Un giovedì mattina, che ancora reca le tracce della lunga seduta amorosa che hanno vissuto la sera precedente nel talamo di lui, Ofelia si presenta in ufficio e chiede a Gigi se accetta di pranzare con lei e con suo marito, per conoscersi per lo meno, visto che condividono i sentimenti della stessa donna; lui comunica in direzione che si tengono libero il pomeriggio ‘per problemi familiari’ e le dice che usciranno insieme, con la macchina di lei; avverte Maria che le lascia l’auto.
Al termine del turno mattutino, Lia passa a prenderlo e vanno insieme a casa; Gigi le chiede se hanno previsto un ristorante dove pranzare; lei lo rassicura che ha provveduto ad ordinare il pranzo al ristorante; si incontreranno a casa loro, perché Riccardo (così si chiama il marito) lo preferisce; Gigi si limita a carezzarle il viso per non disturbarla mentre guida nel traffico cittadino, intenso a quell’ora.
C’è un piccolo imbarazzo, quando si guardano in faccia per la prima volta; ma tra due persone della loro classe, i disagi si fa presto a superarli e Riccardo mette immediatamente le carte in tavola, chiarendo che è perfettamente al corrente di tutto quello che li riguarda, che è completamente in sintonia con sua moglie e che lo considera ‘di famiglia’ e non un avversario o un competitore per l’amore di lei.
Solo, non riesce a capire perché Gigi continui a tenersi la ‘palla al piede’ di un matrimonio decisamente sballato e pesante da gestire; gli spiega che, in parte per sensi di colpa, visto che lui intrattiene una relazione ‘pesante’ con Ofelia; in parte per un senso di pietà verso una povera ‘scombinata’ che sta lottando contro mulini a vento che vede solo lei; ma soprattutto per dieci anni di vita vissuti con amore, contro due di follia pura, non riesce a decidere di dare a Maria il benservito.
Si siedono a tavola e gustano volentieri quanto preparato dal ristorante e fatto consegnare in ceste da ragazzi del locale; dopo il caffè, Lia li invita a sedersi in poltrona con un cognac che ha servito, tira fuori un documento e lo mostra ai due.
“Questo è il test di maternità; sono incinta di te, Gigi; è il momento della verità; adesso dovete dirvi quello che avete in animo!”
Riccardo scatta in piedi l’abbraccia con evidente amore; lei risponde con altrettanto affetto.
“Amore, sono felice per te; adesso avrai il figlio che desideri, spero che mi consentirete di amarlo come mio.”
Gigi prende la donna per la mano e la fa sedere sulle sue ginocchia; la bacia delicatamente sulla guancia.
“Se non ho pessima memoria, tutto sta andando esattamente come volevamo noi tre; tu avrai il tuo bambino, io sarò il padre legittimo e pretendo sin da ora di potere esercitare, in armonia e in affetto, questo mio diritto; tu sarai il padre putativo e tutelare e ti occuperai di nostro figlio soprattutto nel suo interesse. Non credo che ci sia niente da aggiungere … ”
“… a meno che non vogliate celebrare facendo l’amore, per la prima volta nel nostro letto … “
“Riccardo, non credo che sarebbe giusto importi la nostra felicità … “
“Gigi, lo dico ora ma valga per sempre; ho avuto, ho ed avrò sempre a cuore, al di sopra e prima di ogni altra cosa, la felicità di Ofelia; prima dell’incidente, le potevo garantire tutto; dopo l’incidente, lei ha sofferto molto, rinunciando a una parte della sua vita; lo ha fatto per me; se il vostro amore completa la sua gioia di vivere, io sono felice di guardarla da vicino, il suo godimento, la tua capacità di darle l’amore che mi racconta.
Sappi che sarei lieto anch’io se potessi amare, con gli occhi e con una stretta di mano, mia moglie mentre si prende da te la felicità che il tuo sesso può darle; non fartene nessun problema; se avrete voglia di fare l’amore nel nostro letto, non lo riterrò un’offesa, ma un omaggio all’amore che ci siamo scambiati e che anima il nostro rapporto. Quando nostro figlio nascerà, forse dirotterò su di lui gran parte del mio amore, ma Lia resterà sempre regina del mio cuore. Mi spiace per te, ma non rinuncio.”
