"Ciao sono Massimo, ti scrivo per avere conferma che tu possa venire a casa mia domani pomeriggio"
"Certamente, a che ora mi devo presentare?"
"Alle 17 in punto, l'indirizzo lo ricordi?"
" Si si ... a domani allora"
"Ciao"
"Ciao"
Una breve conversazione, scarna di ogni finta cordialità, come va? Tutto bene? Ma poco importa l'indomani come previsto ci saremmo incontrati.
Durante tutta la mattinata ed il primo pomeriggio di martedì passati a lavorare, attualmente sono part-timer, non feci altro che fantasticare su cosa sarebbe successo il pomeriggio e di cosa avrei potuto fare con Sandra e Massimo, mi avrebbero lasciato ancora una volta in un angolino ad osservarli mesto mesto? Cosa mi avrebbe concesso Sandra? E Massimo che ruolo avrebbe avuto?
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Alle 16 e 30 lasciai il mio appartamento e mi diressi all'appuntamento, lasciai nuovamente nello stesso parcheggio a dovuta distanza da casa loro e mi incamminai. Citofonai e Massimo mi aprì, entrato in casa mi disse che Sandra stava finendo di prepararsi così restammo una manciata in piedi in salotto a parlare del più e del meno, sembrava non voler toccare l'argomento sesso quasi che ci fosse una sorpresa ad attendermi.
"Massimo! Venite pure io sono pronta!" esclamò da un'altra stanza Sandra, Massimo mi disse di seguirlo in camera da letto. Attraversato il corridoio superai la soglia della porta della camera da letto e rimasi a bocca aperta dallo stupore.
Sandra era in piedi a fianco del letto, calzava dei tacchi nero vernice con le suole rialzate, vestiva un collant a maglie larghe aperto in corrispondenza della vagina e dei glutei, un corpetto nero in pizzo che reggeva lasciando scoperti i piccoli seni, indossava una maschera nera anch'essa in pizzo e due grossi orecchini a cerchio.
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"Allora Fabio come ti sembro?" e dicendo ciò inizia una lenta giravolta, io mi godo la visione di questa donnina scura di carnagione con braccia e gambe piuttosto esili, nel darmi le spalle noto che le sue piccole natiche le lasciano perfettamente visibile il suo culo, un buco scuro cromaticamente allineato alla sua pelle. Mi feci presto duro.
Finito di farsi ammirare Sandra mi mise per terra sulle ginocchia le maniu su di esse ed aprendo la bocca tirando fuori la lingua come ad indicarmi che lì avrei trovato la sua piena disponibilità, Massimo si mosse da dietro le mie spalle andò a sedersi sulla poltrona che la volta precedente mi aveva ospitato e mi fece cenno con un braccio di non avere timore e di occuparmi della moglie.
Tirai fuori l'uccello, già durissimo, facendolo sbucare dalla patta dei pantaloni e lo portai alla bocca di Sandra pensando avrebbe iniziato a leccarlo e succhiarlo dolcemente, invece appena introdussi il glande lei mosse in avanti la testa ingurgitando l'intera asta e andando pressocchè a toccare col naso il mio ventre. Per un minuto almeno mi abbandonai al piacere di quella gola profonda, ma dal suo modo di spompinarmi con foga, meccanicamente senza fare particolari giochi di lingua e da come si aggrappava ai miei fianchi e cosce capii che non voleva spompinarmi bensì voleva che le scopassi la bocca, dovevo essere io a condurre i giochi, così le afferrai i capelli per il mollettone che li teneva raccolti, mi sistema meglio sui miei piedi costrassi i glutei per valorizzare al meglio i miei venti centimetri di verga ed inizia a fotterla.
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Le pompavo velocemente la bocca e ogni tanto le facevo ingerire tutta l'asta tenendola per alcuni secondi schiacciata al mio corpo, lei mi massaggiava con la lingua la base del pene fino a che non soffocava, allentavo la morsa lasciando che la sua testa si liberasse lei tossiva e gemeva, un rivolo sul mio scroto, un filo che collegava la cappella alle sue labbra ma la saliva era su tutto il mio cazzo, una calda e viscosa coperta che mi mandava in estasi.
Proseguito a scoparle il cavo orale per una manciata di minuti Massimo intervenne, le indicò il letto lei subito si sedette a terra e poggiò la testa sul bordo di quel basso materasso, io mi diressi verso di lei un piede a terra, l'altro sul letto poi poggiai la mano oppossa anch'essa sul letto e con l'altra imboccai nuovamente quel pertugio caldo e umido e mi riappropriai del suo chignon.
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Altro paio di minuti di dentro e fuori in quella posizione meno efficiente che però finirono per portarmi all'orgasmo iniziai a sbuffare e fare versi al che lei staccò la testa dal materasso mi cinse i glutei con le mani e in una chiusura pressocchè ermetica accolse il mio seme, cinque o sei schizzi durante i quali mi si chiusero gli occhi e tremarono le gambe dalla scarica di piacere.
Qualche secondo e ci staccammo io rimasi in piedi a respirare affannosamente lei si tirò su e si sdraiò sul letto, Massimo sembrava molto soddisfatto.
"Bravo ragazzo, sei proprio un bel puledro!" gli sorrisi a fatica " vai a darti una ripulita in bagno e torna qui".
Obbedii andai in bagno, ma per quella sera non era ancora finita.
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Aggiunto: 4 anni fa
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