Una frase che non sarebbe mai uscita dalla mia bocca se non fosse che essendo il mio primo anno di liceo potevo lasciare il mio paese natale e passare parte della giornata nel capoluogo di provincia , non una metropoli ma sempre una città.
L'unico motivo per cui ho pronunciato quella frase non è tanto riguardo alla scuola che mi rimaneva indigesta come prima ma la possibilità di conoscere gente nuova e di avere delle opportunità che in paese non avrei potuto avere e poi per me , curiosa di tutto sembrava come se stessi per iniziare una nuova avventura , sarebbe stato il mio primo passo per esplorare il mondo.
Le prime settimane servirono per ambientarmi e guardarmi intorno.
Una volta inserita nel sistema scolastico ed extrascolastico ebbi modo di fare nuove amicizie tra i miei coetanei ma mi resi conto che quelli più avanti negli studi e specialmente quelli di quarta e quinta snobbavano noi del primo anno me inclusa nonostante le parole che mi aveva detto Andrea il giorno che mi aveva sverginato.
Ne fui delusa e persi un po di quella sicurezza in me stessa e sulla mia capacità di seduzione.
Certo le occasioni con i ragazzi del primo e secondo anno non mi mancavano ma non mi erano di stimolo ed in genere le ignoravo. Un pompino o una sveltina nei bagni quando non riuscivo più a contenere l'esuberanza trasmessa dai miei ormoni impazziti me li concedevo ma solo per sfogo.
Ero attratta da quelli più grandi di me , persino alcuni professori , decisamente adulti eccitavano le mie fantasie ma rimasi delusa , le mie aspettative furono presto ridimensionate.
Quel primo anno rischiai la bocciatura e dovetti passare l'estate a studiare per rimediare a tre materie per le quali ero stata rimandata a settembre. Fu un'estate terribile perché i miei genitori non la presero per niente bene e la punizione fu severa , svaghi ridotti all'osso ed il resto del tempo chiusa in casa a studiare o ad aiutare mamma nelle faccende domestiche.
Il sacrificio però diede i suoi frutti perché infine riuscii a passare al secondo anno.
Sono sempre stata un tipo esuberante con un carattere ribelle ed in fondo lo sono ancora nonostante l'età matura ma non ero stupida. Capii che se volevo veramente raggiungere l'indipendenza avrei dovuto impegnarmi con gli studi e ottenere la maturità così in seguito avrei potuto trovarmi un lavoro che mi permettesse di lasciare definitivamente il paesello e andare a vivere in una grande città in piena autonomia.
Passai quei quattro anni concentrata sugli studi , certo non mi mancò qualche avventura ma non deviai dal mio obbiettivo e riuscii ad arrivare al quinto anno con risultati brillanti.
Avevo nel frattempo compiuto i 18 anni. Finalmente maggiorenne. Quell'estate presi la patente ed i miei genitori come premio per il mio impegno e gli ottimi risultati ottenuti (sono certa che più volte durante quegli anni si erano domandati se ero veramente io od un mio clone) mi comprarono un'utilitaria usata.
L'anno della maturità usavo la mia auto per recarmi a scuola e visto che crescendo le mie esigenze erano cambiate e non volevo pesare economicamente sui miei genitori mi ero trovata dei lavoretti da fare nei pomeriggi liberi dallo studio.
Mi capitava di fare da babysitter ma generalmente la sera mentre di giorno avevo trovato lavoro come barista part time presso un bar tabaccheria di periferia molto frequentato in quanto affacciato su una via di transito e con il vantaggio di avere un ampio parcheggio.
Oltre ai clienti abituali abitanti del quartiere si fermavano anche persone di passaggio per le sigarette o per compilare una schedina del totocalcio oppure un caffè o qualcosa da bere. Si fermavano anche parecchi camionisti. Approfittavano dell'ampio parcheggio per una sosta e magari per mettere qualcosa sotto i denti (il locale forniva anche un servizio di tavola calda).
Dietro quel bancone mi resi conto che le parole di Andrea risultavano profetiche.
Non avevo certo un abbigliamento sexy. Durante il lavoro preferivo sentirmi comoda per cui o indossavo dei jeans e una maglia oppure vestiti comodi. In genere niente che esaltasse le mie ampie curve.
