Non so perché l'abbia fatto, ad oggi non so trovare una risposta precisa, un po' direi per trasgressione, un po' per incoscienza giovanile, non saprei.
In un'area di sosta un pomeriggio a spasso con i miei andai in bagno e una volta uscita, aspettai papà che uscisse dal bagno degli uomini. La mia attenzione fu attirata dalle scritte sul muro del piccolo ingresso che faceva da anti bagno per mantenere la privacy, mi guardai attorno se ci fosse qualcuno e mi spinsi un po' più avanti per leggere meglio.
Pff solo parolacce e bestemmie, da lì però si poteva vedere che nel bagno degli uomini non c'era nessuno, così mi spinsi un altro po' più in là e se qualcuno fosse entrato avrei potuto sempre dire di aver sbagliato o di star cercando mio padre.
Entrai e di fronte gli orinatoi c'era come una bacheca di numeri telefono, guardai per qualche istante e ne lessi solo un paio prima che sentissi il rumore dello sciacquone del bagno dove mio padre era e scappai via per non farmi trovare lì dentro.
Mentre camminavo continuavo a ripetermi l'unico numero di cellulare che ricordavo per poterlo memorizzare nel mio telefono una volta rientrata in macchina.
"[***]....."
Lo ripetevo come un mantra e una volta in macchina presi il mio telefono e lo memorizzai, di sicuro non avevo dimenticato il nome...."Bull 61".
Ma come ogni fantasia si sa va e viene come una piuma.
Lascia quel numero in rubrica per almeno 3 mesi fin quando arrivate le vacanze estive un pomeriggio dopo pranzo, all'insegna della noia mi tornò in mente quel numero, presi la rubrica e dopo aver guardato qualche minuto decisi di mandare un messaggio... "ciao" semplice e generico, guardai un altro po' e poi buttai il telefono nel letto.
Qualche minuto, solo qualche minuto e il telefono cominciò a vibrare vicino la mia testa, mi rigirai e vidi il contatto salvato "auto G" che mi stava chiamando.
"oddio e adesso che faccio?!" pensai.
Lo lasciai squillare per un po' e poi facendomi coraggio risposi schiarendomi la voce
"Pronto?"
"Pronto ciao scusa chi sei?"
La voce era profonda e un po' rauca che quasi sembrava quella di un orco, esitai qualche momento prima di rispondere anche in attesa che mi venisse in mente un nome da inventare.
"Martina...tu?"
"Io sono Tony, dove hai trovato il mio numero?"
Mentre lui parlava cercavo di capire qualcosa di più, sicuramente non era siciliano in quanto l'accento era piuttosto diverso da tutto ciò che avevo mai sentito e poi che sicuramente stava guidando perché si sentiva un ronzio in sottofondo molto grosso.
Esitai ancora qualche istante.
"In un autogrill..."
Silenzio dall'altra parte, solo il ronzio del motore.
"Ah...e dimmi Martina che ti serve, perché hai preso il numero?"
Silenzio da parte mia.
"Non so...curiosità forse"
"Curiosità di cosa?"
"Di quello che fai..."
"E secondo te cosa faccio?"
"Non lo so...per questo ti ho scritto"
Silenzio da parte sua.
"Di dove sei Martina?"
Silenzio da parte mia
"Siciliana..."
"Siciliana di dove?"
"No questo preferisco non dirtelo..."
Ronzio del motore.
"Allora Martina io sono in Sicilia dalle parti di Catania la settimana prossima, se vuoi ci vediamo e ci prendiamo un caffè così ti spiego"
"Non so vediamo...ci sentiamo....ciao"
"Cia..."
Misi giù il telefono col cuore che batteva all'impazzata.
Posai di nuovo il telefono nel letto, lo guardai di nuovo e poi lo ripresi mandando un messaggio "scusami continuiamo per messaggi è meglio".
Nessuna risposta, posai il telefono nel letto e mi rimisi sdraiata.
Non potevo togliermi dalla testa quella fantasia che mi girava intorno, io nel cesso dell'autogrill chiusa in bagno con lui seduto sotto di me che mi scopava, così sporco, non sapevo dargli un volto né una fisicità, ma il pensiero di me in quel contesto bastava per farmi bagnare.
Andai al mare e una volta tornata verso le 19.00 sentì il telefono vibrare dallo zainetto, lo presi, autoG, aprì il messaggio "Ciao Martina, scusa non ho potuto rispondere perché stavo guidando, comunque se sei interessata ci possiamo vedere per quel caffè, io sono in Sicilia la settimana prossima, fammi sapere. ciao".
Lessi il messaggio, respirai e risposi.
"Ciao Tony, ti ringrazio ma per è difficile spostarmi perché non ho la macchina"
Appena mandato il messaggio subito si illuminarono le spunte blu e mi rispose
"Nessun problema, dimmi dove ti viene più comodo e ci vediamo lì"
"Non lo so..." risposi
Arrivata a casa posai il telefono sopra il letto e andai a fare una doccia, mentre ero sotto l'acqua calda continuavo ad immaginare quella scena di me nel bagno e nel frattempo a qualche posto in cui lo avrei potuto incontrare senza rischiare di essere vista e riconosciuta.
Uscita dal bagno guardai il telefono, un altro messaggio:
"Se è la prima volta, io sono discreto e pulito"
Visualizzai il messaggio, subito dopo vidi che stava scrivendo qualcosa.
"Mandi foto?"
Esitai un momento, ma più passava il tempo più ero decisa ad andare oltre i miei limiti, così presi il telefono e feci un selfie attenta a non prendere la faccia ma solo ad inquadrare le mie tettone enormi e avvolte dall'asciugamano.
Lo vidi visualizzare subito la foto e immediatamente dopo scrivere:
"wow bellissima"
Non feci in tempo a scrivere che arrivò una foto che mi fece rimanere di stucco.
Un primo piano dal basso del suo cazzo, era tozzo e nodoso, non sembrava grandissimo ma di sicuro era spesso e peloso, si vedeva un pancione enorme poco sopra e una carnagione scura.
Rimase a guardare il telefono, e la foto, per qualche secondo, poi arrivò un messaggio con scritto:
"ti piace?"
Forse era arrivato il momento di scoprire le carte, ma con calma:
"Sì...non c'è male"
Una volta mandato e visualizzato subito come da prassi, mandò un altro messaggio:
"Senti io questo giovedì sono a Catania e sono libero fino a sabato, dai vediamoci"
Con l'asciugamano ancora avvolto, i capelli bagnati e le mani che tremavano quando scrissi:
"Ok...vediamoci a ******** per le 3 del pomeriggio"
Non potevo credere di averlo fatto veramente, ma ero troppo eccitata anche per potermene pentire, "male che vada non ci vado" pensai.
Arrivò il giorno fatidico, avevo pianificato tutto, Mamma sapeva che sarei andata con Ludo tutto il giorno a mare, con lei e altri amici.
Ludo sapeva di dovermi tenere il gioco nel caso mia madre la chiamasse.
Misi un vestitino estivo molto leggero e non eccessivamente corto, per quanto la mia fisicità non fosse di per se impossibile da nascondere.
Presi il mio classico zainetto da mare misi le converse e giù nel vialetto, salì sul motorino e via.
Ero diretta in un paesino vicino al mio già semi deserto in inverno e praticamente vuoto in estate.
Non era lontano da dove vivevo ma ci vollero comunque 15 minuti con il mio motorino scassato.
Mi fermai nella piazza come concordato, completamente deserta, non mi lasciai prendere dalla paura e una volta parcheggiato tolsi il casco e presi il telefono nello zaino,
"Cavolo!"
C'erano due chiamate perse e un messaggio, lessi il messaggio:
"Ciao Martina, io sto arrivando, sono con la motrice arrivo a piedi"
"Motrice?" pensai
Solo dopo realizzai si trattasse di un camionista.
Lo aspettai e dopo circa 10 minuti vidi dal fondo della piazza vuota un uomo avvicinarsi verso di me, Camicia a maniche corte leggermente sbottonata e un canotta di un blu elettrico sotto che si intravedeva dal tessuto semi trasparente della camicia, pantaloni leggeri e delle scarpe da lavoro.
Era alto poco meno di 1 e 70 ma sembrava pesare molto data l'enorme pancia che si portava davanti.
