Ci eravamo parlati tanto, ci eravamo scoperti poco a poco, ci siamo raccontati le nostre fantasie ed i nostri rapporti.

Ore di sogni e curiosità.

Notti e giorni a guardare le rispettive fotografie e immaginare.

Io mi sono studiato nei minimi particolari il suo corpo armonioso e seducente, mi sono perso in quei stupendi e immensi occhi, mi sono lasciato cullare dalla sua voce allegra e maliziosa, mi sono lasciato guidare sulle curve del suo corpo, del suo seno magico, dei suoi fianchi tondi e sodi, dalle sue intimità umide e golose.

Finalmente dopo tanta bramosia il giorno è arrivato.

Io sono tornato dalla mia trasferta e possiamo incontrarci per un caffè con la mia segreta speranza di poter colpire dal vero tutto quello che avevo potuto colpire dalla distanza.

Ci diamo appuntamento in un bar del centro del luogo dove lei abita.

Arrivo in anticipo, non voglio perdermi il suo arrivo.

La vedo che parcheggia nello spazio annesso al bar.

Da quel momento la mia mente comincia a registrare il suo avanzare come se fosse uno slow motion.

La porteria che si apre, la sua capigliatura selvaggia che spunta e poi quella camicetta a fantasia azzurra maliziosamente slacciata sul suo seno stregante, la gonnellina millerighe corta blu, le calze velate e le scarpe decoltè anch’esse blu scuro.

Chiude la portiera, e la leggera brezza le muove i capelli, gli occhiali a specchio nascondono il suo magico sguardo.

Incede sicura sui suoi tacchi ed entra nel bar, si guarda attorno, le faccio un cenno e la sua bocca si schiude in un sorriso.

Avanza verso di me, la gonna svolazza leggera e sotto la camicetta il seno si muove dolcemente sotto il tessuto.

Mi alzo, e mi avvicino a lei che nel frattempo si toglie gli occhiali.

Rimango folgorato dai suoi occhi sorridenti, sono ancora più belli che in fotografia.

Lei sorride, i denti compaiono e le sue labbra si schiudono.

“Ciao, piacere Francesca. Qualcosa che non va?”

Mi rendo conto solo in quel momento che sono rimasto come un pesce lesso a bocca aperta a guardarla.

Riprendo possesso delle mie facoltà.

“Ciao piacere Marco. Mi devi scusare ma non pensavo che tu fossi così bella.”

Il suo sorriso si allarga ancora di più e i suoi occhi ammiccano al complimento.

“Grazie, sei troppo gentile”

Ci sediamo, e cominciamo a parlare vicini. Ci rendiamo conto il nostro dialogo scorre così facilmente che sembra che ci conosciamo da sempre.

Le battute si susseguono e il tempo passa leggero.

I miei occhi intanto la stanno squadrando in tutto e per tutto, mi sto nutrendo di lei e della sua avvenenza.

Ho notato che sotto la camicetta non porta il reggiseno perché i capezzoli ogni tanto si induriscono e la punta segna distintamente il tessuto leggero.

La gonna ogni tanto si alza e posso intravedere il bordo delle calze autoreggenti.

Sono eccitato. Francesca è veramente stupenda, sensuale e maliziosa da far perdere la testa.

Si accorge dei miei sguardi e mi risponde con quei suoi occhi magici e magnetici… languidamente sexy. La sua bocca si schiude in un sorriso che vorresti staccare a morsi e fartelo tuo.

Le battute, i doppi sensi, i discorsi personali si snocciolano e il tempo passa, le mie certezze che al primo incontro non deve succedere nulla stanno vacillando, i miei occhi sono solo per lei, il suo viso, il suo seno che si muove al tempo del suo respiro, il suo corpo, la sua gonna che si alza sempre più ed il mio amichetto mi sta mandando messaggi importanti da dentro le mutande…

Lei si accorge della mia eccitazione ma fa finta di niente.

Si muove, ruota la testa verso il bar e dalle sue labbra esce un gridolino di fastidio.

“Che c’è?” dico io

“Nulla un piccolo problema di cervicale, ogni tanto mi prende quando prendo aria”

Non posso lasciarmi sfuggire l’occasione.

