Ingannevole è il cuore
più di ogni cosa
J. T. Leroy


1
-Val, quelle proiezioni mi servono prima di pranzo, ok?- Era il suo capo, Jin, che parlava; una biondina tutto pepe, due tettine niente male ed un culetto piuttosto sodo, ma assolutamente e totalmente stupida, rifletté Val annuendo educatamente.
La mattinata sarebbe trascorsa così, monotona, immersa nella stesura di quei grafici se non fosse avvenuto qualcosa che avrebbe sconvolto totalmente le previsioni di Val, e con esse il binario lento e tranquillo, su cui procedeva la sua storia con Kim.
Proprio prima di mezzogiorno, infatti, Jin annunciò l’arrivo di un nuovo consulente, che li avrebbe affiancati per un breve periodo; anzi, una consulente, per l’esattezza, precisò il capo con un sorrisetto, presentando al gruppo una ragazza di trent’anni, capelli lunghi, lisci e neri, un bel seno prominente tenuto a stento da una camicetta appena scollata.
Val si sentì mancare la terra da sotto i piedi. Non ci poteva credere, era lei, Charlot, la sua Charlot. O meglio, la sua ex.
In quel momento avrebbe voluto alzarsi in piedi e scappare via. Anni di auto analisi buttati al vento. Tutta la fatica che aveva fatto per buttarsi alle spalle il passato e poi quella ricompariva così, di punto in bianco, a destabilizzare la sua vita di cui a poco a poco aveva rimesso insieme i cocci.
Educatamente Val si presentò, fingendo di non conoscerla, cercando di restare più razionale e distaccato possibile.
-Allora ragazzi, Charlot è stata distaccata qui dalla sede centrale; ci darà una mano ad utilizzare il nuovo programma statistico che ci hanno inviato…-
Val riusciva a stento a seguire le parole di Jin, perso nella marea di ricordi che, prepotenti, si riaffacciavano alla sua mente.
Riuscì solo a capire che per il resto della settimana Lotte avrebbe lavorato fianco a fianco col gruppo, e quindi Jin esigeva la massima collaborazione da parte di tutti.
-…il nostro Val, qui, ti fornirà tutte le informazioni di cui hai bisogno: organigrammi, procedure, report… Vero Val? Val, ehi, sveeglia!- lo apostrofò Jin, scuotendolo.
-Eh?! Ah sì, scusatemi... Lot… ehm, Charlot, se vuoi seguirmi in postazione, sarò lieto di supportarti.- rispose lui con tono professionale.
Quando furono soli Lotte gli chiese come mai aveva fatto finta di non conoscerla. Val glielo spiegò. Le disse che oramai si era gettato il passato alle spalle, che stava per sposarsi e che non voleva avere più niente a che fare con lei. Non ce l’aveva con lei; non aveva nessuna recriminazione da farle, né voleva attribuirle la colpa delle sofferenze che aveva dovuto provare, tuttavia la pregava di lasciarlo in pace e di interagire con il minimo necessario durante la sua permanenza.
Lotte, contrariata, parve suo malgrado recepire il messaggio. Prese i documenti dalla scrivania e si diresse fuori con passo svelto.
Le aveva detto quelle cose tutte d’un fiato, quasi in apnea, cercando di respirare il meno possibile. Tutte le volte che inspirava, infatti, il suo odore –odore, non profumo- prepotentemente si faceva largo nelle sue narici, scendendogli nei polmoni e lambendo ogni cellula del suo corpo, portandogli alla mente esperienze che credeva ormai sopite.

2
È l’imbrunire ed è quasi ora di tornare a casa. Con grande sollievo di Val, non è accaduto nessun altro incidente e lentamente sta preparando le sue cose per andare via.
Il trillo del cellulare gli annuncia la consueta chiamata di Kim.
-Amore, sei ancora lì? Lo sai che stasera siamo a cena dai miei. Mi raccomando non scordarti il vino-
-Ok tesoro, stavo giusto chiudendo la borsa. A dopo- le risponde in modo incolore, riattaccando.

