Nico fa da ‘ariete di sfondamento’ perché il suo fisico tutto muscoli (frutto di intensa attività all’aperto e non certo dl lavoro in palestra) finisce per colpire inevitabilmente l’immaginario delle straniere piombate lì, prevalentemente dall’Austria e dalla Germania (collegate con una rete autostradale utilissima e facile da percorrere) con la precisa intenzione di portarsi a casa almeno la nostalgia di un ‘amore italiano’ e, possibilmente, di tanto sesso libero.
Franco è più ‘intellettuale’ e punta in genere a quelle più ‘prime della classe’, demolendole con la sua cultura autenticamente ricca e vasta: con lui qualunque rossa lentigginosa nordica è certa di trovarsi a sognare di fronte ad un cielo stellato ed al fenomeno delle stelle cadenti: molte ragazze identificano l’amore ‘italiano’ proprio con quella tipologia di personaggio e, quando appare all’orizzonte, la conquista è certa.
Mario frequenta palestre di arti marziali e si diverte a fare sfoggio delle sue abilità: si vergogna profondamente, perché è cosciente che le cose che sa servono alla sua formazione interiore più che all’esteriorità del’esibizione; ma quasi tutte le ‘sbarbine’ scese in Italia a caccia dell’amore latino ci cascano.
Io, Enzo, punto sulla mia faccia tosta e sulla prontezza di parola, per disarmare qualunque obiezione, per inventare qualunque nuova situazione e mettere le ‘prede’ di fronte ad un imprevedibile sviluppo delle cose
In sostanza, anche se ‘andiamo in caccia’, siamo ben coscienti che sono le teutoniche a piombare giù come falchi alla ricerca di quell’italian lover che le faccia sognare almeno per i quindici giorni di permanenza; alla fine dell’esperienza, non mancano mai le lacrime di dolore per la fine di un bel sogno e le promesse, assurde, di rivedersi in Germania (o in Austria) se non l’anno seguente sullo stesso lido.
Quest’anno abbiamo la fortuna di incontrare quattro ‘ninja’ calate dalla Germania con un’agguerritissima predisposizione ad imporre al ‘maschio latino’ la classe superiore della loro bellezza algida e dei loro costumi libertari ai quali i ‘terroni’ italiani non sono affatto abituati: Elizabeth, Laura, Ivana e Rosy condividono in Sassonia il tempo libero fino ai momenti più spiccioli, spesso rubati al lavoro che comunque le tiene occupate per gran parte del giorno e della sera (specialmente le due che lavorano in un ristorante e che fanno tardi, spesso fino all’alba).
Abituate a sostenersi a vicenda e organizzate perfino per difendersi, se fosse stato necessario, hanno frequentato corsi di difesa, visto anche che per lavoro spesso girano di notte, e per questo si identificano coi personaggi di un famoso cartone animato; Ivana è la più aggressiva, anche per una certa tendenza al mammismo protettivo; e prende fuoco facilmente, per se stessa ma anche per le tre ‘pupille’ che vede come figliole più che come amiche; Rosy è la più fragile, sognatrice instancabile e mai presente nella realtà quotidiana: le è quasi naturale abbandonarsi fiduciosa al caldo abbraccio di Ivana, al punto che anche le stesse amiche pensano talvolta che il loro rapporto vada ben oltre l’amicizia, sfociando in una passione saffica; Laura è silenziosa, determinata e riflessiva, capace però di entusiasmarsi appena qualcosa la spinge a sognare; Elizabeth è molto legata a lei, di cui ammira la sensibilità e la cultura, oltre a vederla assai bella, certamente più di lei; ma continuamente si impone di fermare l’amicizia entro i limiti del lecito, anche se qualche pulsione ogni tanto la scuote.
Le incontriamo quasi di necessità nelle nostre passeggiate ‘perlustrative’ lungo la linea di battigia; non appena le ‘avvisto’ da lontano, stese su teli da mare coi corpi straordinariamente belli, quasi d‘istinto sollecito Nico e Mario a dare vita ad una delle loro solite esibizioni, in cui il muscolare esibisce tutti i suoi fasci al massimo della potenza e l’agile combattente risponde con mosse e pose tra il serio e il divertente; inevitabilmente quasi, scatta la curiosità di Laura ed Ivana che commentano in tedesco la stupidità dei due; e commettono l’errore che aspettavo: parlando un tedesco assai fluente, rimprovero loro uno snobismo fuori luogo per dei ragazzi che si divertono e amano giocare con tutto, anche con la vita.