Mi vide da lontano e accennò un sorriso affrettando il passo e appena fu abbastanza vicino mi salutò porgendo la mano:
"Ciao Martina.."
"Ciao..." risposi io visibilmente imbarazzata.
"Ce l'abbiamo fatta, scusa ma ho lasciato la motrice più giù perché qui non potevo parcheggiare"
"Tranquillo" risposi io totalmente bloccata dalla timidezza.
Chiusi il motorino e tenendo il casco in mano mi voltai di nuovo verso di lui.
Ora che era più vicino potei notare la barba ispida, di quelle non fatte da qualche giorno e il naso pronunciato con la punta piena di punti neri e il resto del viso sudaticcio e lucido.
Lo notai subito guardarmi, certo magari non ero esattamente come si aspettava, ma la realtà si sa è sempre piuttosto impietosa.
"Sei bellissima"
Io sorrisi e ringraziai
"a quest'ora mi sa che non ci sono bar aperti" disse lui.
Io però ne avevo visto uno nella strada che mi portò in piazza.
"No no ce n'è uno aperto più giù"
Feci strada e lui mi segui e poi cominciò a camminarmi accanto.
Dopo poco arrivammo nel bar ed entrammo, dentro non c'era nessuno se non il vecchio proprietario annoiato e stanco dall'orario e dal caldo di quel 13 agosto, salutammo e ci accomodammo in un tavolino della saletta del bar.
mentre io cercavo il posto più tranquillo e nascosto possibile lui si voltò dicendomi:
"Marti tu che prendi?"
"Un succo d'albicocca per me"
"Una Moretti per me" rivolgendosi al barista
Trovato il posto nella saletta nell'altro ambiente del bar mi accomodai e subito vidi arrivare lui con la birra e il succo in mano e un sorriso stampato sulla faccia.
"Beh è comunque educato" pensai
Mise il succo nel tavolo, lo agitai un po' e subito dopo arrivò il cameriere annoiato con due bicchieri.
Un altro sguardo sulla scollatura, beh in fondo era comprensibile.
"Allora è la prima volta che incontri qualcuno così?" chiese lui
"Sì...ho trovato il tuo numero nell'autostrada per Catania" dissi io
"Perché hai messo il tuo numero in un bagno di un autogrill?"
"Mi piace sperimentare, sai io faccio il camionista e a volte ci si sente soli"
"Ma la gente ti chiama?" chiesi incuriosita mentre sorseggiavo il mio succo
"Sì sì…molte persone, più uomini però"
"E tu?"
"Se mi piacciono ci vado" rispose lui con la massima naturalezza "Sono bi ma sono attivo" e diede un sorso di birra "Ma le ragazze belle come te mi piacciono di più" sorrise cercando di essere galante
Io sorrisi con una risata di circostanza
"Dimmi Martina, tu che fai nella vita? Perché hai preso il mio numero?"
Io risposi con tutta l'onestà che potevo tirar fuori in quel momento
"Perché la trovo una cosa eccitante però ero un po' spaventata"
"Da cosa?" Rispose lui come se fosse una domanda assurda
"Beh dalla gente che potrei trovare..."
Lui sorrise e poi continuò dicendo:
"Beh bisogna avere un po' d'occhio...io ho capito subito che eri una bella ragazza"
Sorrisi con l'ennesimo sorriso di circostanza e lui ora che si sentiva più a suo agio e probabilmente notando che anch'io mi stavo rilassando mise da parte i convenevoli e cominciò ad essere più espansivo.
"Posso chiederti che taglia di seno hai?"
"ehm...una settima piena....quasi un'ottava"
Lui sorrise visibilmente eccitato dalla mia risposta
"bene bene....senti, ci spostiamo allora"
A quel punto il cuore cominciò a battermi forte perché sapevo ci stessimo avvicinando al momento che tanto avevo immaginato ma l'unica cosa che seppi dire in tutta la mia goffaggine fu:
"Sì ma non so dove andare..."
Lui dall'alto della sua esperienza disse:
"Tranquilla possiamo andare con la motrice e metterci in un posto tranquillo"
"Ok.." risposi io col cuore che andava a mille
Ci alzammo, lui pagò il conto e dopo ci dirigemmo fuori, percorremmo insieme la strada in discesa che dalla piazza in centro portava verso una via all'entrata del paese quasi in totale silenzio, lui di tanto in tanto mi guardava e sorrideva e io facevo lo stesso sempre più impacciata.
Lui che probabilmente aveva intuito la situazione, non tanto per empatia, ma col vantaggio di essersi trovato in quella situazione mi tranquillizzò dicendo:
"Dai tranquilla rilassati è una cosa piacevole e bella, un'avventura...se vuoi"
Mi poggiò una mano sulla spalla e lentamente la fece scivolare giù verso la schiena e con molta non chalance andò giù verso il culo.
Indossavo un perizomino minuscolo e lui probabilmente lo sentì subito e con voce sempre più eccitata disse:
"Hai anche un bellissimo lato b..."
"Ma va...è troppo grosso"
"Non è vero! è bellissimo"
Prima che la conversazione continuasse arrivammo alla piazzetta dove aveva parcheggiato la motrice, un grosso camion Bianco senza traino luccicante alla luce di quel sole estivo.
Fece un piccolo saltello e aprì lo sportello, poi una volta dentro si allungò per aprire la mia portiera.
Era la prima volta che salivo in un camion e feci anche un po' di fatica nel farlo, dopo il primo piede il secondo negli scalini vidi la sua mano che mi aiutò a montare su.
Sopra l'ambiente era piuttosto scuro e molto caldo, probabilmente perché era stato parcheggiato al sole, puzzava un po' di sigaretta ma in compenso era molto spazioso, io potevo stare quasi in piedi, tra il sedile guida e quello passeggero c'era un spazio con un sedile reclinabile che era abbassato e dietro un lettino con un mini tv e una bandiera di una squadra di calcio che non conoscevo e sopra un altro letto con delle tendine. C'era qualche pacchetto di patatine e carte di panini ma tutto sommato sembrava abbastanza pulito.
Lui ormai visibilmente eccitato non lasciandomi la mano mi disse:
"vieni, vieni bellissima accomodati"
Io ringraziai e mi misi comoda nel grande sedile passeggero.
Lui fece lo stesso e mise in moto partimmo subito uscendo dalla piazzetta.
Io con un sorriso scemo stampato sulle labbra non potei nascondere un'altra espressione sorpresa dal vedere lui mettere il camion in moto, lui dal canto suo notandolo anticipò la mia domanda.
"Sto andando verso una stazione di servizio ma dobbiamo prendere l'autostrada è vicinissima...saranno 15 minuti al massimo"
"Ok..." risposi non troppo entusiasta di quella scelta ma la mia incoscienza si era ben shekerata con l'eccitazione in una scarica di adrenalina che mi faceva andare il cuore a 2000 battiti al secondo.
Ci immettemmo nell'autostrada direzione Catania e lui con un occhio sulla strada e uno si di me cominciò di nuovo a tranquillizzarmi.
"Allora dimmi, sei una ragazza scatenata tu? Ti piace fare pazzie?"
Come se la cosa non fosse abbastanza ovvia dato il posto e il contesto in cui mi trovavo ma preferì rispondere con una generica frase di circostanza:
"Beh sì..."
"Qual'è la cosa più pazza che hai fatto?"
"Uhm....sono stata in una spiaggia nudista e ho scopato con due uomini"
"Uaaaaaà"
Lui mi guardò meravigliato e sorridente come se quella risposta gli riempisse il cuore e non solo.
"Ma allora ti piace fare la porcella" rise
Risi pure io
"E dimmi ti sei fatta scopare da tutti e due insieme? sì?"
Io annuì con la testa.
"E quindi lo dai il culo? sì? fai sesso anale?" si corresse mal celando un linguaggio sempre più esplicito probabilmente dettato dall'eccitamento galoppante.
"Sì anche...."
"Vieni qui siedi più vicina" Disse lui alzando il sedile reclinato al centro.
Staccai la cintura e mi spostai verso il sedile centrale, lui con gli occhi un po' sulla strada un po su di me e con la sua voce rauca ormai palesemente eccitata mi disse:
"Ma lo sai che mi ecciti un sacco con quelle tettone?"
Rimasi in silenzio perché l'eccitamento del momento aveva preso e bloccato pure me con il cuore che batteva come un martello pneumatico.
