Stamattina il cazzo mi tirava più del solito e l’unica possibilità di trovare sollievo era andare al bordello vicino al mio
alberghetto. Sono entrato nel salone e c'era insieme a un gruppetto di ragazze, tutte quantei ndossavano solo vestagliette
diverse per colore e per foggia, ma tutte aperte sul davanti, mostravano i capezzoli del seno e le fiche.
All’interno del gruppo ho scorto Margherita, la mia preferita, l’ho chiamata e lei si è avvicinata mentre le altre puttane si
scambiavano battute tipo: Margherita c’è il tuo innamorato, accompagnate da risate scomposte.
Adoro Margherita, una volta le ho chiesto di sposarmi, è stata una delle poche occasioni in cui abbiamo parlato.
L’avevo presa per tutta la giornata, e poi la ripresi per tutta la notte
Superata la sorpresa, Margherita mi disse:
“Sei carino, sei gentile, ma io sto bene qui, posso girare nuda, prendere tanti cazzi, in bocca, nella fregna e nel culo".
Questa enumerazione fu accompagnata da una mimica espressiva, apri le cosce e si passò un dito sulle labbra della fica, fece
roteare la lingua, si girò e mi mostrò il buco del culo, aprì e chiuse la sfintere un po’ di volte.
I clienti mi toccano mi palpano le tette, il culo la fica, io mi bagno la fregna mi si gonfia, i capezzoli si rizzano e il
grilletto diventa duro. Mi piace quando m’inculano, quando il cazzo entra sento un po’ di dolore, e questo mi piace, mi piace
sentirmi il culo pieno, come se ci fossa dentro un grosso stronzo che va su e giù e non vuole uscire.
Sento il è il cazzo che si muove dentro di me, mi sgrilletto con la mano, mi strofino le labbra e mi metto le mani nella fica
finché non vengo, tre o quattro volte, anche cinque di seguito.
Si distende rapidamente, spalanca le cosce, allarga con le mani le labbra della vagina e grida:
“Fammi godere!”
Anch’io mi ero denudato e con il mio pene s'era fatto dritto e duro e con esso penetrai nell’oscura cavità che mi si offriva.
Dopo alcuni movimenti del bacino, lei disse:
“Mi piace sentire il tuo cazzo… Dimmi che sono una puttana… Una sudicia troia”
Io ricoprivo il suo il collo, le spalle e le tette con i miei baci disperati.
La sentii venire più volte di seguito, il mio uccello fuoriuscì dalla fica e, quando si fu calmata, Margherita si rigirò a
pancia in sotto e disse:
“Voglio essere, inculata”
Io che, nonostante i movimenti e le contrazioni inimmaginabili della sua vagina non ero venuto, portai mia la bocca vicino
all’ano le cominciai a leccarle il buco del culo.
Quando mi sembrò lubrificata a dovere, puntai la cappella gonfia contro il suo orifizio, dopo una leggera spinta lo sfintere
cedette.
Lei ridacchiando disse:
“Il mio culo è rotto”.
Cominciai a muovermi in lei con il classico movimento su e giù e sentii Margherita dire di nuovo che era una sudicia puttana,
una troia, che per il suo buco del culo erano passati migliaia di cazzi, poi gridò:
“Riempimi il culo di sborra”.
In quel momento venni.
Lei si alzò, afferrato il manico di un grosso coltello senza manica, e distesa di nuovo sul lletto a gambe aperte, se lo mise
nella fica e prese a muoverselo con grande forza e velocità.
Sembrava del tutto dimentica della mia presenza.
Si stimolava, gridava e ogni tanto il suo corpo era scosso da continui orgasmi.
Quando Margherita si fu placata, mi stesi vicino a lei e la abbracciai, restammo così immobili a lungo.
Lei aprì gli occhi, si girò verso di me e mi sorrise.
Io chiesi ancora una volta a Margherita di sposarmi, lei rispose di no.
Gli domandai il perché e lei rispose:
“Qui ho tutto quello che mi piace, prendo un cazzo dopo l’altro e sborra in tutti i buchi, c’è sempre qualche ragazza che ha
voglia di farsi slinguazzare la fica.
La padrona mi tratta bene, basta le lecchi la fregna e il buco del culo dopo che il suo uomo l’ha scopata davanti e dietro.
Quando mi chiama è piena di sborra, mi piace leccarla, la ripulisco tutta finché non se ne viene ed è soddisfatta.
Era ormai buio la mia giornata con Margherita era finita.
Mi rivestii, lei si rimise la vestaglietta e prima che andassi via mi disse:
“L’altra notte ti ho sognato eravamo io e te e stavamo affogando in un mare di sborra”.
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Categorie: Etero