Qualche giorno fa scorrevo un bel librone con copertina verde che riportava tutte le avventure erotiche di mia moglie Luzy e di diverse sue amiche. Una sorta di ponderoso diario erotico. Sono passati molti anni, ma rileggere quei racconti mi fa fare un tuffo in un piacevole e delizioso passato.
Quello che riporto qui è uno dei tanti e lo trascrivo ricopiandolo da quel librone con qualche coloritura o esagerazione nei fatti narrati che si riferiscono, in ogni caso, ad episodi reali.

“Ieri mi ha chiamato Simone, un vecchio amico con cui ho avuto diverse avventure, per invitarmi ad andare ad un concerto a Verona. Mi ha detto che con lui c’era anche Francesco, un suo amico, e che sarebbe stato carino portare anche un’amica graziosa e disponibile a divertirsi. Naturalmente ho subito pensato a Maria, la mia amica delle più eccitanti avventure erotiche.
Maria ha accettato con entusiasmo pregustando soprattutto i corollari al concerto.
Siamo partiti in macchina nel primo pomeriggio: Simone ed io sul sedile posteriore e Maria sul sedile anteriore, Francesco alla guida.
Dopo qualche Km durante i quali si è chiacchierato del più e del meno con qualche allusione a possibili risvolti erotici, Simone mi ha messo una mano sulle gambe che, come d’abitudine, erano quasi interamente scoperte. Ho fatto finta di allontanarlo e quando lui ha ritentato, l’ho lasciato fare mentre cominciavo ad eccitarmi, così ho allungato anche io una mano e gli ho sbottonato i pantaloni facendo balzar fuori il suo cazzo possente e durissimo. Abbiamo cominciato a baciarci, le sue mani hanno spostato i lembi delle mie mutandine ed ha cominciato a toccarmi il clitoride mentre io gli maltrattavo un po’ l’uccello caldo e fremente.
Francesco che era alla guida, insospettito da certi inequivocabili rumori, ha dato uno sguardo nello specchietto retrovisore esclamando:
- Cavoli, guarda dietro Maria, quei due hanno cominciato a pomiciare alla grande.
Maria, si è girata dicendo: - ragazzi aspettate, appena possibile ci fermiamo così possiamo farvi compagnia anche noi, ho un gran voglia, vero Francesco?
Noi abbiamo continuato a toccarci e dopo poco Francesco ha imboccato un piccolo sentiero che scendeva direttamente al fiume, ha parcheggiato la macchina in un posto non visibile dalla strada e siamo scesi tutti e quattro dall’auto. Sia io che Maria ci siamo liberate in fretta delle nostre microgonne e mutandine e ci siamo poste frontalmente inclinandoci sul cofano dell’auto in modo che i nostri due amici potessero prenderci agevolmente da dietro.
In men che non si dica le nostre fighe sono state penetrate alla grande mentre le mani ci massaggiavano le tette che sobbalzavano ad ogni colpo. Avevamo preso un ritmo coordinato ed ogni volta che il cazzo si spingeva con forza all’interno della figa, dai cui grondavano profumati umori, il mio e il viso di Maria venivano quasi a contatto e ci scambiavamo quei gemiti e risate che confermavano la nostra eccitazione. Francesco mi scopava con ritmo crescente, il suo cazzo era immerso in un mare di umori e le mie tette accompagnavano il ritmo. Ero al massimo dell’eccitazione e soprattutto il veder Maria che godeva, mi eccitava ancora di più e così ho cominciato a sobbalzare per i miei orgasmi ripetuti. A questo punto mi sono girata e ho detto a Francesco di infilarmi il cazzo in bocca, non volevo che lui eiaculasse rapidamente perché volevo ancora godere e così ho cominciato a leccarlo lentamente facendo sparire a volte il suo cazzo nella mia bocca. Maria ansimava e gemeva ed ho capito che stava avendo orgasmi a ripetizione e alla fine l’ho sentita gridare: - Dai, dai, sto venendo, sborrami dentro, inondami.
Anche Francesco mi ha fatto capire che voleva sborrare mentre io avevo già avuto i miei numerosi orgasmi. Con le mani premute sul suo sedere, l’ho tenuto fermo mentre ho ripreso a spompinarlo a ritmo sostenuto fin quando un fiotto di sperma mi ha inondato la bocca e immediatamente ho ingoiato il tutto assaporando quel sapore salato ma che tanto mi piace. Ci siamo ripuliti e siamo ripartiti per andare al concerto. Il concerto però che c’è piaciuto di più, inutile dirlo, è quello che avevamo suonato noi al fiume.
Al ritorno ci siamo fermati a casa di Simone, intanto si era fatto notte. Decidemmo di passare la notte insieme e così chiamai Enzo (mio marito):
- Ciao, siamo tornati, ma si è fatto un po’ tardi, pensavamo di restare qui a casa di Simone. Ti dispiace?
- Che domanda? Sicuramente no, anzi sai benissimo che mi fa piacere e mi raccomando non stancarti troppo. E Maria?
- Maria resta anche lei qui, ci sono letti in abbondanza, anche se credo che ne useremo uno solo, lei ha già avvertito sua mamma.
- Ciao, Buona notte e buon divertimento.

Abbiamo preparato una cena gustosa innaffiandola con del prosecco che ci fece andare subito su di giri. Maria ed io indossavamo soltanto gli slip e i ragazzi erano a torso nudo. Il vino, il concerto, la voglia di fare sesso ci ha spinto presto a guadagnare il letto, certamente non per dormire.
Stavolta ho cercato Francesco il quale non si è fatto pregare e mi ha affondato la sua lingua nella figa. È un vero campione a leccare e in pochi minuti ho cominciato a sbrodolare e a dimenarmi. Maria si incarica di prendere in bocca il pene di Francesco mentre Simone comincia a penetrarla da dietro. Ogni colpo di Simone si ripercuote su Maria che ingoia quasi completamente il cazzo di Francesco la cui lingua si ripercuote sul mio clitoride. Una sorta di scopata a catena dove il colpo di uno si ripercuote sugli altri. È una vera festa per noi due, abbiamo due cazzi tutti per noi che si alternano nella figa, nel culo, in bocca, tra le tette fino a inondarci di sperma caldo, abbondante e cremoso. Rimaniamo tutti e quattro sfiniti sul letto, ma Maria, che non è mai sazia, dopo un po’ comincia a leccarmi la figa che aveva ancora intorno abbondanti gocce di sperma che la impreziosivano. Io ero abbastanza stanca e lentamente sono scivolata in una sorta di dormiveglia. Sentivo che qualcuno mi toccava le tette e mi aprivano le gambe e poi ebbi la netta sensazione di avere un cazzo nella figa, ero in una specie di catalessi e lasciai far tutto passivamente. Probabilmente l’ho preso anche nel culo, ma non lo ricordo con precisione. So che quando in piena notte ho aperto gli occhi, ho visto che loro tre dormivano alla grande ed io ero tutta appiccicosa di sperma. Evidentemente avevano continuato a scoparmi mentre dormivo. Ho cercato le mie mutandine e con queste mi sono ripulita, poi, come ormai è d’abitudine, ho messo le mutandine nella borsa per farle vedere l’indomani a mio marito e sono piombata nel sonno”.
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Categorie: Etero