«E quindi?» chiese Kira tranquillamente dirigendosi ancora nuda verso la sua borsa.
«Quindi le sono venuto dentro, adesso chi lo dice a Daniela che probabilmente gli ho ingravidato la cugina! Oppure credevi che una ragazza ancora vergine prendesse la pillola?!»
«Io fregare di Daniela, anzi io delusa per non averla trovata qui, ma io essere divertita con cugina. E se lei rimasta incinta anche meglio» disse Kira tirando fuori dalla borsa un post-it e una penna. Ci scrisse qualcosa su e poi si diresse verso Giada. La ragazza era sfinita e dormiva sul letto in posizione supina. Kira le attaccò il post-it su un seno, così che Daniela potesse notarlo subito al suo ritorno.
Lorenzo si avvicinò e lesse il post-it: «Se tu volere scoprire chi essere donna che ha ridotto così tua cugina, tu venire a trovare me» di seguito Kira aveva annotato il suo indirizzo. «Tu sei pazza,» disse Lorenzo scuotendo la testa, «io non voglio trovarmi qui quando Daniela e Marco torneranno! Quindi adesso io e tu ce la squagliamo» e iniziò a rivestirsi.
La donna fece altrettanto senza dire una parola e se ne andò ancor prima dell’uomo.
Daniela tornò in casa prima di Marco e, approfittando della sua assenza, pensò di farsi impalare ancora una volta dal cazzone di Lorenzo. Così si avviò in garage, ma l’unica cosa che vide fu un gran disordine e una ragazza completamente nuda sdraiata sul letto in cui aveva dormito l’uomo.
Ad una prima occhiata si chiese chi fosse, poi riconobbe sua cugina Giada.
Daniela era confusa e non capiva assolutamente cosa ci facesse nel suo garage, poi notò la completa assenza di Lorenzo e delle sue cose e così fece due calcoli. Avvicinandosi al corpo della ragazza notò subito che aveva un biglietto sul seno, lo lesse e si sentì confusa. Oltre a Lorenzo qualcun altro aveva evidentemente fatto sesso con sua cugina, tanto da sfinirla.
Quando Giada si svegliò si vergognò molto dell’accaduto, ma non poté negare, così decise di raccontarle dell’amplesso che aveva avuto con Lorenzo e Kira, perdendo le sue verginità.
«E a te è piaciuto?» chiese Daniela sbalordita.
«S-sì!» disse la diciottenne.
«Ma ti è venuto dentro quel porco, vieni con me ti devo dare una pillola del giorno dopo, o rischi di rimanere incinta, quello stronzo ti ha farcito la fica di sperma!»
Daniela le somministrò la pillola e intanto Marco fece ritorno a casa.
La donna le raccontò tutto e Marco ne rimase affascinato, in cuor suo avrebbe voluto assistere a quella scena.
«Ci dobbiamo vendicare, Marco! Una prostituta straniera è venuta qui è ha sodomizzato con un cazzo finto mia cugina, facendo in modo che Lorenzo venisse dentro di lei! È un affronto!»
«Cosa vorresti fare? Andare da lei? Questa donna sembra abbastanza pericolosa!»
«No, non andrò io, voglio mandare qualcuno a sfondarla più di quanto non lo sia già» rispose Daniela.
«Il cazzo di Lorenzo gli entrava abbastanza facilmente… difficile trovare qualcuno capace di sfondarla di più» disse Giada timidamente.
«Lorenzo non ha il cazzo più grosso al mondo, quello che ci serve è un uomo di colore, con un bell’arnese!» esclamò Daniela.
«E dove lo troviamo?» chiese Giada che quasi sbavava all’idea, si stava eccitando con tutti quei discorsi.
«Non lo so…» rispose Daniela.
«Io credo di sapere a chi rivolgerci» disse Marco inaspettatamente.
Daniela lo guardò curiosa.
«Ti ricordi la palestra che frequentavo qualche anno fa? Bene, ci lavora un istruttore di colore che a quanto pare è superdotato anche tra i neri, si chiama Jason, molte ragazze si iscrivono in palestra soltanto per farsi sfondare da lui… potresti andare e chiedere» disse Marco.
«Ottima idea questa, andrò di sicuro per capire se qualche soldo basta per convincerlo, questa Kira si pentirà di aver messo piede in casa mia» disse Daniela sorridendo.
Il giorno successivo Daniela si presentò nella palestra in cui Marco era stato iscritto e bastò dare un occhiata intorno per notare l’uomo.
Jason era alto almeno 1,90 e stava parlando con una ragazza. Dalla maglia trasparivano le forme dei suoi muscoli scolpiti e gonfi, tipici degli istruttori più accaniti durante gli allenamenti, la sua pelle color ebano gli donava soltanto maggior fascino.
Jason chiese alla ragazza di seguirlo per mostrarle un esercizio sulla macchina per allenare i pettorali.