Nonostante ciò gli apprezzamenti non mancavano , la maggior parte garbati ma anche quelli più espliciti e non mancavano nemmeno quelli volgari.
Certe espressioni le apprezzo solo mentre faccio sesso , al di fuori di quello non le tollero , la buona educazione è un segno di rispetto e l'uso di una parola piuttosto che di un'altra per esprimere lo stesso concetto fanno la differenza tra una persona che sa come rivolgersi ad una donna ed un cafone che non esito a zittire al primo rozzo intervento. So come farmi rispettare.
Dunque la mia vita scorreva tra lezioni e tempo dedicato allo studio e quei piccoli lavoretti citati prima , tempo libero poco e sesso altrettanto scarso e poco soddisfacente. Avevo ripreso a masturbarmi con maggior frequenza per calmare un po l'irrequietezza che mi procurava la scarsità di rapporti appaganti.
Capitò un episodio quell'anno che ricordo con piacere.
Un pomeriggio mentre stavo studiando in camera mia sentii squillare il telefono di casa , rispose mia madre.
La sentii confabulare qualcosa che non compresi e subito dopo la vidi entrare in camera mia “al telefono c'è il signor xxxxx ,chiede se sei libera nel pomeriggio dalle 15.00 per un'oretta circa , lui e la moglie avrebbero un impegno e non saprebbero a chi lasciare la bambina , cosa gli rispondo ?”
“Digli di si , finisco di studiare e per quell'ora sarò a casa loro”
Mamma andò a riferire della mia disponibilità.
Quella era una delle prime famiglie che mi avevano offerto lavoro come babysitter ed erano abituati ad uscire quasi tutti i fine settimana , o per una cena od un film , insomma sentivano il bisogno di svagarsi e godersi un po di tempo come coppia.
Avevano una bimba di 5 anni con la quale instaurai subito un bel rapporto per cui i genitori mi scelsero come babysitter ufficiale di Arianna (questo era il nome della piccola).
La moglie era una bella donna attorno ai 35 anni impiegata di banca mentre il marito più maturo , ad occhio e croce poteva avere tra i 45 e 50 anni era professore in uno degli istituti superiori presenti in città.
Anche lui era un bell'uomo , di altezza media , un accenno di pancia che a me non dispiace affatto , barba di media lunghezza ben curata e leggermente brizzolata come i capelli che erano sul castano scuro ma soprattutto aveva un gran bel sedere , tondo e sodo.
Nell'uomo tra le caratteristiche che me lo rendono attraente oltre l'aspetto in generale ha una sua particolare importanza il di dietro. Un uomo con un bel fondoschiena se intende sedurmi è già un passo avanti rispetto agli altri. Altro aspetto fondamentale naturalmente è la dotazione. Non dev'essere sotto la media e se la supera meglio ancora , amo le misure di un certo peso , non lo nego. Il problema è che delle belle natiche lo puoi constatare con i tuoi occhi mentre per l'altro oggetto di mio interesse è difficile avere certezze , per quelli mini lo si nota facilmente a meno che il soggetto in questione non usi trucchi per mascherare la carenza di materiale mentre per gli altri è un po più complicato , lo si può intuire ma se non lo vedi prima sarà sempre una sorpresa che scoprirai al momento.
Non mi sorprese più di tanto la chiamata di pomeriggio. Nonostante andassi quasi esclusivamente di sera era già accaduto in un paio di occasioni che avessero bisogno di me anche di giorno.
Naturalmente la maggior parte del tempo lo passavo con la piccola Ariana e i genitori a parte il giorno del colloquio per decidere della mia assunzione li vedevo per pochi minuti al mio arrivo ed al loro ritorno , in rare occasione mi invitavano a fermarmi un po più a lungo per chiedere come si era comportata Arianna e riguardo a me su come andavano gli studi , sui miei progetti futuri e cose del genere.
