ce n'erano e pisellino oramai era il mio nome per la vacanza. Tornai da Eli "missione compiuta amore mio". "Ti amo troppo, pisellino, stasera ti faccio divertire, non vedo l'ora, sono già bagnata come una troia, vederti nudo a chiedere a Leon di trovare anche un amico per inculare tua moglie è sconvolgente, mi toccherei qui davanti a tutta la spiaggia".
Cena in hotel a base di crostacei, una bottiglia di bianco della California davvero speciale e tornammo in camera per prepararci. Doccia e io in 5 minuti ero pronto. Jeans camicia bianca e stan smith. Cominciavo ad essere abbronzato e mi sentivo anche affascinante. Poi uscì lei dalla stanza. Una dea. Un abitino nero di versace con la gonnellina leggera e svolazzante, sandalo nero altissimo, un filo di trucco e rossetto incandescente. "Ti piaccio? Sono abbastanza sexy x i miei due negroni?" Non riuscii neppure a rispondere, deglutivo a fatica, ero fortunato ad avere una donna così bella, sensuale e complice. "Ah, dimenticavo..." aggiunse "c'è caldo stasera, ho dimenticato la biancheria intima, è lo stesso?" e mentre lo diceva fece un giro su sé stesso con la gonnellina che si alzò completamente mostrando che sotto non indossava nulla. Stavo impazzendo e prima di uscire non riuscii a non toccarla con due dita scoprendola già completamente fradicia. La festa era molto animata, c'erano anche molte ragazze giamaicane bellissime che facevano ballare gli ospiti dell'hotel. Elisabetta anche tra quelle bellezze faceva la sua figura e il suo culetto non aveva nulla da invidiare alle ballerine. La prima salsa la ballammo assieme e Eli tra baci, carezze mi ripeteva sottovoce "ho una voglia stasera che sto impazzendo... Scoperei tutti gli uomini dell'Hotel...". Musica per le mie orecchie e per il mio uccello. Si fece desiderare ma dopo un'oretta ecco finalmente arrivare Leon. "Ciao, scusate il ritardo. Vi presento Javier, mio grande amico". Javier era una statua, non era un uomo. Bellissimo, alto, capelli rasta, non spiaccicava una parola d'italiano e disse solo "ciao", dandomi la mano e baciando sulla guancia Elisabetta. Ci sedemmo a un tavolino e Eli mi disse "vai a prenderci un mojito". Il tono era da padrona e mi piaceva essere il suo schiavetto. Tornai con 4 cocktail e trovai Eli tra i 2 ragazzi mentre le loro mani esploravano ogni centimetro del suo corpo. "Dai Javier, portami a ballare" e i due salirono sulla pista dando spettacolo. La gonnellina di Elisabetta si alzava spesso e tutto il locale poteva vedere come fosse senza slip. Leon intanto mi chiese "ma vuoi conoscere una ragazza? Guarda quella appoggiata al bancone, è mia cugina. Bella vero? Se vuoi te la presento, è molto caliente". "Grazie Leon, so che è difficile da capire, ma io non tradirei mai Elisabetta. A me piace solo se lei è la protagonista. Godo a vederla godere". Fece spallucce, difficile capire, lo comprendo. "Cambio ballerino!" la voce squillante di Eli interruppe la nostra conversazione e Leon sostituì Javier in pista. "e altri 3 mojiti Pisellino, subito". L'alcol cominciava a fare effetto e ormai Elisabetta aveva perso ogni minimo pudore. Ballava con entrambi, le mani di Leon erano fisse sui suoi glutei e Javier da dietro le faceva sentire un'erezione visibile anche con i pantaloni".
Era ormai l'una di notte quando i tre si avviarono verso di me. "Andiamo, è ora di godere" mi disse Eli. Prese sottobraccio i due tori e io dietro ad accompagnarli. La gonnellina ormai era salita talmente che fece il tragitto discoteca-camera con culo e patata al vento. Aperta la porta i due ragazzi andarono a fare una doccia e Eli con loro. "Pisellino, portaci gli accappatoi". Entrai in bagno e vederli tutti nudi con Elisabetta che menava i due cazzi dei ragazzi mi fece strabuzzare gli occhi. Si stava avverando un sogno. Javier aveva un bel cazzo, lungo, ma meno grosso di quello di Leon. Pensai tra me e me che fosse perfetto per il culo di Elisabetta. Usciti dalla doccia, Eli mi disse "Cosa fai ancora vestito? Spogliati. E mettiti lì in piedi, vicino a loro". Come un automa eseguii. Elisabetta prese il mio uccello e lo avvicinò prima a quello di Leon, poi a quello di Javier, sorrise "Piccolino lui... E tu vorresti farmi godere con questo pisellino? Lo sai che li voglio grossi, enormi, voglio farmi spaccare... Dai leccami, svelto, preparami e poi a cuccia che ti dico io quando puoi intervenire". Gliela leccai come mai avevo fatto, dal tavolo presi il gel lubrificante e le lavorai il buchetto del culo trovandolo già aperto e morbido. "Bravo, ora siediti, goditi lo spettacolo e guai a te se vieni".
