Anna rientrò a casa che era già buio. Gettò su un tavolinetto dell’ingresso la borsetta. Si sfilò, sopra la testa, il vestito rosso ultraaderente, ultrascollato e ultracorto e rimase solo con le calzature argentate dai tacchi altissimi.
Cercò con lo sguardo nelle varie stanze il suo bel marito, lo vide seduto nel tinello, nella penombra, apparentemente con gli occhi chiusi.
La donna si affacciò nel vano della porta e disse:
“E’ andato tutto bene, con il pranzo che ti ho lasciato”
L’uomo le sorrise e rispose:
“Si, il foglio che mi hai fatto trovare, era chiarissimo, grazie”
Anna tornò nell’ingresso, prese la borsa e ne rovesciò il contenuto sul tavolinetto.
Caddero fuori le chiavi della casa e quelle della macchina, un borsellino, qualche scatola di preservativi e un mucchio di banconote.
Gettò a terra il denaro, con fastidio e si rivolse al marito:
“Vieni qui, stronzetto, che ti debbo raccontare delle cose”
L’uomo si alzò e andò verso Anna, che disse:
“Spogliati, io sono nuda e devi esserlo anche tu”
Prese tra le sue le mani del marito, e disse:
“Stamattina mi sono presi i cinque minuti, mi sono messa il vestito rosso, queste scarpe, ho preso la macchina, sono andata alla piazzuola di sosta che sai, e ho aspettato i clienti. Ormai lì mi conoscono tutti, le altre puttane, anch’io non sono nient’altro che una puttana, mi trattano come una di loro. Solo tu, cornuto,
non lo vuoi capire.
Le puttane amiche mie, che come me amano la fica, sanno che da me possono sempre avere una buona leccata.
Pure i clienti mi conoscono e si sa subito che c’è quella che è disposta a fare tutto, anzi è lei stessa a proporre le cose più sudice”
Anna guardò il pene eretto del marito e disse:
“Lo sai mi piacciono soprattutto le donne e non posso farmi scopare da te… E’ vero vado anche cogli uomini, con qualunque uomo, ma lo faccio per essere insudiciata, umiliata, per toccare il fondo, tu invece mi ami…”
Poi Anna guardò il pube del marito e riferendosi al pene eretto fino allo spasimo, disse:
“Grandissimo cornuto, t’è venuto duro perché mi hai visto o ti si è rizzato è perché ti sto raccontando quello che ho fatto, sei anche tu un lurido porco schifoso.”
Riprese narrazione:
“Mi è andata bene, oggi ho trovato molti clienti, li ho segati, ho succhiato i loro cazzi, io stessa me li sono portati nella fica, da chi voleva mi sono fatta inculare e ai più lerci ho leccato il buco del culo”
Si mise di spalle, sollevò le natiche all’altezza del volto del marito.
Aggiunse:
“Voglio che tu mi lecchi il buco del culo mentre racconto”.
L’uomo avvicino la bocca all’orifizio anale di Anna e prese a lambirlo con la lingua, il contatto fisico, qualsiasi contatto, con il corpo della moglie lo rendeva felice.
La donna proseguì:
“Ti ricordi quella baracchetta vicino alla piazzuola , c’è un lurido cesso con un secchio, dopo ogni scopata andiamo lì dentro, buttiamo il preservativo nel secchio e, se ci viene, ci facciamo pure una pisciata”
“Ho scoperto una cosa che mi piace, prima di gettarli nel secchio, mi metto i preservativi in bocca e succhio tutta la sborra”
Al marito:
“Pezzo di merda, ho voglia di pisciare, vai a prendere il boccale trasparente e portamelo qui”
L’uomo obbedì, Anna prese il recipiente, se lo portò sotto la fica e lo riempì con il suo getto dorato”
“Guarda tua moglie che piscia, a voi uomini piace vederci pisciare, vero porco schifoso”
Quando si fu svuotata la vescica, offrì il boccale al marito e disse:
“Bevi la mia piscia”
L’uomo portò il recipiente alle labbra e prese a vuotarlo a lente sorsate.
“Guarda che ti faccio fare, pezzo di merda”
Il marito disse:
“Veramente, i giochi che facciamo insieme li trovo abbastanza piacevoli, poi se ti rendono felice…”
“Felice un cazzo, è perché sei un lurido porco schifoso che ti piacciono”
Anna cominciò a sentirsi in preda a un furore che ben conosceva e disse al marito:
“Puttanella, mi stanno riprendendo i cinque minuti… Divento pazza! … Pazza!”
“Anna calmati… Non succede niente, sono qua io”
“Tu, un cazzo! voglio fottere… fottere, divento matta”
La donna si alzò di colpo, corse in camera da letto e tornò con un gigantesco strapless e un tubetto di gel, con gesti febbrili ne diede un po’ al marito e disse:
“Passatelo sul buco del culo, che stavolta ti farò male”
Unse col gel la parte più lunga dello strapless e tremando d’impazienza, s’infilò la parte più corta dello strumento nella vagina e strinse spasmodicamente i muscoli pelvici per tenerlo fermo.
Disse, o meglio gridò al marito di sollevare le natiche, pose l’arnese a contatto con l’orifizio anale del coniuge e con forza lo penetrò. L’uomo emise un grido di dolore mentre Anna urlava:
“Ti rompo il culo, femminuccia, te lo sfondo”
L’uomo si concentrò sulle violente sensazioni che la moglie gli provocava, oltre al dolore, l’arnese, che Anna gli immergeva e riemmergeva ritmicamente nel retto, gli dava un profondo senso d’intimità con la donna che amava.
Improvvisamente, il marito, sotto i colpi dello strapless, fu travolto da un orgasmo lungo e coinvolgente.
La donna gridò:
“Porco impotente! Sai venire solo col culo”
L’altra estremità del dildo, inserito nella vagina della donna e che lei, con estrema abilità, teneva a contatto con i punti più sensibili, la fece precipitare in un serie di orgasmi che sembrava non dovesse finire mai.
Finalmente, si abbattè esausta sulla schiena del marito e rimasero tutti e due, a lungo, immobili, in preda ad una sorta di torpore.
La moglie fu la prima a scuotersi, si mise in piedi, guardò l’orologio e disse:
“Cazzo, com’ è tardi e non ho preparato niente per cena, dovrai aspettare parecchio…”
Il marito rispose:
“Anna preparati, stasera andiamo a mangiare fuori”
La moglie lo abbracciò e, nell’orecchio, gli disse:
“Grazie, sei il più adorabile dei mariti!”.
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