Era una giornata afosa di Agosto, il termometro segnava i 35 gradi e mi trovavo a piantonare un silos in aperta campagna nell'alto Salento. Mancava qualche minuto a mezzogiorno e in quella calura, da lontano sentii un cigolio che pian piano si avvicinava. In lontananza, scorsi sulla strada sterrata una bici con una sagoma di donna, che via via si faceva apprezzare. Giunta alla mia altezza una ragazza sui venticinque anni, un po' cicciottella e con un prosperoso décolleté, in costume da bagno fucsia appena trasparente all'interno di un pareo di seta dai colori smorti, mi guarda dandomi l'impressione di essere imbarazzata. Buongiorno le dissi e lei con un sorriso mi rispose cortesemente e mentre le sue gambe smisero di pedalare io ne approfittai per chiederle dove stesse andando a quell'ora in aperta campagna. Al mare rispose, questa strada porta giù ad una cala dove si ci può rinfrescare e prendere il sole. Beata lei, esclamai! "Certo che passare tutto questo tempo da soli qui deve essere davvero pesante? mi disse" Le risposi che mi pagavano per farlo e purtroppo non avevo alternative, anche se mi sarebbe piaciuto conoscere la cala marina di cui mi parlava. Io sono Piero, comunque, lei mi diede la sua mano e disse Barbara. Avevo un pantalone di cotone celeste molto leggero, faceva parte della mia divisa e quelle curve nascoste dal pareo, quelle cosce tonde, fresche di ragazza, mi diedero una sensazione di ardore che non sfuggì all'occhio di Barbara. Ma nascondi un'arma lì sotto? No le risposi, è che stando da solo e vedendo una bella ragazza come te, sai...!!! Veramente anche a me è venuta una certa voglia, sarà questa strana circostanza, chi sà? Le porsi una mano come a volersi appoggiare per scendere dalla bici e lei, ne approfitto alzando la gamba destra e lasciandomi scorgere una deliziosa apertura cosciale. Vieni dissi, ci sono degli alberi di ulivo dove poterci riparare dal sole, le presi la bici e ci addentrammo per una decina di metri nella campagna. Lei incominciò a raccontarmi che quelle terre avevano una lunga tradizione di famiglia, ma io incurante ero sempre più eccitato è attratto dal suo corpo. Mentre lei raccontava all'ombra di un albero secolare che ci faceva ombra, io le chiesi "ma sento un odore, ma ti sei messa la crema solare? " Mi avvicinai ad un paio di centimetri dal suo collo per apprezzare il profumo ma era solo una scusa per avere un contatto più intimo. Le appoggiai le labbra e le sfioravo la pelle un po' sudata. Uscii la lingua e le concessi un tocco della punta lungo tutto il suo collo. " Si" esclamò e, ci baciammo abbracciandoci in una lunga e duratura effusione, in cui le nostre lingue si cercavano e si ritrovavano in un mugolio sempre più insistente. Scesi con le mani appoggiandole sui suoi glutei che, nonostante tutto erano ben sodi, e mi appoggiai con il membro, ormai nella massima erezione possibile nei pantaloni, sulla sua fregna. Lei apprezzava e ricambiava con baci e carezze nei capelli argentati dal tempo. Le sue mani cercarono frettolosamente di sbottonarmi la patta e, dopo qualche difficoltà, la aiutai facendo scendere per terra mutande e pantaloni e liberando un cazzo turgido come non mai. Alla vista del mio membro esclamò : wow mmmm! Si inginocchiò e prendendolo nella mano lo baciò e via via incominciò in un lento, coordinato e delizioso movimento con la mano e la bocca, avanti e dietro e portandosi fino in gola quel grosso corpo carnoso. Alzai la testa e gli occhi al cielo, ringraziando dentro di me il fato di quella inaspettata avventura e di ciò che provavo in quel momento. Con la mano destra accompagnavo la sua testa nei movimenti che sembravano esperti ed emettevo gemiti di piacere come se uscissero dal cuore. Si ferma un attimo e guardandomi negli occhi mi dice: che cazzo meraviglioso, questo si che si farà sentire nella fica! La aiutai ad alzarsi e la girai lentamente accompagnandola con le mani, lei mise le sue sul tronco dell'albero e giocavo con il pisello tra le sue natiche mentre con le dita apprezzavo le sue generosità di quel seno dirompente. Dai fammi godere... mmm... mettilo dentro! Continuavo invece a farglielo sentire dietro, senza penetrarla, continuando a toccarla sul seno e slinguandole nuovamente il collo. Impaziente si gira verso di me e guardandomi negli occhi mi esclama: stronzo! Fottimi..dai! La presi e le sollevai la gamba sinistra, mi appoggiai con la cappella grossa sulla sua fregna umida e diedi delle piccole spinte con il bacino per indirizzarlo. Lei lo prese con la mano se lo sistemò e diedi una spinta che lo fece entrare tutto. Emise un suono tra piacere, dolore e stupore e disse trombami adesso. Entravo e uscivo da quella fregna sempre più bagnata e quando il mio cazzo si muoveva si sentiva il rumore " claps" come se qualcosa si muovesse nell'acqua, era meraviglioso. Che gran porca esclamai! Fottimi...continua dai!! Le mie spinte erano sempre più energiche e il suo piacere era sempre più eclatante : Dai dai, si si, lo sento, sto per venire, dai su, fino in fondo, così dai, si su, siiii, ah! Ahh! Aaaaaaahhhh godooooo! Mi stai rompendo tutta!!! Ahahahah maiale pervertito!!! Come godooo, SIIIIIIIIIIIII!!!! Giusto il tempo di uscire il cazzo dalla fregna e lei si abbassa per accogliere tutta la mia sborra in bocca, continuando o toccarmi con le mani il cazzo per assicurarsi che uscisse tutto, fino all'ultima goccia. Che TROIA che sei! Sei stata meravigliosa, le dissi, lei si alza e mi abbraccia amichevolmente. Rimaniamo abbracciati per un po' gustandoci ancora un po' il contatto di quei corpi bagnati dal sudore. Lei mi bacia nuovamente e mi ringrazia per l'avventura che non si sarebbe mai immaginata, ma che ha sempre sperato che accadesse nelle sue camminate per il mare.
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Categorie: Confessioni Zoofilia