E’ lo spunto che fa saltare gli equilibri e in pochissimo tempo siamo un gruppo omogeneo e affiatato che riempie l’arenile di invenzioni fantasiose, giochi divertenti e una reciproca attrazione che si fa sempre più fisica e palpabile; Elizabeth mi affascina decisamente più di tutte, per quel fisico particolarmente alto, per lo standard italiano (pareggia la mia altezza e io sfioro il metro e ottanta), per la fluente e ricchissima chioma di un rosso acceso, che arriva sulla schiena fino al punto vita, ed un’aria trasognata che la rende ancora più affascinante di quanto fanno le forme scultoree.
Nel giro di un’ora siamo già accoppiati secondo tendenze naturali, io con Elizabeth, Mario con Ivana, Nico con Laura e Franco con Rosy, alla ricerca affannosa di un posto dove ‘imboscarci’ per fare l’amore; le ragazze avvertono che alloggiano in un albergo, due per camera, e non hanno posto per liberare la fantasia amorosa; noi ci siamo stretti in una casa privata, addirittura in quattro in una sola camera, che potrebbe servire a patto che ospitasse una coppia per volta e non è detto che i proprietari della casa sopportino un simile andirivieni.
Mi viene in mente che, lungo i ruscelli che sboccano in mare, ci sono degli edifici, alcuni abbandonati, dove si potrebbe trovare soluzioni di emergenza molto probabili: con la scusa di visitare un’abitazione tipica del territorio, convinco il gruppo di usare le due macchine per spostarci di qualche chilometro ed andare a visitare i ‘casoni dei pescatori’ dove si può cercare anche da mangiare e un posto per rilassarsi: la compattezza del gruppo rende le ragazze sicure ed accettano di muoversi con noi; ma la passione è ormai scattata e già dai pochi chilometri di viaggio scattano le ‘grandi manovre’ di avvicinamento al sesso.
Io sono seduto con Elizabeth sul sedile posteriore dell’auto che Nico guida con Laura a fianco; le passo un braccio intorno alla vita, la stringo a me e sento che cede immediatamente, si illanguidisce e lascia che mi accosti al suo viso per baciarla con immensa passione: immediatamente la mia lingua penetra fra le labbra, che si aprono vogliose e comincia la sarabanda delle lingue che cercano di farsi succhiare come un piccolo pene.
Mentre la bacio, insinuo una mano tra le cosce, le vado ad artigliare la vulva, da sopra il costume, e la manipolo cercando di procurarle un orgasmo con sapienti movimenti; è più scafata di quanto immaginassi e resiste al’empito del desiderio, coccolandosi il piacere assai a lungo; sono esitante perché non so a che punto sia il suo rapporto con Laura e, da quel che si è osservato, temo che la passione tra le due sia anche di natura sessuale.
Mi sgombra i dubbi proprio Laura che allunga decisamente una mano sulla patta di Nico, che sta guidando, e dopo qualche palpeggiamento, si apre in un gemito di piacere intenso; Elizabeth le chiede in tedesco che cosa la rende contenta e lei risponde che le dimensioni sono proprio quelle che sperava; a quel punto anche Elizabeth allunga la mano sul mio ventre; poiché ho seguito il dialogo, apro la zip e tiro fuori il fallo per darglielo in mano dal vivo: ne è decisamente felice e comincia a masturbarmi con grande gusto suo e immenso piacere mio; anzi, devo bloccarla, ad un certo punto, perché l’ansia è tanta e il piacere infinito, ma non voglio eiaculare così in fretta.
Appena entriamo nel casone, si levano i gridolini di gioia delle ragazze, veramente felici di scoprire un posto diverso ed imprevisto, da inserire tra le belle sorprese di quella vacanza: Ivana e Rosy si gettano a corpo morto su un mucchio di reti ammassate, immediatamente raggiunte e ‘sommerse’ da Mario e Franco che dimostrano così che anche nell’altra auto le cose si erano bene avviate.
Mi porto con Elizabeth in un angolo dell’ampia sala e la abbraccio con foga, mentre torno ad infilarle la mano tra le cosce e le prendo la vulva, stavolta passando di lato allo slip, fino ad infilare il medio in vagina e dare il via ad una sontuosa manipolazione che la porta rapidamente all’orgasmo; gode, in pratica, nella mia bocca, dove scarica con un urlo tutto il piacere che ricava dalla masturbazione e dove fa convergere il desiderio di avere ancora di più, tanto di più.
La stendo per terra, su una rete che giace là, mi sdraio sopra di lei e le colloco il pene tra le cosce, all’altezza della vulva: muovendosi come un’esperta contorsionista, si sfila lo slip ed abbassa i miei pantaloncini; il membro scatta ormai ritto come un palo e si appoggia tra le grandi labbra; una mano di lei lo sposta verso il basso e porta la cappella lungo l’ano e l’asta direttamente nella fessura delle grandi labbra: un leggero movimento mi consente di sollecitarle l’apparato e sento che l’asta preme soprattutto contro il clitoride, stretto dall’osso pubico e manipolato come in una copula o in una sapiente masturbazione: per la seconda volta, dopo quello in macchina, raggiunge l’orgasmo e stavolta con un urlo che scuote tutti e li impressiona non poco; ‘bella mazza ti sei presa’ commenta in tedesco Ivana che non si rende conto che capisco e che mi sento ammirato da lei.
