Capitolo 1

Marco e Daniela era una coppia come le altre, lui aveva 30 anni e lei 25, stavano insieme dalle scuole superiori e da allora il sesso per loro stava alla base del loro rapporto. E così finirono per sposarsi senza alcun dubbio di voler passare la vita insieme.
Daniela era alta 1,70, mora e con i capelli lunghi e sinuosi, una ragazza abbastanza formosa, ma nei punti giusti. Aveva una terza di seno e un culo abbastanza sporgente da essere desiderato da chiunque gli mettesse gli occhi sopra.
Lei lo sapeva, e anche Marco era a conoscenza che la sua donna fosse molto desiderata dagli altri uomini, la cosa non faceva altro che aumentare la sua eccitazione conscio del fatto che Daniela non l’avrebbe mai tradito.
A differenza delle coppie che con l’avanzare degli anni perdevano la voglia di farlo, Marco e Daniela sembravano invece volerne sempre di più, e finché le cose andavano tanto a gonfie vele, l’uomo non aveva motivo di pensare a un suo tradimento. Lui era conscio anche del fatto che un cazzo come il suo non era facile da trovare in giro, la sua lunghezza era di ben 17 cm, e la circonferenza di almeno 13. Sapeva che sua moglie amava precisamente quel genere di dimensioni considerando che gli aveva espressamente detto che più di quelle misure non avrebbe mai potuto sopportare, le considerava troppo mastodontiche e avrebbe potuto farsi molto male se un cazzo del genere l’avesse presa senza stare attento al suo benessere.
In fondo aveva ragione, con un cazzo più grosso e più lungo di quello del marito Marco si sarebbe ritrovata abbastanza nei guai.

I due facevano sesso dovunque, ma ciò che piaceva di più a quella coppia sempre in calore da quando erano soltanto dei ragazzini, era farlo sotto la doccia. Il tepore dell’aria calda rendeva il cazzo di Marco ancora più grosso del solito ed era lì che Daniela lo andò a trovare anche quella sera, era rientrata da lavoro dopo di lui e aveva sentito che suo marito si stava docciando, i due non avevano ancora figli, quindi non ci pensò due volte a denudarsi direttamente nel corridoio del piccolo appartamento cittadino per andare a fare una sorpresa al caro marito.
Si spogliò quindi lungo il corridoio togliendo ogni capo di abbigliamento e lanciandolo sul pavimento. Sfibbiò per prima cosa i bottoni della camicetta bianca che si stringeva alla vita piatta mettendo in risalto il seno, l’ultimo bottone per poco non lo fece saltare via per la foga e la camicetta cadde mostrando un reggiseno nero che spiccava sulla sua pelle chiara. Dopodiché aprì la gonna sul davanti e contemporaneamente si tolse i sandali con un tacco non esagerato, fece scivolare via la gonna che rimase inerte sul pavimento. Adesso anche lo stretto perizoma era allo scoperto, anch’esso di colore nero e già molto bagnato al solo pensiero del cazzo di suo marito che l’avrebbe fatta godere ancora una volta come nessun’altro uomo avrebbe saputo fare, non che ci pensasse neanche molto agli altri uomini in effetti. Mentre si dirigeva con ancora l’intimo addosso verso la porta a vetri del bagno si toccò il culo con entrambe le mani come se volesse sentire quanto fosse sodo, così da potersi eccitare per bene affinché lui la prendesse con il suo membro che da lì a poco avrebbe fatto i salti di gioia nel vederla.
Entrò in bagno sapendo bene che suo marito aveva da sempre preso l’abitudine di non chiudere mai a chiave, sapeva benissimo che sua moglie era così porca da potergli fare una sorpresa del genere.
L’aria era satura del vapore acqueo derivato dall’acqua calda e il rumore della doccia non avrebbe anticipato le mosse di Daniela.