Il marito Tommaso che la moglie ed immagino tutti quelli che lo conoscevano chiamava Tommy non nascondeva affatto , tranne che alla moglie il suo interesse nei miei confronti. Lo potevo notare dagli sguardi. Quando ci sedevamo in salotto per conversare lui si metteva sul divano accanto a me ed allungava l'occhio nella mia scollatura oppure quando indossavo gonne corte si accomodava sulla poltrona di fronte dove ero seduta e cercava di infilare lo sguardo tra le mie cosce. A me è sempre piaciuto provocare i maschi lo sapete così avevo preso l'abitudine quando andavo a curare Arianna di indossare minigonne e camicette o maglie scollate scegliendo con cura il reggiseno in modo che fosse messo in risalto il mio seno prominente , non di rado mettevo quello a balconcino. Non passava comunque inosservato perché anche se avessi indossato un dolcevita le occhiate si sarebbero sprecate ma metterne una parte in mostra , il giusto necessario a che chi mi stava vicino venisse il desiderio di vederne di più era decisamente più intrigante.
Sonia la moglie quando i due rientravano la sera era solita salire in camera di Arianna per assicurarsi che dormisse serena.
Tommy ne approfittava per darmi un extra oltre alla mancia che regolarmente accompagnava la mia paga.
In alcune di queste occasioni non resistetti all'istinto di provocare e magari una volta accavallando le gambe facevo in modo di mostrare qualcosa in più di ciò che la corta gonna celava o allargando le gambe con finta nonchalance come a mettermi seduta più comoda oppure risalendo dopo essermi chinata per prendere la bibita che in genere mi veniva offerta in modo che prima potesse scrutare i dolci rilievi sotto la camicetta che il movimento del chinarsi apriva un po ed in seguito i mini slip che indossavo apposta per quel genere di occasioni. Non ho mai azzardato ad andare da loro senza l'intimo di sotto per via della bambina e per la possibilità che se ne accorgesse la madre della piccola che non avrebbe esitato a darmi il benservito.
Ebbene quel pomeriggio arrivai puntuale a casa dei genitori di Arianna e venne ad aprire Tommy. Aveva un espressione strana , sembrava nervoso e dopo che mi fece entrai capii il perché.
“Perdonami Susanna mi sono scordato di avvisarti che sono cambiati i programmi”
“Avete deciso di rimanere a casa ? Non si preoccupi , non c'è nessun problema , può capitare ed anche una dimenticanza è giustificabile”
risposi
“No non è così , Sonia si era potuta permettere di prendersi mezza giornata libera ed avevamo deciso di approfittarne per fare una passeggiata noi due soli visto che a parte le sere del fine settimana le giornate di sabato e domenica ed il resto della serate le dedichiamo alla nostra bambina. E' successo che non avevo tenuto conto che oggi era in programma una riunione dei professori alla quale non potevo rinunciare. Sonia si è un po indispettita ad a deciso di prendere con se la piccola ed andare a far visita ai suoi genitori così avrebbero potuto godersi la nipotina che a causa della distanza vedevano raramente. Passeranno la notte da loro e torneranno nella giornata di domani oppure domenica , non ha ancora deciso.
La cosa beffarda è che dopo quando ormai erano per strada sono stato avvisato che la riunione era stata rimandata a causa di un lieve malore che aveva colpito il preside che aveva organizzato l'incontro e la cui presenza risultava fondamentale”
Questa fu la sua versione dei fatti
Poi aggiunse “non ti preoccupare ti pagherò lo stesso ed aggiungerò un extra per il disturbo”
Risposi che non ce n'era bisogno e feci per andarmene ma lui mi pregò fi restare ancora un po per fare due chiacchiere e dopo aver insistito perché accettassi di ricevere il consueto onorario come se avessi svolto il mio compito accompagnato da una cospicua mancia mi invitò ad accomodarmi in salotto.
Io rimasi sorpresa ed imbarazzata dalle sue scuse che trovavo eccessive e dalla cifra che mi aveva offerto per riparare nonostante gli avessi risposto che non la vedevo una cosa così grave , si trattava di un semplice malinteso.
Si sedette accanto a me che avevo avuto cura di abbigliarmi come era ormai mia abitudine quando andavo in quella casa.
Il tono della sua voce tradiva nervosismo , irrequietezza.