"Perché non mi fai vedere le mutandine che hai sotto Martina?"
Aprì lentamente le gambe, gli occhi di lui andarono subito al perizoma rosa di licra che indossavo abbastanza trasparente che lasciava intravedere un po' della vulva sotto, guardava la strada e sempre di più le mie gambe aperte come se stesse guardando una partita di tennis.
Dopo poco mise una mano sulla coscia per farmele allargare ancora di più e io una volta aperte completamente sollevai i piedi poggiandoli sulla seduta, il perizoma veniva leggermente inghiottito dalle grandi labbra facendo un effetto camel toe.
Lui ormai completamente eccitato mise una mano sopra e con dei movimenti nervosi cominciò a sfregare, la mi figa era già bagnata e lui non perse troppo tempo prima di spostare leggermente il perizoma e infilarci un dito dentro facendomi mordere il labbro per trattenere il gemito che avrei voluto tirar fuori.
"sei bella bagnata già mmmmmh" disse lui con una voce piena di eccitamento come se pregustasse quello che avrebbe assaggiato di lì a poco.
Il piede premeva sul pedale dall'acceleratore e all'unisono il mio cuore pompando adrenalina nel mio corpo e quasi facendomi sentire ubriaca. Come se non bastasse il caldo dell'abitacolo ci stava facendo sudare entrambi e la camicia di lui era già abbondantemente sudata e appiccicaticcia, sia alla canotta che al sedile sotto rendendola ancora più trasparente.
Continuava a infilare il dito medio nella mia figa ormai bagnatissima e di tanto in tanto lo tirava fuori sfregandolo nella clitoride e poi portandolo verso la sua bocca per leccare il mio succo.
"Mmmmmmh sei buonissima" diceva lui leccando e succhiandosi il dito come se avesse appena finito un pacchetto di patatine mentre io lo guardavo con un'espressione tra il sofferente e l'eccitato mentre di tanto in tanto guardavo la strada dritta davanti a noi cosciente del fatto che avessi le gambe completamente aperte.
Dopo pochi minuti arrivammo all'area di servizio, davanti le pompe di benzina , poi il solito autogrill con l'enorme insegna scolorita sopra e dietro una grande zona di sosta per camion con delle tettoie abbastanza alte da poterci parcheggiare il mezzo sotto.
Il parcheggio era quasi deserto, ci saranno stati 3 camion al massimo, ci sistemammo in un posto a limite dello spiazzale.
Il mio cuore ormai andava al galoppo ero sudata ed eccitata, delle goccioline si sudore mi cadevano ai lati della fronte sotto la frangia e le grosse tettone erano sudate schiacciate l'una con l'altra, lui invece era bagnato come se si fosse messo a correre sotto la pioggia.
Si era stancato di parlare o forse aveva finito quelle banali frasi di circostanza ma dopo essersi sfilato la camicia si avvicinò e mi bacio senza nemmeno chiedere.
Puzzava di sudore, potevo sentire la barba ispida e dura e il suo alito di birra misto a sigaretta e la lingua che leccava la mia, lo lasciai fare così come lo lasciai allungare di nuovo la mano verso la mi figa, questa volta molto più ferma e decisa.
Infilò prima il dito medio e poi aggiunse l'indice comincianndo a muovere in alto in basso ma con entrambe le dita ben' piantate dentro facendomi gemere, questa volta senza trattenermi.
Questo lo fece eccitare ancora di più e agitare le dita ancora più energicamente, dopo poco, staccandosi dalla mia bocca disse:
"Abbassa, fammi vedere queste tettone enormi" e nel dirlo abbassò una bretella del vestitino.
Io obbedì e abbassai entrambe rivelando il reggiseno rinforzato di pizzo rosa che a stento mi conteneva l'enorme seno.
Abbassai anche quello e le enormi mammellone vennero fuori cascando un po' verso il basso per la gravità.
Le areole rosa e larghe e i capezzoli grandi e turgidi per l'eccitamento erano in bella vista davanti a lui che guardò voglioso ed eccitato.
"Uaaaaà sono bellissime" disse mentre provò ad agguantarle con le mani ma non riuscendoci date le dimensioni.
In ogni caso, cominciò a succhiarle alternando la destra e la sinistra, mordendo di tanto in tanto i capezzoli, facendomi gemere sempre di più e portandomi quasi inconsapevolmente a prendergli la testa e toccargli i capelli unti e sudati.
Con una mano sopra la mia figa e l''altra su un tetta mentre le succhiava e leccava io me ne stavo totalmente inermi e lasciarlo fare, fin quando non sentì la sua mano staccarsi dalla figa e cercare il suo cazzo per tirarselo fuori dai pantaloni, dopo si staccò anche dalle mie tette e l'unica cosa che feci fi assecondare il movimento della sua mano per spingermi la testa contro il suo cazzo.
"Dai bellissima succhia sssssiì" disse lui con una voce ormai eccitata e morbosa.
Io mi piegai verso di lui senza nemmeno guardare il cazzo ma semplicemente infilandolo in bocca.
Puzzava da far schifo e solo dopo averlo tirato fuori dalla bocca potei vedere quando sporco fosse e dello smegma che era accumulato ai lati inferiori del glande.
Quella scena però non mi fece schifo anzi, mi fece eccitare ancora di più, gli agguantai il cazzo e cominciai a menarglielo mentre mi feci strada tra i peli per cominciare e leccargli le palle.
Cinque minuti solo cinque minuti e mentre ero pronta a rimettere il cazzo in bocca sentì un urlo strozzato da parte sua e poco dopo aver alzato lo sguardo ancora piegata su di lui un getto enorme e abbondante mi arrivò in faccia.
Chiusi gli occhi di riflesso ma viso, capelli e bocca erano completamenti ricoperti del suo sperma.
Rimasi bloccata per qualche secondo mentre lui si godeva il suo coito con suoni simili a grugniti che andavano all'unisono con i getti senza fine che continuavano a colpirmi facci e bocca e che mi costringevano a stare con un solo occhio aperto avendo l'altro completamente ricoperto.
Rimanemmo così per qualche secondo in quella scena surreale di me piegata su di lui completamente lercia del suo liquido, lui dopo essersi rilassato mi guardò, o per lo meno credo mi stesse guardando, per quello che riuscivo a vedere e mi porse subito uno strappo di carta da un rotolo che aveva vicino al lato guida.
Mi asciugai mentre in me cominciava ad arrivare una sensazione di vaga delusione da tutta quella esperienza così desiderata e immaginata e finita troppo presto in un coito così maledettamente veloce e squallido.
Non dissi nulla e rimasi silenziosa, lui fece lo stesso ma solo giusto il tempo di asciugarsi e riprendersi dall'orgasmo intenso che aveva appena avuto.
Io tirai su una bretella del reggiseno cercando metterlo di nuovo a posto ma lui mi bloccò con la mano e mi bacio di nuovo, io sorpresa da quell'azione lo lasciai fare e lo baciai anch'io a mia volta, lui aggressivo e voglioso come un momento prima non disse nulla ma solo si portò verso di me facendomi sdraiare tra il sedile passeggero vicino al suo e quello immediatamente dopo.
Si mise sopra di me e continuandomi a baciare cominciò a smanacciarmi tette e figa infilando di nuovo le due dita dentro, provocandomi di nuovo una sensazione di piacere e stordimento dettata dal cuore che solo dopo essersi calmato cominciò di nuovo a battere all'impazzata.
Dopo poco le dita si spostarono dalla mia figa al mio culo, che non aveva bisogno di essere lubrificato in quanto le dita erano già abbastanza bagnate del mio succo.
Continuò a masturbarmi culo e figa mentre messo sopra di me con tutto il suo peso mi schiacciava e mi baciava, fin quando non si spostò verso il basso per leccarmi la figa, alzò le mi cosce e le mise strette e unite poi si butto sulla vulva per leccarla mentre con le dita continuava a martoriare il mio ano ormai dilatato dall'eccitamento.
Io tenevo gli occhi chiusi e ansimavo lasciandogli fare tutto, il mio respiro si faceva sempre più affannato e sapevo che sarei arrivata all'orgasmo di lì a poco e avrei anche voluto dirglielo affinché non si fermasse e mi facesse arrivare fin dove volevo, fin dove il mio corpo e la mia mente volevano ma non riuscivo a dire una parola, solo gemiti di piacere uscivano dalla mia mia bocca.
