Dopo l’iniziale semplice curiosità, cominciammo a frequentarci, prima scambiandoci semplicemente dei messaggi, poi uscendo assieme qualche volta; a mano a mano che il tempo passava, mi accorgevo con gioia che mi stavo innamorando di Sara e vedevo anche lei molto presa da questo rapporto; finché una sera la baciai e facemmo l’amore; non era una sprovveduta e le piaceva fare sesso; ci trovammo a scopare sempre più spesso e mi lasciava sborrare in figa perché prendeva la pillola; quando le forzai la testa per farle prendere il cazzo in bocca, non oppose nessuna resistenza e lo manipolò con una sicurezza e con una determinazione che mi fecero capire come, nonostante la giovane età, avesse già una buona dimestichezza col sesso e fosse in grado di strappare piacere da ogni mossa; quando le chiesi di darmi il culo, lo fece senza tante storie, anzi mi disse subito che le piaceva da morire farsi inculare, che era sempre disponibile a farsi scopare senza problema e che le piacevano i cazzi grossi che la sfondavano, anche se non disprezzava affatto i cazzi medi o piccoli, come il mio, che usava sapientemente per godere al massimo; non so se lo diceva per tenermi buono; ma col tempo ho capito che davvero la dimensione per lei contava poco ed era assai più importante l’uso della mazza; poiché lei era un’artista nel titillarsi opportunamente con qualunque oggetto, davvero la misura diventava quasi ininfluente.
In questa situazione di apparente idillio, qualcosa sembrava comunque che ci fosse in lei che la frenava, che la metteva in grave disagio; avevo come l'impressione che mi volesse dire qualcosa ma non avesse il coraggio di farlo; della sua famiglia parlava pochissimo: sapevo che viveva con la mamma ma non diceva niente di suo padre o di altri familiari; quando io provavo a chiederle se in casa andasse tutto bene, lei rispondeva con quel si che non era affatto una risposta convinta ma aveva piuttosto l’aria di un si di cortesia, tanto per non creare malumori tra noi; poi una sera mentre la riaccompagnavo a casa, Sara mi disse.
"Marco io tengo molto a te. Ti voglio bene, anzi mi sto innamorando di te. Per questo ho bisogno di dirti una cosa difficile per me da dire ma sento che è importante che io te la dica. E soprattutto è giusto che sia io a dirtela prima che tu lo venga a sapere da altri."
Io rimasi sconvolto e avevo paura che ci fosse qualcosa che potesse in qualche modo porre fine al nostro rapporto; le dissi che anche io ero certo ormai di amarla e che per quell’amore poteva e doveva dirmi tutto quello che fosse necessario: niente avrebbe turbato l’amore che ci univa; Sarà comincio ad aprirsi.
"Amore, devo dirti che mia mamma è una escort. Non fa la puttana di strada ma è collegata ad un’agenzia che le consente di lavorare a casa sua. Lo ha sempre fatto, da quando mio padre la lasciò sola con me piccolina da allevare, senza un reddito, senza un lavoro e con un disperato bisogno di soldi; poiché guadagna benissimo e riesce a non rendere pubblico il suo mestiere, continua a farlo con enorme profitto. Avevo bisogno di dirtelo: ora spetta a te decidere se andare avanti a frequentarci oppure se questa cosa crea problemi a te come li ha creati alle mie amiche che cercano sempre di evitarmi. Io posso solo dirti che tengo molto a te e non vorrei perderti; ma, al tempo stesso, che ho una enorme ammirazione per mia madre e non le chiederei mai di vivere diversamente, dopo che in questo modo mi ha portato fino alla maggiore età."
"Sara, amore, grazie di avermi detto quello che ti stava a cuore, grazie di avere avuto il coraggio di parlarmi. Davvero significa che tieni molto a me. Ti giuro che sono innamorato di te e non è certo questa cosa che mi farà allontanare da te. Ti amo da morire. E comunque sappi che anch’io ho il massimo rispetto per tua mamma."
Ci stringemmo in un abbraccio di amore, di passione e, per Sara, di liberazione da un macigno che aveva sullo stomaco; cominciammo a spogliarci e scopammo lì, in macchina, con una passione travolgente: Sara era eccitata al massimo e confesso che non durai molto prima di sborrare e riempirle la figa, tanta era la passione che lei metteva nella copula e che mi trasmetteva col sapiente movimento del ventre; i giorni a seguire notai una trasformazione in positivo di Sara: la vedevo sorridente, allegra, sicura; addirittura un giorno mi disse.
