Le cose si erano messe ad andare veramente bene sia riguardo l'aspetto lavorativo che quello relazionare.
Arrivata a 40 anni avevo acquisito l'esperienza necessaria per svolgere la maggior parte del mio lavoro da casa il che non vuol dire che fossi meno impegnata ma almeno avevo il vantaggio di non essere vincolata agli orari d'ufficio e a dovermi spostare per andare al lavoro. La mia abitazione era anche il mio ufficio , potevo permettermi di starmene seduta alla scrivania indossando la mia abituale camicia e sotto solo gli slip.
A livello relazionale la mia cerchia di amici non era cambiata molto , qualcuno si era trasferito e altri ne erano entrati a far parte.
Non mi facevo certo mancare le occasioni per passare momenti piacevoli.
Avevo notato che con il passare degli anni erano sempre di più le persone mature a rivelarsi sensibili al fascino suscitato dalle mie forme generose , non che mancassero i miei coetanei e chi era più giovane di me anche di parecchio ma a io ero da sempre affascinata dall'uomo maturo.
Molti erano quelli che mi spogliavano con gli occhi , altri tentavano un approccio soft ed altri ancora dopo un primo contatto andavano subito al sodo. Io con coloro che cercavano di sedurmi vantando i propri successi nella vita e magari mi invitavano a fare un giro sulla loro fuoriserie oppure ostentavano i propri costosi orologi convinti che bastassero a che io cadessi tra le loro braccia non sapendo che non erano quegli gli argomenti che mi facevano bagnare di sotto , beh con loro mi piaceva comportarmi da stronza e li tenevo sulla corda fino che vedevo che gli veniva il cazzo duo e infine me ne uscivo con “oh s'è fatto tardi , scusami ma ho un impegno urgente devo proprio andare , sarà per un'altra volta” e li lascivo li con la bava alla bocca ed il cazzo duro.
Con chi invece sapeva come approcciarsi ero più disponibile al dialogo e se stimolata a sufficienza non avevo problemi a concedere le mie grazie.
Una sera successe l'impensabile. Mi trovavo al pub , ero in anticipo rispetto al solito orario e nessuno dei miei amici si era ancora presentato quando si avvicinò un signore sulla sessantina , cliente abituale del pub che non avevo mai avuto occasione di notare con attenzione in quanto ero sempre in compagnia degli amici. Si presento come Giovanni e mi chiese cortesemente se poteva sedersi al mio tavolo.
Gli risposi di si e lui “ti va una birra ?” perché no , grazie”.
Si diresse al banco e tornò poco dopo con due boccali.
Mentre era al banco ad aspettare di essere servito non potei fare a meno di notare che il suo aspetto ed il suo modo di muoversi emanavano un fascino particolare. Ne ebbi la conferma quando si sedette difronte a me ed iniziammo a conversare. Il suo sguardo era penetrante e mi procurava un'intensa emozione tanto che a volte distoglievo lo sguardo per la difficoltà di sostenerlo. Si capiva che era un uomo con del vissuto alle spalle e perfino il tono della sua voce e le sue parole contribuivano a creare in me un turbamento interiore. Quell'uomo in quel breve lasso di tempo mi aveva letteralmente affascinato. Finita la birra mi chiese se mi andava di fare una passeggiata all'aria aperta. Eravamo a metà primavera e a giornate dal clima quasi estivo se ne alternavano altre più fresche. Quella sera l'aria era frizzantina ma non fredda
Alla sua proposta non riuscii e non volli rifiutare , chiesi di concedermi il tempo per andare in bagno "mi scappa la pipì , effetto della birra".
Ne approfittai per sistemarmi un po. In realtà ero in perfetto ordine ma talmente emozionata che mi stavo comportando in modo illogico. Dissi a me stessa guardandomi allo specchio “fermati un attimo , cosa ti prende ? Hai sempre saputo gestire ogni tipo di situazione ed ora perdi improvvisamente il controllo ? Non è da te”
Era una riflessione logica alla quale però non seguì una risposta altrettanto logica. Quello che riuscii a fare fu di cercare di recuperare il controllo e dopo essermi data uno un paii di schiaffetti per svegliarmi un po riuscii a ritrovare buona parte della mia stabilità emotiva.
Uscita dal bagno mi ricongiunsi a lui e prendemmo la via che costeggiava il canale. Conversammo raccontandoci un po di noi e delle nostre vite limitandoci ad informazioni che non coinvolgessero la nostra parte intima.