Baciano insieme, sulle due guance, la donna che amano, felice come non mai; e brindano alla bellissima notizia; proprio in quel momento squilla il telefonino di Gigi che legge sul display che si tratta di Maria; risponde tempestivamente; lei parla con voce stravolta, vuole vederlo perché ha da chiedergli qualcosa di vitale, gli domanda dove sia; Gigi le dà il recapito di Lia e dopo una decina di minuti si presenta trafelata alla porta.
“Ho bisogno dei tuoi maledetti soldi, ne ho una necessità urgente, immediata!”
“Buongiorno, signora, io sono Riccardo, il marito di Ofelia … “
“Scusatemi, è vero sono una grande scostumata; ma, credimi Gigi, è questione di vita o di morte … “
“Senti, Maria, adesso ti calmi, ti siedi e mi spieghi; non ho capito niente … “
“Devo farmi ricoverare immediatamente in una clinica specialistica molto costosa, per una cura anch’essa molto costosa; non ho un centesimo e se non paghi tu rischio di morire … “
“Senti, bambina mia, soggetto, predicato e complemento, se non spieghi dall’inizio e non presenti l’argomento, io non sono in grado di capirti e non posso decidere che soldi impegnare, a favore di chi, per quale motivo.”
“Sono stata contagiata … “
“Hai toccato scorie nucleari?”
“No, che diavolo dici? Forse ho contratto una malattia venerea pericolosa!”
“E come, se sono mesi che non ti fai toccare?”
Esita, balbetta, poi esplode.
“Ho un amante, da due anni ti tradisco, ti faccio le corna!”
“Perfetto! E vorresti che in cambio delle corna io ti pagassi la cura per la malattia venerea che il tuo amante ti ha trasmesso?”
“Sei l’unico pilastro a cui aggrapparmi, l’unica spiaggia dove potrei approdare … “
“Il lupo stanato dal cacciatore chiede asilo alla pecora … “
“No, una donna imbecille, che ha disprezzato il suo uomo perché si riteneva oppressa dal suo potere economico, ora invece ha bisogno proprio di lui e dei suoi soldi per non morire.
“Era questo che intendevi quando dicevi che mi avresti ridotto sul lastrico?”
“Dicevo la prima imbecillità che mi veniva in mente … “
“Gigi, scusami se mi intrometto, ma come psicologo credo di poter leggere meglio le situazioni. Questa che ti implora è una donna che, a quanto pare, ha commesso errori gravissimi, apparentemente imperdonabili; ma nella vita ci sono momenti in cui ti fai chiarezza, specialmente in prossimità di un grave pericolo; in quel caso qualcuno riesce a rivoltare la sua vita come un calzino.
Io credo che Maria stia cercando di dirti quanto si è pentita delle sue scelte e che vorrebbe che tu facessi un gesto estremo di umanità, di amicizia, di affetto, di amore, perfino, visto che per dieci ani avete vissuto in amore, da quel che dice; l’unico problema è se tu senti dentro di te la voglia di darle fiducia, di offrirle una seconda occasione per riscattarsi. Tu ce l’hai questa umanità, perché solo quella ti può sostenere, una profonda umanità. E bada che sono io a dire a te queste cose.”
“Riccardo, la tua tesi è chiara e giusta. Però qualche dubbio che mi assilla è altrettanto plausibile e necessario. Abbiamo capito che tu sei una persona estremamente leale, che anch’io sono aperto e leale fino in fondo, Lia ci dà dei punti a tutti e due con la sua enorme capacità di amore, di responsabilità, di onestà. Per Maria, chi giurerebbe? Io non me la sento; è stata sleale, infida, cattiva, troia fino in fondo.
Mentre si dichiarava ribelle ad una tirannia plutocratica che vedeva solo lei, si rendeva succuba della violenza ferina di una bestia che la sbatteva come uno zerbino e lasciava al povero cornuto, come gli piaceva definirmi, il compito di mantenerla, di tutelarla, di proteggerla; per un piccolo rimprovero sui pochi soldi di un rossetto ha scatenato una guerra proditoria che ha portato fino alle estreme conseguenze di mettere a rischio l’incolumità sua e di chi avesse l’ingenuità di volerla amare.
