Ed ecco il seguito del racconto della mia amica Daniela :

Dopo quella prima volta, io e Sandro cominciammo a vederci regolarmente, a parte il fatto che mi sentivo rinata, una donna nuova, avevo cominciato a volermi bene, a curarmi di più, a comprarmi cose più carine, completino intimi più, come dire, sensuali, cosa che cmq mio marito non aveva assolutamente notato, ma poi aspettavo con ansia quegli incontri che, ormai, avvenivano almeno 2 volte a settimana, sempre nei giorni in cui di sera non dovevo occuparmi del servizio per la cena ma solo di quello del pranzo, dopo tre o quattro volte che ci vedevamo, sempre in malga da lui, era estate, gli chiesi di insegnarmi a farlo godere con la bocca, lui rise ma si impegnò e, anch’io ci misi molto impegno, tanto che dopo un po’ di tempo mi disse che , oltre al fatto che non andava più a puttane, io ero diventata molto più brava di loro; cominciavo succhiandogli ed imboccando il suo scroto, mentre gli massaggiavo l’asta con una mano iniziavo a leccargliela per tutta la sua lunghezza, insalivandola e, ogni tanto arrivando alla cappella, gli mordicchiavo il filetto, gli scolpivo a piccoli e veloci colpi di lingua la cappella succhiandone la punta, poi lo imboccavo e me lo facevo scivolare in gola avvolgendolo con la mia lingua e succhiandolo mentre usciva, glielo stringevo alla base per farlo durare di più e poi, quando il suo piacere esplodeva lo prendevo tutto in gola, densa e bollente la sua sborra, mi piaceva molto il sapore che aveva, sia il suo cazzo che la sua sborra e a lui piaceva venirmi in gola, poi successe, persi la mia verginità, beh non la verginità della mia vagina, quella del mio sederino.
Un giorno decidemmo di passare la notte insieme a casa sua, in Paese, dissi ai ragazzi che andavo a cercare le rane, quelle si prendono di notte, anche se è vietato, si illuminano con la torcia e si catturano, invece Sandro era andato la sera prima e ne aveva prese una cinquantina che aveva pelato e messo nel congelatore, andai da lui, cenammo a lume di candela e poi, ormai era inverno, ci sdraiammo sul tappeto davanti al camino e cominciammo a baciarci e a toccarci, facemmo l’amore e, ogni volta , impazzivo dal piacere, dopo mentre ci riposavamo mi chinai e cominciai a giocare con il suo membro, con le mani e con la lingua e la bocca, non pensavo però, minimamente, al fatto che lui mi avrebbe sverginato ……..analmente, lui invece era preparato, mi disse di fermarmi un attimo e si alzò tornando conun barattolino nero di Fistan gel, così c’era scritto, si sdraiò di nuovo al mio fianco , mentre io continuavo ad usare le mie mani e la mia bocca su di lui, le sue dita accarezzavano il mio sesso ancora dischiuso ed umido, raccogliendone gli umori, poi sentii il suo dito forzare il mio buchino, lancia un urletto ma lui mi disse di stare tranquilla, che avrei imparato ancora qualcosa su me stessa, doveva usare il contenuto del barattolo, perché sentivo il fresco del gel mentre il suo dito, piano piano, mi penetrava e cominciava ad andare avanti e indietro, ogni tanto sentivo che lo roteava, non mi faceva tanto male, e cominciava a piacermi, poi altro dolorino, aveva usare due dita e continuava poi avanti e indietro con tutti e due , sempre roteando ogni tanto, mi venne da pensare che quando ci avesse messo il suo cazzo mi avrebbe fatto davvero male, era grosso ed irregolare, percorso da grosse vene , però me lo sentivo fresco ed umido mentre continuava a massaggiarmelo ed immaginavo ad allargarmelo con le dita, andò avanti un bel po’, poi mi accorsi che era pronto tra le mie mani, era diventato d’acciaio, mi fece girare mettendomi in ginocchio sul tappeto, la testa contro un cuscino che era sul tappeto ed il sedere in alto con le gambe aperte, continuando ad accarezzarmelo, poi le sue dita forti artigliarono le mie chiappe allargandole ancora di più e sentii la punta del suo uccello affacciarsi al mio buchino, eh si era davvero grosso, avanzava un millimetro dopo l’altro, a volte tornando indietro e poi di nuovo avanti, lasciando alla mia carne il tempo per abituarsi alla sua presenza, mi faceva davvero male ma non lo dissi, urlavo in silenzio con la bocca immersa nel cuscino, poi sempre avanti, ogni tanto mi dimenavo, mi sembrava di agevolarlo e di sentire meno dolore, poi uno scatto in avanti, un dolore più intenso e fu tutto dentro di me, cominciò arretrando di poco e riandando avanti, lo fece qualche volta, poi allungò la sua corsa, però sempre lentamente, il dolore adesso era sopportabile, il piacere però cominciava a montare dentro di me, senza bisogno di toccarmi, poi il suo movimento si fece regolare, come quando facevamo l’amore, ogni tanto si fermava, soprattutto quando affondava di più i colpi, altre volte usciva completamente e poi rientrava, poi aumentò il ritmo, mi sentivo davvero sbattuta, e, finalmente, io raggiunsi un orgasmo incredibile e lui mi inondò l’intestino, stavolta uscì da me lentamente e si sdraiò, un po’ ansimante al mio fianco, lo baciai e le uniche parole che riuscii a dire dopo poco, tra un bacio e l’altro, furono :” grazie, grazie “.
Rimanemmo a giocare con i nostri corpi tutta la sera fino alle 5 del mattino, però volli farlo ancora e, questa volta lo cavalcai io penetrandomi da sola sia davanti che…….dietro, prima ripulii però il suo membro con la lingua sentendo anche il sapore del mio sangue su di esso. Ormai sono due anni che ci vediamo regolarmente, non abbiamo mai parlato d’amore, ci va bene così, ogni tanto , quando ne ha voglia, accontento anche mio marito nel suo solito modo, del resto siamo sposati e abbiamo due figli, rispetto i miei doveri coniugali, a luce spenta, senza mai arrivare all’orgasmo.

Questa è stata la storia che mi ha raccontato la mia amica Daniela che, adesso vive molto meglio di prima, un paio di settimane fa, il suo Sandro era in viaggio e a lei è successa una cosa non proprio bellissima che , però, non le ha lasciato un ricordo completamente negativo, se me lo permetterà ve lo racconterò.
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