"Ti piace Martina? eh? ti piace come te la lecco questa fichetta?" chiese lui con il suo ormai classico tono di voce eccitato
"S s ssssssì mmmmmmh" risposi io, l'unica risposta che potei dare.
Tutto stava andando dritto verso quello che sarebbe stato il mio orgasmo fin quando non lo sentì staccarsi da me e facendomi aprire gli occhi per vedere cosa cavolo fosse capitato per staccarlo e non farmi avere il mio maledetto orgasmo.
Si alzò un in piedi e si spostò verso di me ancora con i pantaloni abbassati e il cazzo ancora un po' duro dal suo orgasmo, per un attimo pensai mi volesse penetrare, non che la cosa mi preoccupasse dato il poco senno che avevo in quel momento, ma non fece nemmeno quello.
Lo seguì con gli occhi andare verso una scatola di cartone bianca parecchio rovinata, la tirò vicino a noi un po' impacciato dalla posizione e dai pantaloni abbassati che non gli permettevano di muoversi decentemente.
La aprì e dentro c'erano un numero indefinito di sex toys e altri attrezzi comprese delle manette con pelliccetta e altre cose che non riuscivo bene a vedere, ma che mi fecero spalancare gli occhi e battere il cuore ancora più veloce di quanto già non stesse battendo.
Fui bloccata completamente da quella visione e il senso di pericolo, l'eccitamento e altre sensazioni che non saprei nemmeno come descrivere mi diedero una scarica di adrenalina che mi fece avere un capogiro e che, se non fossi stata già sdraiata, mi avrebbe fatto cadere per terra.
"tranquilla tranquilla" rispose lui e poi: "adesso ti faccio divertire"
Tirò fuori un anal plug non molto spesso di silicone rosso che io guardai pietrificata senza dire nulla e aspettando che lui facesse qualcosa.
Ci sputò sopra e poi sfregandolo dall'alto verso il basso nella mia figa grondante lo avvicinò all'ano facendolo entrare lentamente.
Potei sentire tutta la lunghezza e larghezza di quel toy entrarmi dentro il retto, non era enorme, ma era comunque una bellissima e stranissima sensazione considerando anche quel contesto già di per sé molto eccitante.
Lo infilò tutto e alla fine passò una mano alla base affinché aderisse bene al mio ano:
"Bellissima mmmmh" disse lui come se non sapesse dire altro.
Io ormai ero totalmente in balia delle sensazioni che mi travolgevano e assistevo passivamente a quelle scene come se non stessero capitando veramente a me.
Il cuore continuava a battermi forte e continuavo a bagnarmi senza nemmeno essere stimolata, lui si avvicinò nuovamente alla mia figa e cominciò a leccarla infilando anche due dita dentro mentre il mio ano era pieno di quel plug, del quale non avevo chiesto nulla, se fosse pulito, dove l'avesse infilato prima così come mille altre domande che avrei potuto farmi prima di infilarmi in quel camion con quell'uomo di mezza età arrapato che mi stava masturbando e leccando la figa.
"Oddio sì!!" gridai dentro di me, quel pensiero, quella sensazione di completa degradazione personale mi fecero accendere ancora di più dando un sprint al mio eccitamento che mi portarono in qualche secondo al mio orgasmo che si tradusse in uno squirti abbondante e copioso sulla bocca dell'uomo, quasi a ricambiare il "favore" fattomi in momento prima.
Lui a differenza mia però, sembrò apprezzare e anzichè fermarsi con un gesto nervoso e inconsulto si portò verso di me col cazzo duro e mi penetrò la figa ancora elettrica dell'orgasmo.
"MMMMMMMMMMMMMMMMH"
Con le gambe unite sopra le sue spalle e gli occhi chiusi, sentì il suo pancione e tutto il suo peso schiacciarmi e penetrarmi. si aggrappò a me per i miei fianchi larghi e cominciò a pomparmi a ritmo costante e regolare dando dei colpi profondi che mi facevano sentire la sua larghezza dentro e mi facevano godere ancora una volta.
"Mmmmmmh sì sì sì" gemevo e annuivo per fargli capire di continuare e non smettere, lui invece grugniva e non parlava pompando col bacino il suo cazzo dentro di me.
Lo sentivo duro e caldo entrare dentro senza nemmeno pensare che fosse senza preservativo e solo quando il mio cervello, riprendendo un minimo di coscienza, mi suggerì questo particolare che aprì gli occhi e verso i suoi che mi guardavano ingrifati e spalancati.
Cercai di fermarlo con la mano accennando in frase affannata tra un gemito e l'altro
"Asp as asp aspetta sei sennnnnnz senza preserv..."
Non feci in tempo a finire che lui con voce altrettanto affannata ed eccitata mi disse
"Tranquillaaa tranquilllaaa sono pulito tranquilla vengo fuori" disse aumentando la velocità e pompandomi ancora più forte facendomi eccitare ancora di più lasciandomi abbandonare ogni buon senso e continuando a scopare senza alcun tipo di protezione.
Mentre scopavamo aprì le mie gambe e da sopra le spalle le fece scorrere sotto in modo che mi si potesse sdraiare sopra nella più classica posizione da missionario, mi agguantò le tettone che rimbalzavano su e giù e ritmo dei suoi colpi di bacino e alternando leccate e morsi ai capezzoli turgidi si avvicinava alla mie labbra per baciarmi e io lo lasciavo fare inerme.
Il caldo si era fatto insopportabile e noi eravamo sudatissimi, la mia pelle era lucida e i capelli della frangia appiccicati alla mia fronte, potevo addirittura sentire le sue gocce cadermi sulla faccia mentre mi baciava e la cosa più assurda è che cominciava a piacermi.
Dopo una decina di minuti sdraiati e attaccati l'una all'altro decidemmo di cambiare posizione o per lo meno lui decise di farlo sollevandosi da me e spostandosi nel lettino dietro, non prima di aver abbassato delle tendine che cadevano giù dal parabrezza e che coprivano l'intero abitacolo.
Si sedette e mi fece segno di venire verso di lui, io avevo ancora il plug infilato dentro, mi avvicinai a quattro zampe con le enormi mammellone che mi penzolavano e dondolavano come due campane così come la mia pancetta a stento celata dal vestitino ormai tutto arrotolato su se stesso che sembravi quasi un cintura poco sotto l'ombelico.
Prima di avvicinarmi a lui decisi di sfilarlo, un po' impacciata all'interno di quell'ambiente caldo come un terrario di animali tropicali, rimanendo nuda con solo le mie converse ai piedi, lui fece lo stesso sfilando i pantaloni e le scarpe prime e la canotta sudatissima dopo.
Quando fummo nudi e io abbastanza vicina mi avvicinai al suo cazzo tozzo e sporco per succhiarlo, anche io mi ero totalmente sbloccata e non avevo più timori o paure, né tanto meno inibizioni.
Cominciai a succhiargli il cazzo leccandoglielo dalla base alla punta così per poco fin quando lui protraendosi in dietro mi offrì il suo culo dicendomi
"Leccami il culo" come se ci fosse bisogno di dirlo.
Io totalmente disinibita e vogliosa mi avvicinai al suo ano peloso e abbastanza puzzolente di liquidi e umori, anche in questo senza preoccuparmi minimamente delle più basilari norme igieniche.
Leccai l'ano cercando di infilare la lingua e quando fui abbastanza vicina sentì il suo sfintere aprirsi per lasciarmi leccare meglio mentre sopra gli agguantai il cazzo per masturbarlo e lui con la mano premermi la testa ancora di più contro il suo culo.
Le mie enormi tette nel frattempo si schiacciavano contro il pavimento dell'abitacolo facendomi sentire briciole e altre schifezze attaccarsi addosso alla mia pelle sudata.
Non potevo davvero credere di fare quello ce stavo facendo in quel momento ancora con quella sensazione di non essere davvero io in prima persona ma solo osservando qualcun'altro, continuavo a leccare il suo culo fin' quando non mi staccò la mano dalla testa e mi invitò ad alzarmi e voltarmi dandogli le spalle, mi rannicchiai e dopo mi sedetti sopra di lui mentre il cazzo mi rientrava nella figa umida.
