di un venerdì di luglio, sto tornato da lavoro, quando mi arrivò un messaggio di mia moglie sul mio cellulare.
D: "Domani vado in spiaggia con mia sorella.
Antonella, mi passa a prendere per le 9:30.
Pertanto fammi trovare pronto per quell’ora la borsa con tutto l’occorrente che mi serve in spiaggia, più la borsa termica con colazione e bevanda fresca.
Torno per l’ora di pranzo."
Risposi con l’unica risposta che potevo:
Io: "Si. Signora."
Il sabato mi alzai come mio solito di buon mattino. Prima preparai la sua colazione mattutina, e poi mi apprestai a preparare ciò che mi era stato ordinato. Per le 9,00 già tutto era pronto. Come era pronto sul tavolo della cucina, la sua tazza d'acqua calda e limone, la tazzina di caffè espresso e la tazza di orzo con i suoi frollini.
Seduta al suo solito posto, ed iniziando a sorseggiare il suo caffè, stavolta l’ordine me lo impartì a voce:
D: "Come costume da mettere ho pensato quel bikini nero e bianco che tanto ci hai tenuto a regalarmi per i mio compleanno. Il lato di sopra mi va un po’ aderente e piccolo ma comunque va bene.
Trovalo e preparalo, metto quello!
Mi precipitai dopo la solita risposta di assenso, a rovistare nell’armadio tra i suoi costumi. Ne aveva almeno una cinquantina, ma non fu difficile individuarlo. Lo posizionai sul letto ancora disfatto e mentre lo adagiavo non potevo immaginarlo indosso a lei.
Nonostante i suoi 45 anni e dopo le gravidanze avute, il suo seno non si era smosso del tutto. Era ancora solido e abbondante. Il bikini un po’ striminzito avrebbe messo più in risalto il suo prosperoso seno. Anni fa non avrei mai creduto che lo avrebbe facilmente esposta poco coperto. Ma era ormai cambiata. E quella trasformazione era avvenuta grazie al mio voler essere sottomesso da lei.
Non è stato facile intraprendere questo nuovo rapporto tra noi due.
Ma certe circostanze l'avevano permesso. E per raccontare oggi, dovrei scrivere un intero romanzo in una volta sola, allora mi limito a descrivere il tutto durante i racconti delle varie situazioni che sono capitate.
Indossato il costume e copertasi con un top bianco aderente e pantaloncino corto nero che mostravano ben in vista le sue sode chiappe si avviò verso cancello di ingresso di casa dove Antonella la attendeva in auto. Anche mia cognata non era male. Più giovane di tre anni di mia moglie, Antonella separata da anni, curava anch'essa molto il suo aspetto fisico. Il suo corpo poderoso e più alta di mia moglie, aveva dato molte ispirazioni alle mie fantasie. Non tanto dovuto alla voglia di farmi una bella scopata, ma al desiderio di essere sottomesso da una donna robusta come lei.
Seguii mia moglie accompagnandola e portandogli la borsa da spiaggia e quella termica fino all'auto di mia cognata, sistemai le due borse nel cofano e mi apprestai ad aprirgli la portiera. Quel mio modo di fare, meravigliò Antonella, sapeva che la sorella aveva dettata delle regole importanti, prima di decidere ad accettare di tornare insieme a me. Ma non sapeva ancora nello specifico perché fossero cosi importanti.
Il suo stupore aumentò quando Donella mi ricordò i compiti assegnatomi.
D: " Allora io vado schiavetto, i tuoi compiti da sguattero li sai no serve che io te li ricordo. Torno come già sai, per il pranzo fammi trovare tutto pronto. E tieni il cellulare con te, ti avverto quando sono quasi vicino casa, cosi puoi iniziare a riempire la vasca da bagno."
Risposi con il solo gesto di consenso di abbassare la testa e le vidi allontanare in auto.
Rimasi fermo li sull'uscio di casa spiazzato, forse perché non ero ancora pronto ad una sua esibizione pubblica.
Antonella, invece indiscretamente chiese:
A: "Fammi capire una cosa. Anzi spiegami. Che significa schiavetto, sguattero?"
E Donella che a questo punto sapeva benissimo che si era sbilanciata oltre, non potendo trovare scusante per ciò che aveva detto rispose:
D: "Significa ciò che hai ben capito. Lui è il mio schiavo personale. "
E prima che Antonella riprendesse i sensi dopo quelle ulteriori parole lei aggiunse e spiegando che il rapporto tra me e lei anche se era tornato nella normalità di coppia, però nella sostanza qualcosa era cambiato.
La sua trasformazione da donna assolutamente normale a dominatrice è stata come un fulmine a ciel sereno. Secondo i suoi concetti da persona normale, una Dominatrice era una donna che stava con un uomo sposato, per soldi. Non aveva idea che ci fossero, al mondo, donne che si aspettassero una obbedienza vera, da parte dei loro mariti. Per lei, un uomo che permetteva ad una donna di dominarlo era un malato. Ma dopo appreso delucidazioni tramite internet, dove ha trovato tante dimostrazioni ed ha finalmente compreso che il comportamento maschile sottomesso non è malato, ma abbastanza normale per tanti uomini e per alcuni molto più di altri. Ha anche capito, che questo bisogno di un uomo, di sentirsi dominato nella vita di tutti i giorni, è molto profondo. Questa esigenza, se non soddisfatta, causa un grande vuoto nella loro vita.
Per primo passo è stato quello di capire che io non era matto, solo perché voleva essere dominato da lei.
Non era cresciuta aspettando che sarebbe diventata la mia Padrona . Non lo volevo nemmeno, uno schiavo maschio, ma era l’unico modo per salvare il matrimonio.
Questo nuovo tipo di rapporto ha contribuito in modo significativo a farci conseguire questo importante risultato, ma il mio cammino è stato pieno di ostacoli da superare. Abbiamo dovuto imparare molto e disimparare ancor di più.
Quando io sono ritornato a casa dopo tanto tempo, è stata come una lunga sessione. Dormiva in cameretta in disparte, certo non era una vita che una coppia sposata potesse sopportare a lungo. Ella non voleva che chiedessi il permesso ogni volta e per qualsiasi cosa.
All’inizio, lei facevo le cose anche per me. Ma poi ha capito definitivamente che era giunta l’ora di diventare la mia Padrona e io avrei dovuto solo servire ed ubbidire.
Con orgoglio, si vantavano di quanto fossero obbediente in casa, di quanto fossi diventato buono e di come mi occupassi delle pulizie. D: "Lui è voluto diventare un buon servitore. Lui ha desiderato tanto comportarsi cosi, inginocchiato ovunque, sempre pronto ad eseguire i miei ordini".
Ormai Antonella era sbigottita, guidava l'auto solo fisicamente, ma la sua mente viaggiava per fatti suoi. Ciò che stava ascoltando era inaudito. Ma la curiosità di continuare a sapere la stuzzicava.
A: "E a te va bene? Cioè sei tornato con lui a queste condizioni?"
D: "Tu al mio posto cosa avresti fatto?"
Antonella sempre con lo sguardo fisso alla strada rispose:
A:"Ah! Certamente, anch'io non mi sarei tirato indietro. Per come mi racconti a chi donna oggi giorno non farebbe comodo un uomo del genere? Magari si sarebbe rivelato cosi quello imbecille del mio ex."
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Aggiunto: 4 anni fa
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Bondage e Sadomaso