“come stanno andando gli studi ? Questo è l'anno più impegnativo , dovrai affrontare la maturità”
“Bene signor Tommaso , sono soddisfatta dei risultati fin qui ottenuti”
“Chiamami semplicemente Tommy ti prego , ormai è qualche mese che ci conosciamo e dandomi del signore mi fai sentire come se fossimo due estranei e ancora più vecchio di quel che sono”
Di fronte alla moglie non mi avrebbe parlato così e avrebbe lasciato che lo chiamassi signor Tommaso come sempre così cominciai a subodorare che non mi aveva detto tutta la verità.
“Va bene Tommy come vuole lei”
“Diamoci del tu , in fondo possiamo quasi considerarci amici , no ?”
“Ok” fu la mia laconica risposta
“Sono felice che i tuoi studi procedano a gonfie vele ma se dovessi avere bisogno di qualsiasi cosa durante la preparazione per gli esami non esitare a rivolgerti a me per un consiglio , un suggerimento o per qualcosa della materia che insegno che ti risulti ostica , promettilo”
“Va bene , grazie , promesso”
Ora non avevo più dubbi che quella era stata tutta una messa in scena. Il fatto che non era mai stato così loquace con me aggiunto alla sua malcelata irrequietezza spiegavano tutto.
Presi la situazione di petto “senti Tommy , ora che siamo in confidenza posso essere sincera con te ?”
“ma certo” rispose
“Ho dei forti dubbi sulla veridicità di ciò che mi hai raccontato , ho l'impressione che era tutto preparato”
Dopo un primo timido tentativo di confermare la sua versione cedette all'evidenza.
“Susanna lo confesso , avevo un tremendo bisogno di vederti da solo. E' da tempo che ti desidero e la tentazione supera la mia volontà. Tu mi hai sedotto , il tuo corpo con quelle forme sinuose emana un erotismo che inebria , ormai quando faccio sesso con Sonia immagino che ci sia tu al suo posto”
Non intendevo dargliela subito vinta anche se non avevo nessuna intenzione di lasciarmi scappare l'occasione di fare sesso con un uomo tanto più maturo di me e che oltretutto aveva il suo fascino.
“Ma Tommy hai una famiglia , una figlia adorabile ed una moglie affascinante , non ti manca nulla ed inoltre non consideri la differenza di età”
“Non rinnego affatto la mia famiglia , ho una figlia meravigliosa e una moglie che amo , non potrei desiderare di meglio ma tu sei diventata la mia ossessione , un desiderio inappagato che mi sta consumando dentro giorno dopo giorno. Riguardo all'età è un dettaglio trascurabile se c'è desiderio e poi non so se hai già avuto esperienze con persone mature come me ma è proprio grazie all'esperienza acquisita negli anni che si affinano le capacità amatorie di un uomo”
“Quindi non stai parlando di sentimenti ma solo di puro desiderio sessuale”
“Si Susanna , non te la prendere ma è il tuo corpo che desidero intensamente , non il tuo cuore”
Non immaginava che sollievo mi davano quelle parole. Mi consideravo una senza inibizioni . che non si tirava indietro quando capitava l'occasione buona ma una rovina famiglie no , quello no.
“Allora voglio essere franca anch'io come lo sei stato tu. Sapevo di non risultarti indifferente e ho captato i tuoi tentativi di cogliere ogni minima occasione per vedere ciò che i mie vestiti celavano.
Evidentemente non ti sei accorto che sceglievo il mio abbigliamento per provocarti e quando sei riuscito a vedere un po di più del mio intimo è perché ero stata io a deciderlo , non si è mai trattato di un caso sebbene ai tuoi occhi apparisse come una fortunata ghiotta occasione colta.
Non fosse stato così non avresti esitato così a lungo ed avresti agito
senza bisogno di architettare piani che non mi è stato difficile smontare”
“Provi anche tu lo stesso mio desiderio allora”
“Mi piace provocare gli uomini per i quali provo interesse e tu sei uno di quelli”
La sua eccitazione stava raggiungendo il limite e quelle mie ultime parole gli tolsero ogni dubbio. Avevo notato che da quando aveva confessato il vero motivo della telefonata sotto i suoi pantaloni si era materializzato un rigonfiamento che faceva prevedere che li si nascondesse qualcosa di grosso.