Con i piedi poggiati per terra e le mani sul tettuccio dello scompartimento letto sentivo il bacino di lui pomparmi di nuovo aggressivo, facendomi gemere ancora di piacere, non passò molto tempo prima che sentissi le sue mani sulle mie tettone, afferrarle prima dal basso e prendendo i capezzoli tirandoli, questa volta più forte e aggressivo di prima, cominciò a provocarmi una sensazione di dolore misto a piacere che non mi fece comunque demordere da quello che stavo facendo né tanto meno dal dirgli di fare piano.
Stava resistendo di più, forse perché il coito abbondante di prima lo aveva svuotato abbastanza ma quel ritardo nel suo orgasmo non mi dispiaceva per niente, anzi, stava facendo arrivare me verso il secondo.
Cominciai a muovermi anche io assecondando i suoi movimenti in un susseguirsi di gemiti ansimanti sempre più forti:
"Non fermart fermarti non fermarti mmmmmmh sì sì sì sì s sssssì vengooooo"
Una scarica elettrica dalla mia figa lungo la schiena e ritorno mi fece avere il mio secondo orgasmo in pochi minuti. Lui eccitato quanto me o forse più da quella scena tirò fuori il cazzo ma spruzzò un altro getto abbondante di sperma esattamente sopra la mia figa e un po' sulle cosce a nel culo attorno.
"OOOOOOOOOOOOOOOOH" grugnì lui mentre io dal baso guardavo ansimante quella scena e con quel minimo di disappunto che la mia totale incoscienza permetteva esclamai: "CAZZOOOOO!" vedendo il suo coito dritto sopra la mia figa.
Mi spostai a lato adagiandomi sul lettino con le gambe completamente aperte in attesa che lui mi passasse la carta di prima per potermi pulire, lui prontamente si allungò per passarmi il rotolo e dopo aver staccato un paio di fogli cominciai a togliere via tutto quello sperma stando attenta a non far andare la sbobba dentro.
Lui esausto e completamente sudato con quel pancione peloso mi guardava in uno stato di pura estasi mentre con un pezzo di carta si puliva il cazzo ancora incredibilmente barzotto.
Dopo essermi asciugata e pulita alla meglio ricordai che avevo ancora il plug infilato dentro e in quella stessa posizione lo tirai fuori lentamente mentre lui continuava a guardare.
"Sssssspettacolo" disse lui tenendo la s in contemporanea al plug dentro il mio culo. Una volta fuori sorridendo chiusi le gambe e ancora sdraiata dall'altra parte del lettino gli lanciai quel plug, lui una volta preso alla meglio lo annusò e poi lo buttò di lato.
Entrambi esausti e completamente sudati rimanemmo in silenzio per qualche minuto, mi alzai e mi diressi verso il poso passeggero dove avevo lasciato lo zainetto con il telefono dentro, per guardare che ore fossero e se mi avesse cercata qualcuno.
16:34 "Woooooow....credevo fosse passato più tempo" dissi io mentre controllavo se ci fossero messaggi...."niente messaggi"
"A che ora devi andare?" chiese lui mentre allungava una mano per toccarmi tra figa e culo come se fosse una cosa normale o comunque frutto di una consuetudine.
"Oh beh alla 21:00 devo essere a casa"
"Va bene....allora ci riposiamo e facciamo un altro round se ti va" rispose lui accendendosi una sigaretta e porgendomi il pacchetto per offrirmene una.
Io accettai, anche se normalmente non fumavo ma in quella occasione mi serviva per rilassarmi.
Mi fece accendere ed entrambi rimanemmo ai due lati del lettino a fumare la nostra sigaretta.
Lui sdraiato si accarezzava il grosso pancione e a stento riuscivo a vedere la sua testa poggiata nel cuscino dietro nel suo lato del letto.
Ero molto tranquilla e non mi sentivo per niente in pericolo, anzi, quell'ambiente così chiuso e intimo mi faceva sentire quasi al sicuro, solo in quel momento cominciai a guardare l'ambiente ormai un po' buio e fui interrotta solo da lui che mi chiese: "vuoi mangiare qualcosa?"
In effetti avevo un po' fame, non avevo nemmeno pranzato e così annuì con la testa mentre continuavo a guardarmi on giro.
"dietro di te" disse lui indicandomi un sportello che aprì premendoci sopra.
Dentro c'era in pratica solo snack e junk food, allungai la mano per prendere un pacco di Oreo già aperti e delle patatine.
Richiusi e chiesi volesse qualcosa ma lui fece di no con la testa, così cominciai a sgranocchiare in quel silenzio paradossalmente più imbarazzante.
"Hai delle tettone meravigliose Martina...che tagli porti?"
"Una settima" risposi io con la bocca piena e poi continuai "O meglio è una quinta coppa H...la lettera indica la grandezza del busto"
Stavo per continuare a spiegare ma vidi la sua attenzione monopolizzata dalla visione delle tette nude quindi mi interruppi e sorrisi.
Continuammo a parlare facendoci le domande più disparate, io mangiai tutti gli Oreo e finì il pacco di patatine lui fumò altre 4 sigarette riempiendo l'ambiente di fumo e lasciando solo una piccola fessura nel finestrino per lasciare cambiar aria.
Lui era molto bravo e nonostante la sua apparenza era moderatamente gentile per quanto fosse abbastanza banale negli argomenti, non troppo variegati.
Tutta la situazione lì dentro stava diventando surreale, ci muovevamo impacciati nudi spostandoci di tanto in tanto dalle nostre posizioni, io legai i capelli ormai sudatissimi raccogliendoli con uno chignon, lui prese un computer portatile e mi fece vedere qualche video o foto delle sue avventure.
C'erano foto e video di lui mentre faceva sesso con uomini con parrucche ma anche con donne di mezza età, questo mi fece pensare quanto avesse gioito nel vedere una ragazza della mia età che se per curvy era ben oltre gli standard a cui lui era abituato.
Stavamo più vicini e mentre io scorrevo curiosa tra le foto lui allungava le mani per toccarmi ovunque e io lo lasciavo fare eccitata più di lui dall'essere toccata in quel modo.
Di tanto in tanto in quella strana routine fatta di cibo che sgranocchiavo e di immagini e video dei suoi porno amatoriali ci concedevamo delle micro-sessioni di sesso, lui mi baciava infilando la la lingua in modo passionale e voglioso prendendomi di peso e portandomi sopra di lui per scoparmi la figa con pochi brevi veloci colpi stando attento a non venire per non perdere il momento, così anche nel culo che ormai era totalmente aperto per lui che mi penetrava con naturalezza accompagnando epiteti nei miei confronti che facevano eccitare me e lui.
Io ormi fuori controllo dopo un'altra ora passata così ero sempre più eccitata e gli chiesi di usare qualche toys della scatola, lui non facendoselo ripetere nemmeno una volta avvicinò la scatola tirandone fuori qualcuno per farmelo scegliere.
Io fui subito attirata da delle mollette probabilmente per i capezzoli collegate da una piccola catena e un grosso dildo di gomma a forma di pugno chiuso.
Li indicai e lui sorridendo quasi con un pizzico di sadismo disse
"sei veramente una gran troia Marti'"
Si allungò verso di me mettendo le mollette sui mie capezzoli enormi e turgidi, quando mise il primo un brivido di dolore mi percorse dal capezzolo lungo tutta la schiena facendomi fare un gesto inconsulto, lui sorrise e applicò anche l'altra nell'altro capezzolo provocandomi la stessa sensazione, il dolore si attenuò ma rimase comunque costante mentre lui preparava con un po' di lubrificante il grosso dildo.
Io mi sdraiai ed aprì le gambe in attesa che lui provasse ad infilare quel mostro, non tenevo gli occhi chiusi ma anzi volevo godermi quella scena, lui a cazzo duro avvicinandosi verso di fece scorrere il dildo vicino la mia figa già bagnata e lentamente sentì il "mostro" entrare dentro la mia figa dilatandola come mai non era stata dilatata."MMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMHNNNNNNNNNNNNN" gemetti chiudendo gli occhi e mordendomi il labbro inferiore, lui con tono eccitatissimo lasciò entrare sempre di più quel grosso toy dentro di me e prima che potessi avere qualsiasi altra reazione sentì un'altra volta il suo cazzo entrami dentro il culo in un tripudio di gemiti e grugniti.
Cominciò e pomparmi di nuovo velocemente mentre io spingevo il toy dentro la mia figa dilatata e mi toccavo un seno.
