Mi ricordo ancora la prima volta che mi capitò. Ero in casa da solo, e dopo aver sfogliato una rivista tipo playboy mi spogliai, e con grande eccitazione, nudo, mi misi a provare svariate pose erotiche utilizzando una sedia, immaginando che ci fosse un fotografo a farmi scatti che poi sarebbero finiti su qualche rivista. La cosa mi eccitò da morire. Oppure mi piaceva indossare le mutandine di mia mamma, specie quelle più succinte , o con i pizzi, provando un delicato brivido di eccitazione al contatto del tessuto sulla mia pelle.
Poi per un periodo queste cose non mi venne più di farle, ed ebbi diversi flirt nei quali scopavo le mie fidanzate del tutto normalmente, e con soddisfazione piena.
Fu durante la convivenza con una di queste, che mi ritornò quell'idea eccitante di indossare il suo intimo ed i suoi vestitini, a volte, quando lei non era in casa. Finita quella storia, e tornato single, non fui più nella condizione di poter provare indumenti femminili, rifiutando anche il pensiero che a volte mi assaliva di acquistarne qualcuno da tenere nell'armadio così...tanto per indossarlo in casa, tenendolo anche qualche ora addosso come mi capitava di fare, appunto, nel mio periodo di convivenza. Per un po' mi tenni il desiderio represso, anche un po' spaventato da questo. Pensavo di poter essere omosessuale, nonostante avessi sempre inseguito ed avuto solo femmine, e non mi spiegavo l'eccitazione che mi provocava l'idea di essere io, femmina. Del resto il mio fisico ha una struttura e delle caratteristiche non prettamente mascoline. Le mie spalle non sono pronunciatissime, le braccia affusolate e le mani piccole. I miei fianchi sono piuttosto pronunciati, le gambe ben tornite con le caviglie sottili ed affusolate bene, i piedi 40, e soprattutto un culetto ben fatto, accentuato, con i glutei sodi e lisci. E poi non sono per nulla villoso, ho pochissimi peli e pedipiù chiari, essendo biondino, castano chiaro. Così mi capitava, quando andavo ad acquistare abiti, di ritrovarmi senza quasi rendermene conto a spulciare tra intimo femminile, abitini, minigonne e calzature da donna, rimanendo attratto da alcuni capi piuttosto che altri...provando ad immaginarmi come sarei figurato indossandoli...
Ma poi, accorgendomi di qualche sguardo incuriosito di donne e uomini intorno a me, gente che evidentemente si chiedeva cosa ci facessi nel reparto femminile, mi assaliva l'imbarazzo, e mi allontanavo dedicandomi ai miei abiti maschili. Tornato a casa poi mi prendeva il rammarico di aver insabbiato la cosa, e la piccola frustrazione di non avere lì con me quanto avrei voluto fortemente indossare. Magari anche completando il tutto con una parrucca, degli strass, un po' di rossetto e del mascara per le ciglia.
Finchè un sabato pomeriggio, avendo necessità di comprare qualcosa per la stagione,che già stava divantando calda, girando da solo in un centro commerciale mi fermo davanti ad una vetrina. Era un negozio grande, specializzato per la donna, fornito un po' di tutto. Titubante inizio a stazionare lì davanti alla vetrina, fingendo di stare lì per caso, come se stessi attendendo qualcuno. Dopo un po' mi rendo conto che devo decidermi...l'imbarazzo mi preme, mi spinge ad andermene. Inizio ad allontanarmi...sono all'esterno. ma lì mi fermo..."Ecco, bravo, come al solito" inizio a pensare..."adesso tornerai a casa e ti pentirai. Ti darai dello stupido e ti sentirai frustrato per non aver fatto una cosa che desideravi". Non ho voglia di andare all'auto ed andarmene. Prendo un caffè al bar, torno all'esterno e mi accendo una sigaretta. Poi rientro. Mi batte il cuore. Mi ritrovo davanti al negozio. Alzo lo sguardo e vedo all'interno un uomo che mi osserva con un'espressione sorridente. E' il responsabile del negozio. Mi fa un cenno come a dire" entri, cosa fa lì titubante? In effetti mi rendo conto che doveva avermi visto anche prima, quando poi me ne ero andato. Decisi allora di entrare. "Al limite posso sempre dire che cerco qualcosa da regalare alla fidanzata", pensai. Ed iniziai a girare tra gli scaffali, guardando i vestitini, le minigonne, tastandole e rigirandole, provando un emozionante senso liberatorio. Mi immaginavo con addosso ora questo, ora quello, pensando a come abbinarli, quali calzature sarebbero state adatte. Esattamente come avrebbe fatto qualsiasi donna.
"Ha trovato qualcosa di suo gradimento?...". Quella voce d'uomo, una bella voce, rassicurante, mi destò dall'"incantesimo". Era lui, il direttore del negozio, che si era avvicinato. Era un bell'uomo, sulla cinquantina. Brizzolato, abbronzato di lampada. Vestito elegante, pantaloni blu, camicia bianca sbottonata appena. "Ah, no...sono qui così...dò un'occhiata, sa...pensavo di fare un regalo alla mia fidanzata" dissi schernendomi, imbarazzato, e probabilmente arrossendo assai.
