Lorenzo a caccia di Anastacia
Passarono diversi giorni da quando Marco aveva passato la notte insieme ad Anastacia e alla cognata Roberta. I ricordi erano ancora vividi in lui e ogni tanto si masturbava sotto la doccia pensando a quella notte, inutile dire che la moglie Daniela si guardava bene da entrare nella doccia quando la occupava. Sperava che Roberta non dicesse mai nulla alla sorella o sarebbe stata proprio la fine per il loro matrimonio. Anastacia era andata via con lei ed era sicuro che sapesse perfettamente come convincerla a non aprir bocca, e se mai lo avesse fatto poteva sempre occuparla con la sua passera per zittirla.
Marco tentò di riprendere i contatti con Anastacia, prima di lasciare la vecchia casa di campagna delle due sorelle lei gli aveva lasciato il suo numero e così iniziarono a inviarsi messaggi. Lui le chiedeva quando sarebbe stata di nuovo disponibile per un’altra scopata del suo culo, ma la donna non gli dava mai un appuntamento, a quanto pare aveva diversi clienti da gestire.
Sfortunatamente un giorno Daniela ebbe dei sospetti, il marito non le chiedeva più di fare sesso, non che lo avessero fatto da dopo il comportamento che le aveva riservato, ma aveva iniziato a sospettare che avesse rivolto ad altre le sue attenzioni, in più notava come controllasse spesso il suo cellulare.
Così dopo giorni di appostamenti riuscì a scoprire la combinazione di sblocco e alla prima occasione in cui trovò il cellulare incustodito lo prese per leggere i messaggi, la conversazione incriminante con una certa Anastacia era riportata in un applicazione di messaggistica.
Dette un’occhiata veloce e capì che la donna era una prostituta incontrata la prima volta in un bar malfamato, lui continuava a chiederle di vedersi di nuovo lì e lei continuava a rimandare.
Era ovvio dai messaggi che l’uomo l’aveva già tradita così gli scrisse un messaggio, impostato e scritto meglio dei precedenti e in più aggiunse che l’avrebbe pagata bene.
La risposta di Anastacia non si fece attendere, forse attratta dai soldi o dal messaggio in sé, la donna infine accettò e gli dette appuntamento la sera di due giorni dopo allo stesso bar, non sospettando minimamente che stesse parlando con la moglie.
A fine conversazione Daniela eliminò tutti i messaggi in modo che il marito non scoprisse mai di quell’appuntamento, aveva un preciso piano in mente.
La donna, il giorno successivo, si mise in auto e guidò per ore sino ad arrivare in Toscana, aveva bisogno di parlare con Lorenzo.
Si fiondò a casa sua, era primo pomeriggio e l’uomo doveva aver pranzato da poco.
Quando la vide davanti la porta del suo appartamento, Lorenzo rimase un po’ basito.
«Cosa ci fai qui?» chiese facendola entrare.
«Ciao Lorenzo, non ci vediamo da un po’, ti ricorderai…»
«Certo!» disse Lorenzo con un sorrisetto sardonico.
I due si accomodarono a un tavolo, uno di fronte all’altra.
«Bene, ti spiegherò tutto» Daniela così gli spiegò di come le cose con Marco erano degenerate da quando aveva fatto sesso con lui e che oltretutto adesso aveva scoperto che il marito l’aveva tradita.
«Non capisco cosa ci fai qui? Come posso aiutarvi io?»
«È iniziato tutto a causa tua, se tu non mi avessi scopata io non sarei nemmeno qui adesso!»
«Io l’ho fatto per soldi, discorso chiuso!»
«E per soldi farai un’altra cosa adesso» disse la donna sorridendo diabolica.
«Cosa vuoi che faccia?»
«La prostituta, si chiama Anastacia, domani sera avrà un appuntamento in un bar con Marco, lui non ne sa nulla e quindi non andrà all’appuntamento, al suo posto la rimorchierai tu.»