"Marco, ho parlato di te alla mamma. Non le avevo ancora detto che frequentavo un ragazzo. Le ho detto che sono innamorata di te, che sei fantastico e che conosci cosa fa mia mamma; lei mi ha chiesto tu cosa pensassi del suo lavoro; le ho detto che mi ami e la rispetta per ciò che fa. Le ho ribadito che non voglio perderti. Il suo commento è stato meraviglioso"
"Sara, figlia mia, sono davvero contenta e felice per te. Ti vedo sorridente e questo è il regalo più bello per una mamma, anche per una mamma puttana."
Scoppiammo a ridere; adesso vedevo che Sara stava perdendo ogni titubanza o vergogna; mi raccontava che quando sua mamma riceveva dei clienti, lei usciva di casa dandole un bacio e una stretta; per il suo diciannovesimo compleanno sua mamma ci regalò un week end alle terme: 2 giorni fantastici pieni di sesso libero e perverso; bellissima vacanza; stavamo vivendo un periodo meraviglioso: il mio lavoro andava bene, tra noi c'era armonia; purtroppo, Sara non riusciva a trovare una occupazione ma continuava a spedire curriculum e domande varie; una volta, improvvisamente, Sara si fece più seria e pensierosa; sapevo che doveva dirmi qualcosa e infatti una domenica mattina si aprì.
"Amore devo dirti una cosa, ma non so come dirtela. Sarò diretta. Mia mamma mi ha chiesto ... mi ha chiesto di fare la escort come lei."
Gelo, silenzio, sguardi a terra.
"Sono in crisi: voglio molto bene alla mamma, sono molto legata a lei e mi dispiacerebbe darle un dispiacere dicendo di no. Ma sono sicura che se accetto ti perderei per sempre"
"Ma tu lo vorresti fare? Te la sentiresti? Hai poco più di 19 anni, sei pronta?"
"Non lo so, sono confusa, insicura, indecisa. Mi ha detto che mi passerebbe un po’ di clienti buoni, da soldi; che mi farebbe cominciare in maniera soft, per darmi tempo di capire e di abituarmi. Io vorrei anche farlo perché il sesso mi affascina e perché la mancanza di lavoro diventa sempre più cronica e più seria: Ma ho troppa paura di perderti"
"Sara, amore, non mi perderai mai qualunque cosa tu decida. La decisione la prendiamo assieme. Ci pensiamo un paio di giorni e poi darai una risposta a tua mamma"
"Ok, Marco, grazie."
Ma la decisione la prendemmo quello stesso giorno: le dissi,
"Amore, mi farebbe piacere se tu accettassi. Dico davvero. Sarei ancora più orgoglioso di te. Mi piace molto il sesso e mi piace soprattutto vedertelo fare: so che la mia dotazione non è ideale per le tue esigenze e mi sono accorto molto spesso che guardare mi eccita assai più che scopare; se ti riuscisse di farmi guardare, in segreto, sono certo che sarebbe un godimento doppio, per tutti e due. E poi è un lavoro redditizio: se tu lo vuoi, per me va benissimo; sarò il compagno di una puttana e questo mi piace tantissimo."
"Marco mi stai dando una notizia bellissima e importante per me: soprattutto mi stai dicendo che non mi lascerai per questa nostra scelta."
"Ma vuoi scherzare? non ti lascerò mai. Anzi, qualsiasi cosa tu abbia bisogno puoi contare sempre su di me, anche se dovessi starti acanto e accudirti mentre scopi coi clienti; il mio istinto cuckold è ben vivo, adesso; e non rinuncio al piacere che può darmi."
Sara era di nuovo serena e il giorno dopo comunicò alla mamma la sua, anzi la nostra decisione; io chiaramente non dissi nulla di questa decisione; la sera ero a cena a casa di Sara. Eravamo io, Sara e sua mamma Maria; dopo un lieve imbarazzo iniziale, Maria mi ringraziò dell'aiuto che avevo dato a sua figlia nella decisione; ne parlammo molto tranquillamente; mi sembrava tutto così irreale: parlare liberamente di queste cose, senza pudore mi faceva stare bene; Sara era a proprio agio: si era seduta sulle mie ginocchia e cominciò a scherzare dicendomi.
