Ciò che mi capitò quel giorno di Calda estate non si scorda facilmente, anche perchè tutto ciò che mi capitava in quei periodi, lo riportavo in un diario in cui tenevo aggiornate costantemente le mie disavventure. Mi piace pensare che oggi chi le legga possa condividere i momenti che ho vissuto. Forse sara' un po da esibizionisti com'ero io.
La storia che vi vado a narrare, successe in una calda estate di mlti anni fa, ancor prima della mia transizione, che avvenne verso i ventuno anni di eta'. Che io abbia sempre avuto una particolare attenzione verso gli uomini maturi o anziani, non è certo un segreto per chi abbia gia letto gli altri racconti pubblicati, si direbbe che trovavo nell’uomo maturo, una figura mancante del padre che ho perso, può anche esser vero. Essendo stata esibizionista di natura, ho sempre cercato situazioni assurde per mettermi in mostra, capitava cosi’ che uscissi sovente in notti d'estate a farmi selfie mezza nuda per la strada, magari proprio mentre passava gente in macchina, oppure sulle scale del mio palazzo, dove di notte verso ore tarde,si incociava volentieri qualche ragazzone Extracomunitario che scendeva o saliva le scale per rientrare o uscire da casa.
Confesso che quando mi andava bene, ci scappava anche la classica sveltina con il ragazzo di colore di turno sulle scale. Il Fatto imprevisto però non mi capitò in ore notturne, ma un pomeriggio di caldo luglio, mentre ero intenta e concentrata ad esibirmi in Intimo sulle scale del mio condominio, facendomi scattare qualche foto con la famosa polaroid da un ragazzo egiziano che avevo conosciuto quella stessa notte, e avevo convinto con i miei soliti argomenti convincenti, a farmi da fotografo. Avevo scelto il pomeriggio perche' ero assolutamente convinta di poter fare i miei comodi assai indisturbata, e perche' speravo e pensavo, molti condomini fossero partiti per le vacanze, purtroppo pero' non avevo fatto i conti giusti. In Intimo con calze a rete, reggiseno nero e tanga abbinato,ben truccata con i lunghi capelli sciolti tra Schiena e spalle, dirigevo le inquadrature che il ragazzo con in mano la mia macchina fotografica, mi scattava.
Forse troppo concentrati sugli scatti da fare, e dalle pose da interpretare, nemmeno ci accorgemmo della figura alta che scendeva di li a poco le scale beccandoci in pieno. Ce ne accorsi quando lo sconosciuto inatteso, era quasi arrivato al piano dove mi stavo facendo fotografare. Il ragazzo egiziano, che non abitava nel palazzo ovviamente, fu il primo ad accorgersi dell'uomo, e posato la macchina fotografica su un gradino della scala, scese a rotta di collo scappando vigliaccamente come se avesse visto un fantasma, mentre io ancora da comprendere cosa stava accadendo, fui beccata dallo sconosciuto, che si rivelo' essere l'amministratore.

Beccata sul Fatto non provai nemmeno a difendermi,cosa gli potevo dire poi? rimasi in silenzio, attendendo che parlasse. Notaiche in mano aveva una cartelletta con dentro dei fogli, “Proprio te cercavo” esclamò prima di scendere gli ultimi gradini di scale che ci separavano. Prosegui’ con un fare abbastanza sgarbato e provocatorio: “Allora ciò che ho sentito da alcuni condomini e vero…”. Cercai di balbettare qualche frase sconnessa senza convinzione,con lo sguardo basso dalla vergogna, alla fine sono riuscita a dire mettere insieme almeno la frase piu adatta al caso: “Possiamo discuterne privatamente?”, L’uomo concordò che una discussione sulle scale con me conciata a quel modo, era inopportuno, e si convinse ad accomodarsi in casa mia.
