La serata procedeva bene, il clima era disteso ma allo stesso tempo si percepiva una sottile eccitazione di fondo che rendeva il dialogo frizzante.
Tutto era condito da allusioni, doppi sensi e battutine piccanti, inoltre, di tanto in
tanto c'erano piccoli contatti furtivi sotto il tavolo che tenevano acceso il desiderio.

Il locale che avevamo scelto era sul lungomare, uno di quelli che solo a vederlo ti dà l'idea di mare, buona cucina e belle serate. Il personale era molto cortese ma allo stesso tempo ospitale che metteva a proprio agio. Ci riservarono un tavolo in veranda, dalla quale si vedevano le onde, gli scogli e il tramonto.

Inutile dire che la serata trascorse veloce e molto piacevolmente.
Usciti ci incamminammo verso il residence che distava qualche centinaio di metri in una traversa del viale e appena svoltato, Paola approfittò della luce soffusa dei lampioni e della solitudine per afferrare la mano della nostra nuova amica, fermarla e baciarla.

Carlotta non oppose resistenza e affondò la lingua nella bocca calda di mia moglie.

Ed io? Io osservavo quella scena lussuriosa.
Mi diventò duro in un secondo, vedevo quelle due bellezze palpeggiarsi le natiche, i seni e infilarsi le mani tra le gambe.
Durò un minuto forse poco più perché d'un tratto prese dell'accettazione si divisero e col fiatone mi raggiunsero.

Paola alla sinistra, Carlotta al centro e io a destra.
Mi presero la mano, Paola ruppe il silenzio e disse
"Andiamo in camera non ne posso più"

Carlotta aggiunse "si adesso ho voglia di svestirmi e continuare nuda sul letto".

Salimmo le scale e in un attimo fummo in soggiorno, entrato le due donne e io chiusi la porta a chiave.

Mi girai e vidi e avendo ripreso a baciarsi ma questa volta svestendosi.

Mi avvicinai e Paola si fermò dicendo a Carlotta
"Puoi fare con Giovanni quello che ti pare, chiedigli quello che vuoi ma non chiedere il permesso, fallo e basta".

Presi entrambe per i fianchi e le avvicinai a me, Carlotta iniziò a baciarmi mettendomi la lingua in bocca.
Continuano così alternandoci e dopo qualche minuto ci ritroviamo tutti e tre con indosso solo l'intimo.

Proposi alle mie due donne di andare in camera e loro accettarono più che volentieri.
Lì ricominciarono baci e palpeggiamenti.
Avere due bei culi tra le mani ti manda in estasi, giocavo con i loro orifizi mentre loro si facevano un ditalino l'un l'altra.

Carlotta si inginocchiò levandomi gli slip e prese subito il mio cazzo duro in bocca Paola la seguì e iniziò a succhiare le palle prendendole tutte in bocca.
Lo succhiarono a fondo, Paola partiva dalla cappella e scendeva fino alle palle facendo entrare il cazzo tutto in bocca e dopo averlo ingoiato un paio di volte lo passava alla sua amica che faceva altrettanto.
Sentivo il glande scendere nelle loro gola calde e vogliose.

Un pompino fatto da due bocche voraci che si alternavano, assetate di sperma che non tardó ed arrivare e che le dissetò.

Avide bevvero fino all'ultima goccia e poi si baciarono ancora e baciarono me.

Dissi a Paola di distendersi sul letto e feci salire Carlotta su di lei componendo così un 69 perfetto.
Carlotta fu contenta di questa decisione, immerse subito la lingua nella figa di mia moglie grondante di umori.
Il gemito che uscì dalla bocca di Paola fu intenso ma breve perché non resistette alla vista ma soprattutto al profumo che emanava la figa che aveva a pochi centimetri dal viso e ricambiò a dovere la cortesia.

La figa di Carlotta era depilata le labbra e il clitoride turgido, larga e completamente bagnata.
Il profumo arrivava fino a me che eccitato, chinandomi iniziai a leccarle il buco del culo.
Di tanto in tanto scendevo a condividere con la mia consorte il buon sapore di quella figa che tanto avevamo voluto.

Carlotta ad un tratto con il respiro affannato e ansimando disse
"Basta… vi prego… sto venire"
Fece per alzarsi ma io prontamente la bloccai e continuai a leccare con più foga e Paola con me.

Carlotta iniziò a contrarre i glutei e a dimenare il bacino e dopo qualche secondo dalla sua bocca uscì una serie intermittente di gemiti che si alternavano alla parole
"Vengo… si… si… vengo…"

Un lungo, intenso e liberatorio gemito finale diede inizio ad un fiume di umori che dalla sua figa si riversò sulle nostre lingue e noi ci dividemmo tutto quel buon nettare da brava coppia.
… continua...
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