Aprì di lentamente uno spiraglio della doccia e poté notare che suo marito si stava già divertendo anche senza di lei.
L’uomo era intento a masturbarsi muovendo la mano a tratti freneticamente e a tratti lentamente lungo tutta la lunghezza della sua asta, ben visibile nonostante la sua mano fosse di grandi dimensioni.
La doccia era abbastanza grande da poter contenere comodamente anche una seconda persona, l’avevano fatta installare apposta.
Daniela fece scorrere la porticina a vetri del piano doccia molto lentamente finché Marco notò con sorpresa che non era più solo, sua moglie era ancora in intimo e stava entrando in doccia non curante dell’acqua che le avrebbe bagnato il reggiseno e il perizoma. Entrò con movimenti sinuosi, quasi felini, e richiuse dietro di se la porta a vetri scorrevole.
Marco la guardava e aveva ripreso a masturbarsi lentamente finché Daniela gli si avvicinò e gli tolse la mano dal cazzo che intanto era diventato ancora più eccitato, tanto che svettava verso l’alto da sé.
«Ci penso io adesso» le disse con voce suadente.
I capelli della donna erano fradici quando si avvicinò al viso di Marco per baciarlo e chiuse gli occhi sentendo il getto dell’acqua calda che le bagnava il viso. Inoltre sentiva un’altra cosa che a parer suo era ancora più calda, si trattava del cazzo di Marco che adesso svettava puntando la grossa cappella verso l’alto, stretto tra l’ombelico di Daniela e quello di Marco.
Lei lo sentiva in tutta la sua durezza e si eccitò tantissimo, il perizoma sarebbe stato fradicio di umori se non fosse stato che era già stato bagnato dal getto d’acqua.
Marco smise di baciare la donna e prese in mano la situazione facendola voltare di schiena, con una mano la strinse a se afferrandogli un seno che sembrava di marmo per quanto era sodo, mentre con l’altra provvedeva a sganciargli il reggiseno. In tutto questo il cazzo di Marco si stava strusciando nella spaccatura del formoso culo della sua amata, il perizoma era talmente fine da scomparire tra le splendide natiche di Daniela, senza neanche l’accenno di un po’ di cellulite. Lei ne era fiera di questo, amava il suo fondoschiena tanto da pensare che dovessero farci un monumento e Marco ne era d’accordo.
Il reggiseno cadde sul piano doccia e l’uomo cominciò a massaggiarle lentamente la terza di seno, soffermandosi sui capezzoli duri e allungati per il piacere che la donna provava soprattutto per il cazzo che sentiva sulle natiche e sulla schiena.
Una mano di Marco si diresse verso il basso e Daniela capì che stava andando a far visita alla sua fica, così bollente che le parve sul punto di scoppiare dall’eccitazione.
Alcune dita dell’uomo scivolarono dentro al perizoma e allargarono le grandi labbra, bagnate fradicie di umori. Daniela emise un gemito e si morse il labbro inferiore mente gli occhi si rigirarono verso l’alto.
Marco le toccò il clitoride per qualche minuto mentre il suo cazzo faceva ancora su e giù strusciandosi sul culo della donna ormai troppo arrapata per far qualsiasi movimento, sottomessa al piacere che scalpitava in lei mentre la bocca dell’uomo provvedeva a leccargli il collo facendole abbandonare la testa di lei sulla spalla di lui, come in una di quelle storie di vampiri.
Complice del piacere di Daniela fu l’altra mano di Marco che non aveva smesso di tormentargli un seno, soprattutto sul capezzolo, stringendolo e tirandolo dolcemente come per provare ad allungarlo più di quanto già non svettasse all’infuori.
«Continua! Dai! Fammi venire così. Sento il tuo cazzo pronto entrare dentro di me, ma prima voglio venire così!» disse piano mentre ansimava.
Infine Daniela venne dolcemente, con degli spasmi che partirono dal suo ventre per poi far sussultare persino le tette, gridando abbastanza da eccitare ancor di più Marco.