Lui lavorava in ferrovia , non ho mai capito bene quale fosse il suo compito di preciso, so soltanto che era responsabile di qualcosa nel settore del trasporto merci. Aveva 59 anni e quasi 40 anni di lavoro alle spalle. Da li a qualche anno avrebbe raggiunto il diritto all'agognata pensione. Era vedovo da ormai parecchi anni e da allora non aveva più cercato relazioni stabili.
Gli risposi che io non ne avevo mai avute ne mai ne avevo sentito il bisogno. Parlammo e passeggiammo a lungo ed alla fine ci accomiatammo confessandoci di aver passato una piacevolissima serata. Ci saremmo rivisti di certo , anzi mi chiese se poteva invitarmi a cena una di quelle sere , magari il venerdì seguente. Gli avevo confidato durante la passeggiata che adoravo il pesce e lui mi disse che conosceva un ristorante poco lontano dove cucinavano dell'ottimo pescato. Finsi di pensarci un attimo e poi accettai l'invito. Ci saremmo trovati al pub e da li avremmo raggiunto il ristorante con la sua auto.
Quella notte feci fatica a prendere sonno , quell'uomo mi aveva letteralmente stregato , non potevo più negare a me stessa che me n'ero invaghita. I due giorni successivi feci fatica a concentrarmi sul lavoro , avevo voglia di vederlo , probabilmente se ci fossimo scambiati il numero del cellulare lo avrei chiamato ma era meglio così , dovevo trattenermi e non mostrarmi così terribilmente attratta da lui da aver perso la testa tanto da bagnarmi ogni volta che pensavo a lui.
Mi stavo consumando nell'attesa fino a che arrivò il venerdì sera , mi preparai con cura , un trucco leggero a valorizzare soprattutto occhi e labbra e decisi di indossare delle calze nere autoreggenti con una riga rossa che le percorreva per tutta la lunghezza nella parte posteriore. La parte elastica che contribuiva a tenerle su era in pizzo sempre nero. Rosso come la linea lungo le calze era anche il vestito che avevo scelto. Era un tubino che accompagnava le mie forme e contribuiva ad esaltarne le curve. Arrivava a metà coscia ed aveva una scollatura rettangolare che mostrava parte del seno contenuto in un reggiseno a balconcino semitrasparente di pizzo nero come del resto erano gli slip. Mi lasciava scoperte le braccia e si allacciava con una zip laterale. Per completare il tutto uno scialle leggero per ripararmi dall'aria che ad una certa ora si faceva più fresca ed un paio di scarpe col tacco a spillo che lasciavano scoperta buona parte del piede rigorosamente rosse anch'esse.
Era la prima volta che mi vestivo con tale maniacale attenzione per incontrare un uomo. Ci avevo sempre tenuto a vestirmi sexy e con gusto ma l'ho sempre fatto per il mio piacere personale piuttosto che con lo scopo di sedurre però mai con questa cura dei dettagli e inoltre servirono prove e riprove davanti allo specchio perché arrivassi ad approvare le scelte fatte.
Ero emozionata come una bambina , ma cosa mi stava succedendo ?
Proprio a me che non ho mai sentito il bisogno di legarmi sentimentalmente con un uomo mi stava forse succedendo di innamorarmi ?
Facevo fatica a crederci ma era un dato di fatto che continuavo a pensare a lui Non mi riconoscevo più , pazzesco.
La sera dell'appuntamento riuscii a malapena a celare l'eccitazione quando lo incontrai fuori dalla porta del pub.
Indossava un completo blu , il panciotto abbinato sotto la giacca , camicia bianca e cravatta bordò. Abbigliato in quel modo emanava un fascino al quale era impossibile resistere.
“Buonasera , sei bellissima” e dopo avermi dato un bacio su una guancia quasi per magia spuntò tra le sue mani una rosa “un piccolo omaggio ad una donna affascinante e sensuale”
Presi la rosa , l'accostai al naso , ne aspirai il profumo e per togliermi dall'imbarazzo “grazie per questo tuo profumato omaggio , sei galante , quel completo ti sta a pennello”
Ci dirigemmo verso la sua auto e dopo avermi aperto la portiera invitandomi a salire e chiusa la stessa quando mi fui accomodata si mise al posto di guida e ci dirigemmo verso il ristorante.