Entrati finalmente, lo feci accomodare sul divano, mettendomi accanto a lui. “Allora” ha subito esclamato l’uomo, “I fatti sono questi.... fece una breve pausa, estraendo dalla cartelletta dei fogli scritti e battuti a macchina che mi passo' da controllare, vidi che erano firmati da lui, e contro firmati da altri. Poi prosegui': Ci sono dei ragazzi del terzo e quarto piano, che dichiarano di trovarti spesso sulle scale davanti alla loro porta, ad infastidirli... e dato ti ho beccato sul fatto…”, lo interruppi, non avevo scusanti ed era vero, ma conclusi che non davo fastidio a nessuno, anzi, con un paio di quei ragazzi, ci avevo pure scopato, ed erano stati loro a volerlo. L’amministratore era assai nervoso, e lo capivo bene, era li per ammonirmi infondo, era il suo lavoro, non ce l’avevo con lui, ma ero a mia volta innervosita, dal fatto che quegli stronzetti neri, avessero rigirato la situazione a loro favore.
L’uomo tagliando corto, e lanciandomi sempre occhiatine non proprio amichevoli forse per com'ero conciata, disse che In mano avevo delle diffide firmate e contro firmate, se mi fossi permessa ancora una volta a farmi trovare in quello stato sulle scale del palazzo, o a infastidire i condomini, sarebbe scattata una denuncia automatica per atti osceni e per molestie. Guardai bene l’uomo che avevo accanto, un’uomo circa sui cinquant’anni, ben vestito, capelli brizzolati, alto,iniziai a chiedermi, fino a che punto potevo essergli indifferente dato com'ero conciata e dato avevo un fisico che attirava gli sguardi di chi unque. Non che mi sia mai definita una strafiga, ero pur sempre una trav, ma raramente uomini di quel tipo mi resistevano.
Provai ad arruffianarmelo, male che andava, mi sarei ritrovata una delle tante denunce per atti osceni che già avevo preso in passato. Gli dissi guardandolo dritto negli occhi, e sostenendo il suo sguardo deciso: “Senta, non sarò una donna, ma le pare che abbia bisogno di infastidire dei ragazzotti? le pare che una come me, non venga fermata per strada o cercata da altri maschi?”, l’uomo mi squadrò da testa a piedi, e si convinse in effetti che poi tanto schifo non facevo, ad ogni modo le carte parlavano chiaro,e cercai di continuare su quella strategia allusiva. Alla fine, L’amministratore si ammorbidi’, e mi fece una proposta che avevo preso in considerazione: “Facciamo un patto io e te...Io mi dimentico delle tue denunce e di tutto il resto, e tu in cambio…” mettendomi una mano sulla coscia nuda.
Non gli feci aggiungere altro, mi sono alzata in piedi e ho semplicemente indicato con la testa di seguirmi in camera da letto, attesi che l’uomo si alzasse e mi seguisse in camera, ma non lo fece spiazzandomi invece disse: “Non in camera... qui' adesso." Il letto sara' anche il posto piu scontato al mondo dove scopare, ma rimane il piu comodo, il mio salotto, non era certo un posto adatto, adogni modo lo assecondai. Cercai un po piu’ di confidenza con lui, aiutandolo ad abbassarsi pantaloni e mutande,potei cosi notare che aveva un cazzo duro e lungo, alla fine era anche ben messo. Prima di iniziare qualsiasi pratica,l’amministratore dettò le sue regole: “Niente preservativi, voglio sborrarti dentro, e lavarti quel culo da vaccona, niente baci sulla bocca, dovrai fare tutto ciò che vorrò senza fiatare, altrimenti il patto si annulla, e le tue denunce verranno portate avanti.”
Era stato fin troppo chiaro, ma a me onestamente, non importava nulla di cosa mi chiedesse di fare, ero abituata a farmi fare ben altro da tutti quelli che incontravo, senza problemi, la cosa che mi preoccupava invece, era che il maiale mantenesse la parola data e cancellasse le pendenze a mio carico. L’Uomo rimase quindi seduto sul divano, mi inginocchiai davanti a lui, tra le sue gambe ben aperte, gli presi in mano il grosso e lungo cazzo, e me lo infilai tutto in gola. “Vediamo che sai fare, ricorda che hai delle denunce in palio”, il fatto che continuasse a stuzzicarmi menzionando le denunce mi rendeva assai nervosa, cosi’ non si poteva fare, o la smetteva con le sue provocazioni, o non sarei riuscita a fare nulla. L’uomo mi diede finalmente tregua, e potei dedicarmi al suo bel cazzo con la mia bocca calda e vogliosa. Messa piu’ a mio agio, iniziai a fargli vedere chi ero realmente, succhiandoglielo avidamente e facendolo quasi sbrodolare in pochi minuti.