«Cazzo! Sono venuta con così poco! Sei bravissimo amore mio!» disse lei.
«Cazzo? Hai detto cazzo? Ancora non è entrato in gioco.»
«Lo so bene» rispose lei ancora molto eccitata nonostante fosse appena esplosa in un orgasmo.
Marco le mise una mano sulla schiena e la fece flettere in avanti, lei sapientemente poggiò le mani sul piano doccia così da permettere al suo bellissimo culo di innalzarsi, lui riusciva adesso a vedere la fica di sua moglie, sempre ben depilata, mostrarsi in parte dal perizoma leggermente scostato. Glielo tolse del tutto aiutato da Daniela che alzò i piedi per sfilarselo via.
Marco, dopo essersi abbassato per togliere il perizoma, risalendo le leccò la fica facendola ansimare nuovamente, soprattutto quando le infilò due dita tra le piccole labbra, ma quelle erano nulla in confronto al suo cazzo da vero uomo.
A Daniela la cosa piaceva comunque molto e lo guardava attraverso le sue gambe larghe mentre le faceva quel doppio ditalino accompagnando il tutto con la sua lingua che aveva ormai tanti anni di esperienza.
Marco tolse il viso e le dita dalla fica grondante ancora di umori di Daniela e l’afferrò per i fianchi, all’altezza delle maniglie dell’amore così strette da rendere il suo culo ancora più tondo.
«Pronta per l’entrata in scena del tuo amico?» chiese Marco.
«Non vedo l’ora, ficcamelo dentro e fammi godere ancora!» rispose lei eccitatissima.
Daniela vide che l’uomo si afferrò il cazzo per puntarlo così dritto alla sua fica, da quella posizione vedeva tutto al contrario, ma era comunque eccitante.
Vide Marco abbassarsi flettendo le ginocchia con il lungo cazzo in mano stretto alla base, sembrava di marmo, e ponendolo proprio sulla molle fessure della fica si alzò in tutta la sua altezza piantando il cazzo dentro Daniela come se fosse fatta di burro.
Lei sentì il cazzo del marito farsi strada dilatando le carnose pareti della sua fica e si lasciò scappare un grido che nessun vicino avrebbe sentito grazie al rumore dell’acqua della doccia ancora aperta. Chiuse gli occhi per poi ribaltarli per il piacere di avere quel palo dentro di lei, duro e inesorabile come quando l’aveva presa la prima volta.
«Si! Me lo hai infilato tutto dentro in un colpo solo! Cazzo che bello!» disse lei in preda agli spasmi, mentre il marito faceva su e giù nella sua fica.
«A dire la verità non è neanche tutto dentro, non riconosci più la lunghezza del mio cazzo, tesoro?» le chiese lui come a volerla fare eccitare di più soltanto con le parole.
Lei aprì gli occhi e vide che aveva ragione, mancavano ancora diversi centimetri e lui si era riservato un po’ di spazio nella sua fica per farla godere di più successivamente.
«La parte finale del tuo arnese lo sai che è quella che mi piace di più» disse Daniela mentre ansimava. «Mettimelo tutto dentro dai, per favore, lo voglio sentire tutto dentro di me».
«Ah sì?» chiese lui. «Dimmelo! Dimmi perché ti piace di più!»
«Lo sai perché!» disse lei tra i gridolini che emanava la sua bocca, il cazzo di Marco la stava portando di nuovo all’orgasmo, ma non voleva venire prima di averlo avuto davvero tutto.
«Voglio sentirtelo dire!» le ordinò lui entrando con più foga.
Lei sentiva l’orgasmo montare ed era sempre più vicino, ormai non ci vedeva più dal piacere e quindi si affrettò a rispondere.
«Perché la radice del tuo cazzo è più larga persino della tua cappella e voglio che mi allarghi, che mi dilati la fica al massimo! Voglio sentire le tue palle che sbattono sul mio clitoride!»