"Ti farò cornuto con tanti uomini ma tu sarai sempre il mio unico uomo. Lo farò solo per soldi, tanti soldi come dice la mamma."
Poi si spogliò completamente e ci chiese.
"Quando devo chiedere per un corpo così?"
"Minimo 100 euro a botta. Ma scusa, qui c'è tua mamma, chiediamo a lei visto che è lei l'esperta."
Dissi io.
"Sicuramente non meno di 100 euro per una scopata; nel culo io chiedo di più, 200 euro."
Disse Maria.
"Alla faccia!!! il mio culo è già bello aperto grazie al mio amore quindi nessun problema."
Sara stava completamente nuda davanti a noi come fosse la cosa più normale dl mondo: era bellissima! mi sentivo il suo principe, contento e felice della sua nuova vita da puttana; e lo era anche la sua mamma che avvertì subito che aveva un paio di clienti da passare a Sara, tanto per cominciare; Sara disse.
"Ragazzi, facciamo che se qualcuno ha voglia di stare nudo in casa lo può fare liberamente?"
Io e Maria ci guardammo e ci spogliammo completamente anche noi: stare nudi non ci creava nessun imbarazzo anzi era normale stare così; Sara aveva cominciato la sua nuova vita; sua madre mantenne fede alla promessa e le fissò appuntamento con un commerciante di una città lontana, un tipo oltre la cinquantina, forse anche vicino ai sessanta che, in viaggio di lavoro, voleva concedersi qualche ora i sesso particolare; aveva saputo dall’agenzia che si era resa disponibile questa nuova ragazza, diciannovenne, fresca di esperienza, che costava molto più di qualunque altra ma che era un vero privilegio da conquistare; alle cinque del pomeriggio, puntuale come un orologio, suonava al citofono e Maria lo introduceva in casa, dirigendolo alla camera da letto.
Avevamo espresso a Maria il desiderio che potessi assistere abbastanza direttamente alla performance di Sara e ci aveva indicato uno sgabuzzino accanto alla camera da letto dove per l’appunto si nascondevano quei clienti che amavano assistere ad altre copule, prima di scopare loro stessi; la posizione era ideale, per guardare, lo spazio comodo per stare seduto e ammirare le evoluzioni sul letto; il silenzio era l’obbligo tassativo; baciai con amore Sara, mi sistemai nello sgabuzzino e mi trovai immediatamente di fronte allo spettacolo meraviglioso della mia donna languidamente sdraiata sul letto, quasi come certe bambole di antica tradizione, in abito discinto e con uno sguardo da grande seduttrice; mi venne immediatamente duro, lo tirai fuori e cominciai a menarmelo con movimenti lenti e pacati, per non accelerare l’orgasmo e trascinare al massimo la sega.
Pochi minuti dopo, il citofono suonò e Maria accompagnò il cliente da Sara; era un omuncolo abbastanza insignificante, con vestito grigio anonimo, leggermente stempiato e con u poco di pancetta: quando si trovò davanti allo spettacolo della natura di Sara distesa sul letto, splendida nel fulgore della sua bellezza, si vide netta la patta gonfiarsi, segno che doveva avere un bel cazzo, in compenso; lei allargò le braccia e lo accolse con passione; lui la baciò sulla bocca e le mise immediatamente le mani sul seno matronale abbrancando le due mammelle gonfie, carnose, morbide, pastose; strofinò un poco i capezzoli; poi fece immediatamente scivolare le mani sull’inguine e catturò la vulva, strofinò un poco le piccole labbra e si abbassò subito a succhiare il clitoride; la parte migliore dello spettacolo era il viso di Sara stravolta dal piacere mentre il tizio le succhiava dalla vagina tutto il piacere possibile.
“Che figa straordinaria: è meravigliosa; non posso aspettare oltre, evo fotterti, adesso!”