La cena fu squisita , il vino che accompagnava i piatti rigorosamente di pesce era un bianco secco ma vivace e la compagnia ottima. Parlammo un po di tutto ed approfondimmo la nostra conoscenza raccontandoci delle nostre vite un po più nel dettaglio rispetto al primo incontro.
Terminata la cena pagò il conto , essendo stato lui ad invitare e comunque disse di essere un uomo all'antica e che non avrebbe mai permesso di farlo fare ad una donna. Io non so come ma in quella circostanza , forse complice il vino venne fuori il mio carattere e gli risposi “con me se ci saranno altre occasioni dovrai rassegnarti a rivedere i tuoi principi perché non ho nessuna intenzione di rinunciare alla mia indipendenza e se voglio offrirti una cena o qualcosa da bene pretendo di essere libera di farlo”
Mi stupii di nuovo di me stessa , dopo giorni di confusione e sentimenti che stravolsero il mio usuale modo di essere rispuntò il mio carattere deciso e la mia voglia di sottolineare qual'era la mia identità.
“Ohlalà che caratterino , ho l'impressione che sotto quella facciata gentile , quasi di soggezione si nasconda una forte personalità , dote che apprezzo molto in una donna”
Quella sua reazione fece si che la soggezione verso quell'uomo che mi aveva stregato per il suo fascino e che non era di facciata come pensava lui ma reale fece spazio ad una maggiore consapevolezza del mio potere di seduzione che avevo sottovalutato. Anche lui era rimasto affascinato da me e questo ci metteva sullo stesso piano.
Ripresi gradualmente il controllo di me stessa mentre passeggiavamo nei pressi del ristorante per smaltire la pesantezza data dall'abbondante cena.
Mentre stavamo per tornare verso la sua auto lui intervenne
“Ti andrebbe di concludere la serata sorseggiando un bicchiere di brandy ?
Ne ho una bottiglia di ottima qualità a casa. Amo gustarmelo fumando dei piccoli sigari che mi sono fatto spedire da amici che vivono in sudamerica o pensi che stia osando troppo ?”
“Niente affatto , amo il brandy e mi ha sempre affascinato l'uomo che fuma il sigaro mentre sorseggia il suo liquore preferito e non ti nascondo che assaggerei volentieri uno di quei piccoli sigari che hai nominato”
“Perfetto , allora andiamo , casa mia è poco fuori città , a quest'ora la raggiungiamo in una mezz'oretta , poi ti accompagno fin sotto casa tua”
Effettivamente , agevolati dallo scarso traffico in mezz'ora fummo da lui.
Ad un certo punto rallentò la velocità tanto da andare a passo d'uomo. Ne scoprii il motivo quando vidi lampeggiare una luce gialla su un pilastro poco lontano. Evidentemente era l'ingresso carrabile di casa sua e il motivo per cui aveva rallentato così drasticamente l'andatura era per dare il tempo al cancello che rispondeva ad un telecomando che aveva azionato senza che me ne accorgessi di aprirsi. Oltre al cancello un vialetto ricoperto di ghiaia conduceva ad un garage che appoggiava alla parete laterale destra di una villetta ad un solo piano con un giardino ben curato sul davanti.
Anche l'anta del box era ad apertura elettronica e così parcheggiammo direttamente al suo interno.
“Trovo più pratico entrare da qui , mi basta scendere dalla macchina , aprire la porta qui di fianco e sono direttamente in casa”
Mentre entravamo l'ingresso del box si stava lentamente chiudendo automaticamente.
Come detto l'abitazione si estendeva su un piano solo , me la fece visitare brevemente. C'erano due camere da letto , una delle quali sistemata per eventuali ospiti , una stanza da bagno tra le due camere ed un altro molto spazioso che dava sulla camera da letto e si poteva raggiungere solo dall'interno della stanza stessa. Era fornito di un ampia vasca a semicerchio con idromassaggio , uno spazioso box doccia , sanitari di ottima qualità ed arredato in modo molto raffinato.