«Bene! Adesso ti accontento subito! Lo sai che sei una bella troia, vero?» chiese Marco.
«Sono la tua troia personale adesso mettimelo tutto dentro!» disse lei che dopo diverse spinte stava da un po’ battendo la testa su una parete della doccia.
L’uomo spostò il bacino indietro e prese una maggiore rincorsa per poi affondare il suo cazzo nella fica di Daniela fino alla radice, lei sentì le palle dell’uomo sbattere forte contro il suo clitoride ormai gonfio e turgido come un piccolo cazzetto, sentì la fica dilatarsi ancora da quel cazzo che riusciva sempre a darle un piacere immerso allargandola parecchio, i centimetri che non si erano fatti ancora spazio in lei si fecero largo prepotentemente capitanati dalla grossa cappella che era penetrata ancora più in fondo provocandole piacere in punti della sua fica che soltanto suo marito aveva avuto modo di esplorare.
Daniela gridò sempre più eccitata e continuò a farlo per ogni colpo inferto da Marco che dopo il via libera della donna si era eccitato anche lui ancora di più, ma non accennava a essere sul punto di venire. La sua donna lo amava anche per questo, perché era capace di scoparla anche per un’ora intera senza arrivare a spargere il suo seme.
Daniela, sotto i prepotenti e veloci colpi di quella bestia che Marco aveva tra le gambe, si ridusse ad avere anche la parte alta della schiena poggiata sulla parere della doccia mentre la sua testa era poggiata sul pavimento. Le gambe erano state portate in aria da Marco che le reggeva mentre inginocchiato al cospetto della sua fica continuava a colpirla selvaggiamente, Daniela da quella posizione poteva vedere benissimo l’organo del suo amato che usciva dalla sua fica per affondare dentro scomparendo fino alla radice, mente le sue palle continuavano a battergli sul clitoride, poteva benissimo vedere il membro lucido, non di acqua proveniente dalla doccia, ma dei suoi viscosi umori che produceva in quantità.
In quella posizione sentiva inoltre il cazzo di Marco strusciare sulle pareti della sua fica adiacenti al suo retto, come se la cappella volesse sfondare quella parete per poi da lì fotterle anche il culo.
Quel pensiero la fece eccitare così tanto che non resistette più e Daniela venne gridando così forte da chiedersi se i vicini l’avessero sentita.
«Vengo! Vengo Marco! Sfondami dai! Sfondami tutta!»
L’uomo continuò ad affondare il suo cazzo in quel tenero buco, ormai molto aperto, per almeno altri trenta secondi, il tempo che durò l’orgasmo di Daniela che le fece tremare le gambe mentre Marco le reggeva intorno ai propri fianchi. Poi si calmò e riprese a respirare in maniera profonda e ansimante, come se avesse appena corso per chilometri.
Marco sfilò il lungo cazzo ancora in tiro dal buco della fica di Daniela e andò a chiudere la doccia arrestando l’acqua.
Lui guardò lei in una pozza di acqua, ancora in quella scomoda posizione, come se non aspettasse altro che il cazzo di Marco la prendesse nuovamente nella fica visibilmente dilatata.
Lei guardava lui, in piedi e con il suo cazzo ancora in piena erezione, la cappella turgida e violacea che l’aveva penetrata a fondo ancora una volta.
«Stai bene?» le chiese lui.
«Sì!» rispose lei facendogli un sorriso.
«In questa posizione ti sfonderei il culo, hai il culo più bello del paese secondo me, ti dovrebbero dare un premio.»
«Lo sai che ci tengo al mio culo, caro. Quello non si tocca, e poi con il tuo palo così grosso e lungo mi faresti un male cane!»
