Prologo.

Quando decidemmo di vederci a cena nessuno di noi immaginava cosa sarebbe successo. Ma io lo avevo spesso sognato, con la mano stretta intorno all'uccello e gli occhi puntati sui posti segreti di tua moglie, rubati col tuo cellulare e trasformati in un dono per me.

L’idea della cena era nata per gioco. Per ridere.

“Lo so che non accetterebbero mai una cosa a 4, ma una cena si può fare, no?”

Così ci incontrammo. Per la prima volta. In una sera di agosto. Faceva caldissimo.


Parte 1. L’incontro.

Apro la porta. Lei è lì. Azzardo un doppio bacio sulla guancia mentre mi presento. "Piacere mio". Scopro che il suo odore è irresistibile. Ho già un'erezione. Marina fa gli onori di casa. Flirta un po' con te. Provo un misto di eccitazione e gelosia che rende la mia erezione più solida. Più esigente.

Tocco il sedere a Marina mentre ci fronteggiamo. Lei mi lancia un’occhiataccia finta. Mi eccito sempre di più. Comincio a pensare che sto facendo lo stupido. Qui siamo nel mondo vero. Non potrò masturbarmi davanti a lei o lasciare che tu veda Marina nuda. Se continuo a tastare Marina di nascosto in modo sempre più audace, se continuo ad immaginare il colore delle mutandine di tua moglie sotto la gonna o a indugiare con lo sguardo sulle spalline del reggiseno nero sotto al suo top, finirà che dovrò segarmi in bagno con un porno, mentre siete ancora qui, perché non riuscirò ad aspettare che andiate via.

Mentre questi pensieri mi occupano la mente, riesco a stento a seguire i discorsi. Ma vedo che anche tu sei distratto dalla forma delle tette di Marina sotto al vestitino. È facile scorgere che anche la tua erezione gonfia in modo evidente i tuoi pantaloni.

Devo distrarmi. Non faremo sesso ma ci possiamo divertire come fanno gli amici. Sono concentrato. Sarà una bella serata. Come amici. Niente cazzate.

Lastricato di buoni propositi, mentre cerco con ostinazione pensieri casti, do una mano ad apparecchiare. Sto prendendo le posate, quando lei alza le braccia per prendere i piatti in alto. Giro la testa e sono con la faccia vicinissimo alla sua ascella. Profuma di fresco. Ma il deodorante ascellare non può coprire un odore appena percettibile di sudore, appena appena pungente. Fa caldissimo. È il suo odore. Mi travolge. Alza le sopracciglia cogliendo la situazione e sorridendo mi chiede scusa. “Grazie, invece!”, penso tra me. L’idea di serata normale svanisce. Decido di abbandonarmi a pensieri eccitanti. Rischierò di spiarle le mutandine e mi farò una sega in bagno, niente porno, mi basterà riportarle alla mente. Ma voglio di più. La riprenderò sotto la gonna mentre siamo a cena. Ti manderò il filmato mentre sarò in bagno a segarmelo. Probabilmente lo vedrai stanotte. Devo solo stare attento a come ci sediamo per capitarle davanti.


Parte 2. L'intimo.

Sto facendo la figura dell'idiota. Anche tu. Le donne parlano, scherzano, provocano, innocentemente, come fanno sempre, e noi siamo lì che rimuginiamo e continuiamo a rispondere "eh!?" o a forzare una risata solo perché non abbiamo neanche sentito cosa hanno detto.

Io sono pronto con il mio "periscopio". Allungo il telefono sotto al tavolo mentre sto su Snapchat. Se chiudo l'app sparisce tutto, non è rischioso. Se Marina mi prende il telefono di mano devo solo essere veloce a chiudere e non troverà niente di compromettente. Sono emozionato. Sto rischiando tantissimo. Ma voglio vedere le cosce di tua moglie. Sono pronto.

Rimango con il telefono sotto il tavolo per quasi un minuto. Marina mi vede turbato e mi chiede cos'ho. Sobbalzo. "Scusa, ero sovrappensiero". Mi ha spaventato. Ho chiuso la ripresa.