Gli leccai l’asta dalle palle pelose, alla cappella turgida, gli insalivai la cappella, infilandogli la lingua nello spacco, per poi affondarlo ancora tutto in gola, lo stavo facendo impazzire, e L’uomo ha dovuto trattenersi non poco per non riempirmi subito di calda sperma. Lo fissavo mentre succhiavo, come per dirgli “Hai Finalmente capito con chi hai a che fare bello mio”.
Volle fare un sessantanove e lo accontentai. Gli sfilai pantaloni e mutande, mettendomi sopra di lui, sdraiato per lungo sul divano, mentre ci succhiavamo i cazzi a vicenda. Mi fece godere parecchio devo ammetterlo. Tutto sommato mi stava anche piacendo la situazione, era un bell’uomo, e sapeva farmi godere alla grande, se solo fosse stato meno insolente e meno arrogante, ci saremmo potuti anche divertire di piu’. Rovinava tutto quando apriva bocca,quando parlava anche solo per dire una frase, diventava davvero odioso. Aveva un tono da superiore che mal sopportavo. Ho Sempre detestato quel tipo di uomini sinceramente,e averci a che fare gioco forza, mi dava maledettamente sui nervi.
Pensai a rilassarmi e godermi quel momento di piacere, ci sapeva fare davvero. Arrivammo cosi’ al momento della penetrazione, il momento che adoro di piu’ del rapporto, lasciai decidere a lui la posizione e come penetrarmi, a me andava bene tutto, purchè si sbrigasse a infilarmelo tutto dentro. L’uomo mi ha messa piegata a novanta sul tavolo rotondo che avevo in salotto, a gambe larghe, lui dietro di me, ha messo le sue calde e grosse manone sui miei fianchi stretti, appoggiando la sua grossa cappella dritta tra le mie natiche, ma prima che potesse entrarmi e penetrarmi, come succedeva spesso nei momenti meno opportuni, squillò il cellulare, il mio non il suo. era mia madre, tempismo perfetto come sempre.
Non sapendo che fare, lasciai fare un po di squilli, L’uomo seccato dalla cosa, mi ordinò di rispondere in tono anche abbastanza nervoso, ho ubbidito. “Pronto? Ciao Mamma… Come Stai Cara?” intanto che salutavo mia madre, lui dietro di me, a tradimento, e senza che fossi pronta, spinse la sua grossa cappella dentro con un colpo secco, infilando il suo bel cazzo fino a metà asta dentro al mio bel culetto. Sono sobbalzata in avanti sul tavolo a cui stavo appoggiata, e ho sussultato involontariamente.
Mamma deve aver capito subito, che come al solito stavo combinandone una delle mie, perchè inziò con le sue domande: “Cosa stai combinando stavolta.. con chi sei…” le dissi che stavo in casa, con L’amministratore, e che mi era venuto a parlare delle prossime spese condominiali, inventai un po di balle in sostanza, non potevo certo dirle la verita'. Mamma sulle prime, sembrò cascarci, preoccupata mi chiese di passarle l’uomo, cercai di prender tempo, ma lo stronzo, mi strappò quasi di mano il cellulare, continuando a sfondarmi il culo da dietro. Continuando a sfondarmi, salutò mia madre “Salve Signora Maria.. non si preoccupi, ero passato per delle questioni personali nulla di grave…”, altro che nulla di grave, la posta in palio era grossa come il cazzo che mi stava aprendo le chiappe, ma non potevo far preoccupare mamma per una fesseria che avevo fatto.
