- Ciao, ti va di rivederci oggi? -
- Ciao, sì, tanto non sono andato a scuola -
- E come mai? -
- Non ne avevo voglia, ieri dopo che sei andata via mi sono addormentato e mi sono svegliato da poco -
Erano le 11:30. Aveva dormito più di 12 ore. L’avevo prosciugato. Mi misi a ridere.
- Allora vengo da te subito -
- Benissimo! -
Uscii di casa e andai da lui. Mi fece entrare, mangiammo qualcosa, dopotutto era mezzogiorno passato, e ci mettemmo a vedere la tv sul divano in sala. Lui non parlava, ero sicura che aveva voglia di toccarmi, ma non sapeva come dirlo. Mi veniva da ridere, ma mi trattenni.
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In bagno non ci andai, girai l’angolo, mi spogliai completamente, buttai gli abiti in terra e tornai da lui.
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Rimase a bocca aperta, con un filo di bava che gli colava. Credo fossero le prime tette che vedeva in vita sua. Scoppiai in una fragorosa risata e forse lui ci rimase male, ma non mi importava.
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A me faceva troppo ridere, avevo ormai capito che era un dolce e tenero sfigatello, ma che si era ritrovato un pisello da far invidia al più arrogante maschio alfa.
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Non se lo fece dire due volte, come una madre con il proprio neonato, gli accarezzavo la testa mentre lui passava da un capezzolo all’altro con passione.
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Non aspettai più, dalla mia bocca partì automatica una leccata lungo tutta l’asta e in risposta vidi che un tremolio, più simile a una scossa elettrica gli partì dai piedi fino ai capelli.
“Adesso mi viene in faccia” pensai. Ma niente. Si vede che aveva un ottimo self control.
Iniziai a stuzzicargli la punta dell’uccello con la lingua, cercavo di entrare in quel buchetto, per poi spostarmi tutto intorno, come fosse un gelato che si stava sciogliendo. Dalla sua bocca uscivano sospiri e gemiti:<
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Cercai di dire un secco “NO”, ma mi uscirono una serie di mugolii e rumori sciacquosi: <
Alberto, non sentendo una risposta negativa, afferrò la mia scatola cranica con la mano sinistra e ora che ne aveva pieno possesso iniziò a tirarmi contro il suo ventre. Iniziai a sbracciare e mugolire, ma tutto ciò che afferrai furono le sue gambe. Iniziai a vedere scuro, lacrimare, probabilmente lui vedeva le mie pupille sparire verso l’alto e il respiro divenne affannoso e difficoltoso.
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Ma io non ne potevo più, trasalivano conati di vomito, provai a deglutire per far passare il suo cazzo in gola, ma era troppo grosso. Ci riprovai, ma fui interrotta dai conati. Non respiravo più. Strinsi le unghie contro le sue gambe pelosette più che potevo, ma non lasciava la presa. Alberto si tirò in piedi e io venni spinta e mi ritrovai con il culo sul pavimento freddo. Riprovai a deglutire un’ultima volta. Sentii il pisello che mi si allargava in gola e sprofondava.
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Riuscii a riprendere fiato con il naso, ma non vedevo quasi niente, ero piena di bolle di saliva e lacrime in faccia. Capii di essere arrivata in fondo perché il mio naso da porcellina era pigiato forte contro il suo ventre. Rimasi in quello stato per del tempo che non saprei quantificare. Smisi di fare versi con la gola, presi un altro bel respiro con il naso, alzai la mano destra verso la faccia di Alberto e lo mandai affanculo. Stranamente si mise a ridere lui questa volta, si vede che gli spuntarono le palle proprio in quel momento. Repressi la stizza che mi era salita furiosa e invece di staccarmi, chiusi gli occhi e rimasi con il suo cazzo in gola. Le mani lasciarono la presa delle sue gambe e le portai piano piano dietro il suo sedere. Aprii gli occhi, volevo vedere l’espressione della sua faccetta sbarbata mentre gli infilavo l’indice e il medio nel culo.
Dire che sussultò non rende l’idea. Il cazzo mi si smosciò in bocca, cacciò un urlo da ragazzina: <
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Riuscii a infilare tutte le dita, pollice compreso. Gli allargai il buco del culo e lo chiamai puttanella. Stranamente lo presi più come un gioco che una vendetta. Era arrivato a scoparmi la bocca nella maniera più brutale, ma riuscii a rimetterlo al suo posto e vederlo smosciare mi eccitò da morire. Estrassi la mano.
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Sembrava veramente triste.
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Lo feci mettere sul divano sopra di me, con il cazzo moscio in mezzo alle mie tette. Partiva da poco più in alto dell’ombelico e riuscivo a succhiarlo nonostante fosse floscio, ma lo stuzzicavo più con le mani che con la bocca.
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Rimasi a bocca aperta
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Vidi che quella situazione lo aveva fatto eccitare, il suo cazzo iniziava a ingrossarsi e mi premeva contro una guancia.
