Mi chiese di aprire un profilo di coppia in un sito di annunci; ovviamente, scrisse lei l’annuncio, più in cui ci proponeva come coppia senza impegni con lei dominante e lui sub con curiosità bisex, che cercava un bull ben dotato e con valida esperienza disposto anche a soddisfare entrambi; seguivano altre informazioni e un paio di nostre foto; avendo entrambi le autorizzazioni ad entrare, sin dal primo momento apparve chiaro che mi sarei messo al suo servizio, che lei avrebbe gestito tutto ed io mi sarei limitato a leggere e a commentare con lei in privato.
Un poco mi disturbava che fosse partita sparata proponendomi come ‘sub con curiosità bisex’; effettivamente, la mia non era solo curiosità, ma certezza; ma lei non poteva sapere che il mio sogno era per l’appunto fammi possedere e dominare da un maschio; per lei, la mia doveva essere solo incertezza sul ruolo e qualche vaga tendenza; la decisione mi rese pancora più chiaro quello che già emergeva da ogni suo gesto, che lei era la dominante e che io, con sommo piacere, mi facevo piegare alle sue voglie e, di tanto, maltrattare persino; per questo, non feci parola.
Piovvero le risposte; la sera entravo nel sito e vedevo tutte le chat che lei aveva intrapreso con i candidati; era eccitantissimo leggere i dialoghi; Federica chiedeva informazioni sulle doti e sulle esperienze, rassicurava che lei sarebbe stata parte attiva, che fra di loro ci sarebbe stato un rapporto completo e che io ero solo uno strumento per il suo piacere; scriveva.
“Lui fa quello che dico io!”
Ed era la pura verità, anche se avevamo stabilito che la scelta sarebbe stata fatta da entrambi, dopo un incontro conoscitivo; il primo candidato dovevamo vederlo in una pausa pranzo; stabilito il giorno e il luogo, la casa del bull, dovevamo andarci insieme, ma un contrattempo mi impedì di andare; Federica mi disse.
“Beh ci vado io da sola; poi ti dico.”
Ci rimasi male; stetti tutto il pomeriggio a rimuginare su quell’incontro; aspettavo con ansia sue notizie; nel tardo pomeriggio, mi arrivarono tre foto in cui si vedevano scorci dei due corpi avvinghiati in pose oscene, del membro di lui tenuto in mano da lei; le accompagnava il suo commento.
“Bell’uomo e, come vedi, dotato; ma non mi pare adatto alla situazione; lo scarterei!”
La vista di quella foto mi fece rosicare tantissimo; mi sentivo proprio umiliato; forse lei si rese conto di avermi ferito perché cercò di giustificare il suo comportamento.
“Volevo soltanto conoscerlo, ma poi a casa sua, dopo un caffè, ci venne voglia di andare oltre. Pensavo che in quel momento fosse utile e così abbiamo copulato.”
Scartato questo candidato ci occupammo del successivo, Davide; appuntamento nel solito centro commerciale; lui arrivò dopo di noi; alto, moro, fisico longilineo, tonico, con una barba corta e ben curata, aspetto serio e affidabile; al bar ci raccontammo le nostre esperienze; vidi che si piacevano; si notava subito che era Federica a pilotare la conversazione; infatti sarebbe stata sempre lei la persona trainante del trio, la vera dominatrice!
Spiegò tutti i dettagli, tutte le sue esigenze; lui fu d’accordo su tutto; si rivolgeva sempre a lei, non mi prendeva quasi mai in considerazione; ma, comunque, con me fu sempre rispettoso e corretto; io e lei ci sussurrammo che questo andava bene, era quello giusto; ci demmo appuntamento a dopo qualche giorno; giusto il tempo che anche Davide si facesse le analisi.
“Allora ti piace?”
Mi telefonò lei, la sera stessa.
“Si abbastanza.”
Minimizzai io, e lei.
“Vedrai che ci divertiremo, con lui; mi pare il tipo giusto e vedrai che ti farà provare cose che ti piaceranno!”
Quanto mi piaceva sentire questa ironia divertita!