Lui nonostante avesse avuto il mio consenso continuava ad esitare per cui presi io l'iniziativa. Andai subito al sodo , in tutti i sensi e gli slacciai i pantaloni , non persi tempo e glieli sfilai di dosso insieme ai boxer. Quello che si mostrò ai miei occhi non mi sorprese , anzi fu una piacevole conferma a ciò che avevo immaginato. Quel membro era decisamente sopra la media , lungo e dritto , grosso e con una grossa vena che lo percorreva in parte. Me ne appropriai senza perdere tempo e mi inginocchia ai piedi del divano tra le sue gambe spalancate. Lo guardavo negli occhi mentre con le mani massaggiavo asta e testicoli. Il mio sguardo e il tocco delle mie mani lo mandarono su di giri. Mi dedicai come mia abitudine prima ai testicoli che presi in bocca passando da uno all'altro con suo estremo piacere non dimenticando nel frattempo di massaggiare il perineo fino all'ano mentre l'altra teneva quella mazza premuta al suo ventre. Sentii presto i suoi gemiti accompagnati da parole di sincero apprezzamento. Dato che il suo culo era una delle parti che più mi intrigavano passai ad occuparmi del suo ano che dopo aver aperto le natiche con le mani mi misi a baciare e a leccare (mi venne d'istinto , non l'avevo mai fatto prima).
Gli sputai un paio di volte sopra e quando la saliva mi parse sufficiente iniziai a far roteare il pollice per rilassarlo e pian piano spingevo facendo penetrare la saliva ed il dito fino a che lo sentii cedere ed aprirsi a me. Giocai per un po con il pollice infilato per tutta la sua lunghezza e dopo averlo estratto passai al dito medio che non faticò a scivolare dentro per intero.
Avevo letto da poco che qualche centimetro in su all'interno dell'ano nella parete prossima al pene si trova la ghiandola prostatica riconoscibile come un leggero rigonfiamento e per quel che ho capito dopo averla raggiunta con una vaga forma a prugna.
Appena ho iniziato a premere con delicatezza su di essa a massaggiarla la sua reazione mi ha sorpreso , mi sembrava quasi di sentire godere una donna quando le viene stimolato il clitoride.
I gemiti , i movimenti del suo corpo erano cambiati. Non immaginavo che questa azione potesse donare un così intenso piacere.
Non ebbi la pazienza di portarlo all'orgasmo che si diceva fosse molto simile a quello femminile e passai a dedicarmi a quel magnifico palo di carne , riuscivo ad arrivare a metà o poco oltre e le dimensioni mi riempivano letteralmente la bocca , a volte lui mi spingeva con decisione in basso la testa per farmelo ingoiare tutto ma era troppo per la mia bocca e quando la sua grossa cappella arrivava a colpirmi la gola reagivo con un singulto accompagnato da un eccesso di saliva. Provai ad abituarmi a farmi raggiungere la gola da sola levandogli la mano dalla mia testa e dopo alcuni tentativi accompagnati dal senso di vomito riuscii a sopportarlo e lo tenni li fermo a premere contro la mia gola fino a che il fiato me lo concesse muovendo la lingua nell'angusto spazio che quel grosso cazzo concedeva. Quando la fame d'aria raggiunse il culmine uscii di scatto provocando un forte schiocco con le labbra.
Il suo cazzo era lucido di saliva e talmente duro e pulsante che mi domandavo se non gli facesse male.
Si sfilò la camicia di dosso senza sbottonarla rimanendo completamente nudo , mi fece alzare e si mise in piedi pure lui.
Mi fece mettere in ginocchio sul divano con le mani appoggiate allo schienale.