Lo spinsi per ribaltare la situazione e mettermi sopra di lui. Alberto si stese, capì che volevo cavalcarlo e mi lasciò campo libero. Impugnai il pisello a circa metà e lo premetti per infilarlo nella mia passerina, ancora non abituata a quelle dimensioni. Alberto ridacchiava della mia goffaggine, ma ero troppo concentrata per replicare. Ci riuscii e arrivai a toccarmi la mano con cui stringevo il suo pene. Continuavo a muoverlo e muovermi sopra di lui per ambientarmi. Mollai la presa e con le mani mi sostenevo sul suo ventre. Iniziavo a subire le sue dimensioni, lo sentivo pulsare dentro di me, sentivo scendere umori dalla fica come se avessi avuto un rubinetto aperto e Alberto aveva cominciato piano piano dei movimenti regolari con il bacino. Mi stavano cullando, avevo gli occhi socchiusi, la bocca semi aperta, da cui respiravo pesantemente, mentre lui non emetteva gemiti. Probabilmente stava godendo nel vedermi così, probabilmente iniziava a compiacersi nello scoparsi una più grande di quasi dieci anni. Ma non mi importava. Non sapevo quanto ne avevo preso dentro di me, non me lo sentivo tutto, ma ero in paradiso e stavo venendo dolcemente. Aprii gli occhi, avevo bisogno di più contatto fisico, quindi mi distesi sopra il petto di Alberto, il quale stava continuando a dare dei graziosi colpetti: le spintine che facevano uscire e rientrare il pene. Probabilmente lui non aspettava altro, perché appena mi chinai, lui piegò le gambe e inarcò il bacino, facendomi entrare, a tradimento, tutto il suo cazzo dentro di me, esattamente come il giorno precedente.
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Me lo sentivo dentro, rigido, era diventato una parte di me. Ma poi me lo sfilò fuori di colpo e senza avvertimento lo rispinse con cattiveria. Mi abbracciò, impedendomi libertà di movimento. Ero completamente bloccata, e lui come un trapano aveva cominciato a sforacchiarmi.
<<…AH! AH! AH! AH! AH!...>> Io stavo urlando, non me ne rendevo conto, ma gridavo e sudavo a più non posso, mentre lui emetteva gemiti più sordi e meno regolari: <<…Uh... Uuuh... Uuuh...>>
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Poi di colpo rallentò e mi disse, mentre era tornato a scoparmi dolcemente:<
Ci misi alcuni secondi per riprendermi: <
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In quel momento mi sarebbe andato bene tutto, mi bastava recuperare la libertà di movimento: << Sì sì va bene!>> Mi liberò dalla presa, mi alzai con difficoltà e mi misi a quattro zampe sopra il divano.
Lui non esitò a entrare. Quella che prima era una passerina da pieno titolo di duchessa, ormai era spalancata come la fica di una prostituta. Lo sentii penetrarmi piano piano ed uscirmi altrettanto piano, le sue mani mi accarezzavano il sedere, forse anche lui preferiva così. La tregua non durò molto, sentivo che a tratti il ritmo aumentava, io gli urlavo: << Fai piano!>> E lui si quietava nuovamente. Sentivo le sue mani che mi accarezzavano la schiena, le cosce, i capelli e perfino le tette. Stavo per venire, avevo cominciato a respirare sempre più affannosamente:<
Mi aiutò a distendermi in posizione prona e senza tirare fuori il suo gioiello dalla mia passerina. All’improvvisò, però, diede un colpo fortissimo di reni ed entrò completamente.
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Sentivo i colpi delle sue anche sul mio culo “TAP-TAP-TAP-TAP-TAP”
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Strinsi e morsi il divano, non urlavo neanche più, le vene del mio collo stavano per esplodere, sentivo quel cazzo arrivarmi in gola, non sapevo neanche se stessi sentendo dolore o godimento. Ormai non c’erano mezze parole, il ragazzetto, poco più di un bambino, mi stava sbattendo come un tappetino, ero venuta prima io e anche lui aveva trovato il modo di godere. Mi cominciarono a tremare le gambe, stavo per avere un altro orgasmo e molto più forte del precedente. Avevo ritrovato l’uso della parola e come in preda a una possessione urlai: <
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Cominciò a sculacciarmi, ne contai quattro finché disse: <
Ebbi un attimo di lucidità. Non aveva messo il profilattico. Stavamo scopando, anzi, mi stava scopando senza protezione. Con un lampo di genio dissi senza pensare:<
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Aggiunto: 4 anni fa
Utente:
«Complimenti, sia il primo che il secondo capitolo meritano »
«»
«=================D
Dopo aver letto ecco cosa accade»
«e brava la michela. Coinvolgente anche il secondo. »
«Bravissima.»
«Brava mi sembrava d'essere al tuo fianco e godere con TE!»
«»
«»
«veramente erotico»
«Spettacolo»
«Spettacolare, scrivi ancora sono troppo eccitanti»
«Formidabile»
«»
«Bellissima storia, scrivi molto bene. Le storie vere sono le più belle.»
«SEI UNA FAVOLA»
«Che intensità. Dai benissimo l'dea delle sensazioni. Complimenti»
«Questo è il link della prima parte "Il diciottenne"
https://www.amaporn.com/racconto/2745/il-diciottenne/»
«Sei formidabile...vorrei invitarti in Romagna»
«Ciao a tutti!! Questo link vi rimanda alla prima parte!!
https://www.amaporn.com/racconto/2745/il-diciottenne/»