Mentre parlava con lei, il maiale mi scopava a sangue facendomi godere come una vaccona, mordendomi le labbra, per non sospirare o urlare dal piacere, e farmi cosi scoprire da mia madre. Era troppo, all’ennesima spinta, non ho resistito, e ho dovuto urlare. Ci fu una pausa tra mamma e l’uomo, ma non tra me e lui, che continuava a sfondarmi il culo sempre piu veloce, come se lo facesse apposta per farmi scoprire. Sapeva che non avrei resistito a lungo e lo stronzo godeva nel vedere che mia madre mi stava beccando sul fatto. A quel punto mamma chiese spiegazioni, "senta vorrei delle spiegazioni”, l’uomo, con un sorriso ironico da gran bastardo le disse: ”Nulla signora, suo figlio sta solo tenendo fede ad un patto che abbiamo fatto poco fa, tutto qui’ ”. Quando mamma volle a quel punto sempre piu’ preoccupata, conoscere il patto, il figlio di puttana, ha passato il cellulare a me dicendomi :” Avanti... racconta a mammina cosa stai facendo…” lo avrei preso a schiaffi giuro, possibile che fosse cosi’ perfido e cattivo? non lo conoscevo devo ammetterlo, ma stentavo a credere ch chi amministrasse il nostro palazzo, avesse dei modi tanto stronzi e odiosi.
Vedendolo dal di fuori, sembrava un bell’uomo di mezza età, educato, forse un po severo, ma mai avrei immaginato fosse cosi’ bastardo. Dovetti cedere al suo ricatto, e cercai sospirando e ansimando per il piacere, di provare a spiegare in due parole a mia madre ciò che era accaduto, mia madre ce da dire, non proferi’ parola per qualche secondo, forse stava pensando o forse era incazzata per la faccenda, mentre io oramai scoperta, smisi di fingere e cominciai a urlare dal piacere come la vaccona che ero,sfondata da quel porco, che mi stava dando un piacere enorme. Ho sempre voluto sperimentare molto nel sesso, mia madre lo sa da quando mi son confessata a lei anni fa, glielo dissi già allora, “se mi accetti cosi’, devi accettare anche il fatto che possa combinarne ”. Lei aveva accettato questa mia condizione, e quindi a quel punto erano i rischi da correre, non potevo farci nulla se ero in una fase da puttana che voleva il cazzo ad ogni costo.
Credo alla fine, mamma mi abbia detto che ci saremmo risentite per chiarire meglio la faccenda, e abbia chiuso la telefonata in malo modo, mentre io continuavo ad urlare come una vaccona prima che il maiale, si svuotasse le palle dentro di me, spruzzandomi un fiotto caldo di sperma dentro alle chiappe ormai belle sfondate dai suoi colpi e dal suo bel cazzo.
Finalmente rilassata ed esausta, e lui soddisfatto, dopo essersi svuotato bene le palle fino all’ultima goccia, l’amministratore si ricompose, e guardandomi con aria bastarda e un sorrisetto ironico, mi disse che: “Non credere si finita qui’.. aspettami domattina, ho ben altro per te.” Detto ciò, ha preso la via dela porta, mentre io rimasi li a gambe aperte, gocciolante di sperma dal culo, ancora ansimante. Sarà stato anche un gran bastardo, ma sapeva scopare davvero bene, mi aveva fatta morire dovevo riconoscerglielo. La mia testa tornò subito a mia madre, e a come scusarmi con lei, avevo sempre il brutto vizio di cacciarmi nei guai e lei doveva poi sbrogliare la situazione. Povera donna, quante gliene ho fatte passare.
Corsi quindi in bagno a ripulirmi dalla sperma colante, rinfrescarmi, poi le ritelefonai, ma trovai sempre il suo telefono occupato. Mi arresi al decimo tentativo. L’avrei risentita il giorno dopo con piu’ calma. Quella notte ho dormito assai poco, per il culo che mi doleva e anche perchè non avevo in mente altro che quel bastardo, finchè quelle denunce restavano in mano sua, ero in scacco,non avrei potuto continuare a farmi ricattare a quel modo, anche se tutto sommato, scopare con lui mi era anche piaciuto.
Chissà cosa poteva inventarsi ancora di farmi fare. Era un'uomo molto pericoloso, e andava fermato alla svelta. La mattina dopo, ero preoccupatissima di cosa l’uomo avesse in serbo per me, mi sistemai, mi lavai, e attesi con una certa ansia tutta la mattinata il suo arrivo. Stranamente a quanto aveva detto il giorno prima, l’uomo aveva mancato la visita per qualche strano motivo, e questo non faceva che aumentare la mia preoccupazione. Avevo parlato con mamma in mattinata, trovandola assai preoccupata quanto me, ed ero riuscita a farmi perdonare spiegandole tutta la situazione. Mamma mi aveva giustamente rimproverata per essermi messa in quel casino, ma aveva capito come sempre, infondo ero sempre sua figlia e mi aveva accettata come tale, le dissi che non avevo infastidito nessuno, tanto meno quei ragazzotti neri che ora mi accusavano. Le dissi che erano stati proprio loro a volermi scopare sulle scale del palazzo. Mamma giustamente mi diede dell'incosciente e della porca, aveva piu che ragione.
