"Ciao Franco, non ti ho sentito entrare"
"Eri talmente concentrato"
"Vuoi un caffè?"
"Noo ne ho già bevuto uno, hai in ballo un'altro libro?"
"No quello che avevo finito lo tengono da parte perchè quello di prima ha avuto tanto successo, aspettano che calano le vendite"
"Sono contento hai sfondato, sei contento?"
" Si però non mi sento ancora arrivato"
"Fai bene a comportarti cautamente"
Fuori il cielo si era fatto nero carbone e poco dopo iniziò il diluvio, era settembre inoltrato, il calore della estate si era smussato in piacevoli giornate, Franco era pensieroso
"Franco cosa c'è non sei allegro come al solito"
"Sai ho ricevuta una telefonata dall'Argentina, mio fratello non stà bene"
"Cribbio mi dispiace ma cos'ha?"
"Non si sà ancora ma è dimagrito molto"
"E' il tuo unico fratello?"
"Si ho solo lui, bè c'è la moglie e suo figlio mio nipote"
"In che campo lavora?"
"Vuoi ridere? tutti e tre lavorano in una casa editrice"
"Ma guarda"
La persiana della finestre sbattè forte e la finestra si aprì violentemente e un colpo di aria molto fredda entrò in casa, io e Franco chiudemmo finestra e persiana bloccandole poi io cercai qualcosa per coprirmi a Franco diedi un plaid,
"Franco è mezzogiorno mangi con me?"
"Mi piacerebbe ma ho promesso ad un amico di raggiungerlo"
"Uno di quelli del bar?"
" Si"
"Allora ti saluto vuoi un ombrello, l'ho comprato ieri"
"Grazie si"
Ci baciammo poi lui se ne andò
Il pomeriggio ricominciò a piovere e cominciò a fare veramente freddo, guardai il termometro che segnava 10 gradi"
"Un calo di 20 gradi in due giorni"
Le giornate passavano tranquille, appena ci alzavamo dovevamo vederci per forza, magari non facevamo nulla a volte tiravamo mezzogiorno a fare sesso, ultimamente Franco si divertiva a mettermi ancora quel vestito estroso, mi accarezzava gli ormai lunghi capelli ci baciavamo con passione poi lui lentamente mi toglieva il vestito e mi baciava ogni volta che il vestito mi lasciava nudo, mi baciava i capezzoli lungamente poi un giorno volle prendere in bocca il mio cazzo, mi fece un pompino da paura e gli sborrai in bocca l'anima, una volta completamente nudo ancora mi scopava ma mai nella stessa posizione del giorno prima, ultimamente gli piaceva prendermi alla pecorina o altrimenti mi prendeva brutalmente in piedi, erano ore di sesso sfrenato e a volte quando entrambi eravamo liberi facevamo sesso anche nel pomeriggio, arrivò ottobre e le prime vere nebbie d'altra parte la nostra città sembrava che la fabbricasse la nebbia.
Una mattina eravamo insieme a fare colazione in un bar e gli suona il telefono
"Pronto Paola cosa c'è"
Vidi il viso di Franco cambiare improvvisamente e scoppiò a piangere
"Quando è morto?
"Mezz'ora fà ma non c'era linea internazionale"
"Faccio i biglietti preparo una valigia e vengo subito"
"Cosa è successo Franco"
"Mio fratello è morto stanotte ieri sera a Rosario, devo partire Marco"
"Vai tranquillo quando tornerai mi troverai ad aspettarti"
Dopo due giorni partì, lo accompagnai all'aeroporto con la macchina che intanto avevo comprato.
Una volta partito tornai a casa, era scesa una nebbia incredibile e feci fatica a tornare a casa, una volta a casa accesi il computer e vidi che c'era un messaggio
"Signor Marco seppi è pronto un assegno per lei"
Non avevo voglia di uscire di casa, mi ero tutto infreddolito all'aeroporto quindi stetti in casa al caldo, ci andai il mattino dopo, la giornata era ancora più nebbiosa del giorno prima.
Suonai alla porta e il custode mi chiese chi fossi, la porta che di solito era aperta quella mattina era chiusa e fù la rovina per me, improvvisamente mi saltarono addosso due figuri che cominciarono a darmi pugni pedate e ogni cosa, io caddi a terra e mi rannicchiai, cominciai a chiedere aiuto ad alta voce, mentre gridavo aiuto sentii le voci dei miei assalitori, li conoscevo benissimo erano mio padre e mio fratello, sembravano dei naziskin, ad un certo punto si aprì il portone e qui il portiere mi riconobbe, mio padre e mio fratello scapparono a gambe levate, il portiere chiamò subito la croce rossa mi caricarono sull'ambulanza e lì in un momento di lucidità chiesi
"scusate non portatemi all'ospedale della città portatemi in un'altro ospedale?"
"Come mai?"
"Quelli che mi hanno picchiato mi cercheranno all'ospedale della città e qui mi ammazzeranno perchè mi volevano ammazzare"
"Ma li ha riconosciuti?"
"Si sono mio padre e mio fratello"
"Perchè vorrebbero ammazzarla?"
"Perchè sono gay ed effeminato non vedete?"
" E allora?"
"Si vergognano di me, me lo hanno sempre fatto capire e appena mi sono diplomato mi han mandato via di casa"
"Ma come si chiamano i suoi parenti?"
"Mio padre Fabio e mio fratello Sandro Tassi"
"Ma lei è Seppi"
"Ho cambiato il cognome appena mi han mandato fuori di casa"
Arrivammo appunto nell'ospedale più vicino al nostro paese, qui al pronto soccorso mi curarono le ferite e mi fecero varie radiografie, c'erano diverse tumefazioni ma per fortuna niente di rotto.