Quale affidamento può dare una donna che va a copulare col suo stallone e usa una carta di credito che è sotto il mio diretto controllo? Capisci che è stata lei a dirmi, indirettamente, che mi stava facendo le corna. Ti rendi conto che è stato per reagire a quell’umiliazione che mi sono trovato innamorato di Ofelia? Tua moglie ci ama lealmente tutti e due, aspetta un figlio che definiamo ‘nostro’ perché è così; chi ti assicura che la signora, avuti i soldi per curarsi, non tradirà ancora?”
Maria è sconvolta.
“Tu e Ofelia avete una storia? Ed è cominciata quando io ho pagato il motel con la tua carta? Tu aspetti un figlio da Gigi e tuo marito è d’accordo? Ma cosa mi state raccontando?”
“Carissima moglie, ti racconto una storia di corna che danno vita ad un immenso amore, di quelli che tu nemmeno potresti sognare; ti racconto la storia di un amore che rende ancora più squallido il tuo ingenuo tentativo di ingannarmi; ti racconto la storia di persone oneste e leali che vivono l’amore come chiarezza e libertà vera.
A te fa comodo dimenticare; infatti non mi hai dato nessuna risposta su quei conti arrivati dal motel che non conosco; sei quasi arrivata a laurearti, se non avessi perso il treno per la tua smania di preferire gli aperitivi al bar invece che lo studio sereno che ti proponevo di fare insieme; eppure non riesci a capire che è bastata una piccola indagine della banca per sapere che con la mia carta era stato pagato il debito di un signor Osvaldo Marini e signora.
Quanto ci vuole per stabilire che è l’operaio della tua stessa linea col quale frequentavi il motel a scadenza settimanale, a spese di tuo marito, che lui definisce ‘il cornuto’ e, per la sua storia lavorativa, io sono in grado di metterlo sulla strada con una firma; quanto ci vuole a capire che, essendo la carta in tuo legittimo possesso, la ‘sua signora’ era l’ineffabile mia dolce e fedele mogliettina? Davvero hai creduto di combattere il mio conto in banca facendolo usare dal tuo stallone?
Quando l’ho scoperto ho chiesto consolazione ad un’amica di cui ero vagamente innamorato; l’ho trovata così dolce, così bella, così amorevole che me ne sono innamorato; ti fa specie? Mentre tu ti facevi sbattere da un maiale violento e maschilista in un motel da prostitute, io l’amavo con la dolcezza che conosci nel nostro letto, quello che era mio e tuo e che ora è diventato mio e suo, perché ti sei negata e ti sei ritirata nella camera degli ospiti.
Non sognarti neppure di pensare a Riccardo come al cornuto contento che tanto vi fa ridere, te e il maiale tuo compagno; hanno avuto un problema, lui non può più darle sesso ma si amano infinitamente, al punto che lui le concede di fare l’amore con me, perché anche di me Lia è innamorata, e si accontenta di essere chiari e leali, senza tradimenti; questo è amore puro, cara la mia mogliettina.
Vale anche per il figlio che nascerà; tu sai che lo voglio un figlio, ma ti sei negata recisamente, sempre; lei voleva un figlio e Riccardo non può darglielo; invece di ricorrere alla banca del seme, hanno scelto, insieme capisci, che glielo avrei dato io, riconoscendolo come mio; e sappi che lo riconoscerò, qualunque cosa accada; lui sarà il padre tutelare e putativo, ma soprattutto Lia sarà la madre di suo figlio innamorata dei due padri.
La tua intelligenza che, finché ti ricordo con amore, era brillante, ci arriva fino a questo punto? Credi davvero di avermi umiliato o sei sotto un cumulo di macerie da cui solo i miei deprecati soldi ti possono far risorgere? Ti accompagno alla clinica, ti faccio fare la cura e me ne assumo tutto l’onere, perché sei ancora mia moglie e non ho dimenticato dieci anni d’amore vero; ma non ti garantisco di continuare ad amarti come prima; anche a mezzadria, Lia mi è molto più cara di un’infedele moglie troia.”
