Mi hanno vestita loro, come meglio credevano, come una puttana. Ho un vestitino cortissimo, estremamente attillato sul busto, che mette in evidenza i seni e i capezzoli, turgidi per l’eccitazione, e scarpe con tacco altissimo, tanto da fare fatica a camminare. Ma è a metà strada ciò che mi stà davvero facendo impazzire.
Daniele ha legato una cordicella molto ruvida, scandita da numerosi nodi, alla vita, facendola passare in mezzo le gambe, sul solco delle grandi labbra, in mezzo le natiche, ricongiungendola dietro la schiena. E’ sufficientemente larga perchè i movimenti del bacino, durante la passeggiata, la lascino strofinare a destra e sinistra, tormentando il clitoride.
Ed eccomi qui, una stimata professionista, vestita da puttana, in una erotica sfilata.
Sento gli sguardi di tutti su di me, sguardi eccitati, quasi basiti, degli uomini che incrocio ed espressioni disgustate e indignate da parte delle donne.
Non ho tempo per curarmi di loro, né voglia, il costante strofinio della corda sul clitoride non lascia spazio ad altri pensieri.
“Gira a destra” dice ad un certo punto Daniele, indicando, con un leggero movimento del capo, un viottolo stretto e quasi buio poco distante da noi.
Vorrei dissentire, la situazione potrebbe farsi pericolosa, ma non posso. Fa parte del gioco.
Intravedo altre persone in fondo alla stradina, fumano e parlottano tra loro. Si zittiscono appena ci vedono, coloro che fumavano buttano le sigarette per terra, spegnendole alla meno peggio. Quindi, ci vengono incontro. Sono preoccupata, la situazione mi inquieta non poco.
“Continua a camminare, qualunque cosa succeda” mi ordina Daniele.
Ci incrociamo, passo tra di loro, sento l’odore di fumo ed erba.
“Pericolo scampato” penso, prematuramente.
Inaspettatamente due mani, di due uomini diversi, afferrano le mie braccia, spingendomi indietro.
“Ma cosa…?” provo a dire.
Daniele mi tappa la bocca con la mano “Shhh! Zitta e goditelo, troia. Dopotutto una che va in giro vestita in questo modo cosa si merita?”.
Mi sento in imbarazzo, umiliata in questo modo davanti a perfetti estranei. Dovrei reagire, contestare che questo non faceva parte del gioco, ma desisto, non appena i due omacci accanto a me mi alzano, come se fossi una bambola, reggendomi a gambe oscenamente aperte, a mezz’aria.
Adesso noto che c’è anche una donna tra loro, è bionda, bassina, ma formosa, ha due labbra carnose ed enfatizzate da un rossetto rosso scuro. Una bella donna, non fosse per il trucco eccessivo.
Ha evidentemente notato il pezzo di corda che si intravede dalla gonna, ormai quasi del tutto alzata. Si sposta infatti verso di me, afferrandola ed alzandola completamente, fin dove la corda cinge la vita.
“Guarda cos’abbiamo qui!” commenta ironica. “Una puttana viziosa, vedo!”, mentre si diverte a spostare la corda a destra e sinistra, in modo più intenso e veloce, rispetto a quanto la passeggiata poteva fare. Strofina quasi dolorosamente sul clitoride, adesso molto più sensibile. Lo sento nitidamente più gonfio e turgido, mentre la mia figa comincia a sbrodolare come non ha mai fatto. Sono vistosamente bagnata e per capillarità anche la corda comincia ad assorbire i miei umori.
“Ti piace troia? Eh? Ti piace?”.
“Si, le piace, Una puttana del genere si bagna a farsi trattare così. E non hai ancora visto nulla!” risponde Daniele.
Mio marito è appoggiato al muro, poco distante da noi, godendosi la scena. Mi sarei aspettata una reazione più incisiva da parte sue, ma semplicemente si limita ad osservare, curioso, ciò che accadrà a breve. E’ lui a dare il primo ordine. “Leccala!” dice alla ragazza.
“Leccala”? penso, no, non sono lesbica, non mi piacciono le donne. O meglio, non fino ad oggi…
La ragazza si fionda sulla mia figa, scosta la corda e comincia a leccarla con passione, mordicchia il clitoride, scorre con la lingua lungo le piccola labbra e poi mi penetra con le dita. Le muove, su e giù. Aiutata da quella posizione, sono completamente aperta e in balia di quella fanciulla e di quegli omacci che mi tengono alzata e ferma.
