Sono venuta.

Tremavo forte mentre tu mi stringevi al tuo petto e spingevi il tuo cazzo ancora più a fondo in me.

Mi sono ripresa e sono tornata seduta a bere il mio caffè, ormai freddo, e mangiare la crostata di ciliegie con la forchetta "come una signorina a modo".

Ogni tanto sento il tuo cazzo pulsare e mi viene istintivo rispondere con un movimento di fianchi.Ma tu mi ordini con fermezza “O ti fermi o ti alzi”.Allora, immobile, rispondo a ogni tua pulsazione con una contrazione. Un Po’ per gioco, un po’ per ripicca.Ma sembra che quella che ci rimette sia io, che sento il secondo orgasmo sempre più vicino mentre tu non hai perso un grammo della tua calma.

Mi dici che quando verrai dovrò alzarmi con attenzione per non fare disperdere nemmeno una goccia di quella che sarà la tua seconda colazione e poi chinarmi per finire la mia.

L’idea di seduta su tavolo che ti offro la mia fica per farti bere il tuo sperma mi fa quasi perdere i sensi dal piacere.

Mi rimproveri che mi sto muovendo troppo e che dovrai farmi alzare, ma ti rispondo che non mi stavo muovendo, era uno spasmo incontrollabile e ti imploro però di venire, che non ce la faccio più.

Mi stringi i fianchi. Ti stiri sulla sedia mettendoti il più dritto possibile, affondi il tuo cazzo in me e ti sento venire senza emettere un fiato o fare un movimento.Mi concentro sui getti di sperma nella mia fica. Ne conto cinque. I primi due violenti, poi sempre più deboli. Forse ce ne è stato un sesto, ma non sono sicura.

Mi tieni un po’ così, stringendomi i fianchi e tenendomi attaccata a te. Poi mi dici di alzarmi con attenzione e di offrirti la tua seconda colazione.

Mi siedo sul tavolo, allargo le gambe in offerta poggiando i piedi sulla tua sedia e guardo la tua testa scomparire tra le mie cosce.

Mi lecchi goloso, infilando la lingua a fondo per non perderti nemmeno una goccia e io sento finalmente arrivare il mio secondo orgasmo.

Poi ti stacchi e, mentre tiri il mio viso verso il tuo mi offri "l’antipasto per la mia seconda colazione". Ci baciamo a lungo fino a che non mi stacchi, ti alzi in piedi e mi chiedi di cambiare i posti.

Ora è il mio turno di essere golosa e non lasciare sul piatto nemmeno una minima traccia dei nostri sapori.Quando te l’ho pulito ad arte mi alzo io per baciarti di nuovo.Ma tu mi blocchi a metà tragitto, mi fai chinare sul tavolo e spingi il tuo cazzo bagnato della mia saliva e di nuovo duro contro il mio sfintere.

(continua?)
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Categorie: Etero