Capitolo 5
Kira, la ex di Anastacia


«Dannazione! Proprio sul più bello! Vado ad aprire» disse Anastacia.
Roberta dovette toglierle il dildo dal culo e la vide alzarsi, prima di farlo però Anastacia le dette uno schiaffetto sul seno e le sorrise.
«Ehi Anastacia» la chiamò.
La donna era sulla soglia della porta della stanza da letto e si fermò a guardarla.
«Ti amo!» le disse Roberta.
«Anch’io» rispose Anastacia sorridendole.
Si diresse così verso la porta, il campanello aveva già suonato altre due volte intanto, con insistenza.
«Arrivo, arrivo!» disse la donna rimettendosi l’accappatoio che era rimasto in cucina.
«Chi è?» chiese aprendo la porta.
Sull’uscio vide una persona che non avrebbe voluto vedere, soprattutto in quel momento.
«Kira, che cosa ci fai qui? Come sei entrata nella scala?» chiese sorpresa di vedere quella figura dinanzi a lei.
«A te non importare come io essere qui, io volere spiegazioni» disse la donna con un forte accento dell’est.
Kira era una donna di 30 anni alta almeno 1,90 m e con una corporatura che era riuscita a intimidire persino diversi uomo. Aveva le spalle e i fianchi larghi, i capelli biondi come quelli di Anastacia ed era vestita con un vestito rosso molto sexy che le metteva in risalto i seni attraverso una scollatura a V che avrebbe risvegliato il cazzo persino a un morto. Le sue gigantesche tette dovevano essere almeno una quinta misura. Talmente morbide e prosperose da essere quello il motivo per il quale Anastacia c’era andata a letto giorni prima, cosa che si era ripetuta più volte e di cui si era pentita.
«Senti, vattene, non mi interessi più, te lo vuoi mettere in testa?» disse Anastacia e senza aspettare alcuna risposta provò a sbatterle la porta in faccia, ma Kira fu più veloce e con una mano impedì che accadesse.
«Va via!» esclamò Anastacia.
«No, prima tu devi spiegare me!» disse la forte donna spingendo la porta.
Anastacia pur essendo abbastanza forte anche lei non riuscì ad impedire che la porta d’ingresso si spalancasse mentre fu costretta ad indietreggiare. Era per quel suo carattere iroso che Anastacia non si era fatta più sentire con lei.
Kira entrò dentro casa guardandola torva.
«Perché tu non risponde a mie chiamate, tu evitare me, io credeva che noi due stare insieme, io credeva tu amare me!» disse Kira alquanto arrabbiata.
«No Kira, noi siamo andate a letto qualche volta, mi piacevi, ma non era niente di serio, adesso devi uscire, te lo chiedo per favore» disse Anastacia lanciando alcune occhiate alla porte della stanza da letto.
Kira se ne accorse.
«Tu avere qualcuno qui, tu tradire me! Ecco perché non volere che io restare qui!»
«No, non è come credimi Kira» provò a dire la donna, ma la sua ex si fiondò subito verso la porta della stanza da letto e con due falcate era già dinanzi alla porta.
Anastacia riuscì a inserirsi tra la donna e la porta nel tentativo di non lasciarle scoprire che all’interno della stanza da letto c’era Roberta.
Kira la guardò con sospetto, così Anastacia provò a passare al contrattacco.
«Vedi, in camera da letto c’è un gran casino, ho spostato tutti i mobili perché ho…ehm… ho intenzione di ridipingerla… quindi mi chiedevo dato che sei qui…» dicendo le ultime parole Anastacia tornò nella sua versione seducente e con un dito sfiorò la profonda scollatura del vestito di Kira che la guardò stranita dal suo atteggiamento.
La scollatura era così profonda che la fessura tra i due seni si vedeva per intero, Anastacia allungò anche l’altra mano e con entrambe sotto il vestito sì insinuò nella scollatura.
La donna ansimò per un attimo poi si riebbe dicendo: «Tu volere prendere in giro me, io non credere te» e schiaffeggiò le mani di Anastacia per far sì che smettessero di palparle i capezzoli. Poi, ancora più arrabbiata aprì l’accappatoio di Anastacia all’altezza del petto senza scioglierle il cordone e le afferrò tra indice e pollice un capezzolo. Lo strinse così forte che Anastacia venne accecata dal dolore e non poté impedire a Kira di spingerla da parte.
Spalancando la porta scoprì che Anastacia l’aveva mentito, la stanza era in ordine e sul letto c’era Roberta. Gli occhi spalancati, un lenzuolo per coprirsi da cui si intuiva che in mezzo alle gambe aveva ancora il cinturino con il cazzo finto di colore blu, quello da 17 cm.
«Cosa sta succedendo? Anastacia!» chiese Roberta impaurita.
Kira la guardò odiandola profondamente, la gelosia stava montando in lei ed esclamò.
«Anastacia! Tu avere mentito me, io sapere che tu stai con un’altra!» Dopodiché Kira si fiondò verso il letto e tolse il lenzuolo che copriva la ventenne.
«Cosa vuoi da me?» gridò lei.
Dopo aver visto il fisico di Roberta, Kira parlò ad alta voce per farsi sentire da Anastacia: «Bella puttana che tu avere trovato» poi allungò un braccio e afferrò Roberta per i capelli.
«Lasciami! Mi stai strappando i capelli! Lasciami stronza!» urlava la ragazza.
Anastacia entrò con l’accappatoio ancora aperto sul petto: «Che vuoi fare?» chiese a Kira.