"E'solo perchè siamo in chiusura", disse, "ma non si preoccupi, tanto devo rimanere ancora qui un po' per sistemare e chiudere i conti, anzi, guardi, io intanto abbasso le serrande, ma lei può continuare con calma, la faccio poi uscire da una porta di servizio". Per un secondo pensai di dirgli che non era una cosa urgente, e che sarei tornato in un altro momento, un attimo, due...ma poi, chissà perchè, gli risposi sorridendo: "Ah, grazie, molto gentile,allora ne approfitto". Mi fece l'occhiolino, provocandomi un brivido...poi, avvicinandosi mi disse a bassa voce, dandomi del tu: "Se vuoi, puoi usare il camerino per provarti qualcosa, io chiudo e vengo a consigliarti, non c'è nessuna fretta". E si allontanò. Era la prima volta che un'altra persona scopriva questa mia tentazione...ma la cosa non mi provocò particolari patemi d'animo. Anzi, finalmente allentai l'imbarazzo e provai una sensazione come di liberazione. Lui non era apparso per nulla sorpreso, anzi, era stato molto carino e naturale, e del resto, pensai, per lui si trattava comunque di una vendita, che gli importava d'altro?
Presi delle scarpe col tacco a spillo, aperte, un gonnellino a frange ed una camicetta leggera, li indossai, ed iniziai a volteggiare davanti allo specchio. "Stai benissimo". Era lui. Aveva chiuso e si era affacciato dalla tendina del camerino. Mi batteva il cuore. "Davvero? Grazie, gli dissi con aria un po' civettuola. "Aspetta...completiamo l'opera" disse. Mi portò in bagno, aveva un paio di parrucche in mano, e oggetti da trucco, e della bigiotteria. "Ferma ora, ti trucco un po'. Mi parlava al femminile...e la cosa mi piacque tantissimo. Mi trattava come una vera femmina...e questo mi piaceva da morire. Non mi posi minimamente il problema di dove intendesse arrivare. Non avevo neanche preso in considerazione l'ipotesi di un qualche contatto fisico, anzi al di là della singolare situazione nella quale mi trovavo, non la consideravo nemmeno. Le mie fantasie riguardavano il vestirmi da femmina sì...ma ero stato solo con donne, e mai mi ero eccitato o masturbato pensando ad un uomo. O meglio, ci avevo anche provato, ma le mie remore inconsce mi avevano interrotto prima del finale. Mi lasciai truccare. Mi mise una parrucca bionda, con frangia e caschetto, orecchini ad anello grandi, un pochino di fondotinta leggero. Poi mi mise un rossetto rosa, una catenina girovita, una cavigliera, e un collarino tipo fetish. "Vieni, guardati nello specchio intero", disse, e mi accompagnò davanti ad esso. Io presi a camminare cercando di ancheggiare leggermente, cercando di non essere ridicola. Il contatto della mia pelle con la camicetta di raso, il gonnellino corto che mi accarezzava le cosce ad ogni passo, la camminata femminile aiutata dai tacchi alti, che riuscivo a gestire benissimo, il contatto delle mutandine succinte ,anch'esse di raso sulle mie natiche e sul mio sesso, che andava indurendo, il batticuore....erano meravigliosi. Mi riuscì bene, evidentemente, perchè lui mi guardava con ammirazione. Stavo benissimo...Ero lì, vestita da troia ma raffinata, ad osservarmi goduta (ormai pensavo anche al femminile, mi eccitava da morire), con un uomo che mi guardava, ed il suo sguardo non era più professionale...era uno sguardo di desiderio.
"Beh...penso che a questo punto acquisterò il tutto", dissi, mentre lo guardavo sorridendogli. "Ottima scelta", rispose lui, anch'egli sorridendomi. "Beh...dovrò rivestirmi, le ho già fatto perdere molto tempo", continuai. Si avvicinò a me...facendosi più serio, la sua espressione cambiò...il suo sguardo sui miei occhi...giunse fino sfiorarmi, vicinissimo, davanti a me. "Davvero te ne vuoi andare così?", mi disse a bassa voce. "Beh, sì, direi di sì, cioè..." gli risposi. Ero lì, vestita da troia, il suo viso quasi contro il mio, in una situazione che non mi sarei mai immaginato,cioè, immaginata...cavolo, non sapevo più che fare...o mi ritraevo in quelo momento, o non mi sarei ritratta più, lo sentivo...non volevo, ma volevo...sentivo i brividi e il cuore prese a battermi all'impazzata. Potevo essere posseduta da un uomo, bastava continuare, oppure ritrarmi e mettere fine alla cosa. era una questione di attimi...dovevo decidere, lì, subito, senza più poter pensare. Mi pose le mani ai fianchi. "Mi fai impazzire,ti desidero"...sussurrò. "Non so, io...cioè...non mi era mai successo..."