Ad un tratto sento un’altra mano carezzarmi il culo, da dietro. E’ la mano di uno dei due tipi che mi stanno reggendo. Strizza le natiche, e poi solletica lo stretto buco del culo, imprimendo una leggera pressione.
“Dai che ti piace, rilassa i muscoli e fatti aprire il culo!”.
A queste parole non posso non reagire.
Ma non lo faccio come farebbe una donna distinta, una stimata professionista, disgustata da questi modi, ma come farebbe una puttana. Mi bagno, terribilmente, più di quanto non sia già, ed eseguo, rilassando lo sfintere, consentendo al ruvido e spesso dito di penetrarmi.
“Vieni, vieni troia, fammi vedere quanto ti piace!” “Dai, bagnati ancora!”
“Che puttana” “Guarda come gode” i commenti degli astanti a quella scena fuori dal comune, mentre la ragazza continua a stimolare il turgido bottoncino e scoparmi con le dita.
Non reggo, vengo, vengo mugolando in silenzio, quasi vergonandomi di godere di quella malsana situazione.
“Brava!” commenta mio marito.
La ragazza si alza, e mi bacia “Dopo devi ricambiare!” mi dice, facendomi l’occhiolino.
Adesso attendo con impazienza il trattamento che hanno in serbo per me…
Daniele si avvicina, squadrandomi, dalla testa ai piedi “Cosa vuoi puttana, eh? Dimmi cosa vuoi adesso. Ti do il permesso di esprimere un desiderio”.
“Lasciami andare!” vorrebbe urlare la parte razionale di me. Ma in realtà ciò che mi esce dalla bocca è un roco “Scopami!”.
Sorride, passa il cazzo sulla figa, inzuppandolo dei suoi umori e poi, in un veloce movimento, mi penetra, cominciando a chiavarmi con violenza. Sento il suo cazzo sbattermi senza gentilezza, velocemente, mentre mi strizza i capezzoli da sopra l vestito, me li morde, lasciando intorno ad essi un alone di saliva. Nel frattempo il dito di quell’estraneo è ancora dentro di me che si agita nell’intestino.
“Di più, ne voglio di più, infila un altro dito” supplico all’uomo accanto a me.
“Vedi? Vedi come ti piace, cagna?” commenta Daniele.
“Si, sono una puttana, che vuol’essere riempita senza ritegno in figa ed in culo!” replico. L’espressione perversa dei miei occhi testimonia quanto mi stia prendendo la situazione.
“Ti do molto di più di un dito, troia. Ti do un cazzo!”.
Agilmente passo tra le braccia di un solo uomo, che mi tiene, da dietro, reggendomi per l’incavo delle ginocchia. La ragazza interviene, mette in bocca il membro dell’uomo, rivestendolo di abbondante saliva, quindi lo posiziona sul mio culo. Poi velocemente, cado su di esso.
Gemo, non avevo mai provato una doppia penetrazione.
Cominciano a scoparmi intensamente e profondamente, alternando ritmi veloci a lenti e tranquilli, asincroni tra i due buchi. Giungo all’apice del piacere più volte, ma i due sembrano capirlo, rallentando.
Capisco che non posso procrastinare ancora a lungo, il basso ventre cominciare a dolere.
“Vi prego, fatemi venire, vi supplico, o impazzisco!”
Ridono. “Verrai, quando noi lo vorremo, non adesso!”.
Mio marito si limita a guardarmi, appoggiato sul muro, con una mano sulla patta, quasi a voler nascondere la sua eccitazione. Lo guardo, gli faccio l’occhiolino, tiro fuori la lingua, passandola sulle labbra. Voglio che mi guardi, che mi veda godere come una prostituta, sotto i colpi di due uomini.
“Lasciatela venire, non vi ha già fatto godere abbastanza?” interviene adesso mio marito.
“Come vuoi, la puttana è tua, noi vogliamo solo giocarci” continua Daniele.
“Ed allora vieni!”.
Accelera il ritmo, così come lo sconosciuto dietro di me, fin quando un violentissimo orgasmo non mi sconvolge. Sento i muscoli contrarsi, il respiro venir meno ed una terribile e piacevolissima fitta partire dal basso ventre ed arrivare rapidamente in testa.
“Siii, così troia.. così, che brava!” commenta la ragazza mentre ammira la scena. “Adesso tocca a me, leccami e fammi venire”.