Giù nel viottolo che lo porta all’auto, Val respira a pieni polmoni, procedendo lentamente. “Un giorno è passato. Ne restano altri quattro, e finalmente scomparirà per sempre dalla mia vita” pensa, “Non resta che tenere duro…”
Il filo dei suoi pensieri è disturbato dal rumore di passi veloci diretti verso di lui.
-Val, ehi Val, aspetta un attimo…- È Lotte. L’ha riconosciuta dal passo prima ancora che dalla voce.
Si volta contrariato verso di lei. –Che c’è ancora? Mi pare che ci siamo detti tutto, se non mi sbaglio.-.
-No è che… volevo scusarmi con te… prima ho reagito male, non volevo. Ti prometto che non ti darò più fastidio.-.
-Per quello che possono valere le tue promesse…- gli risponde con un tono che tradiva una certa acidità.
-Mia sorella mi ha detto che ti stai per sposare. Volevo farti i miei auguri.- gli fa lei, procedendo al suo fianco.
-Grazie.-, risponde lui, laconico.
-Lo sapevi che mi sono sposata anch’io? L’anno scorso. -
Lo sapeva, certo che lo sapeva. Anche se in quel periodo stava con Kim già da un pezzo, la notizia lo lasciò scosso per qualche giorno.
-Certo. Sai che Kim e Mag sono buone amiche. Anzi, è stata proprio Mag ad accompagnare Kim a scegliere l’abito delle nozze.-.
-Che cara ragazza. Spero che tu non la tratti come trattavi me...-.
-Senti, per favore… Non ho voglia di ricominciare. È stato un piacere rivederti. Ora però devo andare perché ho da fare. Se non hai nulla in contrario…-.
-Si, ho capito; scusa, scusa. Volevo solo dirti che mi dispiace…-
-Me lo hai già detto.-
-...dirti che mi dispiace di aver troncato così la nostra storia, senza preavviso, di punto in bianco. Sapessi quanto mi sono sentita in colpa… Ero in un periodo piuttosto incasinato, tu non c’eri mai, a casa i soliti problemi…-.
-Lotte, non ti preoccupare. È acqua passata, ormai. -
-Lasciami finire… Ho conosciuto questo ragazzo, dolcissimo, che già da qualche tempo mi faceva una corte spietata. Ha detto di volermi sposare subito, portandomi finalmente via da quella casa, per farmi vivere al suo fianco per tutto il resto della vita-.
-Lotte, ti prego. Non sei tenuta a giustificarti con me. E poi sono scuse trite e ritrite, ormai-
I due sono giunti nei pressi dell’auto di Val.
-Non è per giustificarmi…- prosegue -Così in meno di un anno ci siamo sposati e siamo andati a vivere insieme. All’inizio era tutto così bello, nuovo. Non avevo più i miei addosso, ero libera di fare tutto quello che volevo. Purtroppo, col tempo, mi sono accorta di non amarlo. Sì, provo un grande affetto per lui e un profondo senso di gratitudine, ma non è Amore. Tu sai cosa intendo, Val, con la parola Amore, vero?- gli chiede mettendosi di fronte a lui e fissandolo con gli occhi languidi.
-La verità è che tu sei ancora persa nel mondo dei sogni, Lotte! Quand’è che vuoi mettere i piedi per terra?-.
-Non dire così; sappiamo entrambi che sono stronzate. Comunque, ho pensato che col tempo, magari se fossero arrivati dei bambini, avrei potuto, se non amarlo, almeno volergli bene. Ma purtroppo non è successo. Anzi, proprio l’altro giorno sono andata a ritirare il risultato delle analisi:. Ipogonadismo. Significa che sono sterile, Val. Sono sterile, capisci? Non potrò mai avere un figlio tutto mio, non potrò mai allattare, non potrò mai sapere cosa si prova a portare avanti una vita nel proprio grembo!- gli urla quasi, e scoppia a piangere stringendogli le braccia al collo e nascondendo il viso nel suo torace.
Val si accorge che quell’odore che cercava di scacciare è penetrato in ogni cellula del suo corpo. Sente come se ogni singolo atomo del suo essere fosse polarizzato verso quella donna. Di lì a cedere è un attimo. Non può fare a meno di cacciar via le ultime remore e di abbracciarla a sua volta.
Non sa cosa dire e si accorge che in quel momento le parole non hanno importanza. Con piccoli baci inizia a lambire il suo collo e di lì procede, fino alle labbra. I due si scambiano un bacio appassionato denso di ricordi e di emozioni.
Poi lei, d’un tratto, lo scosta. –Non qui: potrebbero vederci. Ho una camera al LAX. Seguimi.- gli dice lei con un tono che non ammette repliche.