Venne il giorno che avevo aspettato con trepidazione; non vedevo l’ora di essere finalmente giunto a realizzare una fantasia che sembrava irraggiungibile, essere dominato da una coppia, o meglio, dalla mia donna con l’ausilio di un bull.
Ci trovammo davanti al motel; entrammo in stanza insieme; loro sembravano tranquilli e rilassati, si sorridevano, ammiccavano fra di loro; per rompere il ghiaccio o un eventuale imbarazzo, mi avvicinai a Federica e la limonai per qualche istante; Davide, guardandoci, cominciò a spogliarsi; lo facemmo anche noi; rimasi stupito dalle dimensioni del suo membro, veramente il più grosso visto fino ad allora.
Lo vide anche lei che non perse altro tempo si avvinghiò sul letto con lui; si baciavano con ardore e lascivia; avevano già raggiunto il massimo feeling; io rimanevo ai bordi del letto e li guardavo turbato da tanto trasporto; passavano i minuti e io restavo immobile; avevo l’impulso di stringere in mano quel membro così imperioso e potente ma non volevo tradirmi; fu lei a prenderlo in mano mentre lui si disponeva in modo di leccare il suo sesso.
Leccava con grande passione, io guardavo e non osavo intervenire; fu lei a interrompere quel lungo cunnilinguo, sollevò la testa a Davide, lo fece avvicinare, gli sussurrò qualcosa all’orecchio; poi mi fece distendere supino, lei si mise a 69 sopra di me e lui la prese da dietro, a pecorina; io, lì sotto, perso nella visione di quel randello che entrava dentro a pochi centimetri dai miei occhi, leccavo il clitoride, completamente esaltato dalle sensazioni della sua bocca sul mio sesso leccavo freneticamente.
Ogni tanto lo scroto gonfio mi strusciava sulla fronte e sul naso; il pene scorreva vicinissimo alla mia lingua, lo toccavo ogni tanto; Davide spingeva con forza; non so se lo facesse di proposito, ma ogni tanto usciva del tutto dalla vagina e poi scivolava sotto di essa, praticamente nella mia bocca; leccavo il glande umido e pregno di umori come se niente fosse; Federica alla fine scoppiò in un orgasmo fulminante; urlò tanto che spaventò Davide e mi preoccupai che non fosse stata sentita dalla reception.
Rimasero per un po' avvinghiati mentre lei si riprendeva lentamente; lui era sempre eccitato; io rimanevo in disparte trattenendo il desiderio di prendere in mano quel sesso straordinario; piano piano Federica si stava sciogliendo di nuovo e i baci con Davide diventavano sempre più lascivi; invidiavo la loro intesa ma mi rendevo conto che sembravano fatti l’uno per l’altra; fra un bacio e l’altro, ridevano e bisbigliavano parole che non sempre capivo.
Poi Davide si mise sopra di lei e la penetrò, lei apri le gambe e lo lasciò entrare; vedevo il grosso membro che la riempiva tutta; lei ansimava e rispondeva ai colpi di Davide avvinghiandosi con le gambe intorno al suo bacino; io mi eccitavo e mi rodevo dentro; Davide era davvero molto resistente; aveva detto.
“Posso rimanere eccitato per ore; e vengo quando lo decido io!”
Sembrava una millanteria; ma effettivamente mi sembrava vero.
“Basta, tanto non vengo ! Ho goduto troppo bene prima e con la penetrazione non vengo facilmente.”
Disse lei; Davide si fermò, usci , lei lo baciò con languore e poi gli bisbigliò qualcosa all’orecchio; erano distesi affiancati, lui supino e lei su un fianco lo baciava; si guardavano negli occhi; dopo quella sommessa conversazione, Federica mi ordinò di prendere il collare e di indossarlo; lo feci e tornai sul letto.
“Vieni qua e guarda, ti insegno una cosa nuova!”
Si portò col viso sul membro eretto di Davide e con la lingua lo leccò leggermente sulla cappella.
“Fai anche tu così!”