Lo spettacolo che si presentò ai miei occhi fu sensazionale. Leon cominciò da subito a scoparla mentre Javier lo appoggiò sul volto di Eli che lo pompava con una voglia che sembrava lo volesse mangiare. Leon e Javier si scambiarono i ruoli con Eli che cavalcava il ragazzo, offrendomi la vista del suo culo. L'asta di Javier era infinita ma spariva quasi tutta nella figa della mia donna che cominciò la prima serie di orgasmi. Leon intanto aveva cominciato a giocare con un dito, poi due nel culo di Elisabetta. Che cominciò a urlare, si voltò verso di me "vuoi che inculino la tua donna? Lo vuoi? Allora chiediglielo, voglio sentirti implorare che spacchino il culo a tua moglie". Non venni perché non so come, ma mi controllai, poi guardai Javier e lo esortai "Javier mettiglielo nel culo ti prego". Ma come una frustata arrivò la voce di Eli "No no, pisellino, non hai capito nulla. Io voglio Leon nel culo, Javier lascialo lì dov'è. Leon inculami, ma fai piano". Non se lo fece ripetere due volte. Javier da sotto si fermò un attimo a pompare mentre Leon piano piano iniziò l'operazione culo. Mi spostai per vedere meglio, non potevo credere che un mostro così entrasse in quell'orifizio. Invece come per incanto la cappella era dentro e Eli cominciò a emettere gridolini misti di dolore e piacere. "Piano, piano, mmm, ma non fermarti". I muscoli si stavano rilassando e il cazzone guadagnò ancora centimetri. "Ora, sì, ora, spingi, inculami, daiiiiii". Non riuscii ad ubbidire a Elisabetta e mi feci una sega pazzesca urlando "Sei fantastica, che troia, la mia troia". Anche Javier riprese a muoversi e vedere due cazzi neri dentro mia moglie era lo spettacolo più bello della mia vita.
Elisabetta urlava sempre di più "vengooo, vengo ancora... Non ho mai goduto così... Voglio morire così".
Javier fu il primo a cedere, si sfilò da sotto, tolse il preservativo e venne come una fontana sulla schiena di mia moglie. Leon invece imperterrito trapanava il suo culo sempre più forte. Elisa cominciò a squirtare inondando le lenzuola e le palle di Leon. Le sue urla erano quasi disumane. Era il momento di Leon. Quando uscì dal culo di Elisabetta rimasi a bocca aperta. Il buco si era dilatato e faticava a tornare com'era, probabilmente se ci avessi messo il mio in quel momento non se ne sarebbe nemmeno accorta. Tolto il preservativo se lo menò due volte e un fiotto di liquido bianco, denso riempì la schiena di Elisabetta. Lei si voltò repentinamente e prese a leccarlo con avidità, pulendo ogni angolo di quell'enorme uccellone. "Mi avete aperto in due, io un orgasmo violento così come l'ultimo non l'avevo mai provato in una vita". Poi rivolse lo sguardo verso le mie parti basse "e tu, piccolino, non vuoi venire?" "Sì, ti prego, amore fammi venire, ti supplico". "Vediamo se sei bravo e poi decido. Puliscimi bene la schiena veloce, puttanella, so che ti piace". Come un automa mi gettai su di lei e da perfetto schiavo raccolsi tutto lo sperma sulla schiena di Eli. C'era un misto di quello di Javier, più liquido, trasparente e quello di Leon, più denso, bianco. Preferivo il secondo, era dolce. Sperai per un attimo che Eli mi chiedesse di prendere in bocca il cazzo di Leon ma non lo fece. Feci per baciare Elisabetta, ma lei mi disse "no, oggi lo sperma di Leon è tuo, ingoia, puttanella". E prese a menarmi l'uccello. Con grande sorpresa quando stavo x venire me lo prese in bocca e inghiottí tutta la mia sborra. "Te lo meritavi, pisellino, mi hai fatto passare la notte più porca della mia vita".

Dio, come la amo.
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