3
Mentre segue l’auto di Lotte nel traffico della sera, chiama Kim per avvisarla che farà tardi.
-Tesoro, scusami, ma c’è stato un contrattempo. Ci tocca rimanere fino a tardi. Ti prego fa’ le mie scuse ai tuoi e digli che rimandiamo- si giustifica lui, non senza tradire un certo turbamento nella voce, che non sfugge a Kim.
-Tesoro, ma è successo qualcosa?- gli chiede.
-No niente, solite cose. Poi ti racconto. Ciao.- chiude seccamente Val, spegnendo il cellulare per scongiurare eventuali richiamate.

Poco dopo lui sta aspettando nella hall quando vede Lotte fargli segno di raggiungerla all’ascensore. I pochi secondi che li separano dal piano sembrano durare un’eternità fatta di un imbarazzato silenzio.
Val è tentato di andarsene via quando l’ascensore raggiunge il piano ed un bip prolungato lo distoglie da quel pensiero.
In men che non si dica sono alla porta. Lotte la apre e i due entrano.

Senza dire una parola Lotte si avvinghia a lui ed inizia a baciarlo premendo vigorosamente il suo corpo contro quello di Val.
È lei che sta conducendo il gioco e lui ne è consapevole. È anche consapevole di non essere in grado di resistere e allora ricambia la sua passione con altrettanta passione.
Val libera i seni di Lotte dalla camicetta, prendendo ad affondarci il viso dentro per poi prendersi cura di ciascuna delle sue mammelle. Le aureole sono particolarmente e sensibili, e lui lo sa.
Lotte gli tasta l’erezione prepotente, che sporge da sotto i pantaloni. –Non resisto, lo voglio assaggiare- gli dice, ed inginocchiandosi gli tira fuori il sesso con fare aggressivo e se lo fa sparire in gola.
Pochi colpi di lingua sono sufficienti a portarlo all’apice del parossismo. Lotte conosce bene le sue corde e sa quale tirare, ma lui non vuole essere da meno. La strattona spingendola sul letto, si libera di mutande e calzoni mentre lei con fare lascivo si alza la veste ed abbandona i minuscoli slip sul pavimento.
In men che non si dica i due sono impegnati in un sessantanove appassionato. Anche Val ha le sue carte da giocare. Conosce quella fica a menadito. È come se appena il giorno prima l’avesse leccata e presto il sesso di Lotte inizia a traboccare di umori.
Leccandola avidamente tra le labbra del sesso, si aiuta con le dita, titillando l’ingresso della vagina e poi scendendo per il perineo fino all’imbocco dell’ano, che prende a forzare con decisione. Sa che le è sempre piaciuto. Sa che le piace e lo sente dalla stretta della bocca di lei attorno al suo cazzo.
Lei prontamente lo imita, lambendo con le dita l’ingresso dell’ano di Val per poi farne penetrare prima una, poi due, muovendole come a volerglielo allargare.
-Val, ti voglio dentro di me…- gli dice ad un certo punto Lotte, in tono implorante.
Non se lo fa ripetere. È il momento che in fondo da sempre, anche se non coscientemente, ha tanto atteso.
Val si gira, mettendosi tra le sue cosce, e lentamente penetra dentro di lei, affondando il suo membro pulsante fino alla radice nella vagina di Lotte, umida come la notte, cedevole come il burro, avvolgente come un abbraccio.
Val prende a cavalcarla, in un vai e vieni impetuoso, lambendo con la punta dell’uccello quel punto che sa tanto celato quanto sensibile nella vagina di Lotte.
Lei si avvinghia con le cosce alle sue gambe, muovendo il bacino ed opponendo al ritmo di Val il suo, si che le due cavalcate si sommano amplificando il loro piacere.
-Vedo che ti ricordi ancora come scoparmi… Era da tempo che desideravo questo momento. Continua, dai…-.
Val per tutta risposta prende a tormentarle un capezzolo con la lingua, lavorandosi l’altro con la mano.
Il sesso di Lotte si contrae e si distende ritmicamente sotto i suoi colpi. È quasi come se le stesse scopando la bocca, anziché la fica; ed è questa capacità di Lotte, ritrovata intatta dopo tanto tempo, che gli fece perdere la testa per lei tempo addietro.
-Lotte, sto per…- le dice lui ansimando, prontamente incalzato da lei –…anch’io. Veniamo insieme amore mio. Vienimi dentro. Ho voglia di sentirti mio ancora una volta. Non c’è pericolo, ti ho già detto che sono…- Lui le serra la bocca con un profondo bacio prima che possa proferire quella parola. Affonda quindi con forza il cazzo dentro il suo grembo, strappandole l’agognato orgasmo mentre fiotti di sperma ostinatamente le si riversano nell’utero.

