I miei racconti hanno un inizio particolare, non sono semplicemente dei racconti frutto di vita vissuta o di fantasia ma sono l'espressione di un'anima, vengono fuori da un disagio provocato da una società che spinge la persona a giudicare. Non un semplice giudizio rivolto alle persone con cui mi ritrovo come amiche o conoscenti ma un giudizio rivolto a se stessi.
Sono sempre stata un pò a disagio per la generosità del mio corpo, tutte le attenzioni che ricevevo erano dovute alle misure sproporzionate del mio corpo, i miei compagni di classe di ambo i sessi erano soliti giudicarmi, i primi con fare lussurioso le seconde con fare invidioso, i professori mi giudicavano perchè pensavano che fossi troppo immersa nelle cose futili della vita perchè ero solita usare un vestiario non troppo casto ma a mio avviso neanche tanto appariscente, erano le mie misure che erano troppo abbondanti per una normale adolescente. Anche nella mia parentela le attenzioni erano tutte rivolte nella stessa direzione, mia madre mi ripeteva sempre "copriti che sembri una prostituta", mio fratello più piccolo invece "me le fai vedere?", mio zio "saranno morbide", mia sorella maggiore "ma come fai con quei pesi?"... per non dire quando uscivo normalmente tutti gli sguardi che attiravo sin dalla tenera età e tutto questo mi faceva sentire a disagio perchè credevo che l'abbondanza delle mie misure fosse un problema anzichè un pregio ma, detto tra noi, non facevo niente per nasconderle per il motivo semplice che pensavo che almeno così qualcuno mi considerava un pò, sapevano chi ero perchè ero quella che aveva la quarta di seno.
Era questo che mi faceva sentire importante e quando un ragazzo mi faceva i complimenti mi scioglievo come neve al sole, erano come una droga per me, bastava sentire qualcuno che ammirava qualcosa di me che la mia giornata acquisiva un senso, bastava che mi arrivasse la voce che qualcuno dicesse in classe che voleva appartarsi con me che mi sentivo una regina.
All'inizio erano solo degli apprezzamenti e piccole esperienze fatte di fugaci strusciate e toccate con qualche masturbazione o spagnola con l'oggetto del desiderio, ma non capivo perchè nessuno si faceva avanti concretamente, nessuno che mi avesse mai fatto la proposta di una storia seria, nessuno che mi avesse mai chiedo di fare del sesso vero, completo, selvaggio, mi volevano solo per soddisfare la voglia di vedere e toccare le mie tette, ma alla lunga io volevo di più, bramavo sempre quel qualcosa di più che non arrivava e non volevo essere io a chiedere per non sembra una ragazza facile. Ero arrivata ad un punto che non riuscivo più a resistere, appena un ragazzo mi si avvicinava anche in modo timido alla prima occasione eri li a prenderglielo in bocca e in mezzo alle tette, sperando di tirare fuori il mostro che c'è in ogni uomo, ma niente ogni ragazzi mi spruzzava il seno e si sgonfiava, erano felici di essermi venuti addosso, ma io sognavo che mi aprissero le gambe e me lo infilassero dentro strozzando le grida di piacere nel profondo della gola. Ma restavano sempre voglie represse e, alla fine, il mio disagio era quello che restava ad annebbiare quella libidine che mi assaliva e che rientrava nella tana strozzando il piacere con la solita schizzata che bagnava il mio viso e le mie tette.

Un giorno, però, le cose sono cambiate. Avevo 16 anni, era primavera e la mia famiglia decise di andare a fare le vacanze pasquali in un campeggio ad un centinaio di chilometri da casa. Fu il punto di non ritorno della mia sessualità, il momento che i miei sogni hanno iniziato a realizzarsi e le mie brame soddisfatte... ma è un'altra storia...

Se volete saperne di più lasciatemi un commento e continuerò a scrivere per voi.

Elisa
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Categorie: Prime Esperienze