Daniela si avvicinò anch’essa e lo guardò con interesse.
L’uomo la notò, ma non disse nulla e spiegò l’esercizio alla ragazza facendole vedere come si usava la macchina.
Daniela vide i suoi pettorali guizzare a ogni movimento che faceva con la braccia, poi, quasi istintivamente il suo sguardo cadde sul suo pacco. Portava dei pantaloncini abbastanza larghi e quindi non riuscì a notare le dimensioni del suo pene, ma data la mole dell’uomo poté immaginare che fosse molto grosso.
Poi guardò la ragazza, anche lei aveva lo sguardo rapito dal fisico dell’uomo di colore. La ragazza non era da meno, aveva un corpo mozza fiato, atletico e longilineo, evidentemente ci teneva a essere in forma. Il culo sodo era molto pronunciato e i seni erano piccoli ma sodi, simili a quelli di Giada, anche lei non dimostrava più di diciotto anni, ma era mora.
Quando Jason lasciò il posto alla ragazza nella macchina per i pettorali, Daniela si avvicinò a lui.
«Ciao! Tu sei Jason, non è vero?» chiese.
«Ciao! Sì, tu… ti chiami?»
«Daniela, non sono iscritta qui, sono venuta per un altro tipo di servizio…»
Jason non era sicuro che avesse capito.
«Dicono che sotto la vita sei messo bene» disse lei per farsi capire.
«A quanto pare sì, ma oggi sarei già impegnato, posso pensare a te soltanto tra qualche giorno…»
«No, non è per me! Devi pensare a un’altra persona…»
«Va bene, falla venire qui allora» disse lui sorridendo.
«La cosa è un po’ complessa, ti spiegherò meglio, ma prima voglio vedere come sei messo…. Lì sotto!»
L’uomo ci pensò su, poi si voltò e tornò verso la ragazza che aveva lasciato allenare.
«Anna! Ti va se per più tardi ci sia una spettatrice?» le chiese.
La ragazza guardò Daniela e ci pensò su, poi annuì pensando che non ci fosse alcun problema.
Jason tornò da Daniela e le disse: «Al termine del suo allenamento, ci vediamo nel mio spogliatoio privato, si trova lì» disse indicando una porta in fondo alla sala.
Daniela allora si mise comoda e aspettò che Anna terminasse il suo allenamento. Guardò entrambi, l’uomo di colore e la ragazza. Ogni tanto lei lanciava degli sguardi al suo indirizzo e Daniela capì che non vedeva l’ora che venisse scopata da Jason.
Anna si accorse di essere guardata da Daniela e si avvicinò a lei, il seno scollato e sudato a causa dell’esercizio fisico.
«Anche tu vuoi provare il cazzone di Jason?» esordì subito la ragazza.
«No, non che non mi piacerebbe, ma sono qui soltanto per vedere quanto c’è l’ha grosso! Tu glielo hai mai visto?» le chiese Daniela.
«A dire la verità no, ma si vocifera che sia davvero superdotato, ma non so quanto l’abbia grosso, io spero almeno 20 cm» disse Anna.
«Se c’è l’ha soltanto 20 cm è deludente, io speravo almeno 25» disse Daniela corrucciata.
«Non so se riuscirei a prendere un cazzo da 25 cm» disse Anna guardandosi il ventre scoperto, piatto ed esile, «mi spaccherebbe!»
«Secondo me ce la puoi fare, anche io la pensavo come te!» esclamò Daniela. «E poi un giorno ho scoperto che le dimensioni contano tanto.»
Jason terminò il suo turno di allenamento e con un cenno le invitò entrambe nel suo spogliatoio privato. Daniela e Anna erano eccitatissime.
L’uomo di colore era sudato anch’esso, non quanto Anna, ma aveva comunque fatto un turno di almeno 8 ore, quindi intuirono che sarebbe entrato in doccia.
Senza dire nulla l’uomo si tolse la maglietta mentre dava le spalle alle donne, così che poterono ammirare prima la sua schiena scura e muscolosa e poi i suoi glutei possenti quando si tolse i pantaloncini e le mutande.
Le due donne speravano che si girasse per poter ammirare anche il resto dei suoi muscoli, ma soprattutto il suo arnese.
Ma Jason non si girò.
«Vado a farmi una doccia prima» disse dirigendosi sempre di spalle verso il cubicolo in marmo, chiuse la porta dai vetri oscurati e non lo videro più, poterono soltanto distinguere una forma che si muoveva all’interno.
Passò qualche minuto e poi Jason parlò da sotto la doccia.
«Anna mi porti un asciugamano?»
Anna non perse tempo e ne vide uno appeso proprio vicino a lei, in tutta fretta lo afferrò e si diresse verso la doccia, era impaziente di poter vedere il cazzo dell’uomo.
Quando la porta si aprì e lei fu dinanzi alla porta, puntò subito lo sguardo tra le gambe dell’uomo.