Mentre cerco di ricompormi un attimo, mi accorgo che nessuno è stato fermo e tutti sono impegnati in una sapida copula con la rispettiva partner: urla, gemiti e sospiri di goduria si accavallano e si confondono a frasi più o meno sciocche, più o meno banali: sembra quasi di celebrare uno strano rito alla sessualità più libera e dolce possibile.
Prima di possedere sul serio la meravigliosa femmina che ho tra le braccia, decido di ‘giocare’ ancora un poco con la libidine (che lei possiede ad un livello altissimo) e con il piacere intenso che il suo corpo sa dare: mi ‘schiodo’ da lei e mi sistemo in ginocchio tra le sue cosce, le faccio sollevare le ginocchia e le apro la vulva davanti al mio sguardo incantato; mi fiondo sopra con la bocca e prendo a leccarla con tutto l’amore di cui sono capace in quel momento: Elizabeth è estasiata dal trattamento che il suo sesso riceve e lo comunica al mondo con continui gemiti e lamenti, quasi una sirena nella notte; sento che il suono eccita tutti, maschi e femmine, e che la loro azione copulativa si intensifica e migliora.
Quando raggiunge il terzo orgasmo della mattina, mi prega di fermarmi un momento, per farla recuperare; mi rilasso e comincio a carezzarle con molta delicatezza il seno, torturandole i capezzoli con un’eccitazione che evidentemente accoglie volentieri perché le consente di alleggerire anche la pressione dei tanti orgasmi successivi; poi mi prende per i fianchi e mi spinge a salirle addosso; capisco che cerca la penetrazione; le chiedo se devo usare un preservativo; mi chiede a sua volta se posso garantirle la sicurezza sanitaria; le dico che non ci sono problemi e che posso anche documentare la mia perfetta condizione.
“Allora, prendimi come vuoi e vieni anche dentro, prendo la pillola!”
Non si può dire quale fosse la mia emozione quando la punta della cappella si accosta alla vagina, mentre il mio corpo scivola tutto su di lei e le labbra vanno a catturare la lingua per succhiarla come se le stessi praticando una fellatio: succhiarla, carezzarla con tutto il corpo e penetrare con il sesso profondamente in vagina sono un unicum irripetibile, indimenticabile: non è di primissimo pelo e non è strettissima, ma usa i muscoli della vagina con una sapienza inimitabile e riesce a farmi sentire come se penetrassi una vergine pura e casta, mentre la mia asta scivola fino a riempire il canale vaginale ed urtare contro la cervice dell’utero.
E’ in quel momento, che il suo urlo si leva come quello di un animale sacrificato sull’altare degli dei ed io mi sento percosso, forse proprio attraverso l’urlo, nella spina dorsale, dalla testa ai piedi ed esplodo anch’io in un orgasmo mai visto.
“Cavolo ci hai messo proprio l’anima in quest’amplesso!”
Commenta Mario che pure non era scontento delle grazie meravigliose di Ivana.
“Non sai che femmina sa essere questa qui.”
Gli rispondo.
“Bisognerebbe che le assaggiassimo tutte e che ci facessimo assaggiare tutti.”
La proposta è stata lanciata da Nico, in totale buona fede; ma diventa quasi un impegno del tipo ‘uno per tutti, tutti per uno’ che ben si adatta al nostro soprannome; nel giro di un paio d’ore, quelle che mancano per il pranzo, tutti abbiamo avuto la razione di grande amore e di sesso straordinario; ma nel pomeriggio, dopo aver mangiato pesce fresco in uno dei casoni, le scaramucce amorose riprendono in un altro casone disabitato; e per tutto il pomeriggio il sesso fa da padrone della nostra esistenza; Elizabeth mi vuole succhiare anche l’anima in una fellatio; a malapena riesco a frenare l’orgasmo per riservarlo ad altro; subito dopo, infatti, mi chiede di penetrarla analmente e non mi sono trovato mai, nella mia vita, a fare una cosa altrettanto volentieri e con lo stesso amore.
Rientriamo all’albergo per andare a cena e ci ritroviamo con le ragazze in pizzeria; dopo cena, passeggiamo con gusto lungo la riva scambiandoci effusioni, carezze e lunghi baci, proprio come se fossimo vittime di [***] e innamorati pazzi.