Perchè non mi trovavo un uomo serio e facevo quello che volevo fare solo con lui? le spiegai che ad una troia come me, non sarebbe mai bastato un uomo solo. Mamma era esasperata dal mio comportamento, ma ora dovevamo pensare a quell'uomo, a come tenerlo a bada e denunciarlo prima che mi mettesse in guai seri. Nel primo pomeriggio, suonarono il campanello… sobbalzai perchè ero assorta nei miei pensieri, e il suono del campanello, mi aveva ridestata all’improvviso. Con timore andai ad aprire la porta, e una volta aperto, i miei timori furono giustificati, mi ritrovai davanti due uomini, uno di loro ovviamente era il bastardo amministratore,l’altro uomo con lui, press’appoco della stessa età, sui cinquantacinque anni, stempiato, con una faccia da stronzo che non vi dico, ben vestito incravattato e con una 24 ore in mano, si presentò come Il suo contabile. li feci accomodare ovviamente.
Non potendo fare altro, chiusi la porta dietro di me. Il nuovo arrivato mi squadrò da testa a piedi, ero come sempre in intimo, con gli stessi indumenti del giorno prima, come mi aveva ordinato l'amministratore. Avevo gia capito al volo senza che i due mi dicessero una sola parola. Sono sempre stata una sveglia io, li condussi in camera da letto, dove i due uomini si nedudarono al volo, salirono sul lettone matrimoniale, e iniziarono subito a darsi da fare senza tanti problemi di pudore o di altro genere.
Mi diedero subito i loro bei cazzi gia duri in mano, che iniziai a masturbare lentamente per poi infilarmeli uno alla volta in bocca succhiandoli per bene. Quello del contabile doveva aver pisciato da poco, dato ne emanava il tipico odore, ma non mi fermai, e continuai il lavoretto ad entrambi. I due sorridevano spesso e si davano dei colpetti con i gomiti, che non mi sfuggirono, a quel punto il gran bastardo, torno' a ripetermi la sua solita manfrina, che aveva le carte con se, e che se non li soddisfavo a dovere, avrebbe portato avanti le denunce a mio carico. Vigliacco e bastardo, provavo schifo e piacere nello stesso istante per quei due vermi umani.
Si scambiarono di posto, l’amministratore mi infilò in gola il suo bel cazzo lungo e duro, mentre il suo contabile, ora da dietro, mi apriva con le mani il culetto, e me lo spinse dentro senza tanti complimenti. Mi sono lasciata andare, cercando di rilassarmi, chiudendo gli occhi e liberando tutta la tensione che avevo accumulato fino a quel momento, godendomi la scopata. Il contabile iniziò a pomparmelo dentro e fuori facendomi godere come una vaccona, mentre il bastardo davanti, mi soffocava la gola con il suo lungo e grosso cazzo.
Mi riempirono di insulti intanto che mi sfondavano culo e bocca, e mi ricordarono, che se mi piaceva farmi fotografare, mi avrebbero accontentata al piu’ presto, portandomi un loro amico fotografo. Ci avrebbe pensato lui poi a soddisfare anche quel mio lato. ebbi paura che la cosa si stesse allargando troppo, ma a questo ci avrei pensato quando i due stronzi se ne fossero andati, svuotati e soddisfatti. Mi lasciai pompare e stantuffare a dovere in ogni posizione possibile sul grande lettone a due piazze in cui dormivo, e in cui un tempo, avevano dormito anche mia madre e mio padre.