«E io che ci guadagno ad andare con una prostituta che non so neanche come è fatta fisicamente, a ore d’auto da casa mia?»
«Ecco! I tuoi problemi sono risolti adesso» disse Daniela avvicinando il suo cellulare e alcune banconote di grosso taglio. L’uomo afferrò subito le banconote e le contò, poi guardo la foto sul display del cellulare e si convince che ne vale la pena, Daniela aveva scaricato sul proprio dispositivo le foto di Anastacia presenti nella chat con Marco.
«Molto bella la ragazza… ma mi chiedo come mai tu voglia che io mi incontri con lei…»
«Io so cosa possiedi in mezzo alle gambe.»
L’uomo fece un sorrisetto.
«Voglio che tu la faccia divertire così tanto che si dimentichi per sempre del cazzo di Marco!» esclamò la donna seria poi mise sul tavolo un piccolo aggeggio e aggiunse: «Questa è una telecamera, nascondila nella stanza e poi portami il filmato, voglio vederla questa troia mentre la sfondi!»
«Credo che si possa fare,» disse l’uomo prendendo la piccola telecamera con voce suadente, «a guardare queste foto mi sto già eccitando a dire la verità».
La donna lo guardò e pensando che il cazzo di Lorenzo fosse già in erezione, lì a pochi metri da lei, capì perché non aveva neanche preso in considerazione di chiamarlo, ma si era fiondata sin lì. Da quel giorno che le aveva rotto anche il culo non pensava ad altro, ecco il vero motivo per cui aveva perso la voglia di fare sesso con suo marito.
L’uomo si alzò dalla sedia e lentamente si avvicinò a Daniela, lei non alzò lo sguardo, era più attenta a seguire con gli occhi la patta dei suoi pantaloni, il rigonfiamento era evidente.
«Ma oltre ai soldi ho bisogno anche di un piccolo incentivo» disse l’uomo.
Lorenzo sfibbiò e abbassò i pantaloni, adesso il suo enorme cazzo era proprio vicino al viso di Daniela e lei lo vide ancora in uno stato a metà, ne moscio ne duro, già in quello stato misurava quanto il suo viso.
Senza pensarci più di tanto lo afferrò e lo prese in bocca, facendo entrare con fatica la cappella già bagnata in punta, l’uomo cominciò a pomparle la bocca e lei sentì la cappella gonfiarsi e inturgidirsi, aveva già la bocca piena e la fica che era un lago. Nelle ore di sesso successivo si ritrovò piena anche in altri punti del corpo e godette come non accadeva dall’ultima volta che lo aveva visto.
Il giorno successivo Lorenzo non mancò all’appuntamento, entrò nel bar malfamato che le aveva indicato Daniela e notò subito la bella Anastacia, seduta a un tavolo con un drink in mano, sembrava proprio che aspettasse qualcuno, in quel momento si notava che era spazientita, Marco avrebbe dovuto essere lì da almeno 15 minuti.
Così Lorenzo l’avvicinò e si sedette insieme a lei.
«Ciao,» le disse, «ti offro qualcosa?»
La donna dell’est Europa guardò il bel ragazzo, le sembrò affascinante sin da subito, ma con una punta di dispiacere dovette rispondergli.
«No, aspetto qualcuno.»
«Mi sembri stufa di aspettare, magari ti ha dato buca.»
«Non credo…»
«Da quanto lo aspetti?»
«Più di un quarto d’ora.»
«È tanto… io credo che non verrà… sono strani gli uomini sai…»
«Forse hai ragione…» disse lei pensando che avrebbe potuto essersi riappacificato con la moglie.
«Quindi sei tornata libera stasera?»
«Non saprei, vorrei aspettare un altro po’, ma sei carino… potrei ammazzare il tempo facendoti un servizietto nei bagni degli uomini.»
«Io avrei voluto fare ben altro che un semplice servizietto… ti pagherei anche bene.»