Mi ordinò; simulai un po' di imbarazzo, un po' di resistenza; mi divertiva un mondo vedere che lei si preoccupava di insegnarmi, come a una verginella impreparata, come fare la cosa che più di tutte stavo desiderando da quando avevano cominciato a copulare come due bestie brade, succhiare quella mazza così appetitosa; continuai a fare il ritroso per accentuare il piacere che quella pantomima mi procurava.
“Dai su, non avere paura!”
Come spiegarle che ci sarebbe voluto ben altro per mettermi paura; ma era una goduria vedere la sua premura e l’ansia con cui si preoccupava di prepararmi a qualcosa che io adoravo fare da tempo ormai; mi prese per il collare e mi trascinò fino a che sbattei col viso su quel fallo lucido e pulsante; la assecondai e con la lingua timidamente leccai il glande, la sentii ridere, poi lei lo succhiò piano due o tre volte e con lo sguardo mi fece cenno di continuare, cosi lo presi in bocca e cominciai a copularci piano piano; ci alternavamo in modo che lei mi mostrasse le varie possibilità che io poi facevo finta di imitare.
Qualche volta lo leccavamo contemporaneamente e le nostre lingue si intrecciavano lascivamente; quando le sembrò che avessi imparato, mi lasciò fare per andare ad abbracciarsi a lui; mi stavo inebriando di sesso, li sentivo ridere e bisbigliare; lui ogni tanto lanciava un mugolio o un sospiro; a volte, facendo forza con le anche, sospingeva il cazzo in controtempo fino in gola; mi pareva di sentire parole come bravo, ti piace, pompinaro, ecc ecc.
Davide a un certo punto, forse su invito di Federica, con la mano mi prese la testa e con decisione pilotò i movimenti aumentando il ritmo degli affondi; il grosso glande mi riempiva la bocca e arrivava presto in gola a togliermi il respiro; di colpo, mi bloccò; alzai gli occhi e vidi che mi guardavano; Federica a aveva lo sguardo divertito e malizioso; la pausa durò in istante e sentii il getto di sperma invadere il palato, riempirmi la bocca; trattenni per un po' quel liquido caldo intanto che pompavo ancora e poi, quando lui sembrò terminare l’eiaculazione, lo ingoiai d’istinto; Federica gridò.
”Ma che fai , lo hai ingoiato!!”
Finsi di rimanere sorpreso.
“Dovevi aspettare che te lo dicessimo noi!!”
Valle a spiegare che mai avrei aspettato un minuto , prima di ingoiare tanto ben di dio; fingendomi costernato, mi giustificai dicendo che non ci avevo pensato e mi era venuto spontaneo ingoiarlo; poi rise; baciò Davide che si rilassava beato, gli chiese se ero stato bravo e lui rispose che ero stato bravissimo; le disse.
“Ha una bocca vellutata.”
La volta successiva avvenne dopo una settimana circa; Federica aveva già programmato che si doveva procedere alla mia deflorazione; quando ci rivedemmo, tutto procedette come la prima volta; Federica si fece scopare in varie posizioni mentre io la leccavo; mi pare che venne per ben due volte; Davide invece non venne mai; quando si riprese, con un fare birichino e giocoso batté le mani ed esclamò.
“Dai, che ora ti facciamo provare una cosa nuova, vero Davide?! Adesso lo preparo io con lo strap-on e intanto tu ti riposi.”
Si fece dare da me il mio cellulare e impostò la videocamera.
“Così documentiamo l’evento!”
Indossò lo strap e mi penetrò alla missionaria; tenevo le gambe alte e aperte sopra le sue spalle, i nostri sguardi si incrociavano, dal retto mi arrivavano a tutto il corpo sensazioni lascive e dolcissime; mi baciava e sorrideva.
“Ti piace vero? Non ti faccio male eh? Adesso proverà Davide, non ti farà male, lo guido io non avere paura.”
Era straordinariamente eccitante la situazione di lei che cercava di alleviare le mie possibili sofferenze e non riusciva nemmeno ad immaginare che stavo toccando il cielo con un dito, a sentirmi penetrare da lei con tanta cura ed attendere che l’altro mi violentasse come io desideravo; mi fece mettere a pecora, prese un gel lubrificante che avevo portato, lo spalmò sull’ano e sul pene di Davide mentre limonavano fra di loro.