”Slacciati la camicetta” disse e mentre lo facevo mi sfilò le mutandine gettandole a terra. Fu quindi il turno della camicetta ed infine mi tolse il reggiseno. Le mammelle , come amava chiamarle Andrea una volta liberate dal contenimento poterono farsi apprezzare per la loro soda pienezza. Tommy me le prese da dietro e me le strinse come a mungermi , prese i capezzoli tra le dita e li tiro verso il basso per poi pizzicarli e torcerli tra le dita. Arrivò a farmi male , mi sfuggi un lamento ma non gli chiesi di smettere , il dolore che provavo era stimolante , adrenalinico. Mi sculacciò un paio di volte , gli piaceva dominare ed infine mi mise la mano sul sesso ormai fradicio da tempo. Senza preavviso vi infilò tre dita ed iniziò a muoverle freneticamente facendomi godere , i suoi modi rudi mi piacevano. Così come aveva fatto con le dita infilò il suo pistone deciso fino in fondo. L'averlo preso così senza che fossi preparata , quel colpo secco e violento mi tolse per un attimo il fiato e mi fece inarcare d'istinto la schiena. Sapeva il fatto suo ed aveva scelto di dominarmi , difatti si mise a spingere con rabbia “prendi puttana” diceva mentre a causa della potenza dei suoi colpi ero costretta ad aggrapparmi con forza allo schienale per non rischiare di sbattere contro di esso.
Mi trattava come se lui fosse il toro ed io la vacca da ingravidare.
Era una vera monta animale. I mie seni sbattevano di qua e di la e quelle forti sensazioni mi portarono presto all'orgasmo che manifestai con una serie di gemiti e parole e nel concreto liberando miele in abbondanza. Lui non si fermò anzi mentre si godeva il mio orgasmo aumentò il ritmo dei colpi , sembrava volesse sfondarmi.
Non aveva nessun riguardo nell'usarmi come oggetto di piacere.
I suoi grugniti si alternavano a frasi oscene e sculacciate.
Arrivò ad afferrarmi per i lunghi capelli che avevo raccolti a coda di cavallo e mentre mi montava li teneva stretti a mo di redini e tirava costringendomi a sollevare la testa. Avevo ormai perso il controllo.
Mi diceva che ero la sua puttana , una gran troia il cui unico compito era quello di prendere il suo cazzo fino allo sfinimento.
Queste parole forti , a volte umilianti non mi offendevano , anzi il piacere fisico si univa a quello cerebrale ed emozionale.
Io rispondevo da sottomessa , lo pregavo di trattarmi male e di usarmi per il suo piacere.
Ad un certo punto si fermò ed estrasse il cazzo che immaginavo fradicio dei miei umori e gocciolante.
“Lo hai mai preso in culo ?” chiese
“no e non voglio”
“oh piccola questa libertà di scelta non te la puoi permettere”
“hai detto che mi hai provocato volontariamente ed ora ne paghi le conseguenze , non hai il diritto di ribellarti”
Sono una donna forte e di carattere ma quel senso di sottomissione mi aveva privato della volontà di ribellarmi.
Avevo paura ma non feci niente e lasciai che proseguisse.
Mi fece colare saliva in abbondanza sul taglio tra le natiche che poi lasciava scivolare fino all'ano per lubrificarlo per bene , si era messo anche a raccogliere i mie umori infilando le dita nella figa per poi usarli anch'essi come lubrificante. Mi massaggiò a lungo la rosellina premendo per lubrificare anche l'interno ed una volta raggiunto lo scopo passò dall'altra parte del divano e messomi il cazzo davanti alla mia faccia stravolta mi disse “sputa puttana”-
Obbedii e ad ogni sputata si spalmava la saliva lungo l'asta fino a che ritenutosi soddisfatto tornò alla sua posizione iniziale
Puntò deciso la cappella sul mio piccolo pertugio mai violato prima nemmeno da un dito. Diede una prima spinta che mi fece urlare di dolore , si fermò , attese che mi rilassassi un poco e diede una seconda spinta e fu un altro urlo di dolore , questa volta però la cappella era dentro a metà , si fermò di nuovo per qualche istante e la terza spinta fu quella decisiva , era entrato aprendomi il culo. Questa volta il dolore fu insopportabile , mi fece piangere e lo scongiurai di smettere. Sentivo anche scorrere sulla mia pelle qualcosa di umido e caldo , immaginai fosse sangue. Mi aveva letteralmente rotto il culo. Alle mie suppliche rispose “tranquilla il peggio è passato , ora è giunto il momento del piacere che ti farà presto dimenticare le tue sofferenze.
Iniziò a muovere il suo pistone con cautela , lentamente , avanti e indietro. Presto mi abituai a quell'asta si ingombrante ma che il suo scorrere mi dava piacere. Quando sentì i miei primi gemiti inizio a muoversi più deciso e li conobbi il piacere della penetrazione anale. Il dolore era divenuto uno sbiadito ricordo sovrastato da questa nuova fonte di godimento.