La cucina fungeva anche da sala da pranzo , nel corridoio una porta dava su delle scale che portavano ad un locale interrato che fungeva da cantina e lavanderia ed infine un bel salone arredato in stile ottocentesco con un comodo divano in velluto e due altrettanto comode poltrone. Il pavimento era quasi interamente coperto da uno spesso tappeto persiano e alle pareti da una parte una libreria ben fornita , sul fondo un camino in pietra e sulla parete opposta un mobile sul cui piano stava una scatola portasigari , un portacenere in marmo e una di quegli aggeggi per spuntare i sigari fatti a mo di ghigliottina. Sopra questo piano c'era una vetrina con diverse bottiglie di liquore e bicchieri di varie fatture , c'erano quelli per gli amari quelli per il whisky oppure quelli per il cognac o il brandy , insomma ognuno di essi aveva un suo uso specifico .
“Questa villetta mi è stata donata in eredità da mio padre e ho voluto mantenere l'arredamento originale in suo ricordo e nel ricordo di mia madre. Mi sono limitato a cambiare e ad aggiungere qualche elettrodomestico in cucina e a rifare il bagno in camera da letto. Il resto è come la ricordavo io da bambino. Sono venuto a starci dopo la morte di mia moglie perché lei ha sempre preferito abitare in centro.”
Mi fece accomodare sul divano , posò due bicchieri da brandy sul tavolino di fronte , prese una bottiglia dalla vetrinetta e versò in ognuno una generosa dose di liquore. Prese quindi il portacenere e la piccola “ghigliottina” e li poso al centro tra i due bicchieri , infine tirò fuori dalla scatola due sigari ed una scatola di fiammiferi , ne tagliò l'imboccatura e me ne porse uno.
“prima un sorso di brandy per preparare il palato” e brindammo a noi due ed alla serata che stava scorrendo piacevole.
Dopo il brindisi ed un primo sorso di brandy.
“E' il momento del sigaro. Per me questo rappresenta un rituale , attimi di intenso piacere che mi danno un senso di pace.”
Accese il fiammifero e lo avvicinò al mio sigaro “i sigari secondo il mio parere vanno accesi solo con fiammiferi in legno , mai con l'accendino”
Feci due boccate e l'estremità si fece brace. Lui con lo stesso fiammifero accese il suo.
Aveva ragione , l'alternarsi degli aromi di brandy e sigaro che poi si sposavano nella bocca era di una raffinatezza unica. Trasmettevano una sensazione di piacevole rilassatezza che prendeva la mente.
Ci scambiammo pochissime parole se non quelle sue che chiedevano il mio parere ed io che rispondevo che non potevo che condividere le sensazioni che mi aveva descritto in precedenza.
Dosammo i sorsi di liquore con le boccate di fumo in modo che l'ultimo sorso venisse seguito dall'ultima boccata.
Tra l'alcol bevuto al ristorante e l'effetto del liquore abbinato al sigaro la mia sensazione era di pace e beatitudine interiore.
Lui si avvicinò a me “sei una donna affascinante , di una sensualità unica e che trasmette una carica erotica tanto intensa quanto rara che pochissime donne possono vantarsi di avere. Tu sei la prima ad avermi conquistato totalmente dal nostro primo incontro , anima e corpo”
I nostri sguardi si incontrarono per perdersi uno negli occhi dell'altra.
Aspettavo il suo bacio che non si fece attendere. Le sue labbra si appoggiarono delicatamente sulle mie quasi a volersi conoscere poi si socchiusero ad accogliere le lingue che prima timidamente e poi con sempre maggior passione si misero a serpeggiare ed i nostri baci divennero la sorgente in cui abbeverarsi per spegnere l'arsura della sete.
Ci abbracciammo stretti e le mani iniziarono ad esplorare i corpi. Lui mi stringeva i seni per poi portare la sua mano sulla mia coscia e farla scorrere lentamente ma inesorabilmente verso il mio sesso fino a raggiungere le mutandine già umide dal desiderio che covava sotto di esse.
Io mentre non smettevamo di baciarci gli tenevo la nuca e infilavo le dita tra i folti capelli colore della neve.
Aveva tolto la giacca e aperto il panciotto Dopo che eravamo entrati in casa ed io mi ero liberata dallo scialle.
Presi a slacciargli la camicia bottone dopo bottone fino a che scoprii il suo petto nudo coperto da bianchi peli che mi facevano impazzire. Passai parecchio tempo a giocare con quei candidi riccioli e a stuzzicare i capezzoli che ai miei tocchi si erano presto inturgiditi poi passai a baciarli mentre con la mano scivolavo verso il suo membro che sapevo già pronto all'amore.
