Non ero ancora nato e già sapevo dei grandi progetti che mi avrebbero atteso.

La volta fu a dodici anni. Intendo la prima volta che mi sono masturbato e ho scoperto la scossa magica del piacere. Ero in piedi su letto, davanti ad uno specchio oblungo che rifletteva tutta la mia figura. Nell'altra camera dell'albergo, i miei genitori. Eravamo in vacanza d'estate all'estero. Mi sono tolto la maglietta, i pantaloncini e le mutande, rimanendo completamente nudo. Poi mi sono guardato, mentre afferravo il mio pene già eretto.
Ne parlavamo da tempo con gli amici, giù al campetto, ma penso che pochi avevano effettivamente provato l'emozione. La meccanica era chiara: prendersi in mano l'uccello e farlo diventare duro. Poi muovere la mano avanti e indietro, tenendo sempre ben saldo il membro. Sul ritmo c'era qualche dubbio: forte, fortissimo o piano, con delicatezza?
- No, dai...bisogna tenerlo con due dita, come un anello, e poi andare su e giù, a manetta - consigliava il mio amico Paolo, che sembrava l'esperto del gruppo.
- Ma che cazzo dici? - lo interrompeva puntualmente Alessandro, - bisogna prenderlo bene in mano e stringere forte! Così... - E si calava le braghe, compiendo il gesto che aveva descritto poco prima. Ce l'aveva sempre duro, era incredibile. D'altronde a quell'età avevamo già gli ormoni a mille.
Comunque, al di là delle varie scuole di pensiero, poi si andava oltre, ovvero al momento dell'espulsione del seme. La Grande Eiaculazione!
Ci smenavamo allora tutti, magari dandoci le spalle per pudore o semi nascondendoci dietro i bidoni delle immondizie. Io facevo il movimento corretto, ma suppongo troppo timidamente, non credendoci fino in fondo. Infatti non succedeva mai niente. Gli altri invece sentivo che ansimavano e facevano strani versi. Bah! Se devo dirla tutta, non ho mai visto niente per terra. Intendo i frutti biancastri della sega, chiaramente.
Ma si narrava di schizzi esagerati, lunghissimi e potenti; forse complice il fatto che all'epoca consumavamo tonnellate di giornaletti porno.
In realtà quella mia prima volta, lì davanti allo specchio, emisi solo qualche goccia. In effetti, non appena arrivai al piacere rimasi talmente sopraffatto dalla strana sensazione che mollai subito la presa, interrompendo sul più bello il momento dell'eiaculazione. Fissai sconvolto il liquido denso e bianco che stava uscendo dalla mia cappella.
Presi dei profondi respiri e rimasi a fissare per interminabili minuti fuori dalla finestra. Il profumo del sole mi dava forza e nuovo vigore. Da quel giorno avrei saputo che tutto sarebbe cambiato.
Ogni giorno cercavo il mio sesso eccitato e gli davo conforto con sempre maggiore maestria. Producevo sonore sborrate sopra le pagine delle riviste hard, lunghi schizzi di bianca passione. Riempivo virtualmente le bocche spalancate di decine di pornostar bidimensionali. Scaricavo pozze di sperma sopra culi aperti e fiche trepidanti in attesa.
Ammiravo soddisfatto le esplosioni che riuscivo a fare manovrando forte il mio cazzo, per poi fermarmi di scatto appena prima di venire e stringere forte. Così riuscivo a far saltare fuori degli schizzi che riuscivano ad amare parecchio lontano. Ero veramente soddisfatto da quelle prodezze e dal fatto che potevo procurarmi piacere quando volevo e ad ogni ora del giorno. Era una cosa tutta mia. Era il mio più grande conforto e sensazione forte.
Crescendo, incominciavo però ad avere bisogno di qualcos'altro...
(continua)

Benedetto Cifrani
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