4
-Credo che abbiamo commesso un errore, Charlot.- riprende lui freddamente una volta riacquistata la lucidità perduta -Non è più tempo per noi. Tu ormai hai il tuo posto nella tua vita, ed io ho il mio. Rimettere insieme la nostra storia non avrebbe senso, Senza contare che potrebbe far soffrire un mucchio di altra gente...-.
-Fai come credi, Val, ma sappi che lo rimpiangerai per il resto dei tuoi giorni.- gli risponde lei con ostentata indifferenza, accendendosi una sigaretta e porgendogliene una.
-Lo so-, risponde lui mestamente accendendosi la sigaretta.
Erano mesi che aveva smesso.

5
-Vuoi tu, Val, prendere in moglie Kim, nella buona e nella cattiva sorte…-
Mentre l’officiante gli porgeva la domanda di rito, cupi pensieri occupavano l’animo di Val.
Aveva tradito Kim, e con Lotte, per giunta. Sì, d’accordo, lui non le avrebbe mai rivelato nulla e Lotte sicuramente avrebbe tenuto la bocca chiusa. Ma la cicatrice di quell’avventura ancora tormentava il suo animo maltrattato.
-Si, lo voglio.-Si sorprese a rispondere.
-E tu, Kim, vuoi prendere…- aveva ripreso l’officiante rivolto a Kim, mentre lui confidava che con quell’unione, finalmente, poteva mettere una grossa pietra sul passato e ricominciare una nuova vita.
-Si, lo voglio.-Ripeté Kim, e Val esultò: finalmente erano legati per sempre, e Lotte non sarebbe più potuta entrare nella sua vita.

Quella notte, mentre per la prima volta faceva all’amore con Kim, da sposati, si sorprese a pensare a Lotte, a quando poche settimane prima l’aveva forsennatamente posseduta nella sua camera d’albergo. Ma fu solo un attimo, e solo un pensiero, che Val scacciò quasi subito affondando il viso nelle tette generose di Kim.

6
Terminal C, partenze internazionali. Val e Kim hanno appena imbarcato i bagagli e stanno bighellonando per i free shop, in attesa della chiamata che li porterà dritti alla destinazione del loro viaggio di nozze.
-Tesoro, devo andare in bagno, mi aspetti?- gli fa Kim.
-Ok, io intanto mi fermo a controllare la posta all’hot spot-.
Un fremito gli percorre il viso quando vede tra i vari messaggi, una mail di Lotte. D’impulso, saltando tutte le altre, la apre, leggendola tutta d’un fiato.

Oggetto: Felicitazioni.
Testo: Congratulazioni Val, sono incinta: di Te.
Non preoccuparti, mio marito crede che sia suo e nessuno saprà mai niente. Sarà il nostro piccolo segreto. Addio.
P.S.: è una femminuccia!
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Categorie: Tradimenti