«Io sono una ragazza professionale, rispetto gli impegni presi… quindi intanto iniziamo con il servizietto, e vediamo se l’altro tizio si fa vivo.»
«Mi sta bene!» esclamò Lorenzo convinto che si sarebbe decisa facilmente ad abbandonare quell’attesa per Marco.
Anastacia si scolò il suo drink tutto d’un fiato e i due si alzarono per dirigersi verso il bagno degli uomini, era sudicio e ad entrambi non andava proprio di farlo lì, ma data la situazione Anastacia credeva di non poter fare altro.
«Fuori i soldi» disse.
Lui le mollò una banconota di grosso taglio, oltre al suo compenso le aveva dato dei soldi per pagare Anastacia.
«Bene!» disse la donna voltandosi per mettere il chiavistello alla porta del bagno, era molto piccolo e girandosi l’uomo colse l’occasione per strusciargli il pacco sul sedere.
Anastacia non andò all’idea che fosse il suo cazzo e disse spaventata mentre si voltava: «Ehi, ma vai in giro con una pistola in tasta?»
«Veramente no…» rispose lui.
La donna toccò la protuberanza che aveva sul davanti, toccò prima in alto per poi scendere e capire infine che dentro le mutande non aveva una pistola ma un cazzo a forma di bazooka.
Lo guardò stupita e disse: «Ma… non è possibile, è enorme!»
L’uomo le spinse la testa verso il basso facendola inginocchiare dolcemente sul pavimento sudicio. La donna le aprì la patta e abbassò i pantaloni, riuscì a vedere la cappella uscirgli dalle mutande sull’apertura della gamba sinistra e superare in lunghezza metà coscia.
«Cazzo! Sei un superdotato!»
«Sei una puttana, dovresti conoscere tutte le misure» disse lui sorridendo.
«Io spesso vado con le donne, mi capita raramente con gli uomini e un cazzo del genere non lo avevo mai visto in vita mia!»
L’uomo si tolse le mutande e il cazzo a metà erezione svettò vicino al viso di Anastacia.
La donna si sentì la fica bagnata soltanto guardando quel palo di carne vicino ai suoi occhi, non lo aveva ancora neanche toccato.
Lo prese in mano con lentezza e si accorse che nonostante avesse le dita lunghe non riuscì a cingere la sua circonferenza con una mano, quel cazzo era nodoso e le vene che scorrevano lungo l’asta apparivano dilatate. Cominciò a fare su e giù con la mano lungo l’asta, prima con una mano e poi con due, cominciava a indurirsi e la cappella veniva fuori davanti ai suoi occhi, turgida e gonfia finché il cazzo fu talmente in tiro che il grande occhio non riuscì a scomparire sotto la pelle.
“Ci vogliono almeno 5 delle mie mani per coprirlo tutto, e davvero un cazzone monumentale!” pensò la donna estasiata. Poi piegò il gomito e del braccio destro e lo portò all’altezza delle palle dell’uomo, anch’esse molto grandi, il cazzo percorse tutto il suo avambraccio fino a raggiungere la chiara mano di Anastacia che con il pollice stava iniziando a giocare con foro della cappella.
A l’uomo piaceva quel giochino sulla punta e chiuse gli occhi dal piacere.
«Ma quanto misura?» disse stupita.
«25 cm» disse l’uomo orgoglioso.
«Oh mio Dio! È immenso!»
“Per fortuna devo soltanto fargli un pompino”, pensò, “non so se ce la farei a farlo entrare nella mia passera, mi distruggerebbe!”
L’uomo le spinse la testa contro la cappella violacea e la donna allargò bene le labbra per prenderlo in bocca!
Si sentì sin da subito piena con quel cazzone nella sua bocca, ma tentò in tutti in modi di dargli piacere, lei del resto lo stava già ricevendo, era eccitatissima e la sua fica era già bagnata.
