“devo parlarti” le sue parole irrompono nella tranquilla mattinata domenicale, il caffè diventa improvvisamente un po’ più amaro e il suo viso si adombra. In realtà è già da qualche giorno che la mia compagna è strana, sfuggente, presa in chissà quali pensieri.
“dimmi, è successo qualcosa?” le rispondo avvicinadomi e sedendomi al suo fianco, i suoi occhi sono lucidi “scusami, è successa una cosa ma non so come mai…” continua prendendomi la mano “non posso aspettare, non riesco a tenermi questo peso, devo confessartelo…” comincio a preoccuparmi e le rispondo di parlare tranquillamente, che avrei provato a capire.
Lei comincia a raccontare, non meno preoccupata “l’altra sera quando sono uscita con la mia amica è successa una cosa, siamo state in un locale tranquillo, abbiamo bevuto due cocktail mentre chiacchieravamo, quella sera c’era un gruppo che faceva musica anni ‘80 e ci siamo alzate per ballare un po’, non capisco come, ma si sono avvicinati a noi due ragazzi, avranno avuto massino 23 o 24 anni…”
a queste parole la mia preoccupazione si è subito smorzata lasciando il passo a una morbosa curiosità, avevo detto in certe occasioni che l’idea che si facesse qualche avventura mi eccitava ma, evidentemente non aveva preso le mie parole per veritiere, intanto continua a raccontare: “eravamo piuttosto brille e quei due si sono fatti audaci, si strusciavano e hanno cominciato ad allungare le mani, poi siamo tornate al tavolo con loro, ci hanno offerto da bere e in pratica eravamo ubriache. gli argomenti si sono fatti caldi, ci siamo stuzzicati, quei due ragazzi, giovani, alti, muscolosi che provavano ad abbordare, anzi avevano abbordato due quarantenni come noi… beh, era una situazione eccitante e loro se ne sono accorti” immaginando il possibile epilogo di quella situazione il mio pisello era diventato durissimo ma tentando di tenere un contegno la invitavo a continuare, lei mi descrive quei due universitari fuori sede come due ragazzi giovani ma parecchio smaliziati, in grado di intrigare ed eccitare già solo con certi discorsi e qualche sfuggente palpatina, “quando ci stavamo per salutare ci hanno chiesto quale autobus portasse nella zona universitaria, rispondendogli che a quell’ora non c’erano bus praticamente ci siamo offerte di accompagnarli, io ero seduta davanti con Riccardo, mentre Simona era dietro con Marco…” si ferma abbassando gli occhi, poi prende coraggio e continua “dopo pochi minuti Simona lo stava spompinando, riccardo aveva la mano fra le mie cosce da subito, ero ubriaca e bagnata fradicia, quando siamo arrivati al loro appartamento siamo salite, Simona e Marco sono spariti in camera, Riccardo invece mi ha issata sul tavolo della cucina, sfilato le mutandine ed…” la mia compagna era rossa dalla vergogna, quasi piangeva quando s’è accorta che io non riuscendo a resistere avevo cominciato a toccarmi, mi guarda negli occhi, mi mette una mano sulla patta e con stupore mi da del porco, dopo un attimo sorride e continua la sua storia mentre mi accarezza il cazzo “mi ha messa sul tavolo della cucina, mi ha sfilato le mutande ed ha cominciato a divorarmi la figa, leccava con una voracità inaudita, mi ha fatto venire, ero sfinita, poi girando attorno al tavolo si è slacciato i pantaloni e mi ha chiesto di abbassargli le mutande ed occuparmi del suo pisello” il suo tono era cambiato, ora non c’era più vergogna ma compiacimento, eccitazione e quasi sfida “io ho ubbidito, non mi ero mai sentita così, ho tirato giù le mutande ed ho preso il suo cazzo con una mano e i coglioni con l’altra, poi mi ha praticamente messo i coglioni in bocca, grossi e tondi, mi ha ordinato di leccarli e io ho ubbidito, poi mi ha scopato la bocca con suo pisellone meraviglioso” con la mani mimava le dimensioni degli attributi del suo nuovo amico, enfatizzando le dimensioni e la potenza, intanto ha preso a segarmi con movimenti lenti e ritmati, quando comincia a raccontarmi di come quell’amplesso sia stato intenso ed animalesco sento le suo mani stringersi intorno al mio cazzo, mi confessa che aveva deciso di non vedere mai più quel ragazzone che così profondamente aveva scosso i suoi sensi ma, vista la mia reazione crede che dovrà rivalutare questa decisione… A queste parole vengo ma lei mi stringe il cazzo impedendomi di schizzare ovunque, poi si alza e mi lascia imbrattato di sperma.
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