«Ma in fondo ti piacerebbe, una volta passato il dolore iniziale e messo tutto dentro!» Marco si stava eccitando sempre di più a vederla inerte sul piano doccia, bagnata fradicia e con gli umori che le scivolavano tra le gambe con evidenti rivoli che arrivarono sino alle cosce della donna. Il suo cazzo era ancora in erezione pur non menandoselo neanche.
«Non se ne parla proprio ho detto!» disse lei alzandosi per evitare che al maritino gli venissero strane idee, quel cazzo che svettava sembrava guardarla e desiderare soltanto il suo culo.
Lui si avvicinò a lei guardandola negli occhi e le disse: «Allora per penitenza dovrai fare quella cosa che piace tanto al mio amico qui sotto e che ti sta guardando con il suo unico occhio gigante! Vorrebbe il tuo culo lo sai, ma si può accontentare anche della tua boccuccia» e così le accarezzò il labbro inferiore con un pollice aprendoglielo per poi inserire il dito dentro.
Lei lo succhiò subito, ancora molto eccitata dinanzi al cospetto del cazzo che l’aveva appena donato un orgasmo molto intenso.
«Allora?» chiese lui.
Lei da vera porca chiuse gli occhi e poi annuì.
Lui le dette una sculacciata su una natica che diventò subito rossa, le aveva appena intimato di andare a mettersi in posizione.
Daniela quindi uscì dalla doccia con le gambe che ancora non rispondevano egregiamente, ma che la condussero comunque verso la stanza da letto, ancora bagnata disfò il letto e si mise supina trasversalmente alla lunghezza del letto.
Marco l’aveva seguita sin lì con il cazzo ancora duro come il marmo.
Lei sapeva ciò che doveva fare, non era la prima volta e sapeva che le sarebbe piaciuto anche quel giorno. Era già venuta due volte e il solo pensiero del servizietto che doveva fare al marito le fece desiderare il terzo orgasmo.
Mise la propria testa a limite del materasso così che il bordo del letto fosse a livello del suo collo, la testa ciondoloni verso il pavimento, i lunghi capelli mori e bagnati che strisciavano ai piedi di Marco. Ancora una volta vide il cazzo che veniva armeggiato dal marito, stavolta aveva ripreso a menarselo forse per far sì che si bagnasse in punta.
A Daniela venne l’acquolina in bocca, ma non disse nulla, sapeva anche che non sarebbe stato facile.
Marco direzionò il suo lungo cazzo verso la bocca già spalancata di Daniela, era già abituata ad farlo entrare anche lì, ma non era semplice abituarsi al dopo.
L’uomo, dopo aver scopato la bocca facendosi leccare per bene la cappella decise che era giunto il momento di scoparla a dovere.
Daniela sentì il membro del marito che si insinuava sempre più a fondo arrivando a sbattere sulla gola, minacciò di vomitare ogni qual volta la cappella di quel gran cazzo le urtava le tonsille, ma lei sapeva bene come evitare di avere dei veri e propri conati.
Il cazzo di Marco non era dentro neanche per metà e Daniela sapeva bene quale fosse il suo intento. Così non si stupì quando la cappella forzò la gola della donna per poter penetrarla in fondo anche lungo quel canale.
Daniela si sentì riempire le cavità orali che il cazzo di Marco stava percorrendo lentamente, ma inesorabilmente, facendosi strada dentro di lei, nel suo profondo. Alla donna mancava il respiro già da un po’ ma aveva imparato a stare in apnea abbastanza tempo da dare la possibilità a quel cazzo di arrivare dove maggiormente avrebbe goduto di più. La posizione che aveva adottato era la migliore per far sì che ciò accadesse.
Marco spinse ancora e Daniela lo sentì entrare centimetro dopo centimetro finché le mancò il respiro e fu costretta a muoversi allontanando il cazzo dalla sua bocca premendo sulle gambe dell’uomo.