Ma ho il filmato! Mi metto di fianco, faccio vibrare il telefono spostando la levetta della vibrazione e fingo di leggere un messaggio. La pesca è stata proficua. Cosce bellissime, nude. Adoro l'estate. Sotto alle gambe accavallate, l'ombra nera lascia intuire il bozzo della fica nascosto dalle mutandine. L'immaginazione non calma il desiderio. Vorrei accendere un faro e illuminare quello spazio nero tra le sue gambe. E' uno spettacolo eccitante e un pensiero irresistibile. Sento che se solo sfiorassi il mio uccello con la mano, da fuori i pantaloni, bagnerei le mutande. Sento i testicoli che mi scoppiano.

Il vino scorre. La cena finisce. Ora si chiacchiera solo. O almeno questo fanno tua moglie e Marina. Noi siamo concentrati su altri pensieri. Io continuo a spiarla. A vedere sempre nuove versioni dello stesso nero sotto alle cosce accavallate. Tu hai capito il mio gioco. Mi aspetto che tu faccia altrettanto con Marina, ma la tua idea è migliore. Vedo che muovi le mani sotto al tavolo mentre mi guardi. Io sto riprendendo. Mi sorridi con complicità. Mi chiedo perché. Ritiro la lenza e guardo il cellulare.

Sei il complice ideale. Hai preso la sua gamba e l'hai portata ad accavallare la tua. In pratica le hai spalancato le cosce. Improvvisamente le sue mutandine di pizzo nero non sono più un segreto. E nemmeno le grandi labbra che strabordando sul tanga e si lasciano coprire solo in minima parte. So che lì c'è il suo clitoride. Ho voglia di leccare il pizzo nero che lo nasconde per sentirne il sapore. Forse è solo la mia suggestione, la mia eccitazione ormai altissima, ma posso avvertire l'odore fra le sue gambe aperte sotto al tavolo. E' quasi violento. Irresistibile. Questa ripresa è più di quanto sperassi e non posso più aspettare. Decido di tenerla, andare in bagno, dedicarle una sega e spedirtela con una dedica. Provo ad alzarmi. Ma mi gira la testa per il vino e ricado seduto.

"Che hai?"

"Ma quanto ho bevuto?"

"Anche io ho bevuto troppo!"

"A chi lo dici!"

Siamo tutti ubriachi. Ora che mi scuoto dalla mia occupazione perversa me ne accorgo. Se a me gira la testa, lei e Marina sono completamente ubriache, incrociano gli occhi, biascicano, ridono sguaiate. Conto le bottiglie, non mi stupisce. Tu sembri quello più sobrio. Improvvisamente leggo nel tuo sguardo qualcosa che avevo frainteso. Non stai facendo il solito gioco. Non ti basta più vedere e farmi vedere. Questa sera vuoi di più.

Vado in bagno, ma torno senza essermi segato. Tu vuoi fare sul serio e io sono abbastanza ubriaco da pensare che sia un'idea realizzabile. Ignoro la mia prudenza. Questa sera si rischia. Mi rimetto seduto, pronto ad andare oltre.

C'è qualcosa di diverso tra te e tua moglie. Lei ha le gote arrossate, tu sei concentrato in qualcosa. Mi pare addirittura che l'odore delle sue cosce aperte sia aumentato. Devo capire. Periscopio fuori: infilo di nuovo il cellulare sotto al tavolo. Tu annuisci con un sorriso. Io aspetto un po' e poi avvolgo la lenza.

Ora capisco. La tua mano percorre le sue cosce dal ginocchio fino all'inguine mentre lei tiene sempre la gamba accavallata alle tue. Ci sta. Pensa che sia una cosa tra voi. Una pazzia come ne avete fatte altre volte. Annuisci ancora e sali alle mutandine. Le poggi tutta la mano sulla fica. Piena. Lei fa scattare le mani sotto al tavolo, ma poi sembra ci ripensi e non ti ferma. La tua mano diventa precisa, fa posto alle tue dita che mi lasciano vedere mentre sposti il tanga di lato lasciando entrambe le sue grandi labbra da una parte. Le separi con l'indice e l'anulare. Il medio entra dentro di lei con facilità. E' bagnata. Comincia a gemere. Troppo!