“Se vuoi ti posso fare un massaggio, ti avevo detto che sono bravo e ho fatto anche dei corsi”

“Davvero? Lo faresti con piacere? Mi servirebbe proprio.”

“Senza problema, ma dove? Qui nel bar non è possibile.”

“Mmmmm dato che mi sembri una persona affidabile se vuoi possiamo andare da me.”

“Perfetto, hai dell’olio per massaggi a casa?”

“Certo, quello non manca mai….” ammiccando.

“Benissimo allora, andiamo.”

Ci dirigiamo alla cassa, pago, e usciamo.

Da dietro non posso non notare la riga nera dietro le sue calze che non avevo visto e che alza ancora il mio livello di eccitazione.

Nel suo camminare non posso che essere ipnotizzato dal dolce muovere dei suoi fianchi.

Arriviamo alla sua macchina, saliamo.

Le sue movenze sono affascinanti e vellutate.

La gonna è quasi del tutto risalita e il bordo delle autoreggenti ormai non si nasconde più.

I miei occhi non riescono a staccarsi da lei e sono ammaliato da tutto il suo essere.

La sua voce è come quella delle sirene di Ulisse ed io pendo dalle sue labbra.

Penso che vedendomi da fuori potrei sembrare un ritardato mentale ma sono ormai in balia dei miei ormoni impazziti da tutto quello che è.

Il tragitto è breve e lei continua a sorridere, vedo che capisce il mio stato di rimbambimento.

Sono in estasi.

Saliamo da lei.

Una bella casa.

“Come vuoi che mi metta per il massaggio?”

“Beh… ti fa male solo la cervicale o ne vuoi anche uno più generale?”

“Va bene generale con in particolare la zona cervicale.”

“Allora devi spogliarti. Se vuoi tenere l’intimo di sotto ok ma corri il rischio che si riempia di olio”

“ Allora se non ti scandalizzi mi spoglio completamente”

“Tranquilla nessuno scandalo”

E la guardo mentre si spoglia, lentamente, con la coscienza che io le salterei addosso e la farei mia subito.

Si slaccia la camicetta e la adagia sulla sedia ai piedi del letto.

Il seno si libera all’aria e i capezzoli sono ritti ed eccitati.

Allora non sono l’unico….

Si abbassa la gonna millerighe e mette in mostra una brasiliana di pizzo blu terribilmente sexy.

Si toglie le scarpe e fa scivolare le calze lungo le sue gambe.

Sono in trance, non riesco a staccare lo sguardo dal suo corpo armonioso e spettacolare.

Rimane in mutande ma per poco perchè anche quelle prendono la via della sedia.

E’ nuda davanti a me. Una Venere del Botticelli, la Donna per antonomasia, un corpo per cui ogni uomo potrebbe dare un parte del suo corpo per poterlo accarezzare.

Stende un asciugamano sul letto, prende la boccetta dell’olio e si sdraia a pancia sotto.

Abbasso le luci dell’ambiente abbassando le tapparelle e accendo un abat jour.

Mi lubrifico le mani e l’aroma fruttato dell’olio si spande per l’ambiente.

Comincio a massaggiare dolcemente il collo di Francesca. La sento effettivamente tesa.

Sento i suoi cordoni posteriori e concentro il mio lavorio su di essi.

Dai mugolii di piacere misto a dolore che emette penso che il mio maneggiare le piaccia.

Continuo a toccare i punti nevralgici. Dietro la nuca per poi scendere alla spalle. Sento i suoi muscoli sciogliersi e il suo corpo diventare più malleabile.

“Sei bravo, continua per piacere, anche sulla schiena perché nella zona lombare ogni tanto mi incricco”

“Grazie e ai suoi ordini mia regina”

Le mie mani volano talvolta leggere talvolta pesanti sulla sua pelle e sulle curve del suo corpo.

Scendo lungo la colonna vertebrale e arrivo alla zona lombare.

Effettuo una digitopressione lungo i meridiani che provocano i dolori, la sento lamentarsi delicatamente.

“Non ti preoccupare, deve fare un po’ male ma poi ne sentirai i benefici” le dico

Per risposta un mugolio accondiscendente.

Permango nella zona lombare a sciogliere i nodi che sento sotto le mie mani, sento il suo corpo via via rilassarsi sempre più.