Marco tolse il suo arnese dalla bocca della moglie, era unto di saliva, e mentre la donna riprendeva fiato glielo poggiò lungo il suo collo, la donna si ritrovò i suoi testicoli sul naso e sulle labbra e iniziò a leccarli mentre riprendeva fiato. Sentì che la grossa cappella dell’uomo le si poggiava proprio nella parte bassa del collo, lei lo sapeva che lo faceva per dimostrarle dove sarebbe potuto arrivare se lei avesse potuto inghiottire anche le sue palle, non poté non pensare che era fisicamente impossibile che il suo cazzo arrivasse sino a quel punto del suo collo una volta entrato, ma rimaneva il fatto che sapeva benissimo che avrebbe potuto penetrarla sino almeno a metà.
«Sei pronta, cara? È giunto il momento di sfondarti per bene la gola!»
«Ficcamelo dentro tutto! Cosa aspetti! Sono pronta!» rispose lei mentre leccava ancora i testicoli. Sentì che la sua fica era nuovamente fradicia di umori
Il cazzo di Marco smise di battere sul collo di Daniela e il proprietario dell’arnese lo diresse nuovamente all’interno della bocca aperta della donna. Questa volta era ben lubrificato e così in un sol colpo glielo piantò nel punto esatto della gola in cui era arrivato poco prima. Il fattore tempo era essenziale se non voleva estrarlo di nuovo per far prendere aria a Daniela. Così con ancora più foga il cazzo si introdusse penetrando ancora la gola della donna e quando sentì che non poteva andare più avanti tornava qualche centimetro indietro e glielo sbatteva con ancora più forza guadagnando ancora più terreno.
Daniela teneva i palmi delle mani poggiati sui glutei del suo uomo e li tirava a se per favorire la penetrazione. Sentiva il suo collo dilatarsi e il piacere che stava provando era indescrivibile, non lo aveva mai ammesso, ma quella condizione di sottomissione la eccitava da morire. Una delle sue mani si staccò dalle natiche di Marco per afferrargli la radice del cazzo e notò con stupore che ne mancava ancora almeno un palmo, intanto la sua gola stava cedendo lasciando entrare quell’intruso. Daniela aprì gli occhi con fatica e riuscì a vedere le palle dell’uomo in avvicinamento verso le sue pupille, Marco le tolse la mano dalla base del proprio cazzo e lei capì che era quasi fatta.
Un ultima bestiale spinta di Marco le infilò in gola per intero il suo lungo palo e lei sentì la gola bruciare immensamente.
«Dovresti vedere il tuo collo! Si vede un bel rigonfiamento che da ora in poi ti fotterà la gola!» disse l’uomo tornando indietro per poi tornare dentro subito dopo, vide sparire il suo cazzo attraverso il rigonfiamento e lo vide riapparire subito dopo e la cosa lo eccitava oltre modo.
«Ti sfondo la gola mia cara, te la scopo finché non ti sborro dritta dentro lo stomaco!» ripeté più volte eccitato al massimo.
Lei fece cenno di no con un dito a quella proposta.
Lui continuò a fotterla in gola e le prese la mano facendole capire che aveva visto il suo diniego, mentre l’altra mano le stava palpando un seno, l’altro sobbalzava ad ogni colpo.
«Non ti preoccupare, lo sto dicendo soltanto per eccitarci di più, non voglio mica venire soltanto io e poi lo so che il mio copioso sperma potrebbe farti strozzare!»
Così dicendo l’uomo si spinse in avanti e si sdraiò sul corpo di Daniela e iniziò a leccargli la fica ormai in un lago di umori, da quel momento in poi non si sentì soltanto lo stantuffare del cazzo all’interno della gola della donna, ma anche i mugolii di piacere che emetteva e più lei si eccitava più l’uomo la fotteva tirando indietro il suo cazzo per rimetterlo tutto dentro un attimo dopo.