Marina capisce e si abbassa sotto al tavolo vede lei con le gambe aperte, te con le dita nella sua fica, me con il cellulare in una mano e l'altra stretta intorno al pacco sui pantaloni. Garda tutti negli occhi. Prima me. Leggo gelosia, rabbia. Poi te, leggo dubbio, incredulità. Poi lei. E comincia a ridere.


Parte 3. In quattro.

"Sei una puttanella, ti fai spiare da mio marito!", Marina lo dice ridendo, con complicità.

Lei risponde allegra. "E' tuo marito che è un porco, io neanche lo sapevo! Ma non è giusto, al mio cosa facciamo vedere?"

Marina fa un gesto veloce e si tira giù le mutandine da sotto al vestito senza mostrare niente. Le prende e le avvicina al tuo viso. Tu le guardi rapito. Lei le avvicina di più, le poggia sulla tua bocca.

"Scusa se ho sudato".

Tu continui a toccare la figa di tua moglie. Lei gode sempre di più e si gusta la scena. Io continuo a riprendere tutto. Marina si piazza davanti a te e si tira su il vestito. Scopre la sua fica. E' un triangolo di pelo liscio e morbido. Lei non lo rasa, non lo regola, dice che è già bellissimo così. E' vero. E' una fica bellissima. Tu ne sei rapito. L'altra tua mano è pronta a toccarla, ma indugi, non sai se è pronta. Ci pensa lei. Ti prende la mano e se la porta sul petto. Il messaggio è chiaro. Prendi freneticamente il bordo del vestito di tessuto morbido e lo porti violentemente a suoi piedi con un solo gesto. Si sente uno strappo ma nessuno sembra farci caso. Marina è nuda. Prende la tua testa e se la porta sulla fica, mentre spinge con forza il bacino contro la tua faccia. Tua moglie ha il primo orgasmo.

I suoi gemiti sono trattenuti, timidi. Quasi come se, dopo tutto questo, ancora si vergognasse di venire davanti a noi. Tu lasci che l'orgasmo sia completo toccandola con dolcezza e poi cominci ad usare anche l'altra mano su Marina. Le posizioni entrambe sulle sue natiche spingendola ancora più profondamente sulla tua bocca, mentre la tua lingua si fa strada dentro di lei a fatica per la posizione scomoda. Marina geme le piace farsi leccare la passera. Le piace questa cosa di farlo davanti a me, con uno sconosciuto che ha appena masturbato pubblicamente le moglie. Tua moglie cerca una nuova occuoazione a cui dedicarsi. Un ditalino non le è bastato. Ci sei tu con la faccia nascosta dal ventre di Marina. Marina che geme ai colpi ripetuti della tua lingua. E poi ci sono io che ancora riprendo. Lei si alza, è ancora vestita, a parte gli slip spostati sotto la gonna. Si avvicina e con gesti frenetici, come se volesse sbrigarsi per farmi fare una pipì che non riesco a trattenere, mi togli la cinta, mi slaccia i pantaloni, mi tira giù gli slip e si abbassa con la faccia davanti all'erezione più totale e prolungata che io abbia mai avuto. Accovacciandosi mette di nuovo in mostra la fica sotto la gonna. Bellissima.

Appena lo stringe in una mano mi fuoriesce una goccia di sperma. "Ops", fa lei, e la succhia via dalla mia cappella. Desidero che muova la sua mano, lei invece la tiene stretta ma immobile, mi guarda negli occhi e poggia le labbra per pochi istanti sul frenulo, poi torna a sorridermi. Non resisto e provo a muovere il bacino perché la sua mano mi seghi l'uccello. Ma lei mi blocca con l'altra, spalanca gli occhi e scuote il capo con un sorriso da maestrina. "Non si fa!". Tira fuori la lingua e la appuntisce sulla base del cazzo più duro che abbia mai avuto, poi la porta a sfiorarne tutta la lunghezza fino alla cappella. E ancora. E ancora. E ancora. E ancora.

Mi giro a guardare voi, vi siete seduti affiancati sul divano, la tua mano è tra le cosce di Marina, la tua bocca succhia ora uno ora l'altro capezzolo, lei ti sta segando. tu alzi gli occhi e intercetti il mio sguardo.