Scendo sulle natiche rotonde ed eccitanti ma volutamente non mi ci soffermo.

Mi dirigo verso le gambe e scendo velocemente verso i piedi.

Comincio a premere i punti focali della digitopressione plantare.

Francesca apprezza, massaggio delicatamente le piante dei piedi e le dita.

Vedo che anche le gambe ora sono rilassate, non sono più serrate, e posso intravedere il solco tra le natiche e l’attaccatura della patatina.

La mia eccitazione non accenna a diminuire.

Risalgo lungo i polpacci, dietro le ginocchia, sulle cosce.

Apprezza sempre di più. Divarica leggermente le gambe ed io massaggio l’interno coscia.

Arrivo a sfiorare la sua patatina.

La sento umida. Non mi soffermo, passo alle natiche con un movimento ondulatorio che provoca l’apertura e la chiusura delle grandi labbra.

Ora la posso vedere distintamente che è bagnata. Ma faccio finta di nulla.

Le chiedo di girarsi a pancia in su.

Lei accetta e mi sorride.

Riparto dai piedi, incessante, riprendo il massaggio, risalgo lungo il corpo, non mi soffermo sulla zona pubica né su quella del seno anche se ne sono attratto come una calamita.

Le manipolo le braccia, risalgo e arrivo alla nuca.

Apre gli occhi mentre le mie mani lavorano dietro il suo collo, mi guarda, mi sorride, io faccio altrettanto e mi perdo ancora una volta nella bellezza del suo sguardo, passo al viso, alle guance, alle sopracciglia.

Le piace, lo vedo dal sorriso sulle sue labbra.

Scendo alle sue spalle e arrivo al suo petto.

Comincio a massaggiare e a palpare i suoi seni, i capezzoli rispondono perentori al mio tocco.

Dalle sue labbra esce un leggero mugolio di piacere.

Mi soffermo sulla zona alternando delicatezza e un po di fine rudezza, le strizzo i capezzoli, me li mangerei.

Lei apprezza.

Scendo verso la zona dell’ombelico e poi arrivo al suo pube.

Mi sposto di lato senza interrompere il massaggio.

Lei divarica le gambe, io arrivo alle sue grandi labbra, le divarico dolcemente, la sento bagnata e comincio a sfiorare il suo clito eretto.

L’olio ed i suoi umori fanno scivolare le mie dita che lo toccano facendo dei piccoli cerchi e degli otto.

Mi soffermo a lungo con questo trattamento e vedo che lei inarca la schiena e si morde le labbra. Le piace.

Mi intrufolo con il mio dito indice nella fonte del suo piacere.

Gli umori sono abbondanti.

Con il pollice continuo a stimolare il clito mentre con l’indice ed il medio le stimolo l’interno della sua patatina.

Mugola. Gli occhi chiusi, sento le contrazioni delle sue pareti interne.

L’orgasmo sta arrivando perentorio, profondo, naturale.

Apre leggermente gli occhi.

“Continua ti prego”

Non serve che lo dica, non ho nessuna intenzione di smettere.

Vederla godere è quasi più bello che godere io stesso.

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Inarca la schiena, si passa la lingua sulle labbra con gli occhi socchiusi, emette un gemito lungo e soffocato di piacere, mi inonda le dita e il palmo della mano con i suoi umori.

E’ un orgasmo lungo e appagante, sento le contrazioni che si affievoliscono, gli occhi si riaprono e il mio sguardo è fisso nel suo.

“Un massaggio così non me lo avevano mai fatto.”

Gira la testa verso di me, e mi guarda la patta dei pantaloni gonfia del mio sesso.

Allunga una mano, apre i pantaloni e estrae il mio cazzo gonfio ed eccitato.

Si avvicina con la sua bocca, sento il suo respiro sulla mia cappella tesa e bagnata.

Apre le labbra e lo accoglie dentro di se, lo lecca, lo succhia per tutta la lunghezza, spreme ogni goccia di liquido lubrificante che esce dalla mia punta, lo ingoia fino in gola per poi ricominciare a leccarlo.

Mi stacco da lei, mi denudo.

Mi stendo sul letto e lei mi sale sopra a formare un perfetto 69.