“Mi dai un poco del tuo cognac, per favore? Ne ho veramente bisogno, adesso … Gigi, ti ho chiesto di pagare la mia imbecillità; Riccardo che deve essere molto bravo nel suo lavoro oltre ad essere l’uomo di grande nobiltà che mi hai raccontato tu, lui ha capito che sono venuta qui a piangere da donna pentita delle sciocchezze commesse, a chiedere che tu sia il mio riferimento, la mia salvezza; perché ho solo te e ti avevo buttato nella pattumiera.
Ma Ofelia ha avuto il buonsenso e il coraggio di riprenderti e di riportarti all’amore, alla fede in te stesso; ce la fai ad avere per me la stessa umanità che lei ha avuto per te? Non ti chiedo amore, perché so che il tuo cuore ancora sanguina; ti chiedo pazienza e capacità di accettarmi; non mi proporre la separazione e il divorzio; non ce la posso fare e non solo o non tanto perché economicamente non reggerei.
Ma perché sarebbe il mio cuore a scoppiare; ci va già vicino, davanti al mio unico vero amore che mi dice chiaramente che ama un’altra; davanti a mio marito a cui ho negato un figlio e che ora lo sta aspettando dal suo amore; davanti ai miei mulini a vento che non sono giganti a combattere; ce la fate, tutti e tre a questo punto, a darmi un’altra occasione per rimediare? Riesci ad abbassare ancora un poco il tuo orgoglio per scendere al mio livello e perdonare?
Non è solo un problema di soldi; le cifre sono spaventose, per me; per te sono abbordabili; Osvaldo è malato conclamato e ne avrà per mesi in un nosocomio di pubblica assistenza; io non ho una malattia conclamata perché quella sera, forse lo ricorderai, ebbi l’unico sprazzo di buonsenso ed usai i preservativi che mi avevi dato; ma, per controllarmi, devo essere ricoverata per qualche giorno in una clinica specializzata che costa molto.
Mi hanno detto che c’è una cura che dura minimo cinque anni, la durata di incubazione della malattia, con controlli periodici e astinenza totale da qualsiasi attività sessuale; per cinque anni non posso fare sesso, neppure con mio marito, per non coinvolgerlo nel mio male; se hai ancora abbastanza pazienza, ti chiedo di farmi vivere nella nostra casa per questo periodo e di sostenere le spese delle mie cure, che non sono piccole.
Io, in cambio, non posso prometterti niente perché non posseggo niente; il mio patrimonio era l’immenso amore che ho provato per te dal primo momento e che niente ha mai messo in discussione; è vero che un maschio ottuso e maschilista mi ha sbattuta come uno zerbino, ma era solo contro il corpo che infieriva; l’amore mio resti tu, anche se hai difficoltà a crederci; a questo punto della mia vita, posso solo offrirti la mia cieca fedeltà.
Se tu mi accetti, voglio essere per te quello che mia madre è stata per mio padre o mia nonna per mio nonno, l’angelo del focolare che se ne sta nell’ombra e ti guarda mentre riempi d’amore la tua amata, la madre di tuo figlio; posso solo aspettare che, dopo cinque anni, col figlio già grandetto, con suo marito che la adora, col lavoro che la impegna, Lia sia costretta a raffreddare il suo impeto d’amore per te e che io, ripulita dalle scorie, possa tornare ancora a cercare di essere la tua donna, oltre ad amarti come ti amo da sempre. Decidi tu, adesso.”
“Senti, Gigi, lascia che ti parli ancora da psicanalista; avete riassunto in poche battute una vita intera, protagonista una ragazza che commette l’errore di non seguire il fidanzato quando la invita a studiare; finisce in serie C quando trovano lavoro; quando vede lui crescere, anziché recitare il ‘mea culpa’ gli attribuisce tirannie inesistenti, cerca di combattere e finisce contagiata. Ha detto bene; l’ultima parola spetta a te, arbitro del suo destino mentre sta sul ciglio del burrone.
Ma un’altra verità l’ha accennata, proiettandosi da qui a cinque anni; Lia non mi lascerà mai, lo so bene; sarà super impegnata tra lavoro, marito e figlio; dovrà accantonare l’amore o l’amante, se preferisci, anche perché la libido calerà; senza di lei, ti troverai a cercarti compagne occasionali o a inseguire un grande amore sempre meno probabile.
