Torno a casa dopo una lunga giornata. Ho litigato con un cliente e quel pensiero mi ha reso tesa per tutto il pomeriggio. Sono stanca, ho bisogno di rilassarmi.

Appendo giacca, sciarpa e cappello. Mi sfilo prima una scarpa, poi l’altra. Maledetti tacchi.

Mi dirigo verso la mia scrivania in soggiorno. Mi sfilo il vestito e lo appoggio sul divano.

Accendo il mio MacBook e mi connetto a Skype. Ti trovo online, ottimo.

Ti scrivo: “Ciao, com’è andata oggi?”

Mi rispondi: “Insomma, ho litigato con la macchina oggi…tu?”

“Ho litigato con un cliente e sono nervosa…ho bisogno di rilassarmi…”

Mi scrivi: “Posso videochiamarti?”

Ti rispondo: “Ok…”

Rispondo alla tua chiamata e ti appaio in video con addosso intimo di pizzo nero. Sono seduta di traverso, con le gambe appoggiate da un lato sul bracciolo della poltroncina. Noti che porto le autoreggenti e sono ben consapevole dell’effetto che ti faccio.

“Be’, sei decisamente in modalità relax…” mi scrivi.

Sorrido. “Sì…in realtà, ho proprio voglia di sfogare lo stress accumulato oggi in modo piacevole per entrambi…ti va di guardarmi?”

Rimani in silenzio per qualche secondo. Poi mi dici: “Sai che lo voglio.”

Mi abbasso, apro il secondo cassetto della scrivania ed estraggo il mio piccolo vibratore.

“La cosa si fa interessante…” mi dici.

Lo accendo, me lo passo sul collo, in mezzo al seno. Poi risalgo verso la bocca e ne lecco lentamente la punta, guardandoti.

Mi abbasso il reggiseno e lo accendo. Lo passo prima su un capezzolo, poi sull’altro, disegnando piccoli cerchi.

Noto che ti mordi il labbro inferiore mentre mi guardi.

La mia mano si abbassa sullo stomaco, sulla pancia, fino a fermarsi al di sopra delle mutandine.

Divarico le gambe e ne posiziono ognuna su un bracciolo.

Faccio scorrere il vibratore su e giù sulle mutandine e con l’altra mano mi stringo un seno e gioco col capezzolo, chiudendo gli occhi e abbandonandomi alle piacevoli sensazioni che mi stanno invadendo.

“Ti piace così?” ti chiedo, sussurrando con voce eccitata.

“Sì, continua…” mi dici. La tua mano si abbassa e te lo stringi, massaggiandoti da sopra i pantaloni.

Ormai le mie mutandine sono umide. Infilo il vibratore sotto il bordo dell’elastico e finalmente è a contatto col mio clitoride e i miei copiosi umori.

Sento un brivido lungo la schiena non appena la punta sfiora il mio centro del piacere.

Piego la testa all’indietro, appoggiandomi al bordo della poltroncina, mentre mi sfugge un gemito.

“Togliti le mutandine”, mi dici. Sai che adoro quando mi dai degli ordini, con quella abbassata di un tono a causa della tua eccitazione.

Chiudo le gambe e me le sfilo, per poi ritornare nella stessa posizione.

“Ti piace vedermi bagnata, vero?”, ti chiedo con voce rotta dall’eccitazione.

“Non sai quanto…”. Ti sfili i boxer e i pantaloni in un colpo solo, liberando la tua piena erezione.

Faccio scorrere il vibratore sulle grandi labbra, lentamente. Sento che mi sto bagnando sempre di più.

Poi comincio a fare disegnare dei cerchi sul clitoride con la punta del vibratore. Mi mordo forte il labbro e ti guardo attraverso lo schermo.

Senti il mio respiro farsi irregolare e i gemiti aumentare d’intensità.

“Ora infilatelo dentro e muovilo piano”, mi ordini.

Lo faccio scivolare verso la mia apertura e lo spingo dentro, facendomi sfuggire un gemito più forte.

Comincio a muoverlo. Scorre senza alcun ostacolo, agevolato dai miei umori, che ormai lo bagnano abbondantemente.

Lo spingo verso l’alto e sento che mi stimola il mio punto debole, facendo contrarre i miei muscoli interni attorno al mio giocattolo.

Con l’altra mano mi stringo un seno e lo massaggio piano.

La tua mano aumenta la velocità e dal tuo respiro capisco che sei quasi giunto all’apice.

Continuo a penetrarmi, ora con maggiore intensità. Ogni tanto lo estraggo per passarlo sul clitoride gonfio di piacere.

Sento che sto per raggiungere il culmine. Rallento un po’ il ritmo per non venire subito.

Adoro rimandare l’orgasmo, per venire più intensamente poi.

Intanto ti guardo mentre te lo seghi, mentre mi fissi con occhi affamati. I tuoi gemiti ora sono inequivocabili.

Voglio aspettarti, venire con te.

Continuo a stimolarmi lentamente, ma con un ritmo costante, per tenermi sempre al limite e non superarlo.

Ora l’altra mia mano si è spostata dal mio seno alla mia apertura scivolosa. Infilo due dita, mentre col vibratore torturo il clitoride, imporporato dal piacere.

Osservo la tua mano che si muove veloce sulla cappella, circondandola con le dita. So che vuoi venire nel momento in cui senti venire me.

Continuiamo per un tempo che ci sembra infinito, sfidandoci, osservandoci, desiderandoci a vicenda.

“Voglio venire, sei pronto?” ti dico ansimando, quasi senza fiato.

“Sì, vieni. Ora.”

Vengo con un lungo gemito, quasi urlando. Sento il piacere invadermi fino alla punta delle dita. Le gambe continuano a tremare per qualche minuto, scosse dai brividi.

Ti vedo schizzare e venire sul tuo stomaco copiosamente, con gemiti profondi.

Ripreso fiato, dici sorridendomi: “E pensare che all’inizio odiavi le videochiamate…”
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