Ero totalmente fuori controllo e il suo turpiloquio mi diede la spinta per disinibirmi ancora di più
"Ssssssssssì sei una puttana Marti' sei la mia puttana"
"ssssi sono la tua puttana, sono la tua troia, scopami scopami!"
Per la prima volta da quando avevamo cominciato presi l'iniziativa e lo bloccai, tirai fuori il grosso toy dalla mia figa come se fosse un parto e mi voltai a quattro zampe dicendogli "scopami la figa"
Lui ancor più eccitato dalla mia presa di coraggio si buttò verso di me e mi penetrò mettendosi in piedi sul lettino rannicchiato come poteva mentre mi spinse la testa verso il basso lasciandomi col culo all'in su in posizione prona.
I colpi del suo bacino erano forti e assestati dalla posizione solida che aveva, mise un piede sopra la mia testa e cominciò a pompare sempre più forte.
"Adesso ti sborro dentro eh? vuoi che ti sborro dentro?"
Ero totalmente fuori controllo, non avevo più limiti, come se ne avessi mai avuti, ma rimasi stupefatta di me nel rispondergli.
"sì sborra dentro vienimi dentro"
Un altro paio di colpi assestati e sentì il getto caldo riempirmi dentro, in quello stesso momento ebbi un orgasmo che ci fece gridare entrambi.
Non potevo credere di essermi fatta venire dentro nella cabina di un camionista sconosciuto, e se avesse avuto qualche malattia, avrei dovuto prendere la pillola del giorno dopo, tutte le ansie mi stavano cominciando a ad arrivare con ancora me sopra di lui con il cazzo dentro che continuava a spruzzare sborra.
Si spostò e si ributtò nel suo lato del lettino completamente nudo e sudato cercando di riprender fiato da quell'ultimo sprint, il cazzo ancora mezzo duro era sporco e pendeva leggermente da un lato, io mi misi in ginocchio e con altro due strappi comincia ad asciugare la sbobba che sbrodolava giù e fuori dalla mia figa ormai rossa e piena.
Mi sentivo così sporca e quasi in colpa per quella stronzata che avevo appena fatto e che mi sarebbe costata non pochi problemi postumi, ma non ero mai stata tipo da pentimenti, in fondo ormai era successo e piangersi addosso non serviva e niente, come non bastasse quell' insana sensazione di eccitamento irrefrenabile non voleva proprio passare.
Riposammo altri 10 minuti e io guardai ancora l'orologio, erano solo le 18, sembrava che dentro quel camion il tempo andasse ad una velocità diversa, mi era tornata fame così decisi di rivestirmi e scendere giù a comprare qualcosa nell'autogrill.
Misi di nuovo il reggiseno e il vestitino ma non riuscivo a trovare il mio perizoma.
"Sto scendendo a prendere qualcosa da mangiare, vuoi qualcosa?"
"Oh sì grazie prendi un paio di panini e di birre" rispose lui cercando il portafogli e allungandomi 50€, io risposi di no all'inizio ma subito dopo mi ricordai di essere uscita con sole 5€ quindi li presi e scesi giù.
Fuori la temperatura si era un po' abbassata e finalmente potevo respirare un po' di aria pulita, camminai lentamente verso l'autogrill non prima di aver fatto una sosta in bagno, quasi mi veniva da ridere nel vedere le scritte con annunci come quelli da cui avevo trovato il numero che mi aveva portata lì.
Dopo la sosta in bagno in cui mi diedi un'altra pulita approssimativa entrai in autogrill, ero in uno stato pietoso e quel sottile strato di trucco che avevo messo prima di uscire si era completamente di sfatto.
La ragazza al bancone non fece caso a nulla di quello che pensavo fosse ovvio per me e una volta presi panini e birre e dopo aver pagato andai a passo svelto di nuovo verso la motrice, appena fui abbastanza vicina bussai nello sportello e subito venne ad aprirmi aiutandomi a salite come fece all'inizio.
Era ancora completamente nudo e sudato, una volta rientrata dentro il puzzo di sudore e sigaretta a cui prima mi ero abituata mi invase le narici e quasi non mi fece respirare, gli porsi un panino e una birra e tenni gli altri due per me.
Aprì la birra con un dente e mi fece segno di passarmi la mia per aprirla allo stesso modo, lo feci mentre io spacchettavo il mio panino, e cominciai a mangiare silenziosa mentre di nuovo cominciavo a guardarmi intorno cercando qualche nuovo particolare a cui non avevo fatto caso prima.
Lui armeggiava col suo smartphone un po' datato mentre le briciole gli cadevano sul grosso pancione, io mentre continuavo a guardarmi intorno mi soffermai nello scatolone pieno di sex toys che avevamo usato prima.
"Perché tieni tutti questi sex toys nel camion?" chiesi io un incuriosita solo in quel momento, come se prima la cosa fosse stata del tutto normale.
Lui distolse lo sguardo dal telefono, mi guardò e disse:
"Sono cose che ho comprato io ma la maggior parte me li hanno lasciati le persone che sono state con me perché magari non potevano tenerli a casa" diede un gran morso al suo panino e con la bocca piena continuò: "ma quello è lo scatolo dei toys ne ho anche un altro con dei vestiti e dei completi, se vuoi ti faccio provare qualcosa"
Io continuavo a prendere piccoli morsi mentre lo ascoltavo e gli dissi di sì, in realtà però dentro di me quell'irrefrenabile eccitamento non voleva sparire e pensavo solo che avessi ancora molto tempo prima di tornare a casa.
Rimanemmo in silenzio ancora per un po' mentre io finivo il mio panino e lui beveva la mia birra dopo aver finito la sua, c'era ancora molto caldo dentro e io stavo ricominciando a sudare, anche il mio vestito era zuppo e quasi stavo pensando di spogliarmi come prima.
Quel momento fu interrotto solo da lui che con la più completa nonchalance mi disse "Senti Martina, ti va se invito un amico, è discreto e pulito anche lui"
Io rimasi ferma e lo fissai e quasi fui più sorpresa dalla mia risposta che dalla proposta in sé
"Sì.." risposi io velocemente come se qualcuno avesse dato la risposta per me.
Lui sorrise contento e si alzò dalla posizione in cui era per vestirsi in fretta: "Benissimo" disse con tono eccitato mentre rimise pantaloni e canotta, sollevò le tendine e immediatamente tornò la luce nell'abitacolo. Mise in moto e mi fece segno di sedermi accanto a lui, io ormai obbedivo passivamente a tutto ciò che lui mi diceva e non mi preoccupavo nemmeno di quello che sarebbe potuto succedere come se la mia mente fosse in uno stato di calma perenne.
Dopo essere usciti dalla zona di sosta ed esserci rimassi in autostrada mi disse "Il mio amico si chiama Maurizio, è un collega e ha le nostre stesse passioni" mi diede un colpetto col gomito nel braccio in segno di complicità, "Sta in un'altra zona di sosta a 20 minuti da qui nel frattempo riposati oppure prova quei completi" Mi indicò il lettino sopra.
Io non avevo per niente sonno e dato che c'erano ancora 20 minuti di strada e un po' presa dalla curiosità decisi di dare un'occhiata a quei vestiti, mi sollevai e alla meglio andai verso il secondo lettino più in alto e dietro le tendine vidi un altro scatolone bianco, anch'esso rovinato, ma più leggero rispetto a quello pieno di toys, lo tirai giù e mi sedetti nel lettino sotto mettendo lo scatolo tra le mie gambe e cominciando a frugare dentro.
C'erano un sacco di vestiti appallottolati, non facevano per niente un buon odore, alcuni sapevano di plastica e altri di chiuso o bagnato, io ci frugavo dentro incurante di chi li avesse potuti indossare o cosa c'avesse potuto fare frugando tirai fuori un paio di body-suit a rete non proprio identificabili nella forma né nella misura dato che non potevo stirarli per bene, c'era un completino da studentessa con una gonna molto corta, sì e no 5 o 6 cm al massimo che sembrava più che altro un tutù, diverse calze autoreggenti, per la maggior parte spaiate e o sfilacciate e altro ancora.