Velocemente i due si sfilano da me, rimandando le loro sborrate. Mi inginocchio, la ragazza alza una gamba, e con la mano spinge il mio capo contro il suo sesso. E’ dolce, profumato, invitante. La mia bocca si porta velocemente su di essa, mangiandola avidamente, leccandola baciandola con passione.
La ragazza sembra gradire, testimoni i suoi mugolii. Mi tiene la testa ferma, sul suo pube, carezza i capelli, dolcemente, così come solo una donna può fare.
Intrufolo due dita dentro di lei, notando con piacere che lo spettacolo le ha procurato visibili reazioni. Tiro fuori le dita, succhiandole, assaggiandole, leccando i suoi umori, prima da esse, poi direttamente dalla fonte, penetrandola con la lingua.
La sento ansimare, più velocemente questa volta. Accelero, ed in breve tempo la sento sbrodolare nella mia bocca. Sento il suo nettare gocciolare sulla mia lingua, e lo bevo, golosamente. Quindi, mi alzo, mi porto sulla sua bocca e la bacio, con tenerezza. Ricambia il bacio appassionatamente. Le nostre lingue giocano, si intrecciano. Sento il suo sapore nella mia bocca. Carezzo il viso, i capelli, il seno, mentre io ancora giocherello con le dita con la sua deliziosa fighetta.
Starei tutta la notte a baciare quelle labbra dolci e profumate, ma sono costretta a spostarmi, quando Daniele mi tira per i capelli.
“Basta con le smancerie, adesso fa venire anche noi!” ordina, abbassandomi.
Adesso sono in ginocchio, tutti e sei gli uomini del gruppo, compreso mio marito, sono con i cazzi già in tiro, rivolti verso il mio viso. Hanno avuto il tempo per spogliarsi dei loro indumenti durante il bacio saffico, suppongo.
“Mettili in bocca, uno per uno!” ordina uno di loro.
Trovo la cosa ripugnante, mi alzo, protestando. Mio marito mi ammonisce.
“Hai voluto giocare, gioca fino alla fine!”
Lo guardo, con occhi interrogativi. “Fallo!”.
Non replico più. Obbedisco.
Ho davanti a me un ampio repertorio di membri maschili, grossi, medi, spessi, sottili, più o meno nodosi, ma tutti con un elemento che li accomuna, il farli venire per mano e bocca mia, stasera. Comincio il mio compito, che sarà più facile del previsto, vista l’eccitazione della situazione, bastano un paio di affondi per portare all’apiace del piacere tutti e sei, a turno.
Il primo, quello dell’uomo che mi ha sfondato il culo, è forse il più grosso. Lo spompino come meglio so fare, mettendoci anima e corpo (e bocca…). Allontano il viso, appena capisco che l’orgasmo e vicino, ma inutilmente. L’uomo mi afferra la testa, spingendola contro di lui, affondando di nuovo il suo cazzo dentro la mie fauci e contemporaneamente liberandosi dentro esse con fiotti copiosi di sperma.
Ingoio tutto, la posizione non permette alternative.
Guardo gli altri cinque, con aria preoccupata. “Su tesoro, non è mai morto nessuno per aver bevuto più sborra del solito” ride mio marito.
Mi sento una puttana, una sporca puttana, notando che un sentimento molto simile all’eccitazione si insinua in me, a quell’idea. Non perdo altro tempo, e già la verga del secondo uomo è comodamente accolta nella mia bocca. Poi il terzo, il quarto, quello di Daniele.
Ho volutamente lasciato mio marito per ultimo. Ha voluto che sua moglie facesse la puttana? Ben gli stà. Comincio un abile bocchino, il più lungo tra quelli appena fatti, ma alla fine, cede anche lui, lasciandosi andare in un urlo liberatorio. Diversamente dal trattamento riservato agli altri, finisco il mio compito, pulendolo amorevolmente, togliendo attentamente con la lingua ogni residuo di sperma. Poi, un tenero bacio sul glande, e mi rialzo.
Daniele mi aiuta a togliere il piacevole cilicio, e poi, con un accennato saluto, va via insieme ai 4 energumeni ed alla dolcissima ragazza.
“Torniamo a casa adesso” dice mio marito, porgendomi dei vestiti puliti e sobri che aveva portato nella ventiquattrore.
“Grazie tesoro”, rispondo, ricomponendomi nella distinta professionista di sempre.
Per fare quattro chiacchiere: evoman@libero.it
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Aggiunto: 4 anni fa
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