Per circa un’ora e mezza, i due maiali mi tenenro occupata a scopare con loro, dandosi il cambio di frequente. Quando finalmente fui riempita di sborra a fiotti caldi in faccia e in culo, mi lasciarono cosi', piena e sporca sul lettone matrimoniale, si rivestirono in tutta fretta, dicendo che entro sera o al massimo domattina, sarebbero tornati con il fotografo e altri amici. Dovevo sbrigarmi, appena usciti dalla porta sbattendomela pure, cercai di alzarmi con le poche forze rimaste, mi trascinai in bagno per ripulirmi, presi finalmente una decisione drastica, gli avrei reso come si dice, pan per focaccia. Usai il mio cellulare, e lo posizionai sulla testiera del letto, nascosto alla buona, pronto a registrare, ero disposta a ricattarli a mia volta, se la cosa funzionava era fatta. Ma dovevo agire da furbetta perche' erano molto astuti, e sapevano fare i ricatti a dovere, non essendo disonesta, e avezza a certe pratiche, potevo tradirmi subito.
Ero troppo nervosa, cosi non andava o mi sarei tradita. Dovevo calmarmi, era scesa la sera, e puntualmente arrivarono i visitatori. Avevo le pulsazioni a mille, il cuore mi bateva in petto cosi’ forte da esplodere, mi dovevo dare una calmata, e prima di aprire la porta, mi convinsi di tranquillizzarmi. Appena aperta la porta, l’agitazione mi riprese come una folata di vento gelido. Mi aspettavo l’amministratore con il suo fido contabile e il fotografo che mi avevano promesso, invece mi trovai davanti oltre ai due maiali, anche altri tre ragazzotti alti e sopratutto NERI. Sono rimasta di sasso, dato che i tre in questione, erano proprio i tre neri del mio palazzo, quelli che secondo l’amministratore bastardo, mi avrebbero accusata di molestie.
Che volevano ancora? rimanendo in silenzio li ho fatti entrare, l’amministratore parlò per primo: “Te li ricordi loro vero?” ha detto il maiale. Me li ricordavo si, quasi sghigniazzando prosegui’: “Sono venuti a presentarsi, dato le volte scorse, non ne avevate avuto il tempo…”. Cosi’ dicendo, l'uomo aveva segnato la sua disgrazia, dato stava ammettendo che erano stati loro ad infastidire me, e non il contrario. Il cellulare stava registrando ogni cosa, cercai di calmarmi e assecondarli anche questa volta, sarebbe stata l’ultima e poi avrei portato tutto in mano alle forze dell’ordine. Stavolta avevo io il coltello dalla parte del manico, e volli divertirmi: “Prego Cari, Seguitemi…” ho detto sorridendo, indicando la camera da letto.
I maiali non ci misero molto a mettersi comodi senza vestiti, e in meno di un minuto, mi ritrovai al centro del letto immobilizzata dai tre negri, e dai due uomini. Mi fecero sdraiare a pancia sotto e a gambe larghe, mentre l’amministratore dava ordini ai tre neri di iniziare la festa. Fu il piu grosso dei tre neri a sfondarmi per primo, si posizionò sopra di me, e con il suo bel cazzo nero e duro, e mi penetrò in un solo colpo, facendomi anche urlare dallo spasmo. Fortunatamente avevo ancora il buchetto dilatato dalla mattina, e l’entrata del cazzo nero, non mi fece danni. Quando il nero iniziò a stantuffarmi su e giu’, il bruciore spari’ lasciando spazio al godimento puro.
Chi racconta favole sui nerri dal cazzo grosso e resistente dicono la pura e sacrosanta verità. Iniziai a godere un po troppo forte, tanto che l’amministratore e il suo contabile, che per ora si godevano lo spettacolo senza intervenire, ma limitandosi a dare ordini ai tre ragazzi neri, ordinarono ad uno di loro di tapparmi la bocca, e quello ubbidi’ all’istante, infilandomi il suo palo nero tutto in gola soffocandomi. Il terzo nero? il terzo attendeva il suo turno pazientemente.