Sul fondo c'erano due paia di scarpe stripper con tacco altissimo, almeno 20cm, e plateau di vernice lucida, come quelle viste più e più volte in vari film porno; un paio rosse di misura sicuramente da uomo sopra il 40 e un paio nere un po' più aperte e di un misura più piccola, ne presi una e la infilai al piede, era sicuramente di almeno 1 punto e mezzo più grande rispetto la mia misura ma avevo sempre desiderato di provarne un paio strinsi la cinghietta sopra e dopo guardai il mio piede agghindato con quella scarpe e mi scappò un sorriso.
Tony si voltò per un momento e vedendomi con quella scarpe al piede mi disse con tono contento "Bellissima le puoi prendere se vuoi, te le regalo, anzi scegli qualcosa da mettere mentre arriviamo"
Io nella più totale follia adrenalinica annuì come sempre e scelsi il completino da studentessa, mi spogliai del mio vestitino e misi prima la gonna; mi andava molto stretta e il mio gigantesco culone non veniva nemmeno lontanamente coperto da quella gonna che sembrava più che altro una cintura, sopra misi quella specie di camicetta anch'essa troppo stretta per coprire le mie gigantesche tettone e lasciandone oltre metà fuori, ma che sistemai alle meglio schiacciandole cercando almeno di contenere i capezzoli.
Cercai di completare quell'outfit cercando delle calze autoreggenti, ne trovai un paio bianche che misi anche se una delle due era leggermente bucate e per finire un piccolo perizoma nero davvero minuscolo che indossai fregandomene di chi l'avesse potuto avere prima.
Ero già bagnatissima e non ebbi il tempo di far vedere quello che avevo scelto a Tony che lo vidi imboccare l'entrata di questa nuova area di servizio, stavolta molto più grande di quella prima.
Imboccammo come precedentemente il percorso che conduceva alla zona sosta camion, questa volta più affollata rispetto alla precedente ma con al massimo una decina di mezzi parecchio distanziati tra loro, io in ginocchio sul lettino dietro guardavo Tony in cerca del suo amico o se non altro del suo camion, quando lo vide parcheggiato all'estremità del piazzale nell'ultimo posto disponibile si affiancò a lui.
"CIAO MAUROOOO"
"WEEEE BELLO" rispose lui con tono di voce altrettanto alto per potersi sentire oltre la distanza e il rumore dei motori.
Io mi sporsi leggermente in avanti rimanendo a 4 zampe con le enormi tettone che penzolavano e che quasi strabordavano fuori da quel ridicolo cortissimo top.
"CIAOOOO" dissi io ormai a mio agio e per niente imbarazzata
"CIAO" rispose genericamente lui
"FAMMI METTERE AL TUO POSTO COSI C'E' IL TUO RIMORCHIO" disse Tony
L'amico mise in moto il suo camion e andò indietro nello spiazzale mentre noi con la motrice ci parcheggiavamo al suo posto, e dopo lui si affiancò a noi nella nostra precedente posizione.
Entrambi spensero i motori, adesso alla nostra sinistra c'era solo la recinsione dello spiazzale e della campagna dietro mentre alla nostra destra c'era il grande camion con rimorchio di questo nuovo amico.
Tony scese prima di me e fece il giro dal lato passeggero per aprirmi la portiera, mentre l'altro era già sceso dal suo camion, quando la portiera fu aperta Tony mi aiutò a scendere aiutandomi con la mano nella mia più totale difficoltà data anche dai trampoli su cui stavo.
Ero eccitatissima all'idea di essere con un altro uomo perfettamente sconosciuto e dall'essere "vestita" in quel modo, lui vedendomi conciata così spalancò gli occhi e fece un grande sorriso non potendo celare l'enorme sorpresa e gioia di vedersi davanti una ragazza che sembrava uscita da un film porno e questa idea eccitava di gran lunga me che sarei stata pronta a fare qualsiasi cosa mi avessero chiesto quei due.
Tony mi guardava entusiasta e fece delle sotto specie di presentazioni
"Lei è Martina, guardala che bella ed è un gran troia, vero?" disse rivolgendosi a me e mettendo una mano sulla mia chiappa completamente esposta.
"Piacere" risposi io sorridente e con una espressione intontita e su di giri mentre cominciavo a studiare la fisicità di quell'uomo.
Era molto alto, sul metro e 90 ma allo stesso tempo abbastanza in forma con una piccolo accenno di pancetta sul davanti, senza capelli e con un pizzetto brizzolato parecchio démodé.
"Piacere mio..." disse lui porgendomi la mano mentre mi mangiava con gli occhi.
Si avvicinò a me con una strana calma e freddezza totalmente distante dalle reazioni sconsiderate di Tony, mise anche lui una mano sul mio culo e lo afferrò energicamente e quando fu più vicino mi disse
"Quindi sei una troia? Sì?"
Io annuì con la testa senza dire una parola mentre lo guardavo negli occhi con uno sguardo malizioso.
Lui rimaneva calmo ma con l'altra mano cominciava a toccarsi il cazzo, rimanemmo per qualche secondo in silenzio, poi Tony intervenne dicendo.
"Martina non usa preservativo e possiamo sborrare dentro" questa volta senza nemmeno un'intonazione da domande ma solo come semplice affermazione.
Lui con lo sguardo fisso su di me si limitò solo ad annuire.
"Bene, allora io sono più particolare di Tony, mi devi chiamare Signore e devi chiedere il permesso per fare tutto? va bene?"
Io totalmente ipnotizzata da quella situazione annuì e basta senza dire una parola.
Non era sicuramente tipo da perder tempo infatti in un secondo, con lo sguardo fisso su me si sbottonò i jeans e abbassando la patta tirò fuori il suo cazzo già duro, era veramente enorme, il cazzo più grande che avessi mai visto, probabilmente sopra i 20 cm largo e pieno di vene.
"adesso succhia..." disse lui con tono calmo e autoritario, io senza dir nulla mi abbassai ma prima che potessi arrivare all'altezza giusta lui mi trattenne prendendomi per i capelli sollevandomi di nuovo su, io spalancai gli occhi bloccata con il cuore che di nuovo ricominciava a battermi all'impazzata.
"Cosa si dice?" chiese lui.
Io bloccata e con gli occhi spalancati accennai un timido "S sì Signore..."
"Brava..." rispose lui lasciando la presa e lasciandomi andare di nuovo giù mentre Tony guardava la scena sorridente ed eccitato dopo essersi tirato fuori il cazzo per masturbarsi.
Con quei tacchi altissimi riuscivo facilmente ad arrivare al suo grosso cazzo senza dovermi mettere in ginocchio, lo afferrai dalla base meglio che potevo dato lo spessore imponente e lentamente cominciai a leccarlo dalla base fino alla punta cercando di mantenere il contatto con i suoi occhi, era sicuramente più pulito di quello di Tony ma anche il suo puzzava un po’ forse perché aveva pisciato poco prima.
Tony nel frattempo guardava me succhiare avidamente il cazzo dell’amico e commentava con voce eccitata dicendo “brava Martina sei proprio una brava succhia cazzi, ti piace Mauro?”
Lui non diceva un parola ma mi osservava succhiarli il cazzo con una strana espressione in viso, io lo guardavo a mia volta con un’espressione più sfacciata quasi a volerlo sfidare.
Le mie grosse tettone penzolavano quasi ormai completamente esposte strette in quel ridicolo top che Tony sollevò avvicinandosi e mettendosi dietro di me, afferrandolo e giocandoci un po’ divertito ed eccitato, poi mi offrì il suo cazzo e io agguantandolo con l’altra mano comincia a masturbarlo per poi staccarmi da quello dell’amico per servire lui.
Stavo davvero succhiando due cazzi di camionisti sconosciuti tra i loro due camion un pomeriggio di agosto qualunque, vestita con un completino di studentessa porno trovato in uno scatolone qualche momento prima.
Il solo pensiero mi faceva eccitare e mi faceva succhiare i due cazzi ancora più avidamente, loro sembravano estremamente felici della cosa e di tanto in tanto mi premevano la testa per farmi tenere i loro cazzi dentro la bocca per più tempo.
Mauro sempre con la calma e fermezza mi prese nuovamente per i capelli rimettendomi in piedi e non lasciando la presa mi portò verso il suo camion “Sali su” disse accompagnandomi a salire nell’abitacolo e aiutandomi a farlo spingendomi da sotto mentre io salivo gli scalini, Tony invece fece passando da dietro salì dal lato passeggero ed entrò subito dopo essere salita.