L’uomo notando le difficoltà della donna la volle aiutare dando qualche colpo di bacino, il cazzo le entrò ancora più a fondo e mancò poco che le sbattesse in gola.
L’uomo non parlava, voleva che fosse il suo cazzo a farsi sentire, mosse quindi ancora il bacino, le sue spinte mandarono la testa di Anastacia sempre più indietro che mugugnava un po’ per protesta e un po’ per il piacere che stava provando. Andò talmente indietro che dovette sedersi sul pavimento e la sua testa batté sulla porta chiusa, fuori c’era la musica a palla e nessuno avrebbe sentito niente.
Lorenzo continuò, ormai si poteva dire che le stava scopando la bocca e Anastacia sentì il cazzo tentare di entrare nella sua gola, la testa le batteva sulla porta ad ogni affondo e grazie a ciò rischiava davvero di finire con la gola spaccata da quell’enorme cazzo, così prese in mano la situazione e da sapiente puttana che era succhiò la verga dell’uomo mentre con entrambe le mani gli faceva una sega da paura.
Anastacia sentiva quel grosso palo tra le sue dita e lo immaginò dentro di sé, immaginava che l’avrebbe dilaniata, ma meglio in fica che in gola, non sapeva che danno avrebbe potuto procurarle, così prima che l’uomo decidesse di distruggerle il cavo orale aveva deciso di farlo venire.
Lorenzo era un uomo che durava tanto, ma sapeva che per portare al termine la sua missione doveva tirare corto con quel pompino e così al primo stimolo dell’orgasmo, lo portò avanti e decise di sborrare in bocca alla donna.
«Sìììì, dai troia! Ti faccio bere litri di sborra adesso!»
Anastacia evidentemente non voleva ma lui le tolse le mani dal cazzo e la spinse contro la porta, la donna era imprigionata dal cazzo e sentì la sua eiaculazione riempirle la gola con una decina di fiotti potenti.
La donna per poco non rimase strozzata, ma da brava puttana lo ingoiò tutto!
«Bevi! Bevi! Aaah!» disse l’uomo rilassandosi.
Tirò fuori il suo uccello gigante dalla bocca della ragazza e lei riprese fiato, boccheggiava mentre vedeva il cazzo dell’uomo ancora in tiro.
«Sei una bestia!» protestò, ma l’uomo sapeva che le era piaciuto.
«Posso continuare,» disse Lorenzo, «ma non qui, a casa tua!»
«Non possiamo a casa tua?» chiese Anastacia leccandogli il pisellone per pulirlo per bene, poi gli strinse forte la cappella per bere anche l’ultima goccia.
«Io sono qui di passaggio, abito in Toscana in realtà.»
“Io non faccio salire così facilmente uomini a casa mia”, pensò inizialmente la donna, “ma per questo superdotato potrei fare uno strappo alla regola”.
«Se il tipo che aspetto non è ancora arrivato allora andremo a casa mia, abito a pochi isolati da qui» rispose tutto d’un fiato.
«Bene» Lorenzo sorrideva soddisfatto sia per il pompino sia per averla convinta a passare una calda notte di sesso con lui.
La donna si ripulì alla meglio la bocca da alcuni rivoli di sperma e Lorenzo si rimise i pantaloni con le difficoltà del caso. Anastacia non poté fare a meno di guarda quel cazzone che veniva rimesso di nuovo a riposo.
Uscirono dal bagno e dal bar dopo aver pagato il drink, Lorenzo l’accompagnò alla sua auto e insieme si recarono a casa di lei, in ascensore i due si baciarono e Anastacia iniziò a sbottonargli la camicia, sentiva i muscoli scolpiti degli addominali e dei pettorali sotto le dita e pensava che Lorenzo fosse un uomo perfetto, uno di quelli che si incontrano una volta nella vita, anche per lei che preferiva le donne agli uomini.
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Aggiunto: 4 anni fa
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