Quello che vide le fece sgranare gli occhi dallo stupore e rimase con l’asciugamano tra le dita mentre Jason gocciolava ancora con una mano protesa in attesa dell’asciugamano.
«Ma è una bestia!» esclamò Anna.
Daniela era rimasta seduta su una panca e non poté vedere nulla da lì, la ragazza le oscurava la visuale.
«Tu mi ha detto che volevi provare forti emozioni e nuove esperienze, forse è troppo grosso per te?» chiese Jason.
«È immenso!» disse Anna. «Non entrerà mai nella mia fica! E il doppio rispetto a quello del mio ragazzo!»
«Ormai hai pagato, non faccio rimborsi!» disse Jason spiccio uscendo dalla doccia ancora fradicio e afferrando l’asciugamano che reggeva ancora Anna. La ragazza si allontanò e guardò Daniela che intanto si era persa con lo sguardo tra le gambe dell’uomo. Il cazzone dell’uomo di colore era pari a quello di Lorenzo in erezione all’incirca, ma era ancora del tutto moscio.
«Quindi cosa intendi fare?» chiese Jason ad Anna.
«I-io… io rinuncio, con quell’affare mi ucciderai, tieniti pure i soldi!» esclamò guardando il cazzone più da vicino, poi scosse la testa e si avviò verso la porta.
Daniela si alzò e si frappose dinanzi alla ragazza impendendole di passare.
«Ehi, ma quando ti ricapita un cazzo del genere, sei matta? Lo hai anche pagato!» provò a convincerla. «Se ti fai troppo male lo faccio smettere io!»
Anna guardò Daniela, poi Jason e infine il suo cazzone. Daniela le tolse lentamente il top, e la seconda di seno di Anna si liberò.
«Voglio vederlo duro!» esclamò Daniela e poi spinse Anna verso Jason.
L’uomo di colore l’abbracciò e la baciò appassionatamente, mentre il ventre di Anna si strusciava sul cazzo di Jason.
Anna smise di baciarlo e si inginocchiò di fronte all’uomo, poggiò le sue mani sui muscoli delle gambe e guardò da vicino il cazzone nero.
Jason le mise una mano sulla nuca e le avvicinò la testa così che il suo cazzo fosse accanto al profilo di Anna.
«Ti sei convinta di quanto io l’abbia grosso?» chiese l’uomo con un sorriso rivolgendosi a Daniela mostrandole il cazzo accanto al volto della ragazza.
La donna non riusciva a credere che il membro dell’uomo, ancora moscio, superasse di diversi centimetri il giovane viso. Anna lo guardava con la coda dell’occhio e ne era impressionata, ma anche molto eccitata, così si voltò e glielo leccò lungo tutta la lunghezza dell’asta, sino a baciare gli enormi testicoli. Tutto questo guardando Daniela per vedere la sua reazione.
La donna si accorse di essere un lago, e sicuramente lo era anche Anna, così si risedette sulla panca e attese di guardare lo spettacolo.
La ragazza continuò a laccare l’asta per poi afferrarla con timidezza, lentamente scappellò il cazzo e mise in mostra la grossa cappella violacea. Le sue mani bianche contrastavano con la pelle nera di Jason. L’uomo premette una delle sue grosse mani sulla sommità della testa di Anna e le avvicinò la bocca al cazzo.
La ragazza gli leccò inizialmente la punta per poi mettere in bocca la cappella con gusto, dovette aprirla bene per poterla fare entrare tutta.
L’uomo iniziò a muovere il bacino e nel frattempo pressava sulla testa della ragazza mentre ansimavano entrambi.
Dopo un paio di minuti Daniela poté vedere che il cazzo dell’uomo aveva raggiunto la piena erezione, così tirò fuori dalla tasca un metro da sarta e si avvicinò inginocchiandosi anche lei di fronte all’uomo che fu felice di avere ai suoi piedi un’altra donna.
«Non ho mai visto un cazzo così grande!» esclamò Daniela guardandolo da vicino.
Poi Anna si tolse il cazzo ormai completamente duro dalla bocca e fece riposare la mandibola che rischiava di rimanerle bloccata per la troppa estensione che aveva dovuto raggiungere mentre l’enorme cappella si era gonfiata nella sua bocca.
Daniela colse l’occasione per misurare il cazzo dell’uomo.
«Oh mio Dio! È lungo 30 cm! Non credevo che potesse esistere un cazzo di tale dimensioni!» disse Daniela estasiata, convinta che con quel cazzo persino Kira avrebbe avuto non poche difficoltà.
Anna deglutì, preoccupata di dover prendere quel coso.
Daniela però voleva vedere quel cazzone all’opera e non poteva permettere che Anna si tirasse indietro così afferrò il cazzo e glielo spinse di nuovo in bocca mentre con l’altra mano afferrò anche lei la testa della ragazza.
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Aggiunto: 4 anni fa
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