Godevo e mi lasciavo fare ogni cosa senza fiatare ne protestare, stavo passando dei momenti indimenticabili, ma finita la festa, sarebbero stati loro a passare dei bei momenti, mi dicevo tra me. Dunque venne il momento del terzo nero, il bastardo amministratore, che dev’essere stato un sadico da far schifo, ordinò al terzo di inserirsi immezzo ai loro due amici… iniziai a spaventarmi davvero stavolta, posto non ce ne stava, dove voleva infilarmelo nelle orecchie? avevo culo e bocca pieni al momento. Cercai di ribellarmi protestando, ma venni messa a tacere dal contabile che mi minacciò facendomi svolazzare davanti agli occhi, la cartella con i fogli delle mie denunce. Per il momento era ancora in mano loro il famoso coltello, ma ebbi paura per quello che mi stavano facendo. Il terzo ragazzotto con cui avevo gia avuto dei rapporti, e sapevo, non andava molto per il sottile, si mise dietro di me insieme a quello che mi teneva il cazzo infilato in culo, il ragazzo si posizionò, puntò la sua cappella e spinse lentamente dentro alle mie chiappe già occupate. Volevano farmi fare la famosa doppia penetrazione, due cazzi dentro insieme. Era dolorosissima, e non l’avevo mai fatta una cosa simile. Non potevo nemmeno ribellarmi ormai.
Cercai di fare la cosa migliore che potessi, ovvero rilassare al massimo i muscoli, ma anche cosi’ appena la cappella dell’altro iniziò ad entrare allargandomi il buco come una caverna, posso dire di non aver sentito quasi dolore, in parte il mio culetto si era anestetizzato, ho dimenticato di dire, che prima di iniziare la violenza, perche quello era diventata ormai, i bastardi mi avevano fatta ubriacare di birra, in modo da anestetizzare il dolore che mi avessero fatto provare. L'idea nemmeno a dirlo, era dell'amministratore. Quindi ora provavo solo un leggero fastidio, piu che vero dolore. Sta di fatto, che anche il secondo cazzo del terzo nero, mi entrò dentro a metà.
Avevo un cazzo nero in bocca, e due nel culo, ma ancora non bastava secondo loro, No… L’amministratore prese il telefono cordless che avevo sulla testiera del letto, fortunatamente non toccò ne vide, il cellulare che stava registrando ogni cosa, e mi ordinò di comporre il numero di mia mia madre: “Anche tua madre deve sentirti urlare dal piacere, avanti componi quel cazzo di numero o lo faccio io…!” ha intimato il figlio di puttana. Ero impossibilitata a muovermi, e lo schifoso fece da se, cercò il numero di mamma in rubrica, e lo compose mettendo il vivavoce. Nel frattempo, venivo sfondata dai tre neri che si davano da fare su di me, i due nel culo stavano cercando di muoversi impacciatamente all’interno delle mie chiappe allargate, spingendo i loro cazzi ma facevano solo confusione.
Non avevano mai fatto una doppia, il terzo mi stava massacrando le mascelle con il suo cazzo in gola, facendomi ogni due minuti, venire dei conati di vomito, ma non vomitai mai. Il telefono squillò... Uno.. Due.. Tre.. Quattro.. Cinque.. Sei.. al settimo squillo mia madre finalmente rispose: ”Pronto?” io ovviamente con la bocca occupata, non riuscivo a dire una sola parola, ero inoltre mezza stordita dall’alcol, quindi l’amministratore decise di farla ancora piu’ sporca, rispondendo lui, sempre tenendo il vivavoce: ” Pronto signora Maria… sono l’amministratore… (da notare non pronuncio' mai il suo nome) senta, sono passato di nuovo da suo figlio… dovevamo chiudere la pratica iniziata ieri, ricorda?” Mamma prese tempo, e cercò di farsi spiegare dallo stronzo di cosa si trattasse, l’uomo divagando le disse che i tre ragazzi neri che abitavano nel palazzo a cui io avevo dato fastidio, erano venuti a chiarire la questione, e che li c’era anche il suo contabile di fiducia, ma che non doveva preoccuparsi affatto… tutto stava volgendosi alla risoluzione.
Fui tirata per i capelli da uno dei due neri che avevo nel culo, e riusci’ a farmi urlare anche se fu un grido soffocato dato avevo il cazzo del terzo nero in gola. Mamma dovette avermi sentita, e chiese di parlare con me subito, le cose si stavano complicando per i bastardi, e l’amministratore tagliando corto, le disse che l’avrei richiamata non appena finita la riconciliazione di tutte le parti, ma mia madre non abbocco' questa volta, e gli disse che se mi stavano facendo del male, avrebbe chiamato le forze dell'ordine. A quel punto, l'uomo forse infastidito dal tono minaccioso di mia madre, le rispose a malo modo iniziando ad insultare sia me che lei: " Con chi crede di avere a che fare lei? suo figlio sta piu bene adesso di prima puo credermi, puo sentilo lei stessa se non mi crede" si muto', per fare ascoltare a mia madre, i miei lamenti sospiri e urletti soffocati mentre venivo sfondata da ogni parte dai tre ragazzotti neri.