La sua bocca affamata continua a cibarsi del mio palo.

Io comincio un intenso lavorio di lingua alternando leccate al suo clito e alla sua passera grondante umori.

La penetro con la punta della mia lingua, mentre con un dito inizio a deflorare il suo buchetto posteriore.

La sento gemere malgrado la sua bocca piena del mio uccello.

Non mi fermo, si contrae, Gode. Ancora. E ancora.

Continuo, infilo anche un dito nella sua patatina mentre continuo a penetrare la sua rosellina posteriore. Titillo il clito con la lingua. Un altro potente orgasmo mi inonda il viso di umori.

La giro, le faccio portare le gambe al petto.

Davanti a me uno spettacolo, la sua passera si staglia in tutta la sua bellezza.

Affondo la mia lingua in quel paradiso. La penetro con la mia lingua puntuta mentre le defloro il suo culetto.

Gode, di un orgasmo incessante, sento le continue contrazioni della sua fica con il mio dito affondato nella sua rosellina posteriore.

Alterno la penetrazione linguale al leccamento del suo clito eccitato ed eretto. Non mi fermo, arriva un altro orgasmo perentorio e di nuovo mi inonda il viso di umori.

Lecco e aspiro tutto quel ben di Dio.

Le prendo le gambe e gliele apro mentre infilo il mio sesso nel suo. Lentamente, fino in fondo e rimango in lei contraendo il miei muscoli pelvici per far affluire ancora più sangue al mio cazzo.

Comincio un lento avanti e indietro dentro di lei. Le apro le gambe. Mi sdraio delicatamente su di lei. La faccio mia e mentre la possiedo fino in fondo struscio il mio pube sul suo per fornire piacere sia all’interno della sua patatina che al suo clito elettrico e gonfio.

Un altro orgasmo la invade, ormai i suoi non sono più gemiti soffocati, ma grida di piacere!

“Continua, scopami forte, non fermarti!”

Io non ho nessun intenzione di fermarmi, continuo a farla mia.

Roteo il mio bacino per andare a stimolare tutte le parti interne della sua patatina.

Sento il mio orgasmo arrivare violento.

La avviso

“Dai continua. Riempimi fino all’orlo! Voglio sentirmi piena di te!”

Scarico il mio seme dentro la sua fighetta, uno, due, tre, cinque getti caldi e copiosi.

Anche lei ha un altro orgasmo.

I nostri umori si mischiano, le nostre voci all’unisono declamano il nostro piacere intenso.

Estraggo il mio arnese. Glielo porgo da succhiare e leccare. Lo prende in bocca affamata.

Lo lecca ripulendolo dai nostri umori.

Il mio cazzo comincia a rilassarsi ma il suo lavorio sapiente di bocca lo rinvigorisce.

E’ di nuovo pronto. La metto alla pecorina. Mi avvicino al suo buchetto posteriore.

Lo appoggio.

“Si dai sfondami anche li!”

Entro dentro di lei, nel suo culo.

Lei mi accoglie calda e rilassata. Non è nuova a questa esperienza.

Comincio a prenderla infilando tutta la mia asta e facendo sbattere il mio scroto contro la sua fica colante dei nostri umori.

Mentre la possiedo lei si masturba davanti.

Sento gli sfinteri contrarsi e un altro orgasmo la coglie!

Io non ce la faccio piu. Le riempio del mio seme anche l’intestino.

Esco da lei. le guardo i due buchi che grondano sborra calda.

Lei mi guarda, sorride soddisfatta.

“Avevo proprio bisogno di un massaggio….. Spero di poter usufruire ancora di queste tue prestazioni….”

“Quando vuoi stupenda creatura”

Ci adagiamo nel letto e rimaniamo abbracciati.

Ci riprendiamo e ci rivestiamo.

“Voglio rimanere piena di te…”

“Grazie… “

Mi riporta alla macchina e ci salutiamo scambiandoci un bacio appassionato.

“Il mio amichetto ha ancora voglia di te” le dico.

“Non ti preoccupare…. ci saranno ancora molte occasioni….” mi risponde.

Risalgo sulla mia auto e la saluto allontanandomi da quella Dea conscio che la rivedrò presto.
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