Mentre Roberta le stava portando in camera la colazione che aveva preparato in cucina, sentì suonare al citofono, qualcuno era venuto a trovare Anastacia.
«Chi è?» chiese Roberta al citofono.
«Io volere vedere Anastacia!» rispose una voce femminile.
Roberta capì subito dal modo di parlare inequivocabile che doveva essere Kira e, dopo quei giorni di astinenza, il solo pensiero delle sue enormi seni la fece bagnare, perse alcuni secondi prima di prendere la decisione di aprirle il portone.
Aprì la porta e aspettò che salisse dall’ascensore, ricordava ancora come quella donna l’avesse fottuta qualche tempo prima, sfondandole per la prima volta il culo con il cazzo finto di Anastacia e al solo pensiero desiderò subito ripetere quell’esperienza.
Kira uscì dall’ascensore, era vestita come una vera troia, indossava un top nero con una scollatura a V che metteva in risalto la sua quinta di seno, alla vita aveva una stretta minigonna e portava delle scarpe con il tacco a spillo, era ancora più alta di quanto Roberta non ricordasse. Sulla sua spalla reggeva una borsa.
La donna entrò nell’appartamento risoluta fermandosi di fronte alla ventenne dicendo: «Io volere vedere Anastacia».
Roberta aveva dinanzi a sé il prorompente seno di Kira e il suo profumo la stava inebriando, il suo sguardo era continuamente attratto dalle sue tette e balbettando un po’ disse: «A-Anastacia ha bisogno di riposo a-adesso, è stanca!»
«Io volere vedere lei!» disse muovendosi in avanti.
Roberta la fece passare sapendo benissimo che non avrebbe potuto fermarla, conosceva bene il carattere irruento della donna.
Kira entrò nella stanza da letto e Anastacia si stupì di vederla, era coperta soltanto da un lenzuolo.
«Cosa fai qui? Oggi non sono in forze come puoi vedere» disse rimanendo sdraiata sul letto.
«Perché tu essere così stanca?» chiese Kira curiosa.
«Troppo sesso tutto in una volta, a volte i maschi sanno essere davvero rudi! Sono tutta indolenzita!» disse Anastacia come per scusarsi.
«Chi avere ridotto così te?» chiese Kira con fare vendicativo.
«Non ti preoccupare, mi è piaciuto tanto» disse Anastacia con un sorriso.
«A me non importare nulla se a te essere piaciuto! Io venire qui per scopare te, ma tu essere stanca, così io arrabbiata. Tu dire me chi è stato così io vendicarmi subito» disse mostrando il muso.
«No, lascia perdere Kira…» disse Anastacia.
«Io volere sapere!»
«Io so chi è stato,» disse Roberta a sorpresa dietro Kira, «posso dirtelo io».
«Allora tu dire me! Parla!»
«Prima però,» disse Roberta avvicinandosi lentamente e accarezzando con un dito il solco tra i seni di Kira, «voglio essere scopata di nuovo da te».
«Questo non essere problema!» esclamò Kira passando dalle parole ai fatti lasciando cadere la sua borsa e afferrando Roberta per la nuca baciandola intensamente. La ragazza l’abbracciò mettendole subite le mani sul gran culo coperto dalla minigonna.
Kira se la alzò così che la ragazza potesse toccare le sue natiche, poi con le sue possenti mani fece pressione sulle sue spalle in modo che la ragazza si abbassasse strusciando il viso sui seni, sul ventre e infine sulla fica di Kira.
Roberta notò che il clitoride della donna era già gonfio ed eccitato e iniziò a leccarlo. Kira intanto si era tolta le scarpe dai tacchi a spillo e aveva allargato le gambe mentre si abbassava per aprire la borsa.
Ne tirò fuori un cinturino con montato un cazzo finto lungo almeno 25 cm, appena Roberta lo vide le ricordò subito il cazzo di Lorenzo e deglutì preoccupata.
«Tu fare indossare me» disse la donna dandole a Roberta il cinturino, Roberta la guardava ammaliata dal basso mentre era inginocchiata ai suoi piedi. Afferrò il cinturino e glielo fece indossare.
Kira lo afferrò e glielo batté un paio di volte sul volto facendole male, poi afferrandola per i capelli la mise in piedi e la fece voltare per poi spingerla contro la parete che si trovava di fronte a lei.
Roberta finì dritta sulla parete emettendo un gridolino dovuto all’impatto del suo seno contro il muro, Kira le fu subito dietro e con un piede le divaricò le gambe dandole delle spinte sulle cosce.
Roberta portava dei comodi leggins attillati che mettevano in risalto il suo fondoschiena e spinsero Kira a sculacciarla con una certa veemenza che non apparteneva all’universo femminile.
«Aaaah! Non ricordavo avessi la mano tanto pesante» disse Roberta sorridendo, le piaceva essere trattata in quel modo, soprattutto da una donna come Kira.