«Io togliere vizio a te di andare con puttanelle!»
Tenendo sempre Roberta per i capelli le tolse il cinturino, la ventenne urlava e tentava di divincolarsi, ma la presa di Kira era troppo forte.
«Non urlare, troia!» disse la donnona togliendo il piccolo cazzo ricurvo dal cinturino e per far zittire Roberta le spinse il viso tra i propri seni. Nelle tette enormi la voce della ragazza smise di farsi sentire nonostante urlasse ancora come una matta.
Kira si mosse insieme a Roberta costringendola a camminare all’indietro spinta dalla sua mole e la condusse fino in cucina.
«Lasciala stare, lei non centra!» disse Anastacia non sapendo cosa fare per aiutare la ragazza, da un lato era pietrificata dalla paura, dall’altro vedere quella scena la stava inspiegabilmente eccitando.
Anastacia li seguì in cucina dove Kira lasciò respirare Roberta togliendole le sue tette dalle vie respiratorie, la teneva ancora stretta per i capelli e la ragazza era rossa in viso, tentava di riprendere fiato.
«L-lasciami…s-stare» continuò a dire boccheggiando.
Ma Kira non la stava neanche ascoltando, guardò Anastacia e poi Roberta, con la mano libera le toccò i seni, sfiorando i capezzoli e le girò intorno, inaspettatamente Roberta sentì arrivare sulla natica destra una sonora sculacciata che la fece urlare e al contempo piegare le ginocchia, ma era impossibile che cadesse, Kira la stava ancora tenendo per i capelli.
«Tu essere proprio bella ragazza!» esclamò mentre si toglieva il vestito rosso, il reggipetto e le mutande. Adesso era completamente nuda davanti a loro e a Roberta faceva impressione e gola allo stesso tempo. Aveva un fisico con le curve al posto giusto, seppur molto formoso, Roberta ne rimase estasiata. Non era angelica come Anastacia, ma quella donna la stava eccitando come quando aveva deciso di farsi prendere da lei diversi giorni prima, poteva ancora sentire dentro di sé la potenza dei suoi affondi.
«Lasciala stare!» ripeté Anastacia
«Se tu dire che ami me e volere stare con me, allora io lasciare andare e poi io scopare te con questo!» esclamò Kira indossando il cinturino e indicando il dildo che svettava tra le sue gambe.
Anastacia fu molto combattuta, da un lato avrebbe potuto riavere con sé Roberta, dall’altro temeva che quel cazzo che stava indossando Kira avrebbe potuto farle molto male, più dell’ultima volta. Esitò per qualche secondo.
Kira la guardò e poi guardò Roberta, infine disse: «Tu avere fatto tua scelta» così spinse la ventenne sul tavolo, mettendola subito a 90 gradi.
La ragazza emise uno strillo quando le sue tette sbatterono sul tavolo.
Anastacia immaginò quello che stava per accadere e non riuscì a reagire.
«Adesso io divertire con lei così tu trovare sfondata! Inoltre, io insegnare te come vuole essere scopata una donna!»
Allargò le gambe di Roberta usando le proprie e poi puntò il dildo sulla fica della ragazza. Quest’ultima notò subito la differenza di dimensioni con il cazzo finto che l’aveva sverginata come prima e non poté credere di riuscire a prendere dentro di sé neanche la cappella.
«No, lasciami! Mi spaccherai in due con quel coso! Lasciami!» ripeteva Roberta in ansia.
Ma Kira non si fece intimidire dalla resistenza di quella fichetta e le disse: «Io allargare te tanto tanto» spinse con una forza così devastante che il tavolo addirittura si spostò di qualche centimetro.
«Aaaaaargh!» urlò Roberta mentre sentiva la fica allargarsi così tanto da pensare gliel’avesse spaccata. Rimaneva il fatto che dentro di sé si sentì dilaniare i tessuti e con le unghia artigliò il legnò del tavolo lasciando sicuramente dei segni.
Non ebbe il tempo di riaversi che Kira spinse un’altra volta con forza.
«Aaaaaaarg! Mi sta aprendo in due! Aiutami Anastacia! Non ce la faccio più» intanto il cazzo non era entrato neanche per metà.
Kira tirandole sempre la cute alzò il viso di Roberta così che Anastacia poté vedere che fosse rosso e sudato.
«Fa qualcosa! Toglimi questo palo o mi romperà la fica!»
Kira tornò qualche centimetro indietro e poi eccola con un nuovo affondo che fece cedere le gambe della ragazza, le ginocchia non avevano più la forza di reggerla e così il suo peso gravava interamente sul tavolo che intanto si era spostato nuovamente.
Anastacia era bloccata e non si accorse neanche che la sua mano aveva sciolto il cordone dell’accappatoio e aveva iniziato a masturbarsi di fronte a quella scena tanto eccitante.
«Appena entra tutto, ti piace, tu stare tranquilla» disse Kira colpendo altre due volte senza pietà.
Roberta, che sembrava svenuta si riebbe e continuò a gridare, il cazzo aveva già raggiunto un punto inesplorato rispetto a quando aveva perso la verginità, giusto poco prima, e si sorprese che si stesse eccitando.
«Tu cominciare a bagnarti! Molto bene! Ora tu godere come troia che sei!»
La ragazza mordeva il proprio labbro inferiore e Anastacia lo notò, aveva ormai imparato a capire quando Roberta provava piacere e quello era un chiaro segno iniziale.

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