Avremmo voluto passare anche la notte con le ragazze, di cui eravamo tiepidamente innamorati (quel tanto che serve a giustificare un bel flirt estivo); ma l’organizzazione logistica ce lo impedisce; lo faccio presente ai compagni di avventura e Franco immediatamente va a chiedere all’albergo delle ragazze se hanno per caso due camere per noi: per nostra fortuna proprio in quel momento si liberano e le prenotiamo dal giorno seguente: dormire nello stesso albergo ci pone nelle condizioni di organizzarci meglio la vacanza con ‘le tedesche’; solo per un attimo, Franco chiede se per caso non stiamo perdendo la testa per le straniere; ma Mario lo rimbecca dichiarando che perdere la testa per quelle valchirie vale comunque la pena.
Per quella sera, però, ci tocca andare a dormire nella camera singola (per quelle poche ore della notte che ci avanzano dalle passeggiate e dalle coccole); ma al mattino, appena svegli, traslochiamo e ci fiondiamo sulle ragazze già al sole; Elizabeth si dimostra veramente felice di rivedermi e mi accoglie con un bacio intenso ed appassionato, di quelli che sa dare lei e che non avrei più dimenticato; mentre ancora ci si sta rincorrendo giocosamente tra mare e sabbia, Nico e Laura lanciano una provocazione.
“Ragazzi, visto che ora abbiamo in tutto quatto camere e che siamo quattro coppie, ciascuna coppia può occupare una camera e sentirsi libera di gestire i suoi movimenti. Che ne dite?”
Ovviamente, tutti siamo d’accordo e i due si avviano verso l’albergo per risistemare la disposizione delle camere; guardo Elizabeth e, ricevutone un cenno di conferma, la prendo per la mano e ci accodiamo.
“Ragazzi, noi ne approfittiamo subito. Voi fate come volete.”
In un attimo siamo tutti alle camere e ci sistemiamo; al momento di appartarci, però, sento Laura ed Elizabeth che confabulano; lei cerca di spiegarmi; la prevengo che ho capito che l’amica vuole provare il piacere che le ho saputo dare: se a lei non da fastidio, per me non ci sono problemi; siamo d’accordo, anche Nico è ben felice di assaporare l’amore di Elizabeth: così le due ore prima di pranzo ci vedono accoppiati diversamente; solo dopo sapremo che anche le altre due coppie si sono scambiate con successo.
Passano le due settimane, in un’alternanza di amplessi straordinaria: come avevamo annunciato, facciamo l’amore con tutte e quattro le ragazze, non solo, ma ci troviamo anche più volte in quattro o in sei nella stessa camera e i giochi si fanno complessi, con penetrazioni multiple in tutti i fori disponibili: è davvero un’esplosione di furore del sesso e dell’amore; le quattro ninja non si risparmiano e percorrono tutti i sentieri, anche i più difficili e complicati, dell’amore; e i quattro moschettieri difendono ad armi sguainate il piacere, la goduria, la libidine dappertutto.
Ma viene il girono della partenza e tutti siamo più tristi: anche per noi, in realtà, è il momento di tornare a casa e di riprendere il contatto col lavoro o con gli studi; le macchine preparate e pronte per l’addio fanno davvero tristezza; Elizabeth riesce a trovare la serenità per riassumere il pensiero di tutti.
“Vedi, Enzo, noi lavoriamo tutto l’anno per conquistarci ogni giorno, ogni ora, ogni momento, il diritto all’esistenza, la dignità della vita, anche il decoro della posizione sociale, con una lotta al coltello per ogni centimetro, per ogni spazio, per ogni gradino utile; un paio di settimane all’anno abbiamo bisogno di rompere con tutto, regole, leggi e costumi; lo facciamo in vacanza, liberandoci totalmente di tutto e vivendo come ci piace. Quest’anno siamo state fortunate ed abbiamo avuto l’occasione per sentirci veramente e totalmente libere, anche con qualche eccesso che forse a voi potrebbe aver dato fastidio. Ma ti assicuro che, da quando siamo in grado di gestirci la vita, questa è stata l’estate più bella che abbiamo vissuto; sappiamo che non ci incontreremo più, ma sappiamo anche che il ricordo di queste ore non ci abbandonerà e ci apparterrà sempre. Non sono innamorata di te, ma in qualche modo, per questi giorni, con tutte le cautele, ti ho amato e so che veramente posso ricordarti come ‘l’amore italiano’ che ho sempre desiderato.”
Gli altri non capiscono bene il tedesco, ma non traduco; Nico mi fa cenno che non c’è bisogno: abbraccia Laura quasi con violenza, si asciuga una lacrimuccia e manda un bacio alle altre ragazze; la scena si ripete per tutti, anche per me che rischio di stritolare la mia rossa nell’abbraccio; poi la spingo con uno scapaccione affettuoso a prendere posto in macchina per andare via; seguiamo l’auto finché non svolta e sparisce dalla vista, montiamo nella nostra e ci avviamo a tornare.
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Aggiunto: 4 anni fa
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Etero