Giovanni nel frattempo si era intrufolato sotto le mutandine ed ora le sue dita scorrevano lungo il mio sesso a massaggiare il clitoride diventato gonfio e duro per poi scendere ed infilarsi ad esplorare l'interno che sentivo bollente e ormai madido del mio nettare.
Godevamo entrambi dei tocchi e dei baci ma anche più in profondità , si era creato un forte coinvolgimento emotivo che contribuiva ad amplificare il piacere.
Arrivai finalmente ai pantaloni che non persi tempo a slacciare ed infilata una mano nei boxer estrassi il suo membro , bellissimo , anche li i peli che lo contornavano erano di un bianco candido che mi mandava su di giri. L'asta era dura come il legno decisamente di apprezzabili dimensioni , la lunghezza poteva essere a occhio e croce sui 18 centimetri ma era soprattutto il diametro che colpì la mia attenzione.
Lo presi in mano , la cappella era a forma di fungo , grossa e turgida.
Feci scorrere la mano lungo quell'asta fiera nella sua piena erezione e raggiunsi i testicoli che presi a massaggiare ed a leccare.
Lo presi poi in bocca , dovetti spalancarla per farlo entrare.
Lui approfittò della mia posizione per tastarmi il culo al quale non risparmiò qualche sculacciata mentre lo palpava fino all'ano che però non riuscì a raggiungere e si dovette accontentare di averlo sfiorato per un attimo con un dito.
Dovetti interrompere il pompino dopo un po perché iniziavano a farmi male le mascelle.
Giovanni ne approfittò per alzarsi , sfilarsi pantaloni e boxer.
Mi tese la mano e mi condusse in camera da letto.
Ci trovammo così al lato del letto uno difronte all'altra. Gli sfilai camicia e panciotto insieme e potei ammirarlo completamente nudo. Il bianco candido di peli e capelli lo trovavo motivo di enorme fascino.
Lui prese la linguetta della zip e la fece scorrere verso il basso lungo tutto il vestito che si aprì e abbassatemi le spalline scivolò a terra.
Osservò un attimo il mio corpo vestito solo dell'intimo di pizzo e subito dopo con maestria aprì i gancetti che tenevano il reggiseno a dimostrazione che doveva aver ripetuto questo gesto innumerevoli volte e con chissà quante donne diverse.
Per la prima volta poté godere della vista dei miei grossi seni nudi , quelli che parecchi anni prima qualcuno aveva considerato che il termine più appropriato fosse mammelle date le dimensioni e la loro pienezza che faceva pensare che fossero colme di latte.
Li prese in mano , ci affondò la faccia , strizzò e succhiò i capezzoli per poterne godere il più possibile poi mi sfilò le mutandine e mi fece stendere sul letto. Mi lasciò solo le calze che tenni per tutto il tempo.
Quella notte ci amammo con passione e sentimento senza risparmiarci.
Facemmo l'amore a lungo nelle più svariate posizioni. Lui dimostrò una resistenza invidiabile penetrandomi più volte sia davanti che dietro prima di venire. La prima volta che mi prese il culo fu doloroso nonostante avessi già ospitato grossi calibri ma questo evidentemente li superava tutti e contribuì ad aprirmelo ancora di più di quanto non lo fosse già.
Dopo l'iniziale dolore subentrò il piacere intenso con quel grosso fallo a prendere possesso delle mie viscere.
Durante quel tempo che non riuscirei a quantificare ma che durò molto a lungo persi il conto degli orgasmi ed infine godetti di quel magico momento quando lui mi donò il suo orgasmo che volli accogliere nella mia bocca e non ne sprecai una goccia.
Ci addormentammo sfiniti uno acanto all'altra per svegliarci poche ore dopo quando stava per albeggiare.
Lui mi accompagnò fin sotto casa e ci salutammo dandoci un lungo bacio e per la prima volta la parola amore che avevo spesso usato durante i vari amplessi nelle più disparate occasioni acquisì un valore particolare.
Ebbene si lo devo ammettere , mi ero innamorata.
Frequentandoci l'intesa sessuale crebbe ulteriormente e scoprimmo che ad entrambi piaceva la trasgressione , sperimentare cose nuove.
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Aggiunto: 4 anni fa
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Etero
«ancora ottimo lessico eottima narrazione. ciao,nonno 75»
«Bellissimo racconto»