Tua moglie continua per molto a sfiorare con la lingua la mia erezione, poi improvvisamente comincia a succhiarmi con impeto. "Attenta, io sono eccitatissimo, mi farai venire." Lei tira subito fuori il mio uccello dalla bocca, ma invece di fermarsi come le ho chiesto comincia a farmi una sega con tutta la velocità di cui è capace mentre strizza gli occhi concentrata. Per la grande eccitazione che sto provando da tutta la sera e la velocità della sua mano bastano pochi secondi a portarmi sull'orlo di uno schizzo irrefrenabile. "Attenta!", le dico con cavalleria, ma lei si mette il cazzo in bocca mentre io sto sborrando. Sento il mio sperma uscire copioso, temo di annegarla! Lei sorride con gli occhi spalancati, compiaciuta nell'appurare quanto mi sia piaciuto, mantenendo la sua bocca serrata e inghiottendo tutto. Alla fine si alza e mi sussurra all'orecchio "Scusa, ma ho la figa che mi va a fuoco", si gira, viene verso di voi e si cala a cavalcioni sulla sega che Marina continua lentamente a farti.

Marina, ti aiuta a penetrarla con la mano, ma non è difficile perché tua moglie è bagnatissima. Poi quando tu sei dentro si sposta e torna di nuovo a farsela leccare, mettendosi a cavalcioni anche lei, ma sulla tua faccia, di fronte a tua moglie. Loro cominciano a baciarsi mentre tu penetri una e lecchi l'altra. E io ho una nuova erezione.

Mi pulisco con uno scottex preso dal tavolo dove abbiamo cenato e avvicino il mio uccello al loro bacio, loro lo prendono insieme e lo coinvolgono nel bacio senza neanche separarsi. Muovono veloci le mani, mi segano, mi succhiano, fanno saettare le lingue sulla mia cappella, si baciano, si toccano le tette a vicenda. Quelle di Marina sono nude, quelle di tua moglie nascoste dal top quasi perforato dai capezzoli, il reggiseno è sparito, non so bene quando.

Tu hai la fica di Marina sulla faccia, è da tantissimo che la lecchi e prima già l'avevi fatto da seduto, non sembra che tu voglia smettere, so che sapore ha, ora lo sai anche tu, te l'ho descritto tante volte dopo averti spedito i filmati di lei fatti di nascosto, ora puoi capire davvero. La tua lingua sembra impazzita, balla tra clitoride, grandi labbra, ano. Affonda, affiora, sposta, cerca. Tua moglie si è aperta la camicia e mostra con orgoglio a me e Marina le sue tette che sobbalzano. Ogni tanto i capezzoli sobbalzanti di tua moglie sfiorano quelli più fermi di Marina strappando un gemito ad entrambe. Io mi lascio spompinare da minuti ormai.

Tu provi ad osare con un dito e lo poggi sull'ano di Marina. E' bagnatissimo dalla tua saliva, non fa resistenza e si lascia penetrare, provocando un gemito a Marina che scatena una valanga. Tua moglie sentendo il gemito di Marina gode per la seconda volta, stavolta urlando, senza più freni. Marina gode sempre quando io raggiungo l'orgasmo. Scopro ora che lo fa anche quando succede a qualcun'altro. Si lascia trascinare dalle urla di tua moglie facendo altrettanto. Entrambe prese dal proprio orgasmo si sfogano sul mio cazzo con bocca a mani e mi lasciano schizzare sulle bocche, sulle tette. Tu abbracci le gambe di Marina e la stringi ancora più forte a sedersi contro la tua faccia, in modo che la pressione contro la fica le lasci godere il suo orgasmo con dolcezza, senza intromissioni, lingua a posto. I feromoni di Marina e i i movimenti di tua moglie hanno la meglio sulla tua resistenza e anche tu insieme a noi liberi il tuo seme in un'eruzione enorme. Un fiotto, due fiotti, tre fiotti, quatto fiotti... Sembra non finire mai.

Siamo sfiniti. Ubriachi. Sazi.


Epilogo.

Mi accorgo solo ora che di fatto tu hai scopato tua moglie, ma il resto sono stati seghe e rapporti orali. Forse hai lo stesso pensiero. Ci guardiamo e, sono certo, silenziosamente, ci diamo appuntamento alla prossima volta, pronti ad infilare i nostri falli nelle figa della moglie dell'altro.
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