Nei giorni seguenti seppi che i miei furono arrestati, ma avevo paura ugualmente, ma io avevo paura ugualmente, sentivo crescere in me la paura e una mattina per radio seppi che erano evasi, chiamai subito la capo infermiera avvisandola e dare i connotati dei miei parenti, mi spostarono subito portandomi nella parte privata dell'ospedale ma li sentii arrivare, fecero un rumore incredibile, io li vedevo dal buco della serratura ed ebbi freddo dalla tanta paura che ebbi, per fortuna la capo infermiera aveva avvisato la reception che se fossero arrivati di chiare subito i carabinieri e difatti sopraggiunsero alle loro spalle e li arrestarono, nel giubbotto trovarono due coltellacci.
Dopo due settimane di ospedale mi lasciarono tornare a casa, mi muovevo ancora con fatica, avvisai la casa editrice che ero a casa, avevo preso il cellulare ma di Franco non una telefonata e neppure un messaggio, la mia casa editrice mi mandò una badante veniva alle 10 faceva i mestieri, mi faceva da mangiare per mezzogiorno e per sera e poi aveva finito
Non mi ero ancora guardato allo specchio e quando lo feci sembrai un mostro, avevo ancora ematomi sul viso, sul torace, guardai le gambe ed erano ancora violacee, la badante stette con me 15 giorni, quando riuscii a muovermi meglio e usare le braccia in modo conveniente salutai la badante la pagai e la salutai.
Stavo ancora dormendo quando sentii bussare alla porta, mi alzai con ancora fatica, mi misi qualcosa perchè faceva freddo e aprii la porta, era Franco, era tornato, quando mi vide si spaventò, lo feci entrare in casa e accesi la luce, lui si spaventò ancora di più
"Ma cosa ti è successo"
"Mi hanno picchiato selvaggiamente se non arrivava il portinaio a quest'ora non c'ero più"
"Ma chi erano?"
"Mio padre e mio fratello"
" E per quale motivo"
"Mi vedi? sono gay ed effeminato per certa gente noi siamo da eliminare"
"Ma che genitore avevi!
"Senti io vado in casa il viaggio mi ha rotto però ti devo parlare"
"Va bene ciao" Tornai a letto con una sensazione strana, mi alzai a mezzogiorno e mi preparai qualcosa per pranzo, facevo fatica anche a deglutire e dopo un pò che mangiavo ero già pieno.
Verso le 15 arrivò Franco, lo feci entrare subito e stranamente non volle baciarmi, ci rimasi male, Franco entrò e si sedette subito al tavolo, io mi sedetti di fronte a lui e gli chiesi
"Franco cosa è successo"
"Marco devi lasciare la casa, ti dò una settimana di tempo"
"Che cosa?
"Si faccio venire in Italia mia cognata e mio nipote"
"Peggio di mio padre sei"
"Non dire così"
"Almeno lui mi ha odiato subito, tu invece prima dici che mi ami e poi mi butti fuori di casa, cosa devo dire?
Presi le lenzuola e la coperta e glieli sbattei in faccia
"Se in questa settimana trovo la casa ok altrimenti aspetti", e adesso fuori di casa mia"
Quello stesso pomeriggio cominciai a cercare casa, guardai e guardai in varie agenzie, nella mia ricerca mi trovai davanti alla mia casa editrice mi ricordai che dovevo ritirare un assegno entrai e appena mi videro tutti mi fecero festa, alla fine ritirai l'assegno, lo guardai e mi mancò l'aria
"1,800.000 euro, pazzesco" lo misi nel portafoglio e corsi come meglio potei in banca, anche qui mi fecero festa, erano venuti a sapere grazie alla mia casa editrice quello che mi era successo depositai l'assegno poi chiesi al capo ufficio
"Senta non conosce qualcuno che affitta un appartamento di tre locali?"
"Signor Seppi ci sarebbe una piccola villettina con un pò di giardino le andrebbe bene?"
"Una villettina addirittura!"
"Si ma ha solo 90 mq, dentro"
"Chissà quanto vogliono"
"Signor Seppi si lasci andare, ormai è ricco, la potrebbe comprare quella villetta"
"Vorrei aspettare ancora prima di dirmi che sono arrivato, in fin dei conti è solo un libro che è andato bene"
"In questo ha ragione ma vede in poco tempo ha incassato 2.000.000 euro è ricco ormai"
"Quando posso vederla?
"Anche subito i proprietari mi hanno lasciato le chiavi"
Una volta arrivati vidi che il giardino era ben curato c'erano tante rose, ortensie poi entrammo in casa, davanti a me un corridoio, subito a sinistra la cucina abitabile a destra un bel bagno poi una camera da letto ed una sala grande, era tutta arredata compreso la cucina, le pareti bianche, mi piacque subito e l'accettai, quando seppi dell'affitto mi meravigliai erano maggiore di solo 100 euro di dove abitavo in quel momento, dopo 3 giorni ero già nella nuova casa.
Mi suonò il cellulare era Franco
"Marco allora?"
Guarda che sono già nella casa nuova"
"Hai fatto presto, come l'hai trovata"
"L'indirizzo non te lo dò, la casa mi è stata consigliata dalla mia banca"
"Senti ti devo parlare"
"Dimenticami Franco"
Visualizzazioni: 1 580
Aggiunto: 4 anni fa
Utente:
Categorie:
Gay e Bisex