L'episodio che segue ha avuto il suo sviluppo nel lontano 1999, quando avevo 16 anni da poco compiuti. Nel fine settimana capitava molto spesso che i miei genitori mi lasciassero a dormire a casa dei nonni, poiché per motivi di lavoro erano costretti a spostarsi fuori città ed io non potevo certo restare a casa solo. Non avevo fratelli o sorelle che potessero badare a me. La cosa non mi dispiaceva affatto, sia perché avevo un ottimo rapporto con i miei nonni, sia perché in casa con loro abitava anche la zia Mary: lei di anni ne aveva 36, mora, capelli corti, fisico tipicamente meridionale, quindi con fianchi un pò più pronunciati rispetto alla media ma due tette che, credetemi, facevano risvegliare i morti. La zia non era ancora sposata, al contrario di tutte le sorelle (non poche) della sua famiglia, ma forse questo non era un difetto, poiché la sua mente era più aperta e moderna rispetto alle sorelle maggiori e questo credo l'abbia portata a godersi un pò di più la vita.
Un sabato come tanti, mi trovavo a casa dei nonni, cenammo tutti e quattro e, come di consueto, dopo un giro di televisione, andammo a letto verso le 11.30; io e zia Mary dormivamo nello stesso letto, nella sua camera; casa dei nonni era molto grande e ricordo che la zia aveva un letto molto ampio, una piazza e mezza, quindi per una donna ed un ragazzino era più che comodo.
Ricordo che quella sera il tempo era molto brutto, tuoni e fulmini avevano contraddistinto tutta la giornata,ma si erano inaspriti nella sera, che spesso si illuminava a giorno per le saette continue. La zia temeva il mal tempo così, una volta a letto, mi chiese se poteva stringersi a me. Io, che non vedevo nulla di male nella cosa, le dissi di sì, così, mentre ero rivolto su di un fianco, la zia si avvicinò e si attacco alla mia schiena. Io avevo indosso il mio pigiama di cotone, mentre lei aveva una camicia da camera che le arrivava alle ginocchia, slip e nient'altro sopra. Il contatto stretto di quel corpo sul mio faceva sì che i suoi grossi seni premessero sulla mia schiena e non vi nascondo che quei capezzoli che, forse per la paura o forse per altro, diventati turgidi e grossi, mi facevano provare delle sensazioni mai avute prima: mi stavo eccitando e a quell'età bastava la semplice immaginazione da adolescente per avere delle erezioni da paura, figuriamoci cosa potevano scatenare due seni che ti premevano sulla schiena! Sta di fatto che dopo una decina di minuti quella prorompente erezione e l'eccitazione che provavo mi procurarono un forte dolore alle palle e sentì la necessità di farmi una sega per liberarmi e poter quindi dormire. Iniziai in maniera quasi impercettibile ad insinuare una mano dentro i pantaloni del pigiama, fortunatamente leggero e che quindi non premeva sul mio pisello eretto; facevo molto piano perché non sapevo se la zia stava già dormendo o no. Iniziai a prendere in mano il mio arnese e presi a fare movimenti su e giù, ma dovetti fermarmi perché nel silenzio della sera, le lenzuola ed il letto facevano troppi rumori. Non sapevo cosa fare, anche perché ero bloccato dall'abbraccio della zia ma ad un certo punto accadde l'impossibile! Senza proferire una parola, la zia spostò un braccio e la sua mano finì sulla mia, che si trovava attorno al mio uccello. Io mi voltai di scatto ma lei con un semplice "ssccchhh" mi tranquillizzò, prese la mia mano e l'allontanò dal mio membro ed iniziò lei a menarmi. Prima di allora nessuna mano che non fosse la mia aveva tenuto stretto il mio uccello e vuoi quella nuova sensazione, vuoi il fatto che la mia eccitazione aveva raggiunto livelli mai visti, scoppiai dopo pochi secondi in una sborrata tremenda, che di lì a poco avrebbe inondato il mio pigiama e forse anche il letto, se la zia non tirò via la sua mano, allontanò le lenzuola e la coperta che ci avvolgeva e mi fece girare schiena al materasso. Accese la piccola abat jour che aveva sul suo comodino, che emanava una leggera luce soffusa molto calda, mi fece togliere i pantaloni del pigiama appena in tempo per non essere imbrattati dal mio liquido e restai in mutandine davanti a lei, slip che invece erano fradici. La zia, evidentemente eccitata per quello che era appena successo e per ciò che vedeva, mi fece abbassare leggermente gli slip, mostrando alla sua vista il mio pisello da sedicenne, inarcato ma non moscio ancorché avessi eiaculato da pochissimo, bagnato ancora dal mio sperma. La zia allora scivolò leggermente sul letto, accostò la sua faccia al mio pisello ed iniziò il suo lavoro di pulizia: prese in bocca la mia cappella e cominciò a leccarla per bene, ripulendola di tutto il liquido che trovava lungo la sua strada, scese lungo l'asta che divenne dopo pochi istanti di nuovo rigida e tesa come un bastone e prese in bocca tutto il pisello. Stavo godendo del mio primo pompino, una sensazione bellissima, umida e calda allo stesso istante. La zia andò avanti su e giù per qualche minuto, ma poi si dovette fermare perché le sussurrai che stavo di nuovo venendo; ma non si fermò certo perché non volesse farmi sborrare di nuovo, ma perché (e lo capii con le esperienze successive) anche lei voleva godere. Si tolse la camicia da notte e rimase con soli gli slip addosso, mostrandomi quei grossi seni incoronati da due capezzoli grandi, turgidi e molto scuri. Il mio sguardo poi scese verso il suo pube e vidi che le mutandine erano bagnate nella loro parte inferiore, quasi come se si fosse fatta la pipì addosso... che ingenuo che ero allora! La zia abbassò anche quell'unico indumento che aveva addosso, sfilò anche i miei di slip e fece in modo che io scivolassi in basso al centro del letto, lei si portò con il suo pube vicino alla mia faccia, alzò la gamba destra e fece in modo da sembrare come se si volesse sedere sulla mia bocca, il suo volto diretto verso i miei piedi. Vidi per la prima volta dal vivo la figa di una donna, a pochi centimetri dai miei occhi, ma non sapevo cosa volesse la zia Mary da me. Allora lei sussurrò: "vedi la fessura? leccala, come se stessi leccando una caramella, infila la tua lingua e fai godere la zia!". Detto ciò abbassò ancora di qualche centimetro il suo ventre, io misi le mie mani sui suoi fianchi ed iniziai a leccarle la figa, che era con mia somma sorpresa bagnata e che emetteva un odore forte e pungente che però mi faceva arrapare. Leccai con voracità ogni parte di quel sesso, la mia lingua non aveva freni e la zia, visibilmente eccitata, assecondava i miei colpi di lingua con dei movimenti del bacino. Quando i suoi movimenti si fecero più veloci e la pressione della sua vagina sulla mia bocca crebbe, lei si abbandonò sulle mie gambe e prese in bocca di nuovo il mio uccello. Sapeva che stava per raggiungere l'orgasmo e sapeva altrettanto bene che sarebbero bastati pochi colpi della sua lingua per far esplodere nuovamente il mio pisello. Venimmo contemporaneamente: lei soffocò i miei gemiti di piacere premendo con il suo sesso la mia bocca, inondata dei suoi umori, lei soffocò le sue urla stringendo il mio pisello per intero nella sua bocca, che si riempì di tanto sperma. Provai per la prima volta il sesso con una donna e mai mi sarei immaginato che la zia Mary mi avrebbe insegnato a diventare grande!
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