Poi riprese:"Sente? secondo lei suo figlio sta godendo o si sta lamentando? vuole che glielo dica? potrebbe venire qui a controllare di persona se vuole, magari potremmo fare lo stesso servizietto anche a lei, le piacerebbe..." mamma cerco' di tenere la calma, e lo minaccio' una seconda volta di chiamare la polizia o i carabinieri. A quel punto l'uomo incazzato, chiuse la chiamata alla svelta,rivolgendosi a me mi disse che mia madre era una puttana, e che la festa per me non era ancora terminata. Mi piaceva il cazzo? ne avrei fatto il pieno, e me lo sarei ricordata per anni.
Vedendomi collassare, non ce la facevo piu, anche sotto alcol ero al limite e stavo per sboccare, iniziai a buutar fuori dalla bocca la birra, mentre quello che mi teneva il cazzo in bocca, schifato, si tolse subito. Stappata la gola, buttai sul letto tutto, con ancora i due neri dentro dietro, che guardarono i due, l'amministratore, accortosi di averla fatta grossa, si consulto' velocemente con il contabile a bassa voce, poi fece un gesto ai due neri dentro di me, che uscirono all'istante dal mio culo ormai ridotto malissimo.
Il figlio di puttana, chiese ai tre di lasciarmi andare subito, da li in poi non so dirvi cosa sia successo, devo aver perso i sensi per la prima volta in vita mia.Ricordo solo un gran senso di vomito e nausea, poi il buio totale, fino al mio risveglio, sola con l’intimo strappato di dosso, un gran mal di testa, il culo che sanguinava, e il letto ridotto ad una puzza bagnato di vomito emacchie di sangue a tratti. Ovviamente se l’erano data a gambe, portandosi via le carte ancora una volta, ma vidi che il cellulare era inviolato dove lo avevo camuffato con degli stracci e altra roba. Cercai di strisciare fino a prenderlo, ma fu un’impresa disperata, dato avevo tutti i muscoli del corpo paralizzati,anche solo tirarmi su, richiese uno sforzo tremendo, temetti che mi avessero rotto qualcosa, dato le fitte che sentivo da ogni parte, ma raggiunsi il cellulare, riusci’ a selezionare il registratore, ed avviarlo, il file era salvo, tutto era stato registrato. Di andare all’ospedale nemmeno a parlarne, cercai di distendermi per un po per ritrovare le forze perse, tutto mi girava intorno come se fossi stata narcotizzata, dopo una mezz’oretta che rimasi ferma a riordinare le idee, riusci’ a trascinarmi giu’ dal letto e con sforzi tremendi, e a mettermi in piedi raggiungendo il bagno dove mi lavai poco alla volta.
Mi ci vollero almeno tre giorni per potermi finalmente rimuovere a dovere, una volta stabilizzata un po, portai ai carabinieri il file registrato. denunciando di esser stata stuprata dal mio amministratore e da altri suoi complici. Parti’ cosi’ una denuncia che fece il suo corso, si scopri’ nelle settimane seguenti, che il sedicente amministratore, era introvabile scappato chissà dove, con i soldi di tutti i condomini, e nemmeno il suo contabile era raggiungibile, per i tre neri, e scattata la denucia per stupro aggravato dai futili motivi e ricatto. Sono finiti dentro. Mentre io ho dovuto nascondere l’intera faccenda mentendo a mia madre, per non farla preoccupare piu’ del dovuto. Questa storia mi riporta a quello che ho detto all’inizio, qualcuno penserà ad una racconto romanzato, io porto ancora oggi a anni di distanza dal fatto, dei segni interiori che penso mi rimarranno a vita. Certo i guai me li andavo a cercare, ma a volte purtroppo mi arrivavano anche senza che li cercassi da sola.
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