Daniela stava quasi per terminare l’ossigeno a disposizione e sapeva che doveva farlo venire in fretta o rischiava di lasciarci le penne, così sfruttò un piccolo segreto che aveva imparato a conoscere. Allineando meglio il collo avrebbe potuto lasciar sprofondare quel cazzo ancora più in fondo, si posizionò così nella posizione corretta muovendosi di pochissimo e l’affondo di Marco terminò strusciando la cappella in un punto ancora più stretto.
Daniela venne di nuovo e si irrigidì di colpo mentre le gambe venivano investite da un altro potente orgasmo, contemporaneamente Marco smise di succhiargli il clitoride e si alzò pronto a sborrare sulla calda mogliettina. Estrasse velocemente il suo cazzo dalla gola di Daniela e lo puntò in direzione delle sue magnifiche tette mentre la saliva della donna le grondava addosso. Il liquido bianco partì dal meato della cappella per riversarsi copioso sul corpo della sua amante colpendogli i capezzoli e il seno.
La visione dei rivoli di sborra che discendeva da quelle due opere darti era paradisiaca per Marco.
Daniela stava ancora tentando di riprendere fiato, era stata soddisfatta in pieno dall’ultimo orgasmo e aveva la gola che bruciava come ogni volta che veniva usata in quel modo. La saliva le ricopriva le labbra e respirava ancora con affanno, quando si vide le tette cosparse di caldo sperma non poté non raccoglierne un po’ con un dito per poi assaggiarlo con gusto.
«Mi hai sfondato un’altra volta la gola!» disse a Marco.
«Soltanto perché so che ti piace da morire» rispose lui.
«Si che mi piace, ma ricordati che non è da tutte farti un servizietto del genere, la mia gola evidentemente si presta bene.»
«Forse, hai ragione, hai talento! Soprattutto considerando le dimensioni del mio cazzo» disse lui avvicinandosi di nuovo alla bocca di lei con il suo arnese.
Lei lo ricevette di nuovo in bocca, ma soltanto la cappella, per ripulirlo e succhiare le ultime gocce disponibili dentro di lui.
Quando Marco lo tolse dalla bocca, lei lo prese e sentì che era ancora mezzo duro e disse: «Il tuo cazzo dentro la mia gola mi fa sentire sottomessa, come se appartenessi soltanto a te.»
«Ma tu appartieni a me!» esclamò lui.
«Certo! Non cambierei il tuo grande cazzo con nessun altro.»
«Peccato soltanto che il culo non me lo vuoi dare, non finirò mai di dirti che lo desidero ardentemente!»
Lei, ancora a testa in giù e con il cazzo di lui in mano fece segno di no con la testa e poi gli baciò la grande e lucente cappella come segno di gratitudine per l’intenso piacere che gli aveva regalato.

Quella notte sognò che suo marito voleva sodomizzarla, ma lei era restia, infine lei si convinse, ma lui non riusciva a penetrarla perché il buco del suo culo era ancora vergine e troppo minuscolo per poter ospitare un cazzo di quelle dimensioni, forse non avrebbe potuto ospitare nessun cazzo. Si svegliò nuovamente bagnata ed eccitata per quel sogno, accanto a lei c’era Marco addormentato, era ancora molto presto e da sotto le lenzuola poté notare che l’uomo stava avendo una delle sue erezioni notturne, da brava ninfomane non poté perdere quell’occasione e tolse delicatamente le lenzuola. Il cazzo di suo marito era di nuovo pronto e svettava verso l’alto. Gli volle fare un’altra sorpresa e si posizionò proprio sopra di lui, l’uomo si sveglio con piacere vedendo che la donna si stava impalando sfruttando tutti i suoi diciassette centimetri!
Continua!!!

Per contribuire alla stesura dei capitoli precedenti bisogna commentare e lasciare ogni tipo di interazione possibile per ogni capitolo così da capire quanto vi piace. Se non vi piace non continuerò!

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Categorie: Etero