...Sentii le sue labbra calde appoggiarsi contro le mie. Le sue meni presero a scorrere dolcemente e delicatamente su tra la mia vita ed i miei fianchi...il suo respiro diventare via via più affannoso. Smisi di combattere con me stessa...aprii le labbra e lasciai entrare la sua lingua...presi a slinguare anch'io...misi le mie mani dietro la sua schiena e lo strinsi a me. Si appoggiò a me premendomi...ci appoggiammo al bancone. Sentii il suo pacco durissimo che premeva e sfregava contro il mio...anch'esso durissimo. Andammo avanti così un po'...le sue mani mi frugavano ovunque...io gli massaggiavo le natiche, alzai una coscia appoggiandola sulla sua gamba...Ormai era fatta...non sarei tornata indietro per nessun motivo al mondo. Ero eccitata oltre ogni limite. gli abbassai la cerniera dei pantaloni, poi gli slacciai la cintura...sentivo il desiderio irrefrenabile di prendere il suo cazzo tra le mie labbra, avvolgerlo, succhiarglielo. Aveva un bel cazzo...lungo, grosso...durissimo...presi a leccarlo, lentamente...poi lo succhiavo in cima..gli facevo roteare la lingua intorno alla cappella mentre continuavo a succhiarlo...poi lo ingoiavo tutto, fino alle palle...lui mi scopava in bocca, sentivo la cappella arrivare alle tonsille...ansimava..."si...oh sì...così...brava così, succhiamelo tutto, ancora dai, cosìiiiii"...mmmmm...." diceva ansimando di piacere. Quel cazzo duro, caldo, pulsante di eccitazione mi gustava da impazzire...non lo avrei mai mollato...lo sentivo riempirmi meravigliosamente la bocca...spingere sulle guancie...aveva un sapore di...peccato, stupendo. Si spogliò completamente. "Girati ora", mi ordinò. Mi misi a novanta, con i gomiti sul bancone, e allargai le gambe. Mi abbassò le mutandine alle ginocchia, sollevandomi il gonnellino...mi allargò le gambe. Aspettavo il suo bastone carnoso all'imbocco del mio buchetto. Sentii prima il suo dito, che aveva cosparso di una pomata lubrificante. Me lo infilò...poi un altro, allargandomi lo sfintere. Io mi rilassai, per favorirlo. Desideravo solo una cosa ormai...sentire il suo cazzo meraviglioso penetrarmi il culo...fino in fondo...caldo, duro...lo aspettavo e lo volevo...lui iniziò a sfregarlo su e giù lungo la fessura tra le natiche...lo sentivo strusciare in tutta la sua lunghezza e durezza. Mi voltai a guardarlo...quasi ad implorarlo...solo un'ora prima non mi sarei neanche sognato...sognata... minimamente che mi sarei ritrovata così...ad implorarlo di riempirmi di cazzo, tutta, a lungo...E lui mi ascoltò, naturalmente...appoggiò la cappella turgida sul mio buchetto voglioso ed umido...ed iniziò a penetrarmi...prima lentamente, dolcemente...emisi un verso...rallentò un attimo...poi affondò deciso, fino in fondo. "Ooooooohhhh", esclamò "Sìiiiiiii" urlai io. Iniziò un ritmo sostenuto...sempre più forte. Il suo cazzo mi sfondava senza ostacoli ormai...mi ero allargata completamente e mi godevo quel palo di carne caldo, che stantuffava su e giù dentro il mio culetto, sballottata...il mio cazzo sballottato anche lui dai colpi poderosi che mi assestava. Poi uscii...si mise sdraiato, ed io mi sedetti sopra di lui, con la schiena rivolta verso di lui. Avevo lo specchio davanti...e potei ammirare la troia scatenata che ero diventata in quel momento...che saltava sopra un cazzo emettendo gridolini di piacere, incitandolo a sfondarmi di più. Ad un certo punto sborrai copiosamente, come forse mai mi era successo, gridando "vengoooooo"...poco dopo lui mi fece alzare, mi girò supina sul bancone, si mise a cavalcioni col cazzo sopra il mio viso...lo presi in mano e lo smanettai fino a finirlo...emise un grido rantoloso...mentre io sentii il primo fiotto delloa sua sborra sul mio viso...poi un altro, un altro ancora...me lo feci sborrare in bocca...assaporando quel flutto caldo e squisito...ci guardammo un po'...Presi a succhiarlo nuovamente, lentamente, guardandolo in viso. Lo lavorai e lo ripulii accuratamente. poi ingoiai davanti a lui la sborra che ancora mi colava dalle labbra. Ci riprendemmo. "Senti...mi sa tanto che ti regalerò tutto" disse sorridente. "Davvero?, grazie dissi io", sorridendo. "A patto di rivederti però", replicò. "Ci devo pensare" dissi io ridendo.
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Aggiunto: 4 anni fa
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Trans e Travestiti
«stupendo»
«veramente scritto bene e molto eccitante»
«Molto molto intrigante....»
«Complimenti gran bel racconto»