Ognuno vale quanto le cose
a cui dà importanza.
M. Aurelio

-Ti decidi ad aprire questa cazzo di porta?
-Un momento, amore, ci sto provando...- si difese timidamente lei.
Dopo vari tentativi, non certo aiutati dalla fioca luce che illuminava il piano, Mag riuscì ad infilare la chiave nella toppa, ed aprire la porta della stanza.
Kram la scostò bruscamente con una mano, l'altra impegnata a tapparsi la bocca, onde evitare di rovesciare il contenuto del suo stomaco tra l'ingresso ed il bagnetto di servizio.
A passi lunghi, quasi saltando, si fiondò verso il bagno, ma qualcosa andò storto.
Non seppe dire, in seguito, se si trattò della porta del bagno che faceva difetto, del tappeto scivoloso posto in corrispondenza di un piatto doccia troppo stretto o il fatto che il bagno fosse arredato con un gusto piuttosto discutibile, tappezzato di piastrelle verdi a rombi marroni; fatto sta che prima di raggiungere la tazza del cesso, un violento conato di vomito gli partì dallo stomaco, risalendogli velocemente su per il gargarozzo, fino ad arrivare in gola. Un conato di vomito così violento da non dargli neanche il tempo di abbassare la testa per limitare i danni; così assurdamente repentino e bastardo che gli fece spruzzare un getto di materia giallo-marrone direttamente sulla parete di fronte.
-Si nota appena nel contesto generale- si sorprese a pensare, in maniera assurdamente lucida, prima di fiondarsi con la testa nella tazza del cesso e vomitare l'anima.
-Uffi, ma io devo fare pipì...- si lamentò Mag entrando nel bagno e trovandolo riverso con la testa nella tazza.
Kram rispose con un violento conato seguito dallo scroscio di materia semiliquida, cosa che non turbò per nulla Mag, la quale, rassegnata, si calò gli slippini ed accovacciandosi sul bidet di fianco al water, liberò un rivoletto giallo che ben presto divenne un fiume in piena, mentre Kram si rammaricava con se stesso di non essere in condizioni di approfittarne...
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