Davide appoggiò il suo grosso membro sull’ano, Federica mi teneva aperte le chiappe e controllava i movimenti; c’era uno specchio, a lato del letto, dal quale riuscivo a vederli abbastanza bene; Federica riprendeva la scena della penetrazione col mio cellulare; appena entrato, sentii le prime fitte, era molto grosso, lanciai un gemito; subito lei.
“Davide! Fa piano!!”
Lui con pazienza proseguì molto lentamente, a piccoli colpi, incalzato dalle raccomandazioni di Federica; si fece strada nel mio retto provocandomi sensazioni di goduria intense e continue; mi riempì tutto; quando sentii che mi toccava in fondo alle viscere e i suoi testicoli si appoggiavano sui miei lo sentii dire.
“Federica, ti comunico che è entrato tutto. Il tuo amichetto non è più vergine!!”
Ero quasi tentato di comunicargli che la mia verginità era da un bel po’ che era rimasta da qualche parte; dallo specchio li vedevo limonare e intanto con colpi lenti cominciava a pompare nel mio culo; Federica poi si chinò su di me, mi baciò.
“Ti ha fatto male? Ti piace? Vuoi che lo fermi? Ti brucia?”
Ero in preda a una miriade di sensazioni e stati d’animo ma cercavo di concentrarmi il più possibile su quello che percepivo dal mio corpo; sentii parlottare e poi le spinte di Davide sempre più frequenti e profonde; penso che fosse spronato da lei ad accelerare; alla fine, tenendomi forte per i fianchi, scaricò il suo sperma dentro di me; estrasse il pene ancora duro e sollecitato da Federica andò a lavarsi in bagno; lei intanto mi prendeva il viso sfigurato dalle emozioni e mi blandiva con la voce suadente e impertinente.
Era proprio contenta di quello che era successo; per molti giorni, assiduamente mi scrisse messaggi di affettuosa partecipazione alla mia presa di coscienza dell’effetto generato sulla mia psiche; guardavo il video che aveva girato e rimanevo sempre più turbato e ammaliato dalle scene crude e dettagliate; cose che neanche nei filmati porno sono così intriganti.
“Sta tranquillo; devi metabolizzare quello che ti è accaduto; sono contenta di avere capito le tue pulsioni nascoste e di averti portato a realizzarle.”
Scriveva; in parte comunque era vero, perché avevo vissuto quella situazione come se fosse una prima volta; sottomettermi a una donna fino a farmi sodomizzare da un uomo era effettivamente una situazione nuova. Il massimo delle mie fantasie.
Gli incontri seguenti furono più o meno simili, con varianti sulle posizioni e sulla sequenza; di nuovo ci fu il fatto che venni costretto a leccare l’ano di Davide mentre la penetrava, a leccare lo sperma quando fuoriusciva dalla vagina di lei o a prenderlo in bocca e ingoiarlo quando lei me lo sputava in bocca dopo averlo ricevuto; venni posseduto altre volte sempre con più partecipazione di tutti e tre.
Anche Davide era molto soddisfatto da quella storia; con me interagiva quasi esclusivamente tramite lei; solo qualche volta, quando lei si ritirava in bagno e noi restavamo soli, mi diceva seccamente quello che voleva, ‘Succhialo!’ Oppure ‘Prendilo in mano e menalo,’ O ‘Leccami i testicoli!’
Era lei a condurre sempre il gioco e noi dicevamo scherzando che era il vero maschio del trio; poi, quasi improvvisamente, Federica si stancò di noi, diradò gli incontri e alla fine dichiarò che si era stancata ed eventualmente si sarebbe fatta viva lei.
Non lo fece più.
Con Davide mantenni il contatto whatsapp e ogni tanto lo salutavo; speravo che potesse avere voglia di usarmi; ma probabilmente la molla del suo desiderio era la presenza femminile.
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Aggiunto: 4 anni fa
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Bondage e Sadomaso