In cinque anni Maria sarà cambiata; te l’ho detto; lei è nella condizione di chi guarda in faccia la morte, si fa l’esame di coscienza e stabilisce che deve cambiare tutto; lei vuole cambiare e il modello è la moglie che avevi un paio d’anni fa: Non la cacciare, se posso darti un consiglio; è l’unico faro per te, per quanto labile, sempre unico, come tu lo sei stato per lei.”
“Gigi, io non nessuna difficoltà, davanti a tua moglie e davanti a mio marito, a dirti che ti amo infinitamente; ma molte cose vere sono state dette che è il caso di ribadire; le mie priorità, in ordine sparso, sono il lavoro, mio marito, mio figlio e tu; se vi metto in ordine di importanza, finisci all’ultimo posto perché amo il lavoro che mi rende libera ma m’impegna tutto il giorno; ho un amore antico per mio marito cui mi dedico molto; sono presa già da mio figlio; l’amore per te completa la mia gioia di vivere.
Tra cinque anni, quando Maria tornerà ad essere la moglie bellissima che avevi, nostro figlio sarà un bambino bisognoso di attenzioni da tutti, mio marito sarà ancora più esigente e il lavoro sarà ancora cresciuto se non voglio essere travolta; la mia libido calerà e tu dovrai cercarti un amore complementare … ti prego non diventare patetico e parolaio; questi sono fatti, non ipotesi; se le cose coincidono, come sempre succede, per tua buon sorte, avrai bisogno di tornare a innamorarti di tua moglie.
Se non te la senti di amarla adesso, cerca di volerle bene e di aiutarla; poi imparerai ad amarla di nuovo, saremo tutti più felici, tra qualche anno; io ne sono certa; tu, convincitene.”
“Posso parlare anch’io? … Riccardo, da professionista, sai che le cose che dite erano già presenti in me; ho detto che pago tutto quello che ci sarà da pagare; non ho minacciato di cacciare nessuno e neppure di chiedere la separazione; aspettavo quest’impegno di Maria che, perdonami Lia, non ha mai smesso di essere il mio vero grande amore, anche quando la odiavo per quello che mi faceva; ho piacere di sentire che siamo in sintonia.
Ora io accompagno mia moglie alla clinica; se ci sbrighiamo, torniamo per cena, se tardiamo, ci salutiamo qui; tutti d’accordo?”
“Gigi, guarda che ho già parlato a lungo con la clinica; mi devo fermare almeno un paio di giorni per accertare che sono ‘pulita’; ti ho dovuto interpellare perché non volevo stare sola e dovevo spiegarmi con te, prima di affrontare la prova; ho già preso quel che può servirmi per un paio di giorni; poi spero che verrai a prendermi e che mi porterai alla nostra casa.”
“Allora, la cosa migliore è che l’accompagniamo in corteo, la salutiamo e andiamo a mangiare qualcosa da qualche parte … “
“Grazie, Riccardo; non sai che gioia mi dà sapere che venite con me.”
Escono tutti e quattro e vanno alla clinica; Gigi sistema le incombenze amministrative, mentre Riccardo parla col direttore di cui è amico, per avere spesso offerto consulenze all’ospedale; Maria viene affidata ad un infermiere che chiama una lettiga, quando lei è sdraiata, avvertono che oltre la porta del padiglione, per la contagiosità di alcuni degenti, non possono avanzare; si salutano lì e Maria manda al marito un bacio sulla punta delle dita con un ‘ti amo’ sussurrato, i tre sia avviano all’uscita.
“Qui accanto c’è un ristorantino non male; mangiamo qualcosa?”
“Riccardo, è presto per la cena; io avrei un’idea migliore; hai detto che ci avresti visto volentieri fare l’amore sul vostro letto, mi pare … “
“Si; ed ho anche aggiunto che amerei starvi a guardare; hai qualche idea?”
“Cari i miei furfanti, ho capito, l’amore coi miei due amori con tutte le varianti possibili della doppia sollecitazione; state pensando a qualcosa del genere?”
“Ti preoccupa?”
“Se non fossimo in mezzo alla strada ti farei controllare che la mia sorellina, all’idea, sta già piangendo a fontana … i miei due amori, insieme, per me, nello stesso letto … da piangere tutta la vita.”
Andando a casa, comprano biscotti e vin santo per cenare a letto, mentre si riposeranno dopo l’amore, o anche mentre faranno l’amore.
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