La donna dell’est la sculacciò nuovamente e Roberta sussultò mordendosi il labbro inferiore, i leggins stavano cambiando colore sul cavallo man mano che lei si bagnava.
Kira le appoggiò il cazzo tra le natiche del tondo culo della ragazza e lo fece scivolare un paio di volte per permetterle di sentirne le dimensioni, infine si abbassò e afferrò i leggins con entrambe le mani, tirò con forza strappandoglieli, creando così un buco che lasciava le parti intime della ragazza scoperte.
«Ma che magnifico spettacolo!» commentò Anastacia tormentandosi un capezzolo da sotto le lenzuola.
Roberta non indossava nessun intimo sotto i leggins, così Kira le infilò un dito in bocca e la ventenne lo leccò per bene, insalivandoglielo. Infine se lo sentì entrate tutto d’un colpo nel retto.
«Oooooh!!!! Aaahhh!» gridò la ragazza che non si aspettava le fosse riservato quel trattamento da un momento all’altro. Roberta scostò il bacino dalla parete esponendo ancora di più il culo giusto poco prima che Kira decidesse di piantarle dentro il cazzo finto.
Roberta era già stato inculata dal cazzo di Lorenzo, ma temeva comunque che quel l’arnese potesse farle molto male, lo sentì impattare più volte con decisione sullo sfintere, ma la cappella del cazzo entrò soltanto alla terza spinta, quella più decisa da parte di Kira.
«Sììì! Inculami! Stai attenta con quel coso, vacci piano o mi romperai il culo a vita!» disse Roberta, mentre Kira totalmente in silenzio continuava a menare colpi di bacino sempre più decisi.
Roberta si sentiva il culo scosso dai colpi e bastarono pochi secondo affinché Kira glielo piantasse tutto dentro.
«Tu essere tutta sfondata!» esclamò Kira pompandola e tirandole i capelli, amava sentire gridare le donne mentre le scopava. Con l’altra mano invece le afferrò un capezzolo e glielo strinse forte.
Roberta si portò una mano dentro ai leggins, sul davanti, e iniziò a strofinarsi le dita sul clitoride, ma Kira le tolse la mano dai leggins colpendola con un sonoro schiaffo.
«Ahi!» si lamentò Roberta.
«Tu venire solo dal culo! Non toccare tua fica!» disse Kira in tono autoritario.
Dallo sfintere di Roberta iniziarono ad uscire delle secrezioni che lubrificarono le penetrazioni del cazzo di gomma e Kira fu agevolata nello sbatterglielo dentro, tanto che riusciva a toglierlo quasi del tutto, lasciando soltanto la cappella a limite dello sfintere per poi spingerlo tutto dentro battendo con forza sui glutei della ragazza.
«Aaaaaaah! Sìììì! Mi arriva sino allo stomaco così!» urlò Roberta con gli occhi spalancati quanto il suo buco del culo, poi si preparò al prossimo affondo di Kira che non tardò a mancare. Stavolta la spinta di Kira le fece impattare il bacino forte contro il muro e la donna continuò a pomparla con lo stesso sistema mentre le tirava i capelli mandandole la testa quasi sottosopra, all’indietro, e inserendola tra i suoi seni.
Roberta si sentiva il cazzo di gomma su per il culo mentre il suo bacino veniva sbattuto contro il muro, mentre i suoi occhi vedevano soltanto la pelle bianca dei seni di Kira.
Temeva che una spinta troppo forte del corpo di Kira le potesse fare sul serio male alla schiena, ma non ci pensò su molto, in quella posizione e con il viso tra le tette della donna l’orgasmo fu inevitabile.
Anastacia vide tutta la scena, Roberta gridò forte tra i seni di Kira e i leggins grigi diventarono di colpo neri lungo l’interno coscia. Roberta aveva eiaculato bagnandosi completamente.
Kira la lasciò cadere stremata sul pavimento, poi le fu addosso e le tolse la maglietta. La schiaffeggiò forte sui seni mentre Roberta era ancora preda dell’orgasmo.
«Io avere scopato te, tu dire me chi è stato a scopare Anastacia!» disse Kira e ogni sua parola era un sonoro schiaffò sulla terza di seno di Roberta. Così che si accesero subito di rosso.
«È stata tutta colpa di mia sorella Roberta, è stata colpa sua se l’orgia ha avuto atto!» disse la ragazza quasi in lacrime per il dolore ai seni.
«Dove io trovare lei?»
Roberta le disse l’indirizzo della sorella e Kira la lasciò andare. Alzandosi vide che Anastacia si era tolta di dosso il lenzuolo e durante l’inculata di Roberta si era masturbata, era completamente nuda.
Kira la guardò per un attimo.
«Fai venire anche me!» disse Anastacia che evidentemente quell’amplesso l’aveva eccitata parecchio.
Kira si tolse il top già scostato e si tolse anche la minigonna che aveva alzato intorno al vente.