Con frenesia pazzesca, si sfilò quasi rabbiosamente pantaloni e slip, cavò via calzini e scarpe e, nudo dalla cintola in giù, salì sul letto e montò su Sara: il cazzo era davvero notevole, sicuramente più grosso del mio e in grado, quindi, di soddisfare ampiamente gli appetiti di lei, che lo prese tra le mani, infilò abilmente un preservativo e lo diresse alla vagina; la penetrò di colpo, con un urlo disumano; lei lanciò un piccolo grido, che poteva anche sapere di dolore, ma che io avevo immediatamente riconosciuto come urlo di goduria, forse di un primo piccolo orgasmo.
Cominciò così la prima grande scopata che Sara fece sotto i miei occhi, da professionista dell’amore, sulle orme della madre; il cliente la cavalcò in vagina per una decina di minuti buoni e lei godette moltissime volte, forse cinque secondo me; alla fine, lui esplose in un orgasmo lungo e saporoso; quando tirò fuori il cazzo barzotto, il preservativo era quasi completamente pieno dello sperma versato, segno che lui da parecchio non scopava sul serio; spostatosi sul letto accanto a lei, prese ad accarezzarla quasi metodicamente su tutto il corpo e specialmente sui seni e sull’inguine; sapevo che Sara amava molto quelle coccole e la sentii ronfare come un gatto, godendosi fino in fondo quelle carezze; per u attimo, il suo sguardo incrociò il mio, dietro la porta dello sgabuzzino, e per un attimo il movimento delle dita mi sembrò un saluto.
I due ripresero la scopata e il cliente cominciò a percorrere tutti i sentieri del piacere, accarezzandola molto specialmente nelle arti intime, leccando, succhiando e baciando ogni parte del corpo; messa a pecorina, le leccò a lungo la vagina fino all’utero e sprofondò con la punta della lingua fin nella parte più interna del retto; quando cercò di infilare più dita nell’ano, Sara gli ricordò che la penetrazione anale non era stata prevista e lo pregò di astenersi perché non si sentiva pronta; l’altro cercò in vari modi di insistere, ma alla fine dovette rinunciare e si prenotò per la volta che fosse stato praticabile l’ano; riprese poi a scopare e la montò da varie posizioni, invagina, in bocca e anche, rapidamente e superficialmente, tra le natiche, accosto all’ano; sborrò altre due volte, in bocca e tra le tette; alle sette, completamente disfatto da una scopata di cui, disse, non ricordava una simile, se ne andò ringraziando; Sara andò i bagno e si ficcò sotto la doccia; l’aspettai con l’accappatoio pronto e la ricevetti con un bacio enorme.
“Marco, non puoi sapere quanto ti amo, adesso che mi sono sfogata e scaricata con questa meravigliosa scopata. Tu come stai?”
“Da dio; non ho concluso la sega perché voglio scoparti anche io, adesso, ma non ho fatto che masturbarmi continuamente; che grande figa sei: uno spettacolo della natura: le tue scopate dovrebbero essere mostrate come esempio di lussuria assoluta.”
Cominciò a ricevere diverse telefonate di appuntamenti e godevo nel sentirla felice e disponibile a fare la troia: mi faceva stare bene; ancora non vivevamo insieme e spesso capitava che mi telefonasse per dirmi di non passarla a prendere perché aveva un paio di clienti da soddisfare e che li riceveva a casa.
"Bene mio amore, Vuol dire che sono contenti di te. Sei una meravigliosa puttana. Ti amo."
E anche i guadagni cominciavano ad essere consistenti: nei panni del cuck, mi trovavo proprio a mio agio; e per valorizzare questo stato, decidemmo di andare a vivere insieme; sua mamma era riuscita a comprare anni prima un appartamento dove aveva messo degli inquilini; la fortuna volle che questi inquilini a causa del lavoro si sono dovuti trasferire in altra città; così Maria ci diede l'appartamento e ci disse.
"Ragazzi, l'appartamento è vostro: così tu, Sara, sarai più libera di lavorare, fare in modo che Marco goda delle tue scopate e ricevere i tuoi clienti a casa vostra; io sono più libera di ricevere i miei clienti a casa mia e sono profondamente soddisfatta di averti assicurato una buona professione."
Scritto su suggerimento e in collaborazione con fataturchina75
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Aggiunto: 4 anni fa
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Racconti Cuckold
«scritto veramente bene, e pure eccitante»
«Bel racconto sei davvero un genio»