Lui riprese a sbattermi con forza come aveva fatto prima quando mi scopava la figa ed io ripresi a godere come e forse più di prima. Ero stata deflorata una seconda volta ed avevo perso la mia verginità nel punto rimasto inviolato per diciott'anni , erano passati poco più di quattro anni da quella prima volta che Andrea colse il mio fiore.
Mentre Tommy pompava deciso io presi a masturbarmi aggiungendo piacere al piacere fino a raggiungere il secondo orgasmo. Lui poco dopo raggiunse il limite e mi disse “ora ti sborro dentro , ti riempio il culo” e grugnendo esplose in una copiosa sborrata che mi scaldò la pancia. Lasciò il suo uccello dentro fino a che scivolo fuori da solo mentre si rilassava. Tony si fermò alcuni istanti ad osservare e andò a prendere uno specchio abbastanza ampio da permettermi di vedere. Avevo l'ano aperto a dismisura che pulsava come se boccheggiasse e ad ogni contrazione potevo vedere uscire un rivolo di sperma che poi colava lungo una coscia. C'era pure traccia di sangue rappreso.
Levato lo specchio mi disse di andare in bagno a lavarmi , avrei trovato del detergente intimo e mi diede un tubetto di crema lenitiva da spalmare attorno al mo ano dolorante.
Raggiunsi con difficoltà il bagno situato al piano di sopra in quanto quello al piano terra era privo di bidè. Mi lavai bene intimamente e prima di mettermi la pomata mi presi la libertà di fare una doccia.
Avevo la passera e l'ano doloranti. Quell'asta aveva lasciato tracce profonde sia davanti che dietro. La doccia servì a rilassarmi ed a ridarmi un po dell'energia che quella doppia scopata aveva prosciugato.
Uscii dalla doccia , mi spalmai la pomata , avvolsi un telo da bagno annodandolo all'altezza del seno e scesi con cautela le scale con le gambe leggermente aperte per sentire meno dolore.
Raggiunto il salotto raccolsi i mie panni sparsi sul pavimento ma prima che mi vestissi Tommy che era seduto su una poltrona ancora completamente nudo mi chiese di levarmi il telo e di lasciare che godesse un ultima volta della vista della mia formosa nudità.
Mi misi difronte a lui che mi osservò a lungo e poi mi fece girare.
Sei fantastica , sei giovane ma sei una vera femmina , il tuo corpo sprigiona qualcosa che attrae i maschi come fa il nettare dei fiori con le api.
Sono certo che non sono il primo a dirtelo e non sarò l'ultimo.
Fortunato l'uomo che riuscirà a farti innamorare ma dovrà essere pronto a dividerti con altri perché non sei una donna portata alla monogamia. Ne sono certo. Mi accompagnò alla porta e prima che ci congedassimo mi confidò che era la prima volta che si era sentito libero di sciogliersi dal legaccio delle inibizioni indotte dalla moglie si affascinante ma non altrettanto votata al sesso passionale. Io gli risposi che avevo colto il suo sfogo nel modo rabbioso d'amarmi ed avevo trovato molto eccitante assecondarlo lasciando che mi sottomettesse sia fisicamente che mentalmente. Un'esperienza molto intensa che avrei ricordato a lungo. Mi salutò dandomi un bacio alla base del collo e mi disse “a parte tutte le stronzate che ho detto la mia disponibilità ad appoggiarti nello studio se ne senti il bisogno è sincera”
“ok prof” lo schernii
Lui mi guardò un po di traverso ed allora mi corressi
“contaci Tommy” e me ne andai cercando di mantenere un po di contegno nel dirigermi verso la mia auto parcheggiata in strada dato il dolore che provavo tra le cosce.
Quell'anno passai brillantemente gli esami di maturità.
Decisi che non avrei perso tempo e durante l'estate avrei cercato un impiego nella metropoli , la mia indipendenza era la priorità e meritava tutto il mio impegno.
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«Aspettavo con ansia il seguito davvero complimenti sono dei racconti da fare davvero un film capolavoro»
«Davvero bellissimo il racconto»
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