Dentro l’ambiente era più pulito e non puzzolente come quello di Tony, anche in questo caso c’erano due lettini a castello, io mi feci strada gattonando mentre i due da entrambe le direzioni si sistemarono nel lattino alla mia destra e sinistra.
Una volta lì continuai a spompinare entrambe alternato i due cazzi, fin’ quando Mauro con più prepotenza e notevole forza fisica mi afferrò tenendomi per i fianchi e portandomi di peso sopra di lui e mettendo il suo enorme uccello dentro il mio culo facendomi sentire tutto il dolore e il piacere possibile facendomi gemere di piacere “MMMMMMMMMMMMMMMMMH SSSSSSSSI’” dissi io chiudendo gli occhi mentre lui cominciava a pomparmi velocemente il culo.
Potevo sentire il suo respiro vicino al mio collo così come il suo pizzetto sfregarmi nella pelle.
Mentre mi scopava così energicamente mi sussurrava all’orecchio dicendo “Sei la mi troia anale, la mia schiava che mi scopo quando mi pare”
Io con gli occhi chiusi e ansimante rispondevo “Sì Signore, sì Signore…mmmmmmh”
Tirò fuori il cazzo solo per infilarlo dentro la figa e continuare lì ancora per qualche minuto prima di esclamare che avrebbe sborrato dentro ma oramai non m’importava più nulla volevo solo godere ed essere usata in ogni modo possibile e prima che me ne rendessi conto un altro spruzzo caldo di sperma mi entrò dentro.
Non feci in tempo a rendermene conto che Tony quasi ingelosito da quella scena mi tirò a se per la prima volta con un tono e un atteggiamento aggressivo dicendomi “dove cazzo vai? Vieni qui!”
Mi tirò dalla sua parte e mi mise a pancia in giù ma io ancora stordita dal coito ricevuto prima non feci la minima resistenza e senza che me ne rendessi conto mi ritrovai con lui sdraiato sopra di me che mi teneva stringendo il collo e i capelli con entrambe le mani e con il cazzo dentro la mi figa piena della sborra dell’amico che mi pompava senza ritegno ancora una volta in un tripudio di eccitamento insano e quasi dolore.
Mi pompava più forte e mi offendeva, quasi dovesse sfogare la rabbia o la gelosia dell’avermi vista usata da un altro uomo.
“Lo sa che sei veramente una puttana Martina? Guarda come ti scopo, guarda come ti fotto!”
Io ovviamente a pancia in giù potevo solo vedere la parete dell’alloggio letto e non dicevo una parola, sentivo solo il tonfo del suo corpo sbattere contro le mie chiappe mentre mi scopava.
Non avevo più forze ma ero sempre così dannatamente eccitata e nella tempesta di emozioni che mi sconvolgeva il corpo e la mente sapevo solo ansimare e gemere sempre di più sempre più in fretta come i colpi dell’uomo.
Continuò per un po’ di tempo fin quando non lo sentì liberarsi dentro di me un’altra volta, un altro uomo e poi fermarsi e uscire senza dirmi nulla.
Rimasi ferma a prendere fiato con la testa poggiata nel lettino che guardava il sedile passeggero, ero abbastanza scossa e il piacere stava quasi per diventare qualcos’altro, stavo cominciando ad aver paura e delle lacrime resero i miei occhi lucidi, gli uomini dietro di me se ne resero conto e cambiando atteggiamento mi tirarono su rimettendomi al centro.
“Eiiiii eiiii Martinaaaa” disse Tony con un’espressione sorridente come a volermi tranquillizzare.
“Ti abbiamo fatta male?” disse invece Mauro accarezzandomi la guancia con l’esterno della sua manona.
Io non dicevo nulla e piano piano cercavo di far rallentare il cuore e respirare profondamente, poi annuì e loro rimasero in silenzio guardandosi in faccia quasi preoccupati dalla mia reazione
“Forse abbiamo esagerato” disse Tony stavolta più serio e abbracciandomi mentre io trattenevo un pianto che comunque arrivò di lì a poco.
Mauro meno empatico ma più razionale disse “Dai scusaci, ma stai tranquilla, non ti può capitare nulla qui, siamo brave persone e ci piace godere delle gioie del sesso, adesso ci tranquillizziamo tutti e se vuoi andare via ti accompagniamo a casa”
Io in quel momento ero troppo carica di emozioni per ascoltare qualsiasi parola e rimasi tra le braccia di Tony a sfogare quelle sensazioni in un pianto copioso.
Piansi e piansi ancora, non so se per quello che era appena successo o per tutta l’adrenalina che avevo accumulato, so solo che ci fu un lungo momento di silenzio alla fine del quale, dopo essermi calmata, mi rivolsi ad entrambi dicendo:
“Va bene adesso va meglio, scusate ma questa è la mia prima volta, ero molto eccitata e spaventata allo stesso tempo, è stato solo un momento di debolezza perché ero impreparata.”
Entrambi mi ascoltarono con attenzione e Mauro intervenì dicendo:
“Noi ci scusiamo se siamo stati troppo…come dire….energici ma non sappiamo quali sono i tuoi limiti…”
“Beh mi piace quello che abbiamo fatto fin’ ora solo che…”
Non ebbi il tempo di concludere che Mauro mi interruppe dicendo:
“In queste situazioni si usa sempre una safe word, scegline una così quando facciamo qualcosa che non ti piace la dici e ci fermiamo, ok?”
“Magnum” risposi io sorridendo, “La parola è magnum”
Tutti e tra cominciammo a ridere divertiti, mentre io ricominciavo a prendere confidenza e a calmarmi, entrambi mi abbracciarono a turno e mi diedero dei baci sulle guance dimostrandosi ben’ doversi dalla situazione precedente cosa che mi fece calmare ancora di più.
Rimasi ferma e sorridente riflettendo su quella situazione e così, non credevo a me stessa.
Rimanemmo ancora così per qualche minuto, guardai l’orologio vicino lo specchietto retrovisore dell’abitacolo.
“Si è fatto tardi” dissi io, ci sarebbe voluta quasi 1 ora per tornare a casa.
“Va bene andiamo ti accompagno a casa” disse prontamente Tony quasi ci tenesse a farlo e non lasciarmi a Mauro.
“Scambiamoci i contatti” disse Mauro
“Certo!” risposi io e ci scambiammo numeri di telefono e mail, poi scesi dal camion, fuori era quasi buio, io ero scalza e cominciavo quasi a sentire freddo, salì nella motrice di Tony e quando lui fu dentro partimmo in direzione della piazzetta.
Non appena salita ci volle solo qualche minuto prima che sprofondassi in un sonno profondo e mi risvegliai solo al parcheggio vicino la piazza in cui mi ero incontrata con Tony.
“Ei Martina, siamo arrivati” disse lui con un tono quasi paterno.
Io stropicciai gli occhi e mi guardai intorno prima che mi rendessi conto dove eravamo.
“Purtroppo non posso accompagnarti su fino in piazza” disse Tony con tono sempre più premuroso, poi si avvicinò e mi diede un bacio sulle labbra quasi fossi due fidanzatini al secondo appuntamento.
Io lo lasciai fare benché quel gesto fosse del tutto strano, poi si staccò e disse
“Allora ci sentiamo nei prossimi giorni? Io sono in zona fino a sabato”
“Ti faccio sapere” risposi io sorridendo mentre scendevo dal camion.
“Ok..” disse lui con tono quasi rassegnato.
Chiusi la portiera dietro di me e comincia a camminare a passo svelto, qualche anziano del paese uscito con per la sera mi guadò mentre raggiungevo il motorino, io invece guardai dritto per tutta la strada senza incrociare lo sguardo di nessuno.
Una volta arrivata al motorino misi in fretta il casco e partì diretta verso casa, stava ormai facendo buio e pensai ad eventuali scuse da dare a qualsiasi domande mi avrebbero potuto fare i miei, ma una volta arrivata a casa, dopo aver parcheggiato il motorino nel vialetto entra in casa salutando veloce i miei annoiati in cucina.
Entrai subito in bagno e chiusi la porta a chiave dietro di me, mi buttai subito in doccia e mi rilassai e pulì sotto l’acqua calda per una buona mezz’ora ripensando all’incredibile esperienza che avevo appena fatto con un solo chiaro pensiero……che non sarebbe stata l’unica.
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