Anastacia era immobile nel letto, a malapena riuscì ad aprire le gambe, Kira l’aiutò spalancandole completamente e Anastacia strinse le dita afferrando le lenzuola, la faccia contratta dal dolore.
Roberta sentì le urla di Anastacia, Kira la stava scopando con ferocia nella fica ancora dolorante, la sua quinta di seno che le copriva interamente il viso, fino a che anche lei non venne dopo pochi minuti, era già eccitatissima e bastarono pochi affondi completi del cazzo di gomma per farla venire.
«Mi sento la fica in fiammeeee! Sììììì!» disse Anastacia venendo.
Kira scese dal letto, si rivestì, rimise il cazzo finto all’interno della borsa e uscì senza neanche salutare. Roberta si alzò dal pavimento e si sdraiò sul corpo nudo di Anastacia, ancora in affanno per l’inteso piacere e il forte dolore che aveva provato.
Kira si diresse subito verso l’indirizzo che le aveva fornito Roberta, suonò al campanello della villetta a schiera dove si aspettava di trovare Daniela e non ebbe alcuna risposta, ma non demorse. Guardò dalle finestre per vedere se dentro ci fosse qualcuno, infine si avviò percorrendo il vialetto che conduceva al garage, man mano si avvicinava sentiva delle forti grida. Era una ragazza nel bel mezzo di un orgasmo, non poteva non riconoscere quel genere di urla.
Si avvicinò alla porta a vetri del garage e vide un uomo che veniva sul viso di una giovane ragazza bionda come lei. L’uomo aveva un cazzo da urlo e stava riempiendo di sperma il viso della ragazza.
L’uomo alzò il viso e la vide mentre la biondina era intenta a leccargli le palle.
Lorenzo si avvicinò alla porta lasciando Giada sulla panca, sfinita e appagata.
«Chi sei?» chiese aprendo la porta completamente nudo, ormai la donna l’aveva visto e così credette non ci fosse alcun problema nel riceverla in quel modo.
Kira lo guardò intensamente, il torso nudo muscoloso e sudato e più in basso un cazzo che aveva perso l’erezione, ma era comunque un cazzo che si faceva notare.
«Io essere amica di Anastacia, io cercare Daniela!»
«Oggi tutti a cercare lei, non c’è e per tornare ci vuole ancora tempo, ma… se vuoi puoi rimanere e divertirti insieme a noi…» disse Lorenzo facendole spazio per farla entrare, notando le sue curve esagerate e il modo di vestire succinto.
Kira vide Giada alzarsi dalla panca con una smorfia sul viso mentre si toccava il ventre dolorante, poi portò una mano alla fica per notare che era sporca di rosso.
«Tu scopare ragazza vergine!» disse la donna interessata all’invito di Lorenzo. «Amare anche io femmine vergini!» esclamò poi entrando nel garage.
Lorenzo chiuse la porta nuovamente a chiave e poi si voltò verso Kira che gli afferrò subito il cazzo.
«Io voglio vedere questo cazzo duro!» disse la donna a mo’ di ordine.
«Ci vuole un po’ di tempo sono appena venuto» disse l’uomo.
«Io fare diventare cazzo duro subito, basta che tu guardare.»
«Ok…» disse l’uomo un po’ titubante.
«Chi essere lei?» chiese Kira indicando Giada che era intenta a lavarsi la passera e il viso vicino a un lavabo, era così frastornata che non si era accorta dell’entrata in scena di Kira.
«Mi ha detto di essere la cugina di Daniela, non so altro» disse Lorenzo facendo spallucce.
«Meglio così!» esclamò Kira con un sorriso diabolico poi si incamminò verso la ragazza.
Giada trasalì quando vide la donnona apparirle davanti, si coprì con una mano la fica e con un braccio i seni e chiese: «Chi sei tu?»
«Io essere Kira, tu essere bella, come chiamare tu?»
«I-io… s-sono Giada» disse la diciottenne intimidita dallo sguardo seducente della donna dall’accento straniero, ma la cosa che la mise più a disagio fu vedere gli enormi seni che quasi strabordavano dal top che indossava.
Kira notò subito che la ragazza le guardava i seni e sorrise un attimo prima di togliersi il top. Il suo seno pieno si mostrò di fronte al viso di Giada, Lorenzo capì che lo spettacolo aveva inizio e si sedette a cavallo sulla panca.
«Cosa vuoi? Io non sono lesbica!» disse Giada preoccupata tentando di allontanarsi dalla donna, ma Kira la sovrastava, era alta tanto quanto Lorenzo, e il suo viso le giungeva giusto al suo seno.
Kira la bloccò afferrandola subito per i capelli biondi e afferrandosi un seno per portarlo alla bocca della ragazza che la spalancò per gridare.
«Dove tu andare?!» esclamò la donna mettendole in bocca uno dei suoi capezzoli zittendola.
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