Era appena finita la scuola, e per passare il tempo e raccimolare qualche soldo avevo chiesto ad alcuni parenti di farmi fare dei lavoretti domestici in casa loro.
Mia zia Lucia si era offerta volontaria.
Così andai per il primo lavoro a casa sua, verso le 9:30 del mattino.
Arrivato da lei, citofono e mi apre per farmi salire, e una volta in casa, la saluto e chiedo cosa devo fare.
Quel giorno mi toccava travasare della terra e dei fiori da alcuni casi ad altri, la paga era buona, e mi misi subito al lavoro.
Passata circa un'oretta, la zia Lucia torna da me, in vestaglia da notte e in ciabatte e mi consegna la prima parte della paga.
C'è da dire però, che quando era lì vicino a me, i suoi piedi emanavano una puzza disumana.
Beh, fatto sta che mi disse anche di fare una pausa e venire a bere qualcosa con lei, parlare di scuola e raccontarci del più e del meno.
Ci saremmo sul divano con una tazza di tè, e incominciamo a parlare.
Dopo circa un quarto d'ora cambiò posizione, da seduta con le gambe giù dal divano, si mise con le ginocchia portate al mento, continuando a muovere le dita dei piedi in fuori e in dentro.
La puzza persisteva nella stanza, e incominciò per assurdo a piacermi.
All'improvviso mi mise un braccio sulle spalle, e a quel punto mi pietrificai, ero intimorito ma allo stesso tempo eccitato.
Qualcosa mi scattò in testa e decisi di prenderle un polpaccio e portare il suo piede alla faccia.
Sei mi lasciò fare tutto, e così incominciai ad annusarle il piede, sempre più energicamente, fino a leccarglielo completamente.
Mi fermai per un attimo, e vidi che Lucia stava sorridendo.
Decisi che era il momento di andare avanti, e così la iniziai a baciare, sì, stavo limonando con mia zia!
L'eccitazione saliva alle stelle e in un attimo mi trovai a spogliare mia zia.
Nel momento di foga lei si fermò un secondo per dirmi: "fai tutto quello che vuoi".
Non me lo feci ripetere due volte e, completamente nudi, ci mettiamo in cucina, io presi la cintura ancora attaccata ai miei pantaloni e dopo averla legata al tavolo con due piccoli pacchetti di plastica, la incominciai a frustare.
Prima partiti piano, fino a frustare nel vero senso della parola.
Dire che il suo culo era rosso è dire poco.
Lei, bloccata al tavolo, piangeva, gridava, e mi chiedeva di smetterla. Ma non ci pensavo nemmeno.
Posai la cintura e le misi il cazzo nel culo.
Andavo a 200 all'ora, e lei continuava a strillare dal dolore.
Mi fermai un attimo e decisi di slegarla, lei si girò e mi chiese per favore di smetterla.
A quel punto io la presi per il collo e la sbatti sul tavolo, cominciando prima piano e poi con molta foga a tirarle degli schiaffi sulla faccia.
Le infila il cazzo nella figa e la ficcai prepotentemente.
Lei continuava ad urlare e incominciò a chiedere aiuto.
La scopai brutalmente, e una volta finito la obbligai a bere tutta la mia sborra.
Mi pagò, e subito dopo entrò mio zio in casa, ci salutammo e mi paragono